Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

30 novembre 2019

A proposito di sardine


In questo periodo si parla tanto di sardine, ma purtroppo non dal punto di vista gastronomico bensì da quello politico, con un movimento di cittadini che sta riempiendo le piazze di parecchie città d'Italia.
Siccome mi interesso molto poco di politica, preferisco invece continuare a scriverne dal lato che più interessa noi foodies, quello goloso e culinario.
Quindi quando sento parlare di sardine non posso che ricordare soltanto delle belle e luminose giornate in cui, davanti all'oceano, le ho gustate cucinate in modo molto semplice ma davvero gustoso e cioè alla griglia.
E' una "tradizione" a cui sono affezionato e che ripeto senza sosta ogni volta che trovo nei luoghi vista oceano delle sardine degne di questo nome. Quindi non dei pescetti piccoli, ma piuttosto un prodotto ben carnoso, lungo e cicciotto che, preparato alla griglia dopo essere stato ben oleato e successivamente spruzzato di limone, è proprio la fine del mondo.
Ho mangiato delle ottime sardine grigliate l’estate scorsa a Biarritz ed anche, sempre di fronte all’oceano francese, ad Arcachon.


Le ho gustate poi cucinate nello stesso modo sempre di fronte a mari oceanici in una riparata baia di Fuerteventura ed anche a Lisbona che all’oceano è certamente molto vicina.


Qui la loro preparazione alla griglia è anche uno street food meraviglioso, che si può trovare nelle viuzze del pittoresco quartiere dell’Alfama o in occasione della festa di Sant’Antonio.


Le sardine sono ottime anche in conserva, settore in cui eccelle la produzione artigianale portoghese, come pure in parte quella francese in particolare nella zona della Bretagna. Anche in Italia abbiamo delle conserve di qualità come quelle di Pollastrini di Anzio, dalle accattivanti confezioni in latta.
Buone sardine a tutti (nel senso gastronomico del termine)! 

23 novembre 2019

Una cena al Circus


Recentemente sono stato a cena al 47 Circus Roof Garden, il bellissimo ed elegante ristorante del Forty Seven Boutique Hotel di Via Petroselli a Roma, che a partire dal nuovo anno diventerà un albergo a 5 stelle.
Siamo nella zona del Circo Massimo, in un affascinante contesto immerso nella storia di Roma tra l’Aventino, il Palatino, il teatro di Marcello e il Campidoglio.


L'albergo, molto originale e funzionale, è un hotel dai toni moderni che dispone di tutti i comfort e servizi per rendere il più gradevole possibile un soggiorno a Roma. Dal centro wellness per godere di una pausa relax, alla palestra per tenersi in forma anche quando si è fuori casa, al nuovissimo bistrot "Parole in Libertà", che porta in tavola la cucina della tradizione, basata su sapori autentici, ben bilanciati e con l’utilizzo di materie prime di elevata qualità.
Ma è nel roof garden all'ultimo piano dell’albergo che si può vivere appieno una food experience da ricordare. Qui vi è il 47 Circus Roof Garden (il nome è ispirato al Circo Massimo, ma non solo), un ristorante che presenta una splendida vista sulle meraviglie della capitale, come il Tempio di Vesta e la Bocca della Verità che permettono di immergersi, da una prospettiva unica, nell’atmosfera suggestiva dell’antica Roma.


Il ristorante è guidato dal resident chef campano Antonio Gentile, con la supervisione dell'esperto chef Gabriele Enrico. E’ interessante descrivere brevemente la storia di Antonio, un giovane talentuoso che ha scoperto la cucina un po' per caso. Una sera, infatti, si è trovato a sostituire lo chef del ristorante in cui lavorava come cameriere ad Ercolano, suo paese di origine, e da quel momento non ha più abbandonato i fornelli. E’ entrato da meno di un anno nella famiglia del 47 Circus Roof Garden e già rappresenta l'anima e la parte essenziale della sua cucina.


Una cucina che combina in un giusto mix tecnica, qualità delle materie prime, territorio, tradizione, innovazione e che non manca di proporre rimandi golosi alle origini dello chef.
Tutti questi elementi, ma anche l’ambiente e l’esclusività della location, hanno contribuito all’inserimento di questo ristorante nella "Guida ai Ristoranti d’Italia 2020 del Gambero Rosso", nella quale il locale ha ottenuto il prestigioso riconoscimento delle due forchette.
Con queste premesse, la mia cena presso questo ristorante non poteva che essere deliziosa. Il nuovo menù d’autunno prevede tra gli altri degli sfiziosi amuse bouche di benvenuto, tra cui degli ottimi frittini di carne alla genovese (cotta come da tradizione) e delle crocchette di mozzarella, salsa di alici e prosciutto d’anatra affumicato in casa.



Tra gli antipasti sono assolutamente da provare le noci di capesante arrostite con patate, sedano e polvere di liquirizia, oltre che un piatto che ricorda anche cromaticamente la stagione in cui ci troviamo attualmente, l’autunno: foie gras d'anatra con nocciole, topinambur e funghi porcini, serviti goduriosamente e scenograficamente con il loro infuso. Un piatto dai colori caldi davvero buono e goloso.


Deliziosi, tra i primi, i tortelli di genovese con pastinaca, salsa di mozzarella di bufala e polvere di olive nere, come pure gli spaghettoni su crema di friarielli, alici, provolone del Monaco e briciole di taralli (proprio quelli che si mangiano sul lungomare a Napoli). Tutti piatti quindi di chiara origine e legame con la tradizione campana.
I secondi contemplano ricche preparazioni come lo stracotto di guancetta di vitellone, patate al limone, rape e mela caramellata, mentre per un “atterraggio” graduale verso il lato dolce del menù si passa per un pre-dessert che pulisce la bocca, comprendente anche un gelato al mandarino.


Prima del dolce si può gustare comunque anche una selezione di formaggi di qualità accompagnati da noci, albicocche disidratate, marmellate e miele.
Nell’ambito dei dessert è da menzionare il cioccolato bianco caramellato con arachidi salate e lamponi o la pavlova scomposta con marron glacé e mandarini.


In abbinamento ai piatti vi è una buona carta dei vini, con ricercate etichette della regione, nazionali e internazionali e con un buon assortimento anche di proposte al calice. Ottimi anche i cocktails, preparati sapientemente dalla talentuosa bartender Beatrice Oliviero.
Importante segnalare anche la professionalità del servizio, molto attento e pronto a fornire informazioni addizionali sulle pietanze offerte.
Una "food experience" consigliatissima quindi, col valore aggiunto di una splendida location nel cuore e tra la storia di Roma. Cosa volere di più?

14 novembre 2019

Lungo le chemin de la forme, con l'oceano sempre di fronte


Biarritz è un posto che colpisce sin da subito. Il mio primo impatto con questa località di villeggiatura basco-francese è stato principalmente con il suo oceano. Risiedevo in un albergo praticamente di fronte al mare e al mio arrivo, dopo una breve doccia, mi sono in fretta recato sul lungomare, in un primo pomeriggio di una giornata di fine agosto.
Ho subito incontrato una baietta piuttosto riparata, piena di gente sulla spiaggia, con tanti bambini divertiti che facevano il bagno (sì, si può fare, almeno in estate).


L’oceano era lì, un po' increspato, immenso, smisurato che cominciava a farsi lentamente sentire man mano che il vento cominciava ad essere più presente. Con il sole e la luce che erano molto intensi a quell’ora.
Superando sulla destra questa baia, ho percorso un sentiero che porta al cosiddetto Rocher de la Vierge, una statua della Madonna molto suggestiva situata su uno scoglio proteso nel mare, a cui si giunge percorrendo un ponte.


Qui l’oceano cominciava ad essere molto più mosso ed ad avvolgere in modo impetuoso e irregolare gli scogli sparsi qua e là nei pressi della riva o (molto) più avanti.


Dopo poco mi sono accorto che quello che stavo percorrendo era un sentiero lungomare denominato “le chemin de la forme”.


Un percorso non breve, ben tenuto, lungo il quale si possono fare salutari camminate (da qui il nome) e in cui sono presenti tantissime panchine vista mare, dalle quali si possono ammirare panorami sempre diversi.


Il gioco delle maree delinea infatti scenari sempre differenti tra loro e “l’umore” dell’oceano, inoltre, cambia spesso.
Durante la camminata si può apprezzare anche la vegetazione che costeggia il mare, costituita da alberi verdissimi, ed anche un bel porticciolo di pescatori (port des pecheurs), dove figurano casette caratteristiche e ristorantini a volte molto semplici, che offrono specialità della cucina marinara e basca.


Dopo una breve ulteriore passeggiata, si giunge alla “Grande Plage”, quella centrale, una delle più grandi, dove molti villeggianti prendono il sole o fanno il bagno, divertendosi a "combattere" a riva con delle lunghe ondine.


Alle spalle della Grande Plage figurano i café più esclusivi, dove si può consumare una buona prima colazione (non mi sono perso ad esempio il “berret basque”, che vedete nella foto) o dove gustarsi uno splendido aperitivo vista oceano.


Sempre di fronte alla Grande Plage figura anche il bellissimo edificio in stile Art Déco dello storico Casinò, costruito per la prima volta addirittura tra il 1856 e il 1858.
Proseguendo ancora oltre, tra case e ville molto eleganti se non di lusso, ci si avvicina lentamente verso il faro di Biarritz, che chiude la Grande Plage in un punto che segna il limite tra la costa sabbiosa delle Landes e quella rocciosa dei Paesi baschi.


Per giungere al faro, nelle sue vicinanze si attraversano dei giardini molto curati e puliti, pieni di panchine e di alberi “marittimi”.


Qualche notizia sul faro di Biarritz per gli amanti del genere: fu costruito nel 1834, è alto 75 metri sopra il livello del mare e presenta al suo interno ben 248 gradini. Questo faro inoltre è stato automatizzato dal 1980, è classificato monumento storico dalla fine del 2009 e presenta una portata di 27 miglia (circa 50 km).


Biarritz presenta anche un’altra grandissima spiaggia, quella dei surfisti. Perché saprete bene che è un posto noto in tutto il mondo proprio per la pratica di questo bello sport. Tutto il lato occidentale rispetto alla Grande Plage è occupato da un'enorme spiaggia molto più esposta al vento, con onde non alte ma molto lunghe (almeno quando ci sono stato io), campo di allenamento di ragazzi e ragazze che si esercitano in belle performance a pelo d'acqua.


Alle spalle della spiaggia figurano tanti esercizi commerciali di noleggio tavole, di accessori e abbigliamento per surf e anche pub e ristoranti a tema.


A Biarritz è doveroso naturalmente anche visitare il paesino, molto caratteristico e tipico di una località di villeggiatura elegante. In esso sono presenti bar, pasticcerie (tra cui la storica Miremont), locali di chiaro richiamo basco, negozi alla moda e altri più orientati ad accessori di mare e surf, gallerie d'arte e una immancabile piccola Galerie Lafayette.


E' bello, poi, fare una passeggiata nel pittoresco quartiere del mercato, dove ristorantini e localini incantevoli offrono il meglio della gastronomia basca e del luogo. In primis il jambon della limitrofa Bayonne ma anche il formaggio pirenaico Ossau Iraty, accompagnati da buoni vini locali.


Nel mercato, inoltre, si possono trovare tanti prodotti tipici a cominciare da quelli che offre il mare e a marchio d’origine, come il Piment d’Espelette.


E appena fuori dal mercato, si può fare un giro per bancarelle per trovare anche souvenir inediti e simpatici, di origine basca. Come si sta bene a Biarritz!

8 novembre 2019

Due chiacchiere con Rolling Pandas


Recentemente, con grande piacere, sono stato intervistato da un sito di viaggi che non conoscevo, Rolling Pandas.
Si tratta di una piattaforma di esperienze organizzate che presenta un modello di business che è lo stesso di Amazon, con la differenza che al posto dei prodotti ci sono dei tour multi-day che vengono caricati da centinaia di operatori locali, ma anche da grandi tour operator del settore.
Il procedimento è molto semplice: si sceglie la destinazione, si confrontano le varie esperienze disponibili e si procede con la prenotazione direttamente sul sito. Si viene poi messi in contatto con l’operatore locale che organizza il viaggio, in modo da definire i dettagli.
Il valore aggiunto è l’autenticità del viaggio, fuori dalle rotte più battute e banali del turismo generale. Vale la pena quindi di dare un’occhiata a questo sito.
Tornando alla mia intervista, ho parlato con loro di me e del mio blog, del rapporto tra cibo e cultura, della mia modalità di scelta dei ristoranti quando sono in vacanza e, naturalmente, della cultura culinaria francese.
Per saperne di più, la mia intervista è a questo link. Buona lettura!

1 novembre 2019

Ad Udine (o in Friuli) non perdetevi il Formadi frant


Di recente sono stato ad Udine per lavoro ed ho potuto, nei ritagli di tempo, visitare brevemente una città che mi ha sorpreso per la sua bellezza, eleganza e pulizia.


Per quanto concerne la sua gastronomia, vale la pena di andare a mangiare presso le trattorie tipiche cittadine, per assaggiare l'autentica cucina friulana. Una cucina robusta, caratterizzata da ottimi prodotti e piatti quali il frico (preparazione a base di formaggi di varia stagionatura e patate), la polenta, i cjalsons (ravioli ripieni di ingredienti dolci o salati a seconda delle varianti) e ovviamente salumi e formaggi di alta qualità.
Ho mangiato molto bene in particolare presso l'osteria tradizionale Ai Frati dove mi è piaciuto moltissimo un antipasto misto composto da tanti prodotti davvero fantastici: polenta di qualità, granulosa al punto giusto, dei salami dal sapore intenso, un caprino cremosissimo e godurioso, un frico molto buono e un formaggio molto interessante (al punto tale che in un negozio del centro l'ho anche comprato) di cui vorrei parlarvi oggi.


Si tratta del Formadi frant, un prodotto composto da un insieme di formaggi spezzettati di tipo "latteria", di diversa stagionatura, originari della Carnia e assemblati con aggiunta di sale, pepe, panna e latte. Il formaggio così ottenuto viene poi stagionato per circa 40 giorni e presenta un sapore pastoso, a tratti marcato, deciso, con un piacevole contrasto tra dolce e piccante.
Veniva un tempo impiegato per recuperare formaggi che presentavano difetti o alterazioni che per non essere perduti o distrutti potevano solo essere consumati velocemente. Oggi questo formaggio è un Presidio Slow Food che ha l’obiettivo di valorizzare anche i suoi componenti (altri formaggi, quindi), soprattutto di alpeggio.
Si abbina perfettamente con la polenta e le patate lesse, gusti neutri che ben compensano il suo sapore in prevalenza deciso.
Quindi vi consiglio proprio di assaggiare il formadi frant e, se non lo trovate nelle vostre città, organizzate una gita o un weekend in Friuli Venezia Giulia e non fatevelo scappare!


Sarà anche l'occasione di vedere posti bellissimi in cui sono il primo a voler tornare!