Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

30 agosto 2020

La rinomata minestra dei pescatori di Anzio


Nel periodo primaverile-estivo mi capita spesso di recarmi ad Anzio, posto non tanto bello dal punto di vista del mare ma molto vivace e ricco di interessanti locali per veri foodies.
Quest’anno, girando per i suoi sfiziosi ristoranti, ho notato in alcuni di essi un’etichetta che ricordava la presenza in menù di un piatto molto rinomato, la minestra dei pescatori di Anzio.
Con qualche approfondimento ho accertato che questo piatto è da poco ufficialmente una Denominazione Comunale di Origine (De.C.O.), nell’ambito di un progetto di marketing territoriale e di promozione dell'ottima cucina marinara anziate.
La minestra dei pescatori di Anzio, piatto prelibato, molto antico e tipico della cucina popolare di questa cittadina, viene preparata con brodo di mazzama, cioè con diverse tipologie di pesce povero come sgavaioni, manfroni, zerri, gardonie, tracine, presenti nel mercato ittico locale.
Come si legge nel comunicato di presentazione del Comune di Anzio, un tempo "le piccole barchette pescavano sotto costa ed al rientro il pesce veniva messo negli spasini, piccole ceste di vimini. Quello più commerciale, era caricato su carretti trainati da cavalli e si portava a Roma e Velletri, centro di smistamento per i Castelli Romani; il rimanente veniva venduto alla popolazione locale, o salato/essiccato.
Si divideva, poi, il pesce da fare arrosto (sugherelli, maccarelli, cefali), da quello adatto alla zuppa e da quello per fare il brodo con ingredienti più raffinati (arzilla e San Pietro). Considerando che non c’era il ghiaccio e quindi il pesce doveva essere lavorato subito, quello piccolo, come gli sgavaioni, veniva bollito e con il brodo si preparava la minestra.
Fatto il brodo l’indomani, in una pentola, si metteva aglio, olio, due filetti di acciuga di Anzio, alcuni pomodorini simili a quelli del Piennolo e il brodo di pesce filtrato. Si portava poi il tutto ad ebollizione.
Nel frattempo si prendevano gli spaghetti, quelli recuperati dal cartoccio (gli spaghetti venivano venduti in cartocci da un kg) già spezzati e se non bastavano se ne spezzavano degli altri. Portata a cottura nel brodo, la pasta si scodellava, con l’aggiunta di una grattugiata di pecorino”.
Questa minestra preparata dai pescatori, soprattutto nelle fredde sere d’inverno per riscaldarsi un po’, era molto economica ed alla portata di tutti, perché spesso il pesce piccolo veniva regalato. I pescatori aggiungevano al brodo di pesce anche del pane spezzato.
Io ho assaggiato da “Romolo al Porto” qualche tempo fa una minestra molto simile a questa. Il piatto originale invece lo proverò molto presto, in occasione di qualche gita di fine estate… Vi terrò aggiornati.

Ps Sempre su questo blog, qui, trovate anche la ricetta di un’altra minestra di mare tipica di Anzio, che provai qualche tempo fa ad eseguire a casa.

12 agosto 2020

Chiuso per ferie


Il mio blog si prende una piccola pausa estiva, dopo il surreale e assurdo periodo che abbiamo vissuto nei mesi scorsi.
Ci vediamo alla fine di agosto, ma nel frattempo seguitemi sui social dove sarò particolarmente attivo.
Buone vacanze a tutti e vivete delle belle “food experience”. Pian piano, vi racconterò le mie. Fatelo anche voi ;)

6 agosto 2020

Crostini di fresella con rillettes de maquereau


Siamo in estate ed è bello cucinare con gli ingredienti che tornano alla ribalta in questa stagione.
Uno di questi è la fresella, biscotto duro che viene poi ammorbidito e che è la base di tanti piatti estivi del Sud.
Ebbene, in questa occasione ho voluto prepararci un antipasto/cibo da aperitivo, che potesse legare le mie origini meridionali alla mia passione per il mondo francofono, che include ovviamente anche e soprattutto il lato enogastronomico.
Ho pensato quindi di creare un piatto “franco-napoletano” composto da una sorta di bruschetta di fresella (rompendone irregolarmente qualcuna, a mò di crostino) con sopra un paté di sgombro dal sapore del mare.
In quest’ultimo caso ho voluto imitare una di quelle splendide preparazioni gustose e golose che si trovano in Francia nelle località di mare, ad esempio nei negozi della Belle Iloise, che attraggono il consumatore innanzitutto per le loro accattivantissime scatolette colorate ma anche per le loro ricette sempre sfiziose e stuzzicanti.
Il “topping” delle bruschette di fresella l’ho quindi preparato in questo modo: ho preso dell’ottimo sgombro in scatola grigliato e sgocciolato; l’ho sminuzzato con una forchetta e amalgamato con del formaggio fresco tipo Philadelphia. Dopo aver salato (poco) e aggiunto del pepe al composto, inizia l’aggiunta di ingredienti che esaltano il sapore dello sgombro e del mare: del succo di limone, poco scalogno tritato e dell’erba cipollina tagliata finemente.
Trovo che l’erba cipollina e soprattutto lo scalogno si sposino egregiamente col pesce e con delle preparazioni del genere.
In particolare lo scalogno, che di solito utilizzo poco nella mia cucina (sbagliando), si integra davvero perfettamente in un composto come questo, conferendo freschezza ed aroma. E non è un caso che negli splendidi “plateaux de fruits de mer” che si gustano davanti al mare o all’oceano in Francia vi sia sempre una salsetta a base di scalogno ed aceto che si abbina divinamente ad esempio alle ostriche…
Tornando alle mie bruschette di fresella con rillettes de maquereau (letteralmente si traducono più o meno come “sfilacci di sgombro”) vi consiglio proprio di prepararle e provarle.


Sono ottime come aperitivo, magari da bere insieme ad un Muscadet ghiacciato, possibilmente vista mare.
Quello stesso mare, con la relativa cucina, a cui non si può rinunciare quando si è in vacanza in estate. La pensate anche voi come me?

Ps potete bagnare leggermente (anche in acqua di mare) le bruschette di fresella per tenerle più morbide, ma se preferite potete anche lasciarle così come sono, più croccanti.