Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

30 giugno 2018

Onze!


Onze, undici. Undici come i giocatori in campo di una squadra di calcio, undici come il numero di maglia delle ali sinistre degli anni ’70-80, undici come gli anni del mio blog, compiuti alcuni giorni fa.
Che aspettate a farmi gli auguri? :))

21 giugno 2018

A Paestum e dintorni people always have fun


Come promesso, vi parlerò in questo post del mio (personalissimo) dopo Strade della Mozzarella 2018.
Innanzitutto una cosa da precisare è che per la prima volta quest’anno sono arrivato a Paestum in macchina. Se da un lato ciò è stato un po’ faticoso per via della distanza non esattamente breve tra Roma e questa zona, dall’altro mi sono potuto muovere più facilmente e senza vincoli nei momenti extra-Congresso, potendo raggiungere senz'altro in modo più agevole i posti di cui di seguito vi parlerò.
Ma inizierei questo racconto di viaggio spendendo due parole sul luogo in cui ho alloggiato durante la mia permanenza a Paestum.
Si tratta del bellissimo Hotel Royal, struttura a 4 stelle, di design, molto confortevole e piacevole, che non costa nemmeno molto durante quel periodo (fine maggio).


Belle, moderne, comode e pulite le camere, a cui si abbina un attraente parco con piscina; inoltre all’interno dell'albergo si può cenare in un ristorante non "normale", ma stellato. Cosa volere di più? D'altronde l'albergo si autodefinisce SPA del cibo...
Il ristorante stellato, di cui nei pressi della reception si può osservare la cucina a vista, è l’Osteria Arbustico che offre ai suoi clienti le preparazioni del bravo chef Cristian Torsiello. 


Non mancherò di assaggiare i suoi piatti in un’altra occasione, vista questa volta la concomitanza con la cena finale del Congresso. Nella camera di albergo era comunque presente la carta del ristorante (per i clienti dell’hotel vi è anche uno sconto del 10%) che presentava golosissimi piatti da provare assolutamente come la quaglia alla brace, cipolla caramellata e zabaione all’aceto, i raviolini di carciofi e brodo di calamari arrosto e gli scampi topinambur, vermouth e spinaci.
Questo albergo offre anche una buona prima colazione, che include prodotti lattiero-caseari della zona come (ovviamente) la mozzarella di bufala, alcuni formaggi locali e lo splendido yogurt di Vannulo.


Proprio da Vannulo mi sono recato dopo essermi congedato dal Royal. Dovete sapere, per chi non la conoscesse, che l’azienda biologica Vannulo è una tenuta bellissima immersa nel verde, dove vengono allevate le bufale e dove si producono magnifici prodotti provenienti dal loro latte. Anche le pelli degli stessi animali vengono lavorate in laboratori presenti nella stessa azienda, con relativa vendita di prodotti di pelletteria.


Da Vannulo si va per una piacevole visita agli animali e ai loro "alloggi", per ammirare il variegato orto e soprattutto per degustare e acquistare i fantastici prodotti biologici aziendali.


Fare colazione da Vannulo è un'esperienza da vivere, con gelati, yogurt cremosi e altri splendidi prodotti da prima colazione (sono ottimi anche i budini, non perdeteli!). E se avete già fatto colazione in albergo, sarete costretti a ripeterla, non si può proprio resistere e rinunciare…
Poi viene il momento dell’acquisto dei prodotti in caseificio. Idealmente occorrerebbe prenotare il giorno prima gli acquisti di mozzarelle, ovoline, trecce, perline, ma sono stato fortunato e, pur non facendomeli tenere da parte, ho trovato i prodotti che cercavo, tra cui una fantastica ricotta di bufala.
Da Vannulo volendo si può anche mangiare nel ristorante dell'azienda, che offre una cucina interessante e che ovviamente attinge all’orto e ai prodotti del caseificio.


La mia tappa successiva a Vannulo è stata una visita ad una località di mare del bellissimo Cilento, distante da Paestum (o meglio da Capaccio) circa una mezz'ora: Santa Maria di Castellabate.
Quest’ultimo è un posto in qualche modo doppio: c’è una parte mare, Santa Maria di Castellabate, e una parte alta (molto alta), Castellabate, entrambe da visitare assolutamente.
Santa Maria di Castellabate è una località molto carina con un bel corso, ma soprattutto con una spiaggia centrale molto "charmante". Le casette colorate in riva al mare, l’atmosfera da villaggio di pescatori, i ristorantini praticamente in acqua e la Vergine del mare a custodire e proteggere abitanti e turisti, la rendono molto attraente. 


In più una giornata con del sole non del tutto splendente e con poca gente come è capitata a me conferiva a questo luogo un non so che di magico e di placida calma.


Nei ristoranti/bistrot ci si può fermare anche solo per un cartoccio di alici o calamari fritti, assaporando lentamente il paesaggio semplice ma intrinsecamente marinaro, quindi ricco di significati per i veri amanti del mare.
Da Santa Maria di Castellabate la salita verso Castellabate richiede circa un quarto d’ora di macchina, su tornanti a tratti estremamente ripidi e pendenti. Man mano che si sale su, si comincia a percepire che in cima il panorama sarà davvero mozzafiato. E arrivando al centro storico di questo antico borgo non si può non avere la conferma di ciò.


La vista è emozionante, con ampie baie e rocce a picco sul mare. Si rivede molto dall’alto anche quello che si è visto poco prima a livello del mare a distanza di pochi metri.


Una vista quindi consigliatissima e da non perdere, a cui occorre aggiungere anche la visita del delizioso borgo, reso famoso anche dal film "Benvenuti al Sud".


Un borgo pulito, ordinato, con vicoli e vicoletti punteggiati da botteghe e localini che poi sfociano in una piazza principale molto ordinata, che definirei quasi un salottino. 


Qui vengono ricordate scene del film in prossimità dei locali e delle enoteche che dominano la piazzetta, in cui non mancano frequentatori stranieri. Un panorama bello (di terra e non di mare stavolta) si può ammirare anche da qui.
E' giunta poi purtroppo l'ora di rientrare a Roma, ma un caffè a Caserta per spezzare il viaggio ci stava tutto. Ho scelto l'emergente bar-pasticceria Hackert, premiato dall'ultima Guida dei Bar d'Italia del Gambero Rosso come migliore locale dell'anno. In effetti i dolcini offerti, uno alla mela annurca e l'altro denominato polacca (tipico della vicina Aversa, con crema e amarena), non erano per niente male e hanno reso meno pesante il restante tratto di strada che mi ha riportato a casa...

Ps A Caserta per chi ha più tempo vale la pena di fermarsi (a breve distanza dall'autostrada) per ottime esperienze culinarie in un ristorante e in una pizzeria che si trovano uno accanto all'altra: "Le Colonne" di Rosanna Marziale e "I Masanielli" di Francesco Martucci.

10 giugno 2018

(L’ennesimo) Elogio delle Strade della Mozzarella


Anche quest'anno non potevo mancare alle Strade della Mozzarella. Un'edizione sempre bellissima, giunta oramai a quota 11, a cui cerco sempre di essere presente per svariati motivi.
Innanzitutto per l'accoglienza, sempre calorosa e tipica della gente del Sud, supportata da una perfetta organizzazione.
Tra le altre motivazioni citerei poi gli splendidi contesti in cui il Congresso e il dopo Congresso è ambientato, molto eleganti, mediterranei, solari, confortevoli.
Ovviamente anche il buon cibo ha un posto di rilevo nella scelta di tornare spesso a Paestum. Si ha l'opportunità di avere sempre il polso delle più recenti tendenze dell'alta cucina, della direzione in cui sta andando, di capire la filosofia di chef importanti sia a livello nazionale che internazionale.


Le loro interpretazioni dei piatti con l'utilizzo della mozzarella di bufala spesso forniscono anche spunti interessanti per sperimentazioni personali in cucina, che un bravo foodblogger non può non avere la curiosità di effettuare. E poi si ha l’opportunità di assaggiare la cucina di chef meno noti (a me), soprattutto stranieri, con una voglia matta di recarsi quanto prima presso i loro ristoranti per maggiori “approfondimenti” culinari.
Sempre in ambito culinario, sono sempre memorabili le cene finali di questo evento, con golosità e piatti tematici spesso espresse dal meglio della ristorazione del Sud (quest'anno il tema era quello delle paste miste, ma negli anni passati erano quelle al forno ad essere protagoniste o i mezzanelli o tanti altri prodotti/piatti).
Un altro motivo per andare a Paestum è anche il "dopo" Strade della Mozzarella che di solito personalizzo molto, ma che quasi sempre ha come comun denominatore delle splendide visite ai tanti buoni caseifici della zona.
Anche quest'anno sono stato a Paestum soltanto in uno dei due giorni previsti ed ho come al solito apprezzato la cucina di tanti bravi chef. Ho ad esempio molto gradito le creazioni a base di mozzarella dello chef russo Andrei Shmakov del Metropol di Mosca, della chef slovena più volte presente a Paestum Ana Roš e di Tim Butler che definirei “un americano a Bangkok”.



Sempre sorprendenti e “emozionanti” sono state poi le preparazioni di Pino Cuttaia della Madia di Licata. Nelle sue interpretazioni può ricadere qualche ricordo d'infanzia, che si riflette in piatti semplici ma straordinari. Come la fettina battuta di tonno alalunga che ricorda appunto l’immancabile fettina che le nostre mamme ci facevano mangiare quando eravamo piccoli.



Ecco cosa ha scritto a tal proposito lo chef (testo nella foto che segue):


Un altro grande momento di questo evento sono i cosiddetti Atelier tematici, che si tengono nella bella terrazza dell'hotel Savoy.



Quello sulla Cucina delle Acidità ha visto come protagonisti Sakai Fumiko de Il Bikini di Vico Equense e Salvatore La Ragione del Mammà Restaurant di Capri, con piatti davvero memorabili, cromaticamente bellissimi e davvero magistralmente bilanciati nei sapori.




Gli atelier hanno coinvolto anche il tema dei fritti, con le creazioni da applausi di Pasquale e Gaetano Torrente del Ristorante Al Convento di Cetara. Tra queste, delle splendide frittatine di spaghetti alla Nerano con crema di bufala.


Altri protagonisti della giornata sono stati tra gli altri Alfonso Caputo della Taverna del Capitano di Nerano e Marco Stabile dell'Ora D’Aria di Firenze.


Il Congresso si è poi chiuso alla grande con tre super chef che stimo molto: Peppe Guida (Antica Osteria Nonna Rosa, Vico Equense), Faby Scarica (Villa Chiara - orto&cucina, sempre a Vico Equense) e Alba Esteve Ruiz (Marzapane, Roma).
Ottima, comme d'habitude, la cena del giorno conclusivo con, come accennato, tanti golosissimi piatti a base di pasta mista.


Quelli che ho più preferito sono state le zuppe a base di bisque di crostacei o di pesce, inclusa un’originale pasta al nero di seppia con pomodoro, mozzarella e julienne delle stesse seppie.



Non sono mancate le sempre splendide carni grigliate della Braceria Bifulco di Ottaviano, altro posto dove non ci si può non recare dopo averlo conosciuto.



Nel prossimo post vi parlerò infine del mio “dopo Strade della Mozzarella” che come sempre è stato intenso, bellissimo e originale. Stay tuned!