Le franc buveur

Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

9 marzo 2024

L’insalata di patate alla “norimberghese”

Alcuni anni fa per lavoro andavo spesso a Norimberga. Una città bellissima che ho potuto apprezzare spesso nei periodi di suo massimo fascino, in inverno, a volte con la neve, col freddo (nemmeno eccessivo comunque) che provoca “fumetti” respirando (Riccardo Cocciante docet) nel buio della sera.

A Norimberga (ma anche in Germania in generale) devo dire che si mangia benissimo. Un cibo generalmente non leggero ma buonissimo e opulento, ricco, che del resto in un paese generalmente freddo ci sta tutto.

Dell’ottima birra a fiumi accompagna piatti principalmente a base di carne, stinco di maiale in primis, servito tipicamente con delle “palle” di semolino o patate.

A proposito di carne, il piatto tipico di Norimberga è rappresentato dai Nürnberger Bratwurst, delle salsiccette che si vendono grigliate anche nei chioschi in strada, come fantastico street food.

Naturalmente queste meravigliose e gustose salsiccette si servono anche e soprattutto nei ristoranti e nelle taverne dalla calda atmosfera medievale, dove vengono sempre accompagnate o da crauti (che non amo molto, a dire il vero) o da una magnifica insalata di patate tiepida.

Un’insalata il cui sapore da allora non ho più incontrato. Volevo comprarla confezionata al Lidl nella sua settimana tedesca, ma la lista degli ingredienti includeva troppi conservanti per i miei gusti.

Mi ha salvato per fortuna un libro di ricette bavaresi (scritto in inglese) che comprai appunto a Norimberga e che avevo dimenticato di avere. Ho allora voluto provare ad eseguire questa ricetta che vado a descrivervi e che riproduce abbastanza fedelmente questo magnifico piatto.



Quest’insalata ha la particolarità di essere insaporita con poco aceto, il cui mix con le cipolle e l’erba cipollina le dona un gusto raffinato ed elegante che la distingue da tutte le altre a base di patate. 

Ingredienti:

(ad occhio) 

patate lesse sbucciate

cipolla

aceto

sale

olio evo

erba cipollina

pepe

brodo di carne

Tagliare sottilmente le patate a fettine e mescolarle insieme alle cipolle finemente sminuzzate. Aggiungere quindi l’aceto (non molto) ed il sale, mescolando bene.

Far riposare in un posto caldo per almeno un’ora.

Aggiungere quindi dell’olio extravergine e mescolare ancora. Far scaldare quindi l’insalata, rendendola più morbida con l’aggiunta di poco brodo che farete un po' restringere. Prima di servirla, decorare con erba cipollina tagliata finemente e pepe. Servire rigorosamente TIEPIDA in accompagnamento a succulente carni e più classicamente alle suddette salsiccette.

Dopo aver degustato questo ottimo abbinamento, non vi resta che chiudere il pasto con delle golosissime frittelle di mele spolverizzate di zucchero a velo (il massimo è mangiarle in un tipico ristorante di Norimberga, non ricordo il nome, con vista sul fiume Pegnitz).

Che voglia di tornare in Germania!

2 marzo 2024

Il martedì sera da Carníca si va “In Cucina con..."

Di recente sono stato invitato ad una cena davvero speciale e raffinata presso il ristorante Carnìca, situato all’inizio di Via Veneto a Roma, ad un passo da Piazza Barberini.

Qui ha preso vita il nuovo format culinario "In Cucina con Carníca", un debutto che ha conquistato tutti i partecipanti. Presentata con maestria dalla padrona di casa Veronica Ursida, la serata ha visto protagonisti due cuochi vip, la giornalista enogastronomica Sara De Bellis e l'ex concorrente di Masterchef "Il Conte" Giuseppe Garozzo Zannini Quirini, che hanno dato vita ad una divertente e qualificata sfida culinaria.

La passione e l'abilità dei due protagonisti della serata si sono tradotti in un menù molto interessante, che ben si è coniugato con gli ottimi vini dell'Azienda vinicola Cav. Antonio Malena.

Un menù che ha deliziato gli ospiti con piatti originali e raffinati, grazie anche al supporto dello staff di Carníca che ha coadiuvato i due chef. La cena è cominciata con una tartare molto gustosa condita con ingredienti mediterranei ed è proseguita con un ottimo primo piatto (tortiglioni al ragù di pennuto germano), per poi passare ad un impeccabile secondo, un pollo porchettato alla marchigiana. A chiudere, un dolce extra-sfida: un tiramisù scomposto, preparato questa volta dai pasticcieri del locale.

Al termine della serata, ad allietare ulteriormente i presenti il talentuoso cantante e musicista Ciccio Merolla ha sorpreso gli ospiti con uno coinvolgente mini-show al ritmo della sua hit "Malatì".

Ora il prossimo appuntamento è per martedì 5 marzo, quando la sfida continuerà tra altri due contendenti in ambito giornalistico-culinario, accompagnati dai vini delle Cantine Spinelli.

Non perdete l'occasione di prender parte a queste straordinarie serate, dove il lusso e la raffinatezza si fondono in un'esperienza unica.

Ma da Carnìca ci si può recare anche per una piacevole cena, al di fuori di questi martedì speciali.

In questo elegante e affascinante locale si effettua infatti, anche quotidianamente e non solo nelle serate speciali, un viaggio sensoriale attraverso sapori raffinati e piatti di qualità che sono il riflesso della passione degli imprenditori che hanno creduto in questo progetto.

Da Carníca l’offerta è diversificata con una proposta culinaria fusion, ricca di contaminazioni provenienti da più paesi.

Le costate di manzo e le beef ribs sono un inno alla carne di qualità e sono preparate con maestria e passione, offrendo un'esperienza gastronomica da non perdere. La selezione di carne galiziana è presentata in modo unico attraverso elaborati roll giapponesi che esaltano i battuti di carne cruda, serviti in stile sushi.

La griglia a carboni inoltre valorizza le carni pregiate, dal bisonte alla tenera Hereford irlandese, accompagnate sempre con contorni di verdure e patate. Le empanadas di pollo e di manzo, con il loro tocco di lime e salsa criolla, rappresentano un mix perfetto tra tradizione e innovazione. Le tartare e i carpacci, con accostamenti di caponatine, funghi, taralli, cipolle e burrata pugliese, offrono una perfetta armonia di sapori.

Ma Carnìca è non solo carne: immergetevi nell'essenza del mare con il Tuna Roll, un piatto che celebra il tonno scottato, che ben si accorda con gli asparagi e lo yogurt. Buonissimo anche l'Astice Roll, con polpa di granchio, carpaccio di astice, pomodorini tritati e olio extravergine di oliva, mentre il baccalà in tempura ingolosisce con i suoi tre tranci fritti accompagnati da una salsa all'arancia.

E per concludere, lasciatevi tentare da ottimi dessert come l'Apple Pie, servita con un piacevole gelato.

Vi consiglio quindi di provare questo locale, davvero imperdibile per gli amanti del buon cibo, per poter vivere un'esperienza gastronomica completa e raffinata.

 

Per info:
 Carníca

12 febbraio 2024

La Maison Caillebotte e i 150 anni dell’Impressionismo per un 2024 francese “en plein air”


Le foto di questo post sono credits Maison Caillebotte

Di recente ho partecipato, come di consueto in gennaio, alla presentazione delle novità che l’Ufficio del Turismo Francese propone nell’anno in corso nel territorio transalpino.

Le idee e gli spunti come al solito sono stati tantissimi, ma la cosa che più mi ha intrigato, con tanta voglia di esserne parte attiva, è la notizia che nel 2024 ricorrono i 150 anni dalla nascita dell’Impressionismo.

Era il 15 aprile 1874 e trentuno artisti rivoluzionari scelgono di sconvolgere le regole canoniche della pittura, organizzando una mostra indipendente che fu la prima di una corrente che poi fu definita Impressionismo. Centocinquanta anni dopo, la Francia si prepara a rendere omaggio a questa rivoluzione nella storia dell’arte, con numerose iniziative su tutto il territorio, coinvolgendo oltre trenta città da Nord a Sud.

In questo ambito e a tal proposito vorrei parlarvi oggi di un sito impressionista molto interessante, quello più vicino a Parigi, la Maison Caillebotte. Si tratta di un luogo tranquillo e silenzioso, situato nel comune di Yerres, 20 km a sud di Parigi e nato abbastanza di recente (è stato aperto al pubblico nel 2017).

Yerres si trova tra l’altro vicino all'aeroporto di Orly, a “Disneyland Paris”, sulla strada per il villaggio di Barbizon (la culla della pittura en “plein air”) e per il paese di Moret sur Loing, dove visse Alfred Sisley, un altro pittore impressionista.

La Maison Caillebotte fu la casa del famoso pittore impressionista Gustave Caillebotte e della sua famiglia tra il 1860 e il 1879. Scoprirete un mondo incantato e i luoghi dell'artista come il suo parco (dove si può passeggiare e rilassarsi) lungo il fiume Yerres, compiendo un viaggio nelle origini della sua ispirazione e creatività (l’artista ha dipinto più di 80 opere legate a questa zona).

Come Claude Monet, che visse a Giverny, e Vincent Van Gogh ad Auvers-sur-Oise alla fine della sua vita, il padre di Gustave Caillebotte scelse questa lussuosa casa (ora rinnovata e riarredata) come luogo di villeggiatura per allontanarsi dalla frenetica vita parigina.

Caillebotte ha avuto un ruolo chiave come collezionista e mecenate del movimento impressionista, sostenendo finanziariamente i suoi amici Monet, Manet, Renoir, Degas, Sisley. Fu il primo artista a realizzare opere con inquadrature che ricordavano quelle della fotografia, ma la sua morte prematura (a soli 46 anni) gli impedì di conoscere la gloria che il suo talento avrebbe dovuto portargli.

La sua collezione impressionista e alcuni dei suoi dipinti sono ora esposti al Museo di Orsay di Parigi, ma anche in diverse parti del mondo. Una delle sue opere, intitolata "Partie de Bateau", è stata recentemente acquistata dalla Fondation Louis Vuitton per 43 milioni di euro ed è senza dubbio una delle più belle e di valore del Musée d'Orsay (fu realizzata sul fiume Yerres, nei pressi del parco di casa Caillebotte).

               

La Maison Caillebotte è anche uno spazio espositivo, con mostre temporanee sull’impressionismo o contemporanee. In questa Maison sono presenti inoltre un negozio e un ristorante, il "Café Gustave".

Se ci si reca a Parigi, è possibile organizzare un pacchetto che comprende in una giornata una visita al Musée d'Orsay al mattino, il pranzo al Café Gustave e nel pomeriggio ancora una visita, alla Maison Caillebotte. Ma sono previste anche formule con laboratori di pittura all'aperto o balli di gruppo del primo Novecento.

Nell’anno in corso, in occasione del 150° anniversario dell'Impressionismo, alcuni dipinti originali di Caillebotte saranno esposti nel suo studio presso la Maison e saranno poi organizzate una serie di conferenze sul tema condotte da storici dell'arte, profondi conoscitori di questo periodo. Nel mese di giugno 2024 verrà offerto al ristorante anche un menù speciale impressionista, basato sulle ricette dell'amico di Caillebotte, Claude Monet. In autunno, poi, avrà luogo una grande mostra (Exposition Gustave Caillebotte, Peindre les hommessu Caillebotte al museo d’Orsay dall’8 ottobre 2024 fino al 19 gennaio 2025.

Un’esperienza turistica e culturale unica, quindi, che vi invito a vivere.

Per prenotazioni e informazioni:

Marie-Agnès Loubrieu maloubrieu@yerres.fr

maison-caillebotte-france@yerres.fr 

Per concludere questo post vi segnalo, oltre a quelle già citate, le principali iniziative previste nel 2024 in Francia per celebrare i 150 anni dell’Impressionismo.

E’ da citare innanzitutto la mostra che si terrà (26 marzo-14 luglio) al Museo d’Orsay “Parigi 1874. Inventare l’Impressionismo” che riunisce ben 130 capolavori; consiglio anche nello stesso museo l’esperienza immersiva in realtà virtuale “Una sera con gli impressionisti”, un’ora di viaggio nel tempo nei principali luoghi degli impressionisti (26 maggio-11 agosto).

Vi segnalo poi il “Festival Normandie Impressionniste” con tantissimi eventi in tutta la Normandia dal 22 marzo al 22 settembre 2024 (ed in occasione dei 200 anni dalla nascita di Eugéne Boudin, noto per rappresentare alla perfezione i cieli di Normandia, è da non perdere una visita al museo a lui intitolato a Honfleur).

Infine, tra le altre esposizioni, al Museo des Beaux-Arts Jules Chéret a Nizza, dal 5 aprile al 29 settembre, si terrà la mostra “Berthe Morisot à Nice, escales impressionnistes”.

W l’impressionismo (e la Francia, naturalmente)!

Per ulteriori informazioni: Atout France Italia, www.france.fr/it

31 dicembre 2023

Le mie vacanze natalizie e gli Auguri per uno splendido ‘24

In questi giorni festivi ho trascorso le mie ferie in famiglia nel modo più semplice possibile, in quanto non amo l’abbondanza e gli eccessi a tutti i costi. Ciò non toglie però che mi sono come al solito divertito, avendo maggior tempo a disposizione, cucinando piatti più o meno tradizionali con materie prime tipiche del periodo natalizio.

Quest’anno, ad esempio, ho preparato come di consueto l’insalata di rinforzo, classico antipasto napoletano della vigilia di Natale e non solo. Ho poi cucinato tra le altre cose un piatto inedito in famiglia e cioè delle lasagne verdi ripiene di ricotta, polpettine, mozzarella e parmigiano: davvero una delizia!



Mi sono poi cimentato per la prima volta nel preparare un pan brioche farcito fatto in casa (in pratica un panettone gastronomico farcito; gusti: salmone, Philadelphia ed erba cipollina, uovo sodo, salame e un velo di maionese, fiordilatte e acciughe e il classico prosciutto e formaggio, con burro fuso). Un bell'esperimento riuscitissimo!


Durante queste brevi vacanze mi sono mosso poco. Ieri però ho trascorso una giornata nella mia Napoli. Una Napoli traboccante di gente e di vivacità, sfido a trovarne altre di città così esuberanti, complice anche il crescente flusso turistico, soprattutto nordico, di questi giorni di festa.
Il mio itinerario è stato il seguente: 

-   giretto in centro con “devozione” al murale di Maradona ai Quartieri Spagnoli (e vi è ormai un crescente fiorire in questa zona di attività commerciali legate al suo nome);

  

-   scoperta di un paio di localini eleganti e fuori dal comune di cui vi parlerò a breve; 

- sosta d’obbligo in una trattoria che non conoscevo, se non di nome. Si tratta de “Le Zendraglie”, un locale molto alla buona dove si mangia trippa in tutte le sue possibili declinazioni, ma anche molti piatti tradizionali e a base di pesce della cucina campana. Ho optato per delle ottime bruschette con polpo e fagioli un po' piccanti e una trippa al pomodoro semplice ma buonissima, con la particolarità che non si tratta di una trippa classica, ma all'interno del piatto ci sono tutte le varianti di questa materia prima povera;


- passeggiata per “respirare” l’atmosfera natalizia napoletana, unica al mondo, vagabondeggiando tra opulenti banchi di mercatini all’aperto con ogni ben di Dio di pescato, sottaceti e baccalà e frutta e verdura di stagione;


- passeggiata sul lungomare, anch’esso traboccante di gente in una giornata non soleggiata ma che conferiva al mare un aspetto intrigante, con una maggiore nitidezza del panorama e delle isole della città partenopea.


Il rientro con sfogliatelle (50 numeri di attesa da Attanasio!), salsicce con provola e struffoli era d’obbligo.


Dopo questa breve carrellata su questi miei giorni di festa, non mi resta che augurarVi e augurarmi un 2024 pieno di cose belle e di sogni realizzati, condito con tanto buon cibo e soprattutto tanti viaggi. Io metto in prima fila quelli in Francia, paese nel quale vorrei presto scoprire alcune zone che ancora non conosco. E voi?

24 dicembre 2023

Che buona la Cicerchiata col miele dell’Alto Lazio!


 La Cicerchiata è un dolce tradizionale di Carnevale preparato in provincia di Rieti, che prende le sue origini dagli “struffoli” natalizi campani. Non è raro quindi trovarlo nel reatino anche nel periodo natalizio.

E’ riconosciuto nel Centro Italia come prodotto agroalimentare tradizionale e sembra che la sua origine sia legata allo sviluppo dell’apicoltura, essendo il miele un ingrediente importante in questo dolce.

Con molta probabilità il nome cicerchiata ha origini medievali e si presume derivi dal legume cicerchia (gli antichi romani lo chiamavano cicerula) in quanto le palline che lo compongono lo ricorda.

La Cicerchiata simboleggia la fine dell’inverno e l’inizio della primavera o la fine del male e del disordine e il ritorno del nuovo ordine rigenerato. La notevole somiglianza con lo struffolo napoletano ne riafferma poi il significato simbolico di rigenerazione.

Ma vediamo come si prepara questo ottimo dolce, che ho avuto occasione di cucinare on-line insieme ad altri blogger e giornalisti grazie a un invito della Camera di Commercio di Rieti e Viterbo e dell’Azienda Speciale Centro Italia.


 Ingredienti

5 uova

40 gr di burro

60 gr di zucchero

500 gr di farina

Scorza di limone

500 gr di miele millefiori dell’Alto Lazio

mandorle

Olio extravergine per ungere lo stampo

Olio di semi di girasole per friggere

Un po' di canditi

Confettini colorati


 Procedimento

Versare le uova in una ciotola e sbatterle con una forchetta insieme allo zucchero; aggiungere il burro morbido, la scorza di limone grattugiata e la farina, incorporandola un po’ per volta. Amalgamare poi gli ingredienti con le mani, trasferire il composto sul piano di lavoro e continuare a lavorarlo fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo, simile a quello della pasta fresca.

Dividere l’impasto in piccole porzioni, formare dei bastoncini di pasta (come se si dovessero preparare degli gnocchi) dello spessore di 1 cm, poi tagliarli a tocchetti della lunghezza sempre di 1 cm. Arrotondare i pezzettini di impasto aiutandosi con il palmo della mano per ottenere delle palline. Portare quindi l’olio di semi alla temperatura di 200°C e friggere poche palline per volta. Quando saranno dorate (dovranno assumere il colore della crosta di pane) in modo uniforme, scolarle per bene e lasciare raffreddare su carta assorbente o per fritti.

Nel frattempo versare il miele in una pentola capiente e scaldarlo dolcemente per qualche minuto. Quando il miele avrà preso colore, spegnere il fuoco e aggiungete le palline fritte. Mescolare bene così da rivestirle uniformemente, quindi unire le mandorle e i confettini colorati, avendo cura di tenerne qualcuno da parte per la decorazione finale. Mescolare ancora il tutto, versate il composto all’interno di uno stampo da ciambella, unto con olio di oliva, livellare la base e lasciare raffreddare a temperatura ambiente. Successivamente, capovolgere lo stampo sul piatto da portata; se dovesse staccarsi con difficoltà, si può scaldare leggermente lo stesso stampo sul fuoco. Guarnire ancora con mandorle e confettini (e, a chi piacciono, i canditi) e servire. 

Un dolce buonissimo e semplice da eseguire, che si può preparare anche in famiglia con la “collaborazione” di tante persone, bambini compresi, che saranno contentissimi di formare le palline da friggere😊.


Per finire, qualche cenno al miele millefiori dell’Alto Lazio che ho utilizzato per questa ricetta, un prodotto montano d’eccellenza della provincia di Rieti.

Un miele che riesce a far arrivare sulle tavole il bouquet del territorio di produzione. Ciò è possibile tramite aziende che seguono regole produttive tradizionali ma al tempo stesso moderne, a garanzia del prodotto e della filiera sostenibile. Vengono utilizzati ad esempio apiari stanziali e rispettate quote altimetriche minime.

A tale ultimo proposito, i produttori di miele dell’Alto Lazio sostengono e valorizzano l’apicoltura montana, caratterizzata da ambienti incontaminati e capaci di donare api migliori, poiché più rustiche e resistenti.

Il miele dell’Alto Lazio è un prodotto non pastorizzato o riscaldato, non deumidificato artificialmente e a cristallizzazione solo naturale, in modo da garantire che tutte le lavorazioni dell’uomo siano ridotte al minimo. Ciò in quanto i processi artificiali alterano il miele sia nel suo contenuto chimico che nella sua capacità di trasmissione del valore del lavoro delle api, degli apicoltori e dell’ambiente.

Solitamente i mieli millefiori dell’Alto Lazio vengono raccolti in un unico periodo dell’anno e sono quindi capaci di contenere tutte le essenze bottinate dalle api durante la stagione, consentendo al consumatore nello spazio di un solo cucchiaino di prodotto di effettuare uno straordinario viaggio sensoriale nel territorio.

Vi è venuto un sufficiente desiderio di assaggiarlo, a cominciare dal suo qualificante utilizzo nella summenzionata ricetta? 😉