Molti di voi sanno che sono stato invitato lo scorso novembre
ad una interessante manifestazione che celebra le Dop e
Igp italiane ed in particolare la Focaccia di Recco Igp.
In quell’occasione sono stato ospite in uno storico albergo/ristorante
gourmet/focacceria di Recco denominato “Manuelina”.
L’accoglienza è stata perfetta e la particolarità delle
camere di questo albergo (un “taste hotel”) è che ciascuna è denominata e dedicata
ad un prodotto tipico ligure, con tanto di omaggio dello stesso prodotto.
A me è capitata la stanza denominata sciroppo di rose, un
prodotto che non conoscevo e di cui mi ha incuriosito approfondire la storia.
Sul sito di Slow Food (questo sciroppo è anche presidio Slow Food) e sull’etichetta del prodotto che ho
trovato in albergo, si legge che “la piantina di rosa era una presenza
immancabile sui balconi o nei giardini delle case genovesi. Con i suoi petali,
raccolti con delicatezza e posti in infusione, si produceva uno sciroppo da
offrire agli ospiti in piccolissimi calici di cristallo, poco più che ditali.
Le rose migliori sono di varietà antiche e non si sa bene
perché proprio a Genova si sia sviluppata questa rinomata tradizione della
lavorazione dei petali di rosa, con i quali non si fanno solo sciroppi ma anche
confetti e conserve. Le rose da sciroppo si raccolgono da metà maggio ai primi
di giugno, quando la corolla è ben aperta”.
La ricetta dell’infuso è più o meno questa: “si immergono i petali con poco limone in acqua precedentemente portata a ebollizione. Si spegne il fuoco e si lascia macerare il tutto per circa 24 ore, quindi si filtra il liquido di macerazione, si torchia la massa dei petali residua e si aggiunge lo zucchero. Si riporta a ebollizione per una decina di minuti e si versa quindi il contenuto in piccole bottiglie”.
Sullo sciroppo di rose ho trovato un meraviglioso articolo sul blog di Giulia Scarpaleggia che lo definisce “il più romantico degli sciroppi, tanto per il suo profumo floreale quanto per il suo colore, un rosa antico che si scalda nei toni dell’arancione quando un raggio di sole lo attraversa”. Ecco il link che vi invito caldamente a consultare. Nell’articolo trovate tra l’altro i tanti impieghi di questo sciroppo, che impreziosisce ad esempio i dolci al cioccolato in modo sorprendente e può far parte anche di raffinati cocktails.
Ed ora che sta per arrivare lentamente la primavera, siate
pronti a preparare questo sciroppo versatile che può essere conservato a lungo in
casa e che aggiunge un tocco di romanticismo che non guasta mai, soprattutto
oggigiorno.
La ricetta dell’infuso è più o meno questa: “si immergono i petali con poco limone in acqua precedentemente portata a ebollizione. Si spegne il fuoco e si lascia macerare il tutto per circa 24 ore, quindi si filtra il liquido di macerazione, si torchia la massa dei petali residua e si aggiunge lo zucchero. Si riporta a ebollizione per una decina di minuti e si versa quindi il contenuto in piccole bottiglie”.
Sullo sciroppo di rose ho trovato un meraviglioso articolo sul blog di Giulia Scarpaleggia che lo definisce “il più romantico degli sciroppi, tanto per il suo profumo floreale quanto per il suo colore, un rosa antico che si scalda nei toni dell’arancione quando un raggio di sole lo attraversa”. Ecco il link che vi invito caldamente a consultare. Nell’articolo trovate tra l’altro i tanti impieghi di questo sciroppo, che impreziosisce ad esempio i dolci al cioccolato in modo sorprendente e può far parte anche di raffinati cocktails.
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