Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

30 settembre 2020

Ammirando panorami e gustando prelibatezze dall’alto dell’isola d’Ischia


Per ammirare dei rari panorami mozzafiato bisogna conquistarseli e meritarseli, concordate? E questo discorso vale, l’ho sperimentato più volte di persona, anche e soprattutto ad Ischia, dove per apprezzare al meglio gli splendori naturali dell’isola bisogna inerpicarsi non poco, venendo poi ripagati da una grandissima bellezza.
Il mare più blu, le splendide baie, le ruvide e ripide scogliere dell’isola, infatti possono essere apprezzate in modo unico da punti di osservazione privilegiati che essa offre, caratterizzati tutti dall’essere collocati ben in alto sul livello del mare. Del resto la sua conformazione consente tutto ciò con un monte, l’Epomeo, che presenta un’altezza che sfiora gli 800 metri e che è situato proprio al centro dell’isola potendosi così ammirare, ad esempio, a 360 gradi tutto il suo periplo.
Anche quest’anno ho potuto vedere dall’alto panorami mozzafiato ed inediti per me, pur conoscendo bene Ischia.
Una prima lieta scoperta dal punto di vista panoramico ed anche enogastronomico l’ho fatta recandomi per la prima volta al Corbaro Park.


Si tratta di un agriturismo/ristorante ma anche di un allevamento di caprette posto molto in alto, a cui si giunge in circa un quarto d’ora di macchina dal centro di Forio.
Ma la strada per arrivarci è tutt’altro che agevole: stretta, a doppio senso di marcia, in salita con pendenze proibitive, a tratti sterrata…
Una volta arrivati, però, si è ripagati innanzitutto da un panorama bellissimo che guarda dall’alto il mare e tutto intorno le montagne (quelle di Frassitelli), boschi (di acacie, della Falanga) e impervi costoni di roccia...


La terrazza, inoltre, è deliziosa e fresca, coperta da un grande pergolato, con tanti prodotti della terra e dell’orto ben in evidenza, gattini di ogni colore e buon cibo che viene servito.



Questa azienda, presso la quale è possibile gustare un aperitivo o cenare, produce dei buonissimi formaggi di capra (le razze sono la rossa e la napoletana, salvate dall’estinzione) che sono acquistabili o possono essere consumati sul posto, accompagnati da deliziose marmellate.


La mia visita a Corbaro Park, tappa finale anche di interessanti itinerari di trekking, mi ha permesso tra l’altro di poter scoprire e apprezzare un caprino molto interessante, semistagionato, che poi ho utilizzato per diverse ricette (tra cui
questaquando sono rientrato in città.


Altro posto davvero da non perdere ad Ischia, che ho avuto modo di conoscere solo quest’anno, è la pizzeria
La Rosa dei Venti in località Fiaiano, distante circa un quarto d’ora questa volta da Ischia Porto.
Anche in questo caso si percorre una strada stretta, in salita, sia pur meno impervia di quella descritta in precedenza.
Si giunge ad un grande locale che presenta anch’esso nella sua parte esterna una vista molto molto bella sul Castello Aragonese, Vivara e i suoi dintorni.


Qui si può mangiare un po’ di tutto, dai piatti di terra della tradizione campana e non solo, a una “profonda” scelta di carni alla brace, ma soprattutto si può gustare una pizza veramente eccellente, a mio avviso.
Io sono andato sul classico che più classico non si può: una Margherita, che è sempre il “benchmark” per valutare la qualità della pizza di un locale. E che Margherita! Mai mangiata una così negli ultimi tempi: mi ha colpito il suo profumo che sa di ingredienti buoni, mediterranei, di vera pizza napoletana (e non è uno slogan trito e ritrito!), di impasto lievitato come si deve. Tra l’altro questa pizza è anche da asporto, con un costo esiguo: 3,5 € di pura bontà!


Di panorami belli ad Ischia visti dall’alto abbinati a buon cibo vi ho comunque già parlato in altri post qui sul mio blog. Ad esempio, per chi non lo conoscesse, dovete fare una capatina al
Bracconiere, o a Campagnano (ne ho parlato anche qui) dove potrete mangiare ottimi conigli all’ischitana.
Proprio a tal ultimo proposito, chi conosce bene questo piatto sa che un ingrediente fondamentale in questa ricetta è il timo selvatico (la pipernia).
Ebbene, proprio a Campagnano l’ho trovato in un vivaio ed ora è qui sul mio balcone. Quale onore…la pipernia di Ischia, qui, a casa mia… ;)

18 settembre 2020

Un piatto goloso di terra, in una terra circondata dal mare


Dopo il post della scorsa volta su Ischia e le sue migliori zingare, mi appresto a parlare ancora una volta di questa bell’isola verde e di qualche piacevole esperienza gastronomica in essa vissuta. E preparatevi, perché delle mie scorse vacanze ischitane ho molto ancora da raccontarvi…
Oggi vi parlerò di un piatto molto interessante che ha origine dal locale di un mitico panificio di Ischia Ponte, il panificio Boccia.
Quest’ultimo è un forno presso cui sin da ragazzino compravo il pane caldo di notte (un pane “cafone” davvero speciale) e che vende anche tanti altri prodotti di grande qualità (frutta e verdura anche locali, salumi, formaggi, latticini, ecc.).
Questo panificio, in ogni festa che si tiene nel borgo di Ischia Ponte (quest’anno purtroppo sospese a causa di questa maledetta pandemia), offre poi tra l’altro delle deliziose bruschette col caciocavallo impiccato.
La novità di quest’anno è che di fronte al panificio ha aperto un suo pub, dal nome molto divertente (Bisboccia) che evoca il mangiare e bere in allegria, ma si riferisce contemporaneamente al nome dello stesso panificio (Boccia), che “raddoppia” così il proprio locale (Bis-Boccia).
Nella carta di quest’ultimo figurano davvero tante cose sfiziose, dai prodotti dal forno (pane e pummarol’,  zingara con porchetta di coniglio all’ischitana) al cibo da aperitivo (polpette di melanzane su salsa di pomodori profumati) ai piatti cucinati (gnocchi di patate e cozze, peperoncini verdi, pomodorini e salsa al basilico).
Un piatto di terra interessante in carta è poi rappresentato dalle linguine con crema di zucchine, "fiorilli", provolone e tarallo sbriciolato.
Ed è proprio quest’ultimo piatto che mi ha intrigato tantissimo e che ho voluto replicare a casa, sia pur con qualche variante ancora più ischitana, come vedrete tra un attimo.
Al posto del provolone ho infatti utilizzato un formaggio caprino semistagionato prodotto ad Ischia in un’interessante realtà direi montana (Corbaro Park), di cui vi parlerò prossimamente. Ho utilizzato poi dei taralli “‘nzogn e pepe” comprati in un biscottificio artigianale in località Campagnano sempre ad Ischia, a connotare ancor di più, appunto, l’”ischitanità” del piatto.
Detto questo, ecco di seguito gli ingredienti della ricetta e l’esecuzione della stessa.
 
Ingredienti
(per 2 persone)
 
250 grammi di spaghetti (li ho usati al posto delle linguine)
3-4 zucchine
Una cipolla
Alcuni fiori di zucca
2 fette spesse di formaggio di capra semistagionato
2 taralli sugna e pepe sbriciolati
Olio extravergine
Basilico
 
In una padella far appassire in olio extravergine la cipolla tagliata finemente. Aggiungere le zucchine lavate e tagliate a dadini. Salare e pepare e profumare con del basilico sminuzzato grossolanamente. Aggiungere durante la cottura, se necessario, un po’ d’acqua. Una volta cotte le zucchine, frullarle in modo da ottenere una crema. Tenere da parte.
Far cuocere la pasta al dente e tuffarla con un po’ d’acqua di cottura nella padella con la crema di zucchine, a cui sarà stato aggiunto il formaggio tagliato a dadini.
Spadellare per bene a fiamma media. Spegnere il fuoco ed aggiungere i fiori di zucca tagliati a listarelle e mantecare ancora.
Impiattare, guarnendo con basilico, altri fili di fiori di zucca e, a mò di parmigiano, una generosa dose di tarallo sbriciolato che contiene poi al suo interno anche delle buonissime mandorle.
Un piatto davvero ben riuscito, ricco, opulento, dal sapore schietto e campagnolo, che vi invito ad assaggiare. Un piatto di terra in una terra circondata dal mare.
Niente di sorprendente. Del resto voi sapete che la cucina più tipica dell’isola è solo di terra, no?

9 settembre 2020

“Zingarate” a Ischia: la mia mini classifica


Nella mia recente vacanza ad Ischia mi sono divertito a scoprire, tra le altre cose, quella che poteva essere la migliore zingara dell’isola.
La zingara, per chi non lo sapesse, è un tipico street food ischitano composto da pane casareccio tostato, maionese, prosciutto crudo, mozzarella, lattuga e pomodoro da insalata.
La cosa divertente è che poco prima di approdare nell’isola, sull’interessante gruppo Facebook “La nostra Ischia avevo cominciato a farmi consigliare, a mo’ di sondaggio, dei locali in cui si mangia la migliore zingara di Ischia. Ebbene, una volta giunto in questa stupenda località di mare, sulla base della graduatoria venuta fuori da questa mini-inchiesta (i risultati li vedete nella foto che segue), ho voluto provare la zingara dei primi cinque locali più votati.


Va detto che i rispondenti, tra cui molta gente del luogo, hanno citato moltissime volte il locale “La Virgola” di Ischia Ponte, dove tra l’altro pare sia stato inventato questo buonissimo sandwich, se così possiamo chiamarlo, e quindi non potevo non assaggiare soprattutto questa zingara.
Ovviamente ho opportunamente distanziato, in termini di tempo, gli assaggi nei vari locali perché, come forse qualcuno di voi sa, le zingare di solito sono servite in proporzioni e dimensioni non esattamente “da signorine”.
Ecco allora, in ordine decrescente, i miei personalissimi giudizi, solo in parte coincidenti con la graduatoria di cui sopra dei votanti al “sondaggio”.

5) Bar delle rose: una zingara gradevole, croccante e golosa, caratterizzata da una buona qualità degli ingredienti tra cui un discreto prosciutto. E’ servita con maionese e ketchup a parte ed è offerta in un accogliente e ampio bar di Ischia Porto. Prezzo contenuto.

4) Play park pub: In un pub del porto frequentato soprattutto da giovani, insieme a tanti golosi panini, qui si serve una zingara fragrante, godibile, appetitosa e abbastanza leggera, preparata con del pane tagliato non troppo spesso. Buon rapporto qualità-prezzo.

3) Bar Totò: questo bar situato in una zona interna di Barano presenta innanzitutto una location incantevole e fresca nel suo lato all’aperto, ambientata in un piacevole giardinetto. La zingara del Bar Totò presenta un’ottima doratura del pane, abbondante lattuga, con tutti gli ingredienti ben bilanciati. Un morso piacevole, come la provola presente all’interno del panino. Prezzo contenuto in rapporto alla qualità del prodotto.


2) La virgola: In quello che è il locale storico con cui si identifica la zingara ad Ischia, questo street food qui è all’altezza delle aspettative, con una mozzarella ben filante, piacevole croccantezza, quantità di maionese non eccessiva e buona doratura del pane. Colpisce il perfetto equilibrio tra gli ingredienti, ad un prezzo del tutto onesto.

1) Ippocampo: Sulla spiaggia di San Pietro ad Ischia Porto questo stabilimento balneare offre una zingara abbondante, opulenta, golosa, traboccante di ingredienti, con la provola al posto della mozzarella. Unico neo: attesa un po’ troppo lunga per i miei gusti. Prezzo sopra la media degli altri locali, ma assolutamente coerente con la qualità del prodotto.


Dopo aver assaggiato tante zingare ad Ischia, quest’anno e negli anni passati, devo comunque dire che in generale nell’isola si mangia mediamente un prodotto di buon/ottimo livello qualitativo in moltissimi locali.


Ricordo sempre, ad esempio, la splendida zingara del pub Pirama, situato in una parte meno centrale del porto d’Ischia, che quando è gustata nel profondo della notte dopo belle serate estive ha un sapore ancora più speciale (altro che cornetti caldi, che sono comunque un must anche a Ischia!).
Comunque vi aggiornerò e aggiornerò questa classifica quando avrò modo di assaggiare altre zingare. Chissà, magari in occasione di qualche gita fuori stagione quando l’isola, vi assicuro, se possibile è ancora più bella…