Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

24 settembre 2019

46.697 spettatori "en San Mamés"


Il calcio a Bilbao è una religione. L’attaccamento della città alla propria squadra, l’Athletic Club, è notevole e si percepisce già molte ore prima dell'orario di inizio delle partite in casa.
Nelle vie del centro almeno la metà delle persone è vestita con le maglie biancorosse della squadra bilbaina e gioiosamente occupa con questa "divisa" i tanti e vivaci locali e bar della città, soprattutto all'ora dell'aperitivo quando pintxos e bevande alcoliche impazzano in deliziose piazze e piazzette.


E' probabilmente l'orgoglio basco e il forte attaccamento alla terra di Biscaglia che spinge una città intera a sostenere la squadra.


Quando sono stato a Bilbao ho assistito ad un bel match in casa dell'Athletic, in occasione del recente derby basco contro la Real Sociedad di San Sebastian, vinto dai padroni di casa per 2-0.

La prima pagina di "Marca" il giorno dopo la partita
Ed ho voluto respirare lentamente l'atmosfera pre-partita, recandomi dal centro a piedi fino allo stadio, una bella passeggiata di circa 2 km.


Dalla splendida area intorno al museo Guggheneim fiumi di gente con addosso magliette del Bilbao più o meno recenti si incamminavano pian piano verso lo stadio. Man mano che ci si avvicinava a quest’ultimo, le strade e i viali erano sempre più piene e dense di tifosi, anche in corrispondenza di taverne e locali dove bere una buona birra o mangiare qualcosa prima della partita (c'era tempo, visto che iniziava alle 22). Le stradine strette erano addirittura gremite, in una sorta di fiume fluttuante di folla biancorossa che ogni tanto inneggiava alla squadra o ai suoi principali beniamini.


E poi cominciava a spuntare appunto lui, imponente e illuminatissimo, il San Mamés. Uno stadio che ha una lunga storia, collocato in un luogo dove un tempo sorgeva la chiesa omonima (Mamés era un cristiano che i romani diedero in pasto ai leoni, che però non vollero mangiarlo; e non a caso i giocatori del Bilbao vengono chiamati i “leones”).


Lo stadio, che un tempo veniva chiamato la Catedral, è stato completamente rinnovato sei anni fa ed ora è veramente bellissimo. Un gioiellino moderno, illuminato di sera con colori cangianti e con un grande schermo incastonato nella sua parte esterna.
All’interno, invece, figura un bel bar-ristorante (frequentabile anche nei giorni infrasettimanali) che si affaccia, tramite un'ampia vetrata, sugli spalti e sul campo di gioco. 


Nello stadio sono presenti inoltre anche un museo che racconta la storia della squadra (sono possibili anche visite guidate) e un negozio con merchandising ufficiale dello stesso team. Una squadra che per inciso è di per sè molto particolare, con una filosofia tutta sua: i suoi giocatori devono essere baschi o originari della regione o perlomeno devono avere una formazione calcistica nelle giovanili di una squadra basca. Sarà anche per questo che i suoi tifosi sono così attaccati ai suoi colori?
Vedere una partita dell’Athletic al San Mamés per un qualsiasi tifoso di calcio è un’esperienza da non perdere.


Lo stadio al suo interno è stupendo, con gli spalti attaccati al campo, un pubblico festante, rumoroso e numeroso (46.697 erano gli spettatori “en San Mamés”, come recitava il tabellone luminoso quando ci sono andato) che tifa, canta e intona cori praticamente per tutta la partita.


Il clima è quindi molto “caldo” e per ogni squadra avversaria è difficile spuntarla in questo catino infernale.Ad inizio di questo campionato, ad esempio, anche il Barcellona è caduto al San Mamés e l’unica squadra italiana che vi ha vinto alcuni anni fa è stata il Torino (anche la grande Juventus, nell’anno in cui vinse la coppa Uefa nel 1977-78, perse al San Mamés per 2-1).
Un video emblematico ed approfondito del clima del San Mamés può essere quello che potete vedere a questo link che spiega meglio di tante parole quello che è l’approccio alla partita dei tifosi e la loro infinita passione per la loro squadra.
E’ bello anche essere accolti all’interno dello stadio da hostess e steward con indosso un tipico cappello basco e mangiare al bar interno dello stadio, dove può capitare di assaggiare tipicità locali. Ad esempio, si può consumare, tra gli altri, un panino farcito con l’ottimo formaggio locale Dop Idiazabal.


Dopo la partita la vicina metro, fermata San Mamés appunto, si riempie come un uovo degli stessi fiumi di tifosi di cui sopra.


Ma non c’è fretta di tornare presto a casa, anche se è già ampiamente passata la mezzanotte. Alla mia domanda al punto informazioni sull’ora di chiusura della metro il giorno della partita la risposta è stata molto semplice: “Non c’è problema, la metropolitana resterà aperta tutta la notte”.


La fiesta cominciava allora…

Ps al momento l'Athletic Bilbao è al primo posto nel campionato spagnolo insieme al Real Madrid!

12 settembre 2019

Il mio ritorno al Bracconiere


Sono tornato al mitico ristorante il Bracconiere di Ischia dopo ben 10 anni (un mio vecchio post del 2009 me lo ha ricordato) e devo dire che questo locale ha mantenuto intatta, e se possibile migliorato, la sua già ottima cucina.
Per chi non lo conoscesse, il Bracconiere si trova alle pendici del Monte Epomeo a 500 metri di altezza, in una delle zone più interne dell’isola. Per arrivarci bisogna inerpicarsi per strade con pendenze proibitive, che nell’ultimo tratto diventano anche sterrate e scoscese.
Una volta giunti a destinazione, però, si è ripagati da un panorama mozzafiato (sul mare blu e su una buona porzione dell'isola) e da una cucina di terra davvero imperdibile.


Eh già, perché al Bracconiere dovete dimenticare l'elegante e spesso modaiola cucina di pesce dei ristoranti isolani sul mare e immergervi al contrario in un’autentica cucina di terra, di campagna, con l'esaltazione dei sapori dell'orto e la valorizzazione di alcuni prodotti zootecnici, cosa che in effetti coincide proprio con le più vere e radicate tradizioni culinarie ischitane.
Qui la fa da padrone il coniglio, servito in ampi tegami in terracotta e il cui sugo va a condire bucatini e pappardelle. Queste ultime accolgono comunque anche il ragù di cinghiale, altra specialità del locale.
Sono ottimi anche gli antipasti, con tante buone verdure dell’orto e di stagione combinate in modo sapiente. Splendida è stata ad esempio nella mia ultima visita una panzanella arricchita, oltre che con i classici pomodori, anche con pane croccante, fagiolini, cipolla rossa e patate. 


Le patate sono protagoniste anche nella mitica pasta e patate, servita nel "cuzzetiello" (nel pane scavato, senza mollica) e atipicamente presente tra gli antipasti.
Tra i primi questa volta ho ceduto al fascino della genovese, con il valore aggiunto di un tarallo al finocchietto sbriciolato sopra. Un piatto davvero interessante, perché alla dolcezza della cipolla cotta lungamente insieme alla carne si abbina di tanto in tanto il croccante del tarallo e il profumo del finocchietto, assolutamente non invasivo e discreto.


Altra specialità del locale è la carne alla brace, a volte offerta in incantevoli grigliate miste. In questa occasione ho invece optato per un pollo (sempre alla brace) divino, che sulla pelle esterna presentava delle leggere e piacevolissime bruciacchiature. Quello che mi ha colpito di questo piatto è che anche la parte più asciutta, quella del petto, riesce ad essere gustosissima, morbida e umida.


Buoni anche i contorni, tra cui quello con bieta e uvetta e una verza molto saporita, oltre ai classici broccoli con salsiccia (buonissima!).


Va anche sottolineato che in questo locale il personale è molto gentile e competente (cosa non sempre diffusa nella media dei ristoranti italiani) e piacevoli sono anche i non moltissimi tavoli esterni.
In ogni caso il locale è molto bello anche al suo interno. In questo caldo ambiente ci sosterei volentieri ad esempio quando fa freddo, quando si è quasi "autorizzati" a fare una ricca e opulenta mangiata e bevuta, a base rigorosamente di vini ischitani rossi.
Vale la pena di venire al Bracconiere anche per fare nelle vicinanze delle interessanti escursioni. Uno-due km dopo il ristorante, infatti, sempre percorrendo una strada molto pendente e sterrata, è possibile inoltrarsi e passeggiare in piacevoli sentieri ombreggiati nei boschi di Frassitelli e Falanga, antiche vie dei pastori, dove tra acacie e castagneti è possibile fare anche gradevoli pic-nic. Sempre con "a portata di mano" un panorama indimenticabile sul mare e su tutta l’isola.