Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

2 dicembre 2023

Tartine di salmone alla Vazquez Montalban


 Ogni tanto noterete che nel mio blog figurano dei post letterario-gastronomici.

Mi piace molto questo connubio, soprattutto se in relazione a romanzi gialli collegati ad autori da me preferiti come Simenon (con Maigret in testa) e Vazquez Montalban.

Questi ultimi, ad esempio, non a caso “dipingono” alla perfezione i loro personaggi principali sia nelle gesta di abili commissari che indagano su scottanti casi polizieschi sia nelle vesti di inguaribili gourmet.

Ne vengono quindi fuori molti riferimenti a piatti tradizionali, bistrot, ristoranti e ricette che talvolta vengono anche sinteticamente riportate nel bel mezzo degli stessi gialli.

Ciò è accaduto anche leggendo il bellissimo romanzo “Tatuaggio” di Vazquez Montalban, l’opera in cui compare per la prima volta il mitico personaggio di Pepe Carvalho.

Ebbene, tra le tante citazioni gourmet (tra cui una che mi piace tantissimo: “Nessun essere umano indifferente al cibo è degno di fiducia”) ce n’è anche una riferita ad una breve e sfiziosa ricetta che vi riporto nella foto che segue: le tartine al salmone.


 Una ricetta molto semplice, come vedete, ma estremamente gustosa e golosa.

I capperi e i cetrioli stanno benissimo col pesce e col salmone in particolare(sono ingredienti anche della salsa tartara) e si forma, nel mescolarli al burro, direi quasi un burro “maitre d’hotel”. Ci avrei visto bene come “topping” (come dicono quelli bravi) e a guarnizione anche dell’erba cipollina tagliata a piccoli, minuscoli quadratini o dell’aneto.

Ma comunque…viva Vazquez Montalban!

17 novembre 2023

Un “viaggio” nel fantastico mondo della lingua francese

Il 1° novembre scorso ha aperto la Cité Internationale de la Langue Française all'interno del castello rinascimentale di Villers-Cotterêts, nell’Aisne, a 70 km da Parigi, costruito nel 1532 da Francesco I e completamente restaurato.

La Città della Lingua Francese ha l’obiettivo di condividere e far amare una lingua viva, praticata in tutto il mondo. Il percorso di visita di 1.200 metri quadrati comprende un ricco programma culturale che si declina in sale espositive permanenti e temporanee, quella degli spettacoli, cortili e giardini, oltre ad una caffetteria e una libreria in un incantevole luogo immerso nel verde, la foresta di Retz.


Tutti i contenuti del percorso sono disponibili in francese, inglese e tedesco ma un'applicazione di visita gratuita consente ai visitatori esteri di disporre sul proprio cellulare di tutte le notizie del tour tradotte nella loro lingua.

La Cité è stata fortemente voluta del Presidente della Repubblica Emmanuel Macron ed è di competenza del Centro dei Monumenti Nazionali, che gestisce un centinaio di monumenti in tutta la Francia.

Ma come mai la Cité è ambientata proprio qui? Innanzitutto perché è una terra di scrittori e poi perché Villers-Cotterêts e la sua regione hanno un legame di lunga data con la lingua francese: proprio al castello Francesco I nel 1539 firmò l'ordinanza che imponeva il francese negli atti amministrativi e giuridici per renderli comprensibili a coloro ai quali si applicavano.

Il percorso di visita 

Il percorso di visita permanente si trova al primo piano della residenza reale. È composto da quindici ambienti divisi in tre sezioni, e da una sala introduttiva sul castello e il suo territorio.

E’ il primo spazio permanente interamente dedicato alla lingua francese, si basa su una sessantina di dispositivi innovativi (come la sezione “trova il libro che fa per te” grazie all’intelligenza artificiale) e preziosi oggetti, documenti e opere prestati da una ventina di istituzioni partner.

Qui è possibile esplorare la lingua nel suo funzionamento, dalla costituzione del vocabolario all'evoluzione della pronuncia, ma anche nella varietà dei suoi usi e nella sua capacità di reinventarsi costantemente.

Nella “sala giochi”, ci si diverte con la lingua francese scoprendo suoni e parole da tutto il mondo, gareggiando su una gigantesca griglia di ricerca di parole ed esplorando la loro origine ed evoluzione, o ancora ascoltando la voce, reale o ricostruita, di personaggi storici come Giovanna d'Arco, Alexandre Dumas, Francesco I...

La visita si conclude nella cappella reale, fra le sue sontuose decorazioni scultoree influenzate dall'Italia e opere della biblioteca di Francesco I, prima di raggiungere la Cour du Jeu de Paume coperta da una grande vetrata riempita da un cielo definito “lessicale” (il soffitto di vetro è cosparso di parole incastonate nella vetrata).

In poche parole (è il caso di dirlo), il posto ideale per intraprendere un viaggio in quella “lingua mondiale” e multiculturale che è il francese.


Per ulteriori informazioni:


Crediti per le foto di questo post: Ph.Benjamin Gavaudo/CMN - Didier Plown/CMN - CC Retz-en-Valois

12 novembre 2023

Parigi '24, ecco a voi le prime olimpiadi sostenibili della storia


Nel 1924 la Francia organizzò le Olimpiadi a Parigi. Cento anni dopo, la storia si ripeterà con i Giochi di Parigi 2024.

Si è parlato di questo e di tutto ciò che ne consegue alla Conferenza Stampa di presentazione di Parigi 2024 presso l’Ambasciata di Francia a Roma.

Quello dei Giochi Olimpici sarà un evento planetario, che porterà nel mondo la Francia con il suo straordinario patrimonio di cultura, arte e storia, per la prima volta con grande attenzione alla sostenibilità. L’obiettivo è infatti di dimezzare le emissioni di anidride carbonica e di utilizzare per il 95% infrastrutture già esistenti, garantendo ovviamente la massima sicurezza.

Il nuovo Ambasciatore di Francia in Italia Martin Briens ha posto l’accento sullo spirito dei Giochi “che la Francia è particolarmente lieta di ospitare. Giochi che non si limiteranno al territorio parigino ma che coinvolgeranno tante città francesi. Le Olimpiadi costituiscono un invito al mondo intero a venire in Francia per celebrare la festa dello sport internazionale. Si stima che saranno presenti 15 milioni di turisti durante i giochi e molti di questi saranno italiani” ha concluso l’Ambasciatore.

Concetti ribaditi da Frédéric Meyer, direttore di Atout France Italia-Grecia-Svizzera che ha sottolineato l’opportunità per chi si reca in Francia per i Giochi “di scoprire il nostro patrimonio turistico, oltre che di assistere alle gare sportive. Molti degli eventi sportivi si svolgeranno in un contesto storico e patrimoniale unico”. Meyer, ha citato poi le offerte di soggiorno su misura con appositi itinerari ragionati, ha suggerito la consultazione di siti quali “prepare.paris2024.org” per tutte le informazioni pratiche e di consultare l’app “my Paris hôtel” e quella specifica per i visitatori disabili (“my partager thème handicap”).

A tale ultimo proposito Michael Aloisio, vice direttore generale e portavoce di Parigi 2024 ha voluto anche sottolineare che le persone con disabilità saranno accolte nelle migliori condizioni, grazie a 185 km di "strade olimpiche" riservate e a veicoli e mezzi di trasporto dedicati. 

Un po’ di cifre 

- I Giochi sono il più grande evento mondiale, con 206 paesi, 15mila atleti (10.500 olimpici e 4500 paraolimpici) 32 sport olimpici e 22 paralimpici, e alcuni sport nuovi come skate, scalata, surf e l’inedito breaking, in pratica una danza sportiva

- 3 miliardi di telespettatori attesi

- La cerimonia di apertura, che di solito si svolge in uno stadio, si svilupperà su 6 km lungo la Senna, fra il ponte di Bercy e il Trocadéro, e per la prima volta avrà zone ad accesso gratuito. Si terrà su 160 battelli con un miliardo di telespettatori attesi per la ‘Senna Olimpica’ il 26 luglio 2024. Sono stati necessari due anni e mezzo di lavoro per mettere in sicurezza i luoghi, che saranno blindati durante la cerimonia. A fronte dei 60-80 mila spettatori che abitualmente sono presenti uno stadio in cerimonie del genere, si avranno in questo caso più di 600 mila spettatori. 

Dove si svolgeranno i giochi 

Il patrimonio parigino e le strutture esistenti sono già sufficienti e propedeutiche ai giochi, il che ha consentito di evitare il più possibile la costruzione di nuovi impianti. Qualche esempio: 

- Lo “Stade Tour Eiffel” ai Campi di Marte

- Les Invalides, che ospiteranno le gare di tiro con l’arco e di paratiro con l’arco

- Il ben noto Stade de France

- I materiali prodotti per i siti temporanei verranno riutilizzati dopo i Giochi. 

L'eredità lasciata dai Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024 non si limiterà alle strutture sportive. Il Grand Paris Express, il Centro Acquatico Olimpico, il Villaggio degli atleti, il nuoto nella Senna, il quartiere di La Chapelle, Le Bourget e lo stadio Yves-du-Manoir (che ha ospitato i Giochi del 1924) saranno trasformati e lasciati alle generazioni future.

I giochi come si accennava, non si svolgeranno solo a Parigi: 

- Il Castello di Versailles ospiterà le gare di equitazione

- Il Vélodrome National di Saint-Quentin en Yvelines sarà utilizzato per le prove di ciclismo e paraciclismo su pista

- Lo stadio nautico di Vaires-sur-Marne sarà impiegato per il canottaggio olimpico e paraolimpico

- Lo stadio Pierre Mauroy di Lille ospiterà il basket e le finali di pallamano

- Il mare di Marsiglia accoglierà le gare di vela e in città il calcio

- Per la prima volta il Giochi arriveranno anche nei Territori d’Oltremare, in Polinesia, scenario ideale per il surf 

Giochi inclusivi e paritari 

Per la prima volta gli atleti olimpici e paralimpici formeranno un unicum e i 2 loghi saranno uniti nel marchio dei giochi, insieme alla presenza di un pari numero di atleti in gara. E pensare che i primi Giochi Olimpici moderni organizzati da De Coubertin erano vietati alle donne… 

Insomma che siate appassionati di sport, amanti della cultura, gourmand, o semplicemente alla ricerca di nuove esperienze, Parigi nel 2024 è ancora di più un luogo da non perdere! 

Per ulteriori informazioni:

www.paris2024.org

www.france.fr/it

5 novembre 2023

C’est la «Buatta»


L’estate scorsa a Palermo ho mangiato sempre bene in sfiziosi ristoranti e trattorie. E il posto dove mi sono trovato meglio gustando un’ottima cena è stato nella centralissima Via Vittorio Emanuele, precisamente presso la trattoria “Buatta”.

Questo locale mette subito in chiaro il suo genere di piatti offerti definendo, sin dal frontespizio del suo menù, la sua cucina “popolana”. Una definizione affascinante, che ha subito attirato la mia attenzione e che mi ha indotto a cenare lì.

Quando poi ho recentemente letto il comunicato stampa sulla Guida Ristoranti d’Italia del Gambero Rosso ho avuto la conferma della bontà del locale, notando con piacere che tra i Tre Gamberi, destinati a premiare le migliori trattorie nazionali, vi era come novità proprio l’ingresso di “Buatta, cucina popolana”.

Un riconoscimento davvero meritato a mio avviso, in un locale in cui si rispetta fedelmente la tradizione gastronomica cittadina, con la proposta di tanti piatti simbolo della cucina palermitana e con l’utilizzo di materie prime legate al territorio, molti presidi slow food, carne bio e pescato locale del giorno.

Il locale si ambienta in una fascinosa ex valigeria, con arredi e insegna in stile Belle Époque. Quando il tempo lo consente, poi, è possibile mangiare all’esterno, come ho fatto io, in un vivace corso che porta fino al mare.


In questa trattoria, che vanta anche una buona carta dei vini, si possono degustare piatti molto ben cucinati tra cui tra le entrée il formaggio Ragusano Dop all’Argentiera (alla piastra con aceto, origano, aglio, olio e pepe; solo la sua storia richiederebbe un post a parte!), lo sfincione o la classica caponata.

Tra i primi non mancano gli anelletti alla siciliana, dei gigli alla norma e dei favolosi bucatini con sarde e finocchietto, preparati davvero “comme il faut”.

Sul fronte dei secondi piatti, sarde a beccafico, pesci del giorno alla ghiotta, polletto bio di Linguaglossa al carbone e salsiccia al ceppo dominano il menù.

A chiudere, cannoli, cassata e parfait di mandorle di Noto.

Un locale che vi consiglio davvero, quindi, con prezzi ragionevoli e non eccessivi in rapporto alla qualità dei piatti.


Dopo cena fatevi una bella passeggiata nello splendido centro di Palermo e inoltratevi nelle affascinanti viuzze limitrofe al locale, dove potrete anche trovare affisse, in alto, strofe di belle canzoni di Jovanotti, Mina, Patty Pravo e Renato Zero…

6 ottobre 2023

Melanzane, passione mia

E’ da poco finita l’estate. Da calendario, perché il caldo c’è ancora e lo dimostra il fatto che ho fatto un bellissimo bagno ad Ischia (in occasione dello splendido evento Ischia Safari) una decina di giorni fa e non è escluso che ne possa fare ancora in questi primi giorni di ottobre.

Durante l’estate, che comunque rimpiango perché purtroppo da tempo non sono più in vacanza, un must in tavola per me sono le melanzane, che in questa stagione si esprimono al meglio e che amo mangiare in tanti modi e preparazioni diverse.

In questo post vi voglio quindi parlare di tanti piatti a base di melanzane, degustati durante le ultime vacanze estive o comunque nei periodi ad esse limitrofi.

Ovviamente quando si parla di melanzane il pensiero va subito alla mitica parmigiana, che quest’anno ho mangiato poco a casa e più spesso fuori, con ottimi risultati sensoriali e degustatori perché spesso assaggiata nella sua terra di origine, la Campania.

Ottime parmigiane quest’estate le ho assaggiate ad esempio ad Ischia nell’ottimo ristorante/pizzeria Chalet Primavera verso Ischia Ponte e a Roma al Forno della soffitta a Via Piave, dove questa magnifica preparazione viene cotta nel forno a legna in un tegame di terracotta. Fatela un po' raffreddare perché scotta tantissimo, ma che buona! Ottima anche la versione siciliana della parmigiana, con ripieno anche di uova sode e prosciutto cotto della mitica pasticceria/rosticceria Mizzica a Via Catanzaro a Roma.

In estate amo mangiare le melanzane anche preparate “a funghetto”, cioè a dire dei cubetti di melanzana fritti e insaporiti con pomodoro fresco e basilico. Ne ho assaggiato un piatto delizioso (col valore aggiunto di un meraviglioso basilico ischitano) in riva al mare a San Francesco ad Ischia presso il ristorante La Rondinella che prepara tanti altri golosi piatti, principalmente a base di pesce.



Adoro mangiare anche gli involtini di melanzane, farciti di prosciutto e formaggio, come ho fatto nello scorso mese di luglio da Calise, sempre ad Ischia o gustare questo buonissimo ortaggio sotto forma di mitiche polpette, che ho potuto degustare da Ciro Purpetta (appunto) in zona Porta Pia a Roma. Qui le polpette vengono preparate insieme ad un sughetto “a pezzi” di pomodoro fresco con il prodotto finale che presenta una croccantezza esterna e una morbidezza interna che davvero lo rendono irresistibile.

Amo poi le melanzane come ingrediente di ottime caponate estive, che si possono mangiare in tante buone trattorie di Palermo (come ho fatto io qualche mese fa), dove ho notato che in questo piatto l’utilizzo dell’aceto è solo accennato in certi casi (come piace a me), mentre in altri è addirittura nullo.

Sempre a Palermo ho molto apprezzato uno strepitoso timballo di anelletti, in un luogo normalissimo (un bar) e in una piazza normalissima. E questo timballo mi ha portato alla mente lo stesso timballo assaggiato chissà quando rivestito di fette di melanzane fritte. Un piatto lussuoso, elegante, d’altri tempi, che si presenta benissimo e che mi/ci riporta alle cucine dei monzù (o monsù), cioè a dire raffinati cuochi francesi che nel XVIII e XIX secolo deliziavano il palato di nobili famiglie del Sud (Sicilia e Campania in testa)con preparazioni originali e complesse, provenienti dalle migliori scuole d’oltralpe e internazionali.

7 agosto 2023

Non capita tutti giorni di fare colazione in un chiostro…

Non si può sapere tutto. E io sono arrivato a Palermo senza sapere. Senza sapere che in questa città molti buonissimi dolci erano preparati anticamente (ma in certi casi anche attualmente) in chiese e monasteri.

L’ho scoperto gradualmente, come del resto si scopre Palermo, scambiando due chiacchiere con gente del luogo e questa notizia mi ha aperto un mondo.

Casualmente il mio B&B nel capoluogo siculo si trovava proprio di fronte al Monastero di Santa Caterina d’Alessandria (tra l’altro una chiesa bellissima che consiglio assolutamente di visitare!) nel cuore del centro storico di Palermo, a due passi da piazza Pretoria.


E’ stato quindi relativamente facile scoprire che, oltre che per la bella chiesa, i motivi della fila che ogni giorno a partire dalle 10 si formava davanti all’ingresso del Monastero era dovuta anche ad altro. E cioè alla presenza in prossimità del relativo chiostro di una dolceria chiamata “I segreti del chiostro che sforna le più buone prelibatezze di Palermo (credo di poterlo dire con certezza).


Ma facciamo un passo indietro per esporvi i motivi per cui tutto ciò è stato possibile.

Anticamente a Palermo, come si legge sul sito I segreti del chiostro, ci si poteva recare nel parlatorio dei monasteri femminili di clausura per acquistare, attraverso una ruota di metallo, i dolci realizzati dalle monache. La loro vendita rappresentava una fonte di reddito importante per la sopravvivenza dei monasteri.

Ogni monastero femminile aveva una sua specialità in cui eccelleva. Le ricette erano segrete e venivano trasmesse solo oralmente, dalle anziane alle giovani suore, perché le monache erano molto “gelose” delle loro preparazioni. E tutte le famiglie aristocratiche della città si rifornivano dalle stesse suore per i loro dolci.

Negli anni ’80 soltanto due monasteri erano ancora in attività: il monastero di Santa Caterina d’Alessandria e il monastero di Sant’Andrea delle Vergini.

Ispirato da questa storia secolare, quindi, il progetto della dolceria “I segreti del chiostro”, certamente ambizioso, ha cercato di recuperare la tradizione della pasticceria conventuale siciliana.

Un'importante eredità che non si vuole quindi perdere, con l’obiettivo ulteriore di trasmetterla alle generazioni future.

La produzione artigianale e la vendita di dolci consentono anche di finanziare le attività di restauro, la mensa della solidarietà e di offrire ai giovani una opportunità di lavoro e di crescita individuale.

I dolci vengono realizzati seguendo scrupolosamente le antiche ricette tramandate dalle monache dei ventuno monasteri di clausura di Palermo. A tal proposito è disponibile in dolceria a Santa Caterina anche un interessante libro al riguardo, con tante ricette di questo tipo, che naturalmente ho acquistato (il libro si chiama “I segreti del chiostro – Storie e ricette dei monasteri di Palermo” – di Maria Oliveri, Il Genio Editore e costa 14 euro).

La mia esperienza presso questa eccezionale “pasticceria d’antan” è stata, ça va sans dire, deliziosa. 

Nelle vetrine del punto vendita si può “mangiare con gli occhi” (prima di tutto) ogni ben di Dio, con un trionfo di colori: biscotti di tutti i tipi, dolcini a base di mandorle, frutta martorana, cassate, altri piccoli dolci dalle forme più varie, minne di vergine e poi magnifiche torte, persino liquori (tra cui uno all’alloro) oltre a granite servite nei gusti più classici.




Last but not least, il loro grande cavallo di battaglia: i cannoli. Questi ultimi sono davvero strepitosi, i migliori di Palermo a mio avviso, ovviamente farciti al momento. 

Con una parte esterna croccante ed artigianale che fa la differenza ed una ricotta freschissima che li fa diventare davvero irresistibili. Si possono ricoprire classicamente con una valanga di granella di pistacchio o gocce di cioccolata o ciliegine o ancora frutta candita.

La cosa bella di questa dolceria è che dopo aver pagato e ritirato gli acquisti ci si può sedere a consumare la colazione mattutina o i dolci sulle panchine del bellissimo chiostro della cattedrale (preferibilmente scegliendo un posto ombreggiato, in questa stagione così calda).

E in un religioso (è il caso di dirlo) silenzio si possono gustare lentamente le bontà della dolceria: vedrete che ad ogni morso di qualsiasi cosa voi consumiate vi sembrerà di tornare indietro nel tempo e di riscoprire i sapori genuini di una volta.

Avete mai provato un’esperienza del genere? Vi consiglio caldamente di viverla al più presto!

29 luglio 2023

E Le Franc Buveur compie 16 anni


 Da poco il mio blog ha raggiunto l’importante traguardo dei 16 anni di vita.

Tanti auguri a me e al mio blog allora, che tante soddisfazioni mi sta donando in questi anni.

Siamo arrivati quindi quasi alla “maturità” dei 18 anni, durante i quali c’è stata senza dubbio una profonda evoluzione degli strumenti “social” a cui ho voluto associare questo blog.

Oggigiorno forse si scrive meno sui blog e ci si fa conoscere molto di più tramite i social network, ma io sono affezionato al mio diario enogastronomico e di viaggio e su quest’ultimo voglio pienamente puntare anche in futuro. Supportandolo certamente con una divulgazione tramite i “social” più attuale ed in linea coi tempi.

Ma ora è tempo di festeggiare e voglio farlo idealmente con dei magnifici dolci mangiati recentemente a Palermo (città di cui vi parlerò ampiamente a breve): cassate varie, gelo di mellone, cannoli e un gelato di qualità decisamente siciliano, mandarino tardivo di Ciaculli e cioccolata di Modica!


Quale miglior festeggiamento per questi fantastici, bellissimi 16 anni?

28 luglio 2023

L’Olivella: apericena nel cuore dei Castelli Romani

Al ristorante Giardino, la storia della natura e quella delluomo si intrecciano per un’experience allinsegna di cibo, vino ed arte.


Nel cuore dei Castelli Romani, più precisamente in via Colle Pisano, 5 a Frascati, sorge il Giardino l’Olivella. Un ristorante nato proprio all'interno dell’Azienda Agricola L'Olivella, dall’idea di unire l'esperienza del locale La Galleria di Sopra con quella di Magnolia Eventi. Il Giardino L'Olivella vuole essere un punto di riferimento per la ristorazione e l'eventistica della zona, con una filosofia che rispecchia le caratteristiche dell'azienda agricola che lo ospita. Quest’ultima, situata su uno splendido pendio con panorama su Roma, è stata una delle prime a puntare sulla coltivazione biologica sin dagli anni 80/90, producendo vini e oli di alta qualità.

La scorsa domenica 16 luglio il ristorante ha ospitato stampa ed influencer proprio nel suo Giardino. Una lunga tavolata dalla quale gli invitati hanno potuto godere di un ampio apericena e di una vista senza eguali sulla Città Eterna. Ogni portata è stata accompagnata da un buon calice di vino e da un racconto a due voci: chef e sommelier si sono alternati, spiegando ogni piatto ed ogni abbinamento e guidando gli ospiti in un percorso immersivo nel cuore del Giardino l’Olivella e dei suoi sapori. La serata ha avuto inizio con un drink di benvenuto ed è proseguita con una visita alle cantine storiche dell’Azienda Agricola l’Olivella, per poi passare all’apericena a cura del ristorante.

Il tutto è stato contornato da un progetto artistico di rilievo: la mostra collettiva “Tredici Vite - Larte contemporanea abita la terra”. L’esposizione, attraverso le opere di tredici artisti, propone unindagine sul tema della traccia, dellorma. Nellanalisi della traccia luomo si pone al centro, in particolare nel suo rapporto con la natura e con la vita. Il rapporto con la natura e con l’ “aperto” diventa un cardine di una narrazione che spazia da opere ambientali e inserite nel contesto del giardino, della terrazza panoramica e delluliveto ad opere inserite negli spazi della grotta, un percorso sotterraneo che attraversa la tenuta, e racconta la storia del luogo e delle sue pratiche.

E veniamo ai protagonisti di questo locale: Andrea Carfagna, fratello dello Chef e restaurant manager, è uno degli esperti di vini del ristorante e un attento selezionatore enologico. La parte degli abbinamenti con i vini dell'azienda agricola viene curata anche da Damian Notarnicola, uno dei proprietari dell'Olivella, nonché responsabile dell’enoteca.

“Il nostro ristorante ha sviluppato una linea gastronomica incentrata sulla valorizzazione dei prodotti dell’azienda agricola, compreso l'orto, a disposizione dei nostri chef, racconta Matteo Davide, Communication manager del Giardino L'Olivella.

La linea gastronomica del ristorante è curata dallo Chef di LaGalleria di Sopra Claudio Carfagna, cuoco visionario e estremamente innamorato del suo lavoro. Per il Giardino L'Olivella si è costruita una proposta legata strettamente alla stagionalità dei prodotti, con un menù che cambia ogni mese circa. Una cucina legata alla tradizione romana e alla valorizzazione dei suoi prodotti tipici, rivisitati in una chiave fresca e creativa.

13 luglio 2023

Bocce, un gioco tipico delle calde terre del Sud


Nelle mie lunghe vacanze trascorse da bambino ad Ischia ricordo sempre di essermi preso del tempo per osservare incuriosito gli anziani che giocavano a bocce.

Tipicamente ciò avveniva nel tardo pomeriggio, quando il sole era meno violento e cominciava a comparire qualche fascia di ombra sul terreno di gioco.

I giocatori erano esclusivamente isolani, con tanta esperienza accumulata in innumerevoli partite, e nei limiti del possibile davano anche abbastanza spettacolo. Mi divertiva vederli giocare.

Sulla scorta di tanto “know-how” accumulato, poi, provavo con gli amici a giocare a bocce in spiaggia, in modo molto più rudimentale, con risultati comunque inaspettatamente accettabili.

Ora recentemente e dopo tanto tempo ho nuovamente assistito ad una partita di bocce nella stessa Ischia, in una bella “location” sul lungomare e in un campo quasi professionale, in terra battuta.



Inevitabilmente quindi la mia mente è tornata nel mio passato di bambino ed è stato piacevole ricordare e rinfrescarmi la memoria sulle regole di un gioco semplice ma comunque tecnico.



Al di là di questo, mi piace anche pensare all’aspetto “filosofico” di questo gioco nelle sue diverse varianti, che si pratica sempre in caldi e luminosi luoghi del Mediterraneo, trabordanti di sole.

Penso ad esempio al gioco “parente” delle bocce e cioè la petanque, che si pratica in tutta la Provenza dove è nato o in Costa Azzurra, ma anche in Corsica, magari in prossimità dei porti, come può accadere a Bonifacio.



Posti dove le mitiche bocce di acciaio sono magistralmente lanciate da caratteristici personaggi con le facce bruciate dal sole, con camicie scollate comode e fresche e il mediterraneo nel DNA quasi come, mi piace pensare, i protagonisti dei romanzi di Jean Claude Izzo, che bazzicava la città di Marsiglia e i suoi dintorni.

8 giugno 2023

Explore France 2023, tradizione, territorio e sostenibilità


È stato recentemente presentata negli incantevoli saloni dell’Ambasciata di Francia l’edizione 2023 del magazine Explore France*.
Il numero di quest’anno dipinge una Francia rispettosa dell’ambiente e della sostenibilità, al giorno d’oggi elementi imprescindibili per il mondo del turismo e su cui le istituzioni d’oltralpe puntano particolarmente, in sintonia con le esigenze dei turisti, sempre più attenti a questi temi.
Quindi vacanze green e ad elevato contenuto ecologico, che ben si legano a concetti come tradizione, terroir, territorio, che vengono più volte richiamati sfogliando questa interessante rivista.
In questo senso la gastronomia e la ristorazione ricoprono un ruolo importante e nel magazine non a caso figura un interessante articolo sulla chef pluristellata Hélène Darroze, strettamente legata al territorio del Sud-Ovest della Francia, come anche vengono evidenziati i profili di tre chef che fanno della commistione culinaria Italia-Francia un emblema della loro cucina: il piemontese Ugo Alciati, il napoletano Domenico Candela e il francese Thibaut Spiwack che seguono percorsi professionali nel rispetto del territorio e dei suoi prodotti. Interessante anche l’intervista al noto personaggio televisivo in ambito food Csaba Dalla Zorza, che tra l’altro in occasione della presentazione della rivista ha catturato l’attenzione dei tanti presenti con un coinvolgente intervento sul suo rapporto con la Francia e la sua cucina che “le ha cambiato la vita”. Da leggere inoltre nel magazine la storia di Les Fa’bulleuses, sette donne del vino unite per creare uno champagne comune.
Nella rivista grande spazio quest’anno viene riservato agli eventi sportivi, in particolare alla Coppa del Mondo di Rugby che dall’8 settembre al 28 ottobre si disputa in dieci città francesi, occasione ideale per scoprire anche questi capoluoghi e il relativo territorio.
E naturalmente non possono mancare in Explore France tematiche e luoghi che offrono una panoramica dell’offerta per una vacanza in Francia, secondo lo spirito del “Sogna in grande, vivi slow”, la filosofia della campagna lanciata nel 2023. Nel magazine si parla allora di tante aree, dalla Corsica green alla Valle della Loira, che presenta un progetto nel segno del Rinascimento insieme alla regione Toscana, dalla Nouvelle-Aquitaine, che punta a diventare la regione più sostenibile di Francia, al Var, che quest’anno celebra l’anno della cultura, fino ad arrivare ai luoghi della creatività (Biot, Vallauris, Limoges) che trasformano materiali naturali in oggetti d’arte. E poi le città, tra cui mi incuriosisce quella di Le Havre, che può essere scoperta in modo inedito in un itinerario del gusto.
Senza dimenticare naturalmente Parigi, che si può visitare in modo inedito sulle tracce della serie “Emily in Paris”, ma può essere anche apprezzata recandosi in musei spettacolari, come l’Hotel de Marine, il Carnavalet completamente ridisegnato, il Louvre che ospita quest’anno i tesori del museo di Capodimonte, l’impressionista Maison Caillebotte (sconfinando di poco fuori porta) e il Museo Picasso, diretto da Cecile Debray.
A proposito di Picasso nel magazine si parla anche di Mougins dove l’artista morì 50 anni fa e che per l’occasione ha preparato un programma su misura, con visite guidate e mostre dedicate.
La Francia può essere scoperta anche in modo attivo lungo i tanti percorsi di cicloturismo. Viene dato ampio spazio in particolare agli spostamenti sostenibili, agli itinerari in bicicletta, agli hotel nella natura, alle startup dedicate, agli acquisti nei mercati, alle interessanti crociere fluviali e nei canali, che voglio presto sperimentare.
E per chi vuole assistere a gare professionistiche ciclistiche, nel mese di luglio prossimo non si può mancare a bordo strada per seguire il Tour de France!

*Il magazine Explore France ha una tiratura di 35.000 copie ed è distribuito come allegato al numero di giugno di Bell’Europa e con il Corriere della Sera agli abbonati del servizio Ore sette a Milano. La distribuzione è inoltre assicurata nelle principali boutiques Roche Bobois, nella libreria Hoepli di Milano, sui treni TGV Italia-Francia oltre che attraverso la rete istituzionale francese di Ambasciata, Consolati, Alliances e Instituts Français. La versione digitale del magazine è invece disponibile qui.
 
Per ulteriori informazioni:
Barbara Lovato Ufficio Stampa e P.R. Atout France
barbara.lovato@atout-france.fr
www.france.fr/it