Lo
scorso weekend sono stato a Civitella d’Agliano nell’Alta Tuscia ad
un’interessante manifestazione denominata “Nelle terre del Grechetto”, giunta
alla sua XVII edizione.
L’evento, organizzato egregiamente dalla Pro loco di Civitella d’Agliano e da Carlo Zucchetti è stato dedicato appunto al vitigno Grechetto, declinato in tutte le sue più diverse tipologie.
La manifestazione ha avuto il suo inizio con una degustazione alla cieca, riservata a giornalisti ed operatori, di 63 vini tra spumanti, bianchi e passiti legati a questo vitigno, appartenenti a vari territori.
L’evento, organizzato egregiamente dalla Pro loco di Civitella d’Agliano e da Carlo Zucchetti è stato dedicato appunto al vitigno Grechetto, declinato in tutte le sue più diverse tipologie.
La manifestazione ha avuto il suo inizio con una degustazione alla cieca, riservata a giornalisti ed operatori, di 63 vini tra spumanti, bianchi e passiti legati a questo vitigno, appartenenti a vari territori.
La considerazione generale che
si può fare a tal proposito è che il Grechetto nelle sue differenti interpretazioni
presenta diversità molto interessanti ed evidenzia una grande versatilità,
potendo potenzialmente abbinarsi bene con tante preparazioni, non solo le più leggere.
I vini degustati che più mi hanno colpito sono stati numerosi. Ne cito qui tre: tra gli spumanti il Metodo classico ‘12 Leonardo Bussoletti, tra i bianchi il Grechetto IGT Civitella d’Agliano Latour a Civitella ‘16 Sergio Mottura e tra i vini definiti “seduzione” l’ottimo Grechetto IGT Civitella d’Agliano Muffo ‘16 Sergio Mottura.
I vini degustati che più mi hanno colpito sono stati numerosi. Ne cito qui tre: tra gli spumanti il Metodo classico ‘12 Leonardo Bussoletti, tra i bianchi il Grechetto IGT Civitella d’Agliano Latour a Civitella ‘16 Sergio Mottura e tra i vini definiti “seduzione” l’ottimo Grechetto IGT Civitella d’Agliano Muffo ‘16 Sergio Mottura.
E’
seguito un pranzo con salumi (dell’agriturismo il Casaletto) e formaggi
tipici della zona, oltre che con gli ottimi legumi dell’azienda Sensi.
Nel
pomeriggio con il gruppo di giornalisti invitati abbiamo effettuato una
interessante visita al borgo di Civitella d’Agliano, tra calanchi e strette
viuzze che sfociano in porzioni di panorama dalla bellezza mozzafiato.
Inoltre
la visita alla sede locale del Ministero dei Beni Culturali ci ha consentito di
comprendere come in questa zona la coltura dell’uva e la produzione di vino abbia
avuto un ruolo importante sin dai tempi più antichi, come si può verificare dai
tanti reperti archeologici (anfore e altro) trovati in questa zona.
E’
stata poi la volta della visita alla cantina del wine hotel “la tana
dell’Istrice” dell’azienda Sergio Mottura antica residenza di famiglia e dimora storica rinascimentale. Qui abbiamo avuto
modo di assaggiare tanti ottimi vini di una famiglia che ha voluto far
conoscere la bellezza e le possibilità inespresse di una terra dalle molte
risorse ancora da scoprire. Ottima la degustazione di diverse annate del Latour
a Civitella, tra cui la 1995.
Piacevole
è stata anche la cena nella piazza principale del borgo (buoni i piatti a base
di cinghiale, tra cui dei goduriosi gnocchetti al tartufo e cinghiale), con una
gradevole musica di sottofondo. Interessante anche la successiva visita alla
torre che domina tutte le meraviglie naturali dei dintorni.
Dopo
aver dormito in un affascinante e antico palazzo di una frazione di Civitella,
il giorno successivo abbiamo avuto modo di conoscere più a fondo la bella
realtà della Tenuta La Pazzaglia a Castiglione in
Teverina.
Quest’ultima
è un'azienda vitivinicola di circa 37 ettari, immersa nella Valle del Tevere, tra
Lazio, Umbria e Toscana. L’azienda fu acquistata in stato di abbandono nel 1990
dalla famiglia Verdecchia, che subito si innamorò di questa zona.
E’ con il
cambio generazionale nella conduzione, comunque, che è stato dato maggiore
rilievo ai vitigni autoctoni e soprattutto al Grechetto. Questa azienda ha infatti
il deciso obiettivo di promuovere il territorio tramite la riscoperta dei
vitigni che sono meglio in grado di identificarlo. Da qui inizia pertanto il graduale
e scrupoloso lavoro sul Grechetto, che è oggi il fiore all'occhiello della sua produzione.
I
Grechetti in degustazione sono risultati in effetti molto interessanti, in
particolare il Poggio Triale 2014 dal profumo fresco, con sentori di foglia di
pomodoro, agrumi, mandorla e albicocca e quello ottenuto dal clone 109,
affinato in anfora di terracotta, dalle note di frutta dolce e fiori bianchi.
Prima
di rientrare a Roma abbiamo avuto il tempo di pranzare nella bellissima Orvieto
presso il bistrot Il Malandrino dove ho potuto gustare una trippa davvero ottima e dei ravioli cacio e pepe con
scaglie di tartufo piacevolmente golosi.
Il tutto accompagnato da un vino stavolta
non locale ma molto buono lo stesso, il Verdicchio dei Castelli di Jesi
Classico Superiore 2014 Campo delle Oche. Cin cin!
Nessun commento:
Posta un commento