Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

30 settembre 2009

Guerrino

Immagine tratta dal sito http://www.tvparma.it
Una sua trasmissione su una tv privata laziale (T9, credo) me l’ha fatto conoscere per caso qualche mese fa.
Certamente le riprese non erano delle più moderne, così come (forse) la cucina in cui cucinava.
Eppure, dopo averlo visto molte volte, mi sono affezionato a questo bravo cuoco che cucina ricette semplici ma buonissime, ben spiegate e piene di consigli, principalmente della tradizione veneta.
Prima che bravo cuoco, sembra davvero una bravissima persona, e da qualche piccola ricerca su internet ho potuto capire che è davvero amatissimo e considerato “un mito” da molti, come anche da me, devo dire.
Guerrino Maculan ha un ristorante che si chiama il Tinello e che si trova vicino Bassano del Grappa.
E’ anche divertente il modo con cui conclude le sue trasmissioni: “…e a Dio piacendo, arrivederci a domani”.
Voi lo conoscete? Se no, cercatevi su Youtube una delle sue innumerevoli ricette o vedetelo in Tv nelle numerose tv locali che trasmettono le sue ricette (Tv Parma, T9, ecc.).
Buona visione e fatemi sapere che ne pensate...

25 settembre 2009

Il vulcano e il mare

L’autunno è arrivato, ma io penso ancora all’estate…
E in estate, durante la mia vacanza tropeana, sono stato anche in gita a Stromboli.
Stromboli è bella anche (soprattutto?) quando ti avvicini pian piano a lei. Da lontano, dal traghetto, la vedi spuntare nella foschia, in mezzo al vento, con la sua estremità più alta che sbuffa fumo grigio.

Man mano che ti avvicini, la vedi sempre più nitida e ti accorgi dell’imponenza e della rudezza del vulcano, un gigante di colore nero-verde.
Il mare intorno all’isola è quasi nero, come la sabbia che caratterizza le sue spiagge. Fare un bagno in questo mare è quasi inquietante, sotto non riesci nemmeno a vedere il fondale, potrebbe esserci qualsiasi cosa, quasi come fare il bagno di notte…
Già, la notte…quando fa buio Stromboli è uno spettacolo: si assiste all’eruzione del vulcano che avviene ad intervalli regolari e che a volte fa scorrere rivoli di lava di color rosso-arancio lungo la montagna fin giù al mare.
Il paesino più popolato dell’isola non è molto grande, ma è carino. E’ pieno di villette e nella zona più centrale è abbellito da piccoli negozietti e boutique molto caratteristiche e tipiche, come di solito accade nelle belle isole.
Una sosta ad una rosticceria mi consente di capire che gli arancini siciliani ottimi che mangio a Roma sono di molto inferiori a quelli assaggiati nella terra di origine.
Ne mangio uno cosiddetto al burro (non è in realtà al burro, ma alla besciamella) che è davvero una delizia!
La gita termina con una visione ravvicinata di Strombolicchio, poco più di uno scoglio, poco lontano dall’isola, che presenta in cima un faro molto suggestivo.
Anche in questo caso la vista ravvicinata tradisce una rudezza non visibile da lontano, quando quel piccolo scoglietto è come un neo carino sul viso di una bella fanciulla…

19 settembre 2009

La città delle due capolista e il polpettone di fagiolini

Chi segue il calcio sa che, almeno fino ad oggi, in testa alla classifica del campionato di calcio vi sono anche due squadre di Genova, il Genoa e la Sampdoria.
Due squadre per le quali, pur non essendone tifoso (la mia squadra del cuore, per chi non lo sapesse, è il Napoli), nutro una grandissima simpatia.
bandiere del Genoa (a sinistra) e della Sampdoria (a destra)
Sia per i colori (una rossoblu, l’altra blu e bianco-rosso-nera) sia per i simboli (il grifone per il Genoa, un vecchio marinaio con la pipa per la Samp), sia per la bellissima città che rappresentano.
Genova è una delle mie città preferite: è una città di mare, ha delle zone come quella del porto antico davvero belle, i suoi vicoletti sono molto affascinanti…Inoltre i dintorni di Genova sono incantevoli e si mangia benissimo.
A tale ultimo proposito, qualche tempo fa ero a Genova e mi sono fermato a pranzo in una rosticceria. Ho assaggiato in quell’occasione un gustosissimo “polpettone di fagiolini” che, quando sono ritornato a Roma, ho provato a realizzare. Da allora questa ricetta è entrata nel repertorio dei miei piatti abituali.
Di solito non amo moltissimo i fagiolini, ma se sono cucinati in questo modo sono veramente fantastici. Si tratta in pratica di uno sformato di fagiolini, anche se viene chiamato “polpettone”.

Ecco la ricetta:
(per 6 persone)

Pulire e lessare un kg e 1/2 di fagiolini. Passarli successivamente in padella con della cipolla sminuzzata, dell’aglio tagliato molto piccolo e della maggiorana per 20 minuti.
Togliere dal fuoco e nel frattempo far spugnare in una quantità di latte sufficiente 80 grammi di pane raffermo.
Unire al composto di fagiolini 20 grammi di funghi secchi ammollati in acqua tiepida, il pane spugnato, 60 grammi di parmigiano e 4 uova. Impastare bene, regolare di sale e pepe e mettere il tutto in una tortiera imburrata e rivestita di pangrattato.
Spianare bene il composto e cospargerlo, anche nella parte superiore, di pangrattato. Distribuire in superficie dei fiocchetti di burro e finire con un filo d’olio; infornare a 180° per 20 minuti.
Questa ricetta può essere replicata con piccole varianti anche con altri ortaggi come la zucca, uno dei miei prodotti preferiti.

Per concludere, forza Genoa e forza Samp (oltre che Napoli ovviamente…), ma soprattutto viva il polpettone di fagiolini!

13 settembre 2009

Tropea, non solo cipolle rosse

Finalmente vi parlo un pò delle mie vacanze estive. Comincerei senz’altro con un post su Tropea, bellissimo paesino sul lato tirrenico della Calabria.
Ne avevo sentito parlare bene più volte e così con due miei amici abbiamo prenotato un confortevole Bed & Breakfast in pieno centro.
La cosa più bella di Tropea è senz’altro il mare.
Ha un colore più verde che azzurro, un turchese che è quello che preferisco di più, rispetto al celeste mare della Sardegna o a quello blu di molte località balneari del Mediterraneo.
Il mare verde e pulito era davvero invitante per immersioni e lunghi bagni con la maschera, dove si potevano vedere sotto di te e tra gli scogli pesci bandiera, “surici” (pesce locale tipo triglia che si mangia normalmente fritto) e altri tipici pesci del Mediterraneo.
A Tropea, che è situata in alto rispetto al mare, c’è poi un affollato e animato passeggio lungo il bel corso principale, con una miriade di bar/pasticcerie e ristoranti a fare da corollario.

un tramonto a Tropea
Ristoranti che devo dire, rispetto agli standard a cui sono abituato a Roma, sono senza dubbio più economici (e dire che molti affermano che Tropea è una delle più care località della Calabria!). Spesso una cena tutta a base di pesce mi è costata sui 20 euro, una cifra del tutto ragionevole…
Le cose buone da mangiare a Tropea sono tante ed è facile dimenticare qualcosa. E’ ovvio che il prodotto più utilizzato è la buonissima cipolla rossa, ma non manca mai il piccantissimo peperoncino, diffuso ovunque in Calabria e utilizzato in mille preparazioni, e la famosa ‘nduja.
Nei ristoranti ho avuto modo di gustare una pasta tipica locale, la fileja una specie di fusillo fatto a mano che si condisce proprio con sugo di cipolle o con la ‘nduja stessa (se è per questo con la ‘nduja ci fanno anche gli arancini…).
Ma nei ristoranti si mangiano anche altre cose buonissime che in parte ricordano anche la cucina della non lontana Sicilia: involtini di pesce spada (ne ho gustati di ottimi), pasta con spada, melanzane e menta, spada alla griglia ma anche (in ordine molto random) parmigiana di melanzane alla calabrese (è un po’ più pesante di quella napoletana, essendoci anche del formaggio locale),
polpette di alici, pesce spatola in mille modi (alla griglia, ad involtino, impanato e fritto)….
Uno dei momenti belli della vacanza è stato quando il proprietario nel nostro B&B ci ha offerto il giorno di ferragosto un aperitivo con prodotti tipici della loro terra, ad eccezione della sangrìa che comunque era composta da vino e frutta del luogo:
salame piccante calabrese
tutto molto, esageratamente buono, in particolare la frittata di cipolle e le polpettine fatte con una materia prima che avrete forse :) capito che impazza in Calabria: la melanzana.
Per digerire tutte queste bontà, il consiglio è chiudere con un buon amaro. In questo caso è d’obbligo il buonissimo Amaro del Capo che prende il nome da un altro posto splendido che merita di essere visitato: Capo Vaticano, distante pochi kilometri da Tropea.

7 settembre 2009

La ricetta degli spaghetti “a strati”

Ancora un post interlocutorio prima di parlarvi delle mie vacanze estive.
Il post di oggi riguarda una ricetta che si fa da sempre a casa mia, ma di cui non conosco il nome. Si tratta di un primo di origini siciliane (credo) che in pratica è una pasta al forno cotta con poca acqua, grazie anche a quella fornita dai pomodori presenti nella ricetta.
Più precisamente e andando con ordine, si pone in un tegame da forno dell’olio e sopra di esso, a coprire tutta la superficie, si adagiano dei San Marzano tagliati nel senso della lunghezza.
Nello strato successivo si pongono degli spaghetti crudi spezzettati e si mette sopra dell’olio, del sale, dell’origano, del basilico e dell’aglio a pezzetti.
Si continua poi di nuovo con uno strato di San Marzano e si procede alternando sempre gli stessi strati fino alla fine. Nell’ultimo strato si pongono di nuovo i pomodori a coprire il tutto.
Si versa successivamente su un lato del tegame un bicchiere d’acqua e si fa cuocere sul fuoco, coprendo il tegame, per dieci minuti. La cottura termina poi in forno dopo altri dieci minuti.
Il piatto che ne viene fuori è morbido, mediterraneo, ottimo. E’ molto buona anche la crosticina che si forma nella parte bassa dello “sformato” ed è sfiziosa la croccantezza di alcuni spaghetti in superficie.
Non conoscendo il nome di questa ricetta, qualcuno ha idea di come si chiami esattamente? Avevo poi letto, non so più dove, a proposito di una variante di questa ricetta. Se non ricordo male, si aggiungono anche le acciughe: qualcuno ne sa qualcosa?