Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

30 dicembre 2009

Due ricette ed Auguri 2010


Nei giorni di Natale appena passati ho avuto modo di assaggiare, come è inevitabile che sia, molti piatti della tradizione. Quest’anno, inoltre, ho voluto sperimentare due piatti sempre tradizionali ma per me nuovi, che sono quelli che mi appresto a descrivere.
Il primo è quello degustato la sera della Vigilia. Si tratta di un piatto siciliano, le polpettine di tonno al pomodoro. Ecco come si fanno:

Ingredienti per 12-14 polpettine di media grandezza:
3 scatolette di tonno, uvetta, pinoli q.b., prezzemolo tritato, un uovo, 50 gr. pecorino grattugiato, pangrattato q.b.

Unire tutti gli ingredienti e amalgamare bene. Formare delle polpettine, infarinarle e friggerle in abbondante olio di oliva. Far insaporire poi per dieci minuti le polpettine in una salsa di pomodoro precedentemente preparata.
 

Ottime come aperitivo ma anche come secondo piatto, hanno un gusto che rappresenta un giusto equilibrio tra i sapori dolci (uvetta e pinoli) e salati (pecorino) che si trovano tra gli ingredienti. Tra l’altro il ragù che ne viene fuori (se le polpette vengono cotte in po’ di più) può essere un ottimo condimento per la pasta :-)

Tra i piatti mangiati a S. Stefano, devo invece menzionare la frittata al pomodoro cotta al forno. E’ una ricetta della cucina napoletana che non avevo mai assaggiato finora, trovata in un libro di Jeanne Caròla Francesconi ("La cucina napoletana", appunto) e proveniente a sua volta da un testo del Cavalcanti.
 
Si prepara così (ingredienti per 3-4 persone):

In una padella soffriggere in olio extravergine uno spicchio d’aglio che quando diventerà biondo sarà eliminato. Cuocervi tre-quattro pomodori pelati. Successivamente sgocciolarli dall’olio e farli raffreddare.
In una ciotola, in seguito, sbattere 4 uova, aggiungere 50 grammi di pane raffermo ammollato nel latte, 50 grammi di salame a dadini, 50 grammi di provola (io ho dovuto usare della scamorza affumicata per carenza di tale materia prima nella capitale…), i pomodori pelati di cui sopra, prezzemolo e basilico. Mescolare bene il composto, salare e pepare.
 

Mettere il tutto in una tortiera precedentemente imburrata, infarinata e cosparsa di pangrattato. Cuocere in forno per circa mezzora a 200 gradi, con una carta d’alluminio a fare da coperchio.
E’ un piatto rustico, abbastanza pesante per la presenza del pane, ma molto gustoso e saporito…
Con questo post colgo l’occasione per augurare a tutti i miei lettori un fantastico 2010. Che l’Anno Nuovo vi possa portare le migliori soddisfazioni in tutti i campi. Auguri!

25 dicembre 2009

Un ottimo Natale a tutti!

(foto al presepe marinaro, con sabbia e conchiglie, del mitico locale "Manuelina" di cui ho parlato qui)

Oggi è Natale. Auguri di una "golosa" giornata e buone feste a tutti!
Enrico

22 dicembre 2009

Le salsicce amate da Goethe

Ora che siamo a Natale e che fa parecchio freddo “è consentito” degustare queste ottime salsiccette di cui vi parlo oggi.
Le ho mangiate di nuovo recentemente, dopo averle assaggiate varie volte nella città di Norimberga, nella Germania sud-orientale.
 
Lorenz Kirche a Norimberga, sotto la neve
Come ho potuto reperire queste salsicce in Italia? Beh, abbastanza inaspettatamente e non volutamente, recandomi al sempre soprendente supermercato Lidl.
Le ho ovviamente comprate di corsa, anche per sperimentarle in un paio di ricette che tra poco vi descriverò brevemente.
L’esatto nome di queste salsicce è “Nürnberger Bratwürste o Nürnberger Rostbratwürste”; possono essere vendute crude, già scottate in acqua bollente o anche già arrostite. All’interno del budello, la carne di maiale è condita per lo più con spezie varie, ma soprattutto con maggiorana.
Va detto inoltre che a Norimberga la produzione di queste salsicce gode di una lunga tradizione, la cui origine risale al 1400. Si dice che anche Goethe le trovasse gustose e se le faceva spedire….
Quando si è a Norimberga, vale la pena di mangiarle nell'antica rosticceria "Bratwurst-Glöcklein" locale che che era frequentato nell’800 da nobili e persone facoltose.
Quanto ai suoi utilizzi in cucina, io ho preparato queste salsicce in due modi:
- “alla norimberghese” (prima foto in alto): cotte al forno con contorno di patate stufate nella cipolla e servite in modo da formare una bella cremina (sono eccezionali! vorrei scoprire più precisamente come vengono preparate…). Il piatto deve essere ovviamente accompagnato da un bel boccalone di birra bionda.
- “alla lefrancbuveurese” (in pratica mi sono inventato questa ricetta): ho messo in un tegame da forno poco olio extravergine e della cipolla bianca. Ho fatto soffriggere sul fuoco per poco tempo. Ho aggiunto poi le salsicce, del vino bianco e poca marmellata di cipolle rosse di Tropea (comprata la scorsa estate proprio a Tropea). Ho infine messo il tutto in forno fino a cottura delle salsicce, con l’aggiunta di poca acqua. 
 

 Ciò che viene fuori è una salsina densa e saporita, che accompagna molto bene le salsicce. Un piatto molto buono di sapore leggermente dolce, ma che contrasta ottimamente col sapore deciso e speziato delle salsicce.
Provatele se vi capita, esperimento riuscito!

18 dicembre 2009

La spaghettata Voiello di Roma

Ieri sera sono stato ad una serata davvero ben organizzata e carina. La Voiello ha invitato un gruppo di blogger romani ad una spaghettata di Natale, organizzando un incontro dedicato “alla convivialità e al piacere di stare insieme”.
La serata è cominciata, in un locale davvero ben arredato e gradevole, con la presentazione di Anna Prandoni de La Cucina italiana che ci ha illustrato le modalità di addobbo della tavola di Natale. Una ragazza molto preparata, che ci ha mostrato con tutta la sua creatività come arredare al meglio la tavola delle feste; è seguito un "laboratorio creativo" per creare il proprio segnaposto ed un centrotavola. Tralasciando quello che “ho combinato io”, i vincitori sono stati un gruppo di simpatici amici blogger Jajo, Paola, Antonella e Giulia che hanno preparato la bella composizione che vedete nella foto.

La serata è stata piacevole anche perché c’è stato modo di conoscere nuovi blogger e di rivederne volentieri altri che conoscevo già.
Tra gli invitati che non conoscevo, ho avuto il grande piacere di conoscere i tre rappresentanti del blog "La cucina di Calycanthus" e la coppia del blog "Ma che ti sei mangiato".
Quanto ai piatti degustati, cucinati molto bene dallo chef Antonio della Taberna Recina, ecco l’elenco in ordine di portata:

- mezzemaniche all’amatriciana
- spaghetti cacio e pepe
- spaghetti alla puttanesca
- rigatoni alla carbonara

Ho molto gradito in particolare i rigatoni alla carbonara, particolarmente cremosi,

e le mezzemaniche all’amatriciana.

Un buon dolce ricotta e cioccolata e un caffè a chiudere egregiamente la serata.
Complimenti agli organizzatori per la riuscitissima serata!

Ps: a tutti i i blogger romani: dopo Natale vale la pena di tornare nel locale dove siamo stati ieri. Organizziamoci!

12 dicembre 2009

Tajine d’agneau

Con questo post inauguro una nuova “etichetta” del mio blog che si intitola “piatti mangiati al ristorante”. Niente di innovativo, semplicemente una comunicazione di servizio.
Apro allora questa “rubrica” con un piatto che ho assaggiato in Francia la scorsa estate in occasione del passaggio del Tour de France nell’Alta Savoia.
Mi trovavo a Chambéry, cittadina di montagna non lontana dal Piemonte, ed un giorno a pranzo mi sono fermato in un caffè molto carino situato nella centrale Place Saint Leger.
Un caffè all’aperto, data la bella stagione, con tavoli in legno e frequentazione giovane e informale.
In questo locale ho degustato il piatto che vedete nella foto e cioè un tajine d’agneau (agnello) alle carote e cumino. Il tajine, per chi non lo sapesse, è un recipiente di terracotta, con una parte conica superiore che viene appoggiata sul recipiente stesso durante la cottura. La forma del coperchio, come ben spiega wikipedia, "è pensata per facilitare il ritorno della condensa verso il basso". Il recipiente di terracotta (tolta la parte conica) viene invece usato come piatto da servire a tavola.
E proprio in quest’ultimo piatto ho mangiato il delizioso stufato di agnello con carote e cumino cui accennavo prima. Una preparazione quindi molto profumata, con le carote che, in parte disfatte, hanno creato un gustoso ragù, mescolandosi con il sapore forte e deciso dell’agnello.
La carne era morbida e molto saporita, mentre le verdure e le erbe addolcivano e rendevano al tempo stesso più speziato il piatto.
Ottima ricetta, che si può provare a realizzare anche a casa.
Il tutto in un piacevole contesto, circondato da francesine piene di charme

Le Café de la Place
4, Place Saint Léger
73000 Chambéry
Tel: +33 04 79 28 16 21

7 dicembre 2009

Dalla pizza alla pasta

Questo piatto è nato da una mia idea. In molti posti dove vado in pausa pranzo (ma anche altrove) trovo spesso una pizza alta, credo pugliese, con olive verdi, capperi, a volte cipolle, origano e pomodori ciliegini. E’ una pizza soffice, alta, mediamente buona e che apprezzo molto.
Ho pensato allora che quegli stessi ingredienti potevano stare ancora meglio ed amalgamarsi alla perfezione sulla pasta. E così ho realizzato questo primo (con le solite mie varianti e personalizzazioni).
Ecco allora come ho pensato di preparare questo buonissimo piatto (dosi per quattro persone): in una padella far appassire in olio extravergine una cipolla grande (tagliata finemente) finché non diventa dorata. Aggiungere una quantità abbondante di olive verdi denocciolate e una manciata di capperi dissalati (io ho aggiunto anche una piccola quantità di un ottimo paté di capperi, allora in questo caso sono necessari meno capperi). Far amalgamare bene. Aggiungere una ventina di pomodori pachino tagliati a metà. Far cuocere per una decina di minuti e se il composto tende ad essere asciutto, aggiungere una o due tazzine di acqua bollente. Aggiungere anche una sola acciuga che si farà fondere e non aggiustare di sale.

A cottura ultimata, aggiungere altre 3-4 acciughe tagliate a metà. Cuocere la pasta al dente (io ho scelto dei rigatoncini, avete forse capito qual è la mia pasta preferita?) con poco sale. Finire la cottura nella padella e mantecare. Impiattare, cospargendo ogni piatto di un buon origano secco (calabrese, nel mio caso).
Davvero una ottima scoperta ed un piatto che vi consiglio di provare!

Ps: al posto delle acciughe si può usare la “mitica” colatura di alici.