Ho terminato lo scorso post promettendovi di parlarvi più
approfonditamente di Biot, un gioiellino della Costa Azzurra situato tra Cannes
e Nizza, a tre chilometri dal mare e a 15 minuti dall’aeroporto Nice-Côte
d’Azur.
Ci sono stato recentemente in occasione della settima
edizione della festa dei Templari e ne sono rimasto incantato, al di là del
bellissimo evento (qui il mio specifico articolo) a cui ho partecipato.
Prima che le stradine di questo borgo di charme indossassero
i panni di una fiorente cittadina medievale in occasione della riuscitissima
manifestazione “Biot et les Templiers”, ho potuto visitare Biot vedendola come
appare ai turisti tutto l’anno e vi assicuro che vale veramente la pena di visitarla
per svariati motivi, di cui vi parlerò oggi in questo post.
L’anima medievale di Biot si percepisce quando ci si imbatte in
volte, archi, antiche chiesette, che donano al paese un fascino incredibile. Ma
in questo splendido borgo si possono anche scorgere resti (monumenti o
iscrizioni murali) che testimoniano la presenza dei romani, che conquistarono
Biot più di 2000 anni fa con un soggiorno durato cinque secoli.
Ad esempio nel Quattrocento e Cinquecento Biot era in piena espansione grazie al commercio marittimo e la produzione delle giare o vasi cominciò ad espandersi. Del resto il territorio di Biot era naturalmente ricco di argilla, sabbia, manganese, legno e pietra da forno, materiali ideali per la lavorazione della ceramica. Per molti secoli gli artigiani di Biot, che fabbricavano giare sin dall’inizio del Medioevo, hanno prodotto vasi destinati a conservare e trasportare liquidi (olio, vino) e altre merci deperibili (cereali, olive, ecc.). Nel 1470 anche delle famiglie originarie della Val d’Oneglia in Liguria, venute a stabilirsi per ripopolare il villaggio abbandonato, cominciarono a fabbricare giare e vasellame.
Questa tradizione si affermò sempre più fino a
raggiungere il suo apice nel XVIII secolo, con una quarantina di fabbriche che erano
presenti a Biot.
Con la rivoluzione industriale e la comparsa di nuovi materiali, vi fu un declino dell’artigianato relativo alla ceramica. Tuttavia, il gusto per le decorazioni provenzali della terracotta permise la rinascita di questo settore.
Nel dopoguerra si rivelò poi pienamente l’identità artistica di Biot. L’industria della ceramica fu finalmente rilanciata dalla famiglia Augé-Laribé e la relativa produzione continuò a svilupparsi grazie, tra l’altro, all’arrivo di artisti di fama mondiale come Fernand Léger, che resero il villaggio famoso in tutto il mondo.
Con la rivoluzione industriale e la comparsa di nuovi materiali, vi fu un declino dell’artigianato relativo alla ceramica. Tuttavia, il gusto per le decorazioni provenzali della terracotta permise la rinascita di questo settore.
Nel dopoguerra si rivelò poi pienamente l’identità artistica di Biot. L’industria della ceramica fu finalmente rilanciata dalla famiglia Augé-Laribé e la relativa produzione continuò a svilupparsi grazie, tra l’altro, all’arrivo di artisti di fama mondiale come Fernand Léger, che resero il villaggio famoso in tutto il mondo.
Ma Biot è nota in tutto il mondo soprattutto per essere
la capitale del vetro e in particolare per la sua tradizione nel realizzare
oggetti in vetro a bolle. Le bolle sono ottenute volontariamente cospargendo di
bicarbonato di sodio uno strato, prima di ricoprirlo con una seconda levata. I
granelli rimangono quindi imprigionati tra due strati di vetro caldo e,
dissolvendosi, formano bollicine regolari di gas carbonico, che creano un
effetto "lente d’ingrandimento", attirando e rifrangendo la luce.
La prima fabbrica di vetro risale al 1956 ed ha fatto da traino per far nascere altri laboratori, aperti grazie al know-how acquisito dagli apprendisti che successivamente si sono messi in proprio. Ed oggi i maestri vetrai continuano a farci conoscere l’affascinante lavorazione di questo materiale nobile e puro che è il vetro, svelando i loro segreti di fabbricazione mentre creano opere uniche.
La prima fabbrica di vetro risale al 1956 ed ha fatto da traino per far nascere altri laboratori, aperti grazie al know-how acquisito dagli apprendisti che successivamente si sono messi in proprio. Ed oggi i maestri vetrai continuano a farci conoscere l’affascinante lavorazione di questo materiale nobile e puro che è il vetro, svelando i loro segreti di fabbricazione mentre creano opere uniche.
Nel mio soggiorno a Biot ho avuto modo di visitare la
storica “Verrerie de Biot” che fu fondata nel 1956 da Eloi Monod, ingegnere
ceramico che inventò il vetro a bolle.
Grazie alla elevata competenza dei suoi Maestri Vetrai,
questa azienda ha ottenuto il marchio Entreprise du Patrimoine Vivant (EPV),
che riconosce un know-how raro e rinomato.
La Verrerie de Biot ospita anche la Galleria Internazionale
del Vetro, che riunisce in mostra le creazioni di artisti di fama
internazionale, così come la Galerie Jean-Claude Novaro, formato proprio alla Verrerie
de Biot, che presenta le creazioni di questo Maestro Verrier.
Biot è nota anche per l’arte della gioielleria, la cui storia inizia nel 1958 grazie all’artista-orafo svedese Torun Bulow Hübe. Iniziando a lavorare in una nota maison di Biot e poi nella dimora dell’architetto André Bloc, si circondò di preziosi e validi collaboratori. Questi ultimi sono divenuti poi affermati designer di gioielli. La maggior parte di essi continua a vivere e lavorare a Biot e attualmente sta cominciando ad affermarsi una altrettanto valida seconda generazione di artigiani.
L’eccellenza in tante e così diverse attività artistiche e artigianali ha portato quindi Biot ad emergere nell’ambito di un turismo che viene definito creativo. Con l’adesione al Creative Tourism Network, Biot scommette su una forma di turismo più partecipativo, puntando su esperienze creative dei visitatori nei diversi laboratori dei suoi artigiani.
Biot è nota anche per l’arte della gioielleria, la cui storia inizia nel 1958 grazie all’artista-orafo svedese Torun Bulow Hübe. Iniziando a lavorare in una nota maison di Biot e poi nella dimora dell’architetto André Bloc, si circondò di preziosi e validi collaboratori. Questi ultimi sono divenuti poi affermati designer di gioielli. La maggior parte di essi continua a vivere e lavorare a Biot e attualmente sta cominciando ad affermarsi una altrettanto valida seconda generazione di artigiani.
L’eccellenza in tante e così diverse attività artistiche e artigianali ha portato quindi Biot ad emergere nell’ambito di un turismo che viene definito creativo. Con l’adesione al Creative Tourism Network, Biot scommette su una forma di turismo più partecipativo, puntando su esperienze creative dei visitatori nei diversi laboratori dei suoi artigiani.
Da rilevare che a breve distanza da Biot è presente un
importante polo tecnologico, denominato Sophia Antipolis.
Questo centro di ricerca, in pratica una Silicon Valley della Costa Azzurra, si trova nel cuore di una magnifica pineta di 2.300 ettari. Qui hanno sede numerose aziende internazionali che creano posti di lavoro nei settori della ricerca scientifica avanzata, delle tecnologie, della medicina, dell’innovazione e della biochimica.
Quindi lo sviluppo del parco tecnologico di Sophia Antipolis sta delineando un ulteriore volto di una cittadina che è orientata anche ad un futuro innovativo.
Altri motivi per recarsi a Biot?
Oltre a tutto ciò, vi elenco degli ulteriori motivi per
venire a trascorrere una vacanza a Biot.
Questo centro di ricerca, in pratica una Silicon Valley della Costa Azzurra, si trova nel cuore di una magnifica pineta di 2.300 ettari. Qui hanno sede numerose aziende internazionali che creano posti di lavoro nei settori della ricerca scientifica avanzata, delle tecnologie, della medicina, dell’innovazione e della biochimica.
Quindi lo sviluppo del parco tecnologico di Sophia Antipolis sta delineando un ulteriore volto di una cittadina che è orientata anche ad un futuro innovativo.
- il mercato provenzale (cibo, tessuti, artigianato) ogni martedì mattina.
Per chi ama lo sport all’aria aperta si può praticare il golf al Golf Club de Biot uno dei più antichi della Costa Azzurra. O giocare a tennis prendendo lezioni alla Mouratoglou Tennis Academy (chi segue il tennis sa che Mouratoglou è stato un professionista di alto livello ed ora è considerato il coach di tennis più influente al mondo).
Per quanto riguarda l’alloggio, vi segnalo lo sfizioso ed eccentrico “hotel lifestyle” Moxy Sophia Antipolis. Un albergo moderno dotato di mille comfort, in cui sarete accolti con un gradevole cocktail.
Situato a pochi minuti di auto dalla città vecchia di Antibes e a soli 18 km dall’aeroporto di Nizza, offre camere molto comode, una prima colazione di livello e una hall molto piacevole e ridente (potrete passare il tempo anche con giochi di società e un calcetto balilla!).
Sul fronte food, infine, vi consiglio lo storico
ristorante Les Terraillers (una stella Michelin) emblema dei sapori provenzali.
Situato ai piedi del villaggio di Biot, si trova in un bell’edificio del XVI
secolo ed il suo nome evoca il lavoro dei vasai che fabbricavano stoviglie in «terraille»
(la terra raccolta nei campi) secondo la tradizione provenzale. Il forno di
ceramica, che è rimasto intatto, può ancora essere visitato. Qui il menu dello
chef Michaël Fulci esprime una cucina autentica, raffinata e delicata, con
qualche tocco orientale e spazia dalla terra al mare, rispettando le materie
prime e la loro stagionalità.
Per
ulteriori informazioni:
Biot tourisme
Cote d’Azur France
Turismo francese
Invitato da
Ufficio del Turismo Francese in Italia
Cote d’Azur France
Turismo francese
2 commenti:
Bravissimo Enrico, sei riuscito a presentare alla perfezione i tanti motivi che fanno scegliere Biot come luogo di vacanza privilegiato!
Grazie Claudia!
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