La
scorsa settimana sono stato invitato a Recco ad un evento denominato
"Fattore Comune", giunto alla quinta edizione, dedicato alle
eccellenze agroalimentari tutelate dalla UE che portano nella propria
denominazione protetta il nome del luogo d’origine.Nell’ambito
dell’evento è stato possibile creare un dialogo tra produttori e istituzioni
per esaminare i vari aspetti delle tutele, presentare i percorsi intrapresi e
gli obiettivi raggiunti e analizzare l’impatto sul turismo enogastronomico, anche
con nuove proposte per la promozione delle Dop e Igp.
Il teatro a Sori dove si è svolto il Convegno "Fattore Comune" - Foto Consorzio Focaccia di Recco Igp
Protagoniste
di “Fattore Comune” sono state alcune indicazioni geografiche medio-piccole (le
Dop Salumi Piacentini, Robiola di Roccaverano, Peperone di Pontecorvo, Crudo di
Cuneo, Basilico Genovese, la Docg Brachetto d’Acqui e l’Igp Radicchio Rosso di
Chioggia, impiegate anche in meravigliosi piatti in uno specifico evento serale)
e, naturalmente, la padrona di casa, la Focaccia di Recco Igp.
Foto Consorzio Focaccia di Recco Igp
Soggiornando
a Recco, ho potuto toccare con mano la bella realtà di quest’ultimo prodotto,
che ha reso questa cittadina una sorta di capitale gastronomica della Liguria.
Un
prodotto che esisteva già all’epoca della terza crociata, quando prima della
partenza della flotta per la Terra Santa sulle tavole figurava tra le varie
pietanze una focaccia di semola e di giuncata appena rappresa, la focaccia col
formaggio. In tempi lontanissimi poi la popolazione recchese si rifugiava
nell’immediato entroterra per sfuggire alle incursioni dei saraceni. E si narra
che grazie alla disponibilità di olio, formaggetta e farina, cuocendo la pasta
ripiena di formaggio su una pietra d’ardesia, venne “inventato” quel prodotto
gastronomico che oggi conosciamo come “Focaccia di Recco col Formaggio”.
L’apprezzamento
della Focaccia di Recco è cresciuto sempre di più nel tempo, varcando i confini
territoriali, ma i molti consensi sono stati accompagnati anche da tante
imitazioni. I produttori locali hanno quindi chiesto ed ottenuto, una volta
costituitisi in Consorzio, l’intervento delle istituzioni preposte per
difendere il nome del proprio prodotto. E’ stata pertanto richiesta la Igp,
ottenuta poi dalla Commissione Europea dopo un non semplice iter nel gennaio 2015.
Foto Consorzio Focaccia di Recco Igp
Il
riconoscimento dell’Igp rende omaggio alla storia di questo grande prodotto ad
elevato valore aggiunto, indissolubilmente legato al territorio ed al proprio nome.
Foto Consorzio Focaccia di Recco Igp
La
produzione stimata di Focaccia di Recco Igp nel 2021 è risultata pari a 90.000
porzioni nei ristoranti e a 700 quintali nei panifici, per un valore di 2,3
milioni di euro. Senza contare l’indotto, perché chi si reca al ristorante o
entra in un panificio per gustarla, poi effettua altre consumazioni, aggiungendo
ulteriore valore al fatturato complessivo.La
Focaccia di Recco Igp si può produrre soltanto nei comuni di Recco, Camogli,
Sori e Avegno e si trova solo nei punti vendita consorziati (in tutto 14, con
21 punti vendita fra ristoranti e panifici, spesso corrispondenti a piccole
aziende artigianali).
Nel
corso del mio soggiorno a Recco ho potuto assaggiare delle favolose focacce Igp,
tutte buonissime, caratterizzare da un impasto esterno molto sottile, croccante
e dorato e un gustoso interno formaggioso, morbido e fondente. D’obbligo è
assaggiare la Focaccia di Recco presso lo storico ristorante-focacceria Manuelina (dove anche altre specialità
liguri sono cucinate davvero alla perfezione), o presso l’altro locale storico
“O Vittorio”, o all’antico
ristorante Vitturin, o ancora al
ristorante Alfredo, nei pressi della
stazione.
Splendida
è la focaccia di Recco anche presso il Panificio Moltedo 1874 il cui “back stage” ho avuto il piacere di visitare.
Le persone che ci lavorano trasudano (e sudano) passione preparando una meravigliosa
focaccia al formaggio che, in omaggio alla tradizione di famiglia, non prevede
l'utilizzo della teglia, aggiungendo una complicazione in più alla preparazione
di questo capolavoro della cucina ligure.
Qui si può gustare anche una
strepitosa focaccia semplice, una altrettanto buona con le cipolle, una gustosissima
farinata e molto altro.
Per
una buona focaccia occorre recarsi anche da Tossini, che dispone altresì di ottimi piatti da tavola calda, come
una splendida lasagna al pesto. Fuori dal comune di Recco segnalo poi il
ristorante Edobar a Sori e la
focacceria Revello a Camogli.
La
due giorni di Recco (con sconfinamenti a Camogli e Sori) mi ha fatto quindi
scoprire tante belle (e buone) storie che si nascondono dietro alle
denominazioni di origine di dimensione più piccola.
E
l’essenza di tali denominazioni sta esattamente nelle parole di Lucio Bernini, consulente
di marketing e responsabile ufficio stampa del Consorzio della Focaccia di
Recco: “Noi non vogliamo invadere il
mondo, non vogliamo neanche che il mondo venga qui, perché non siamo in grado
di accontentare tutti. Certo, vogliamo mantenere questo prodotto legato al suo
territorio e alla sua identità. Questo è un prodotto che si chiama Focaccia, ha
quindi un nome comune, come tutti noi (c’è un Carlo, un Giovanni, un
Francesco) ma di cognome fa Recco. E su quello ci siamo solo noi”.
Le
denominazioni di origine sono fatte di persone che hanno grande amore per la
propria terra, per le proprie tradizioni e trasmettono entusiasmo e passione per
il proprio prodotto, nel quale si identificano. Esattamente come accadeva ai
loro padri e ai loro nonni.
E tutto ciò le accomuna, creandosi così, appunto, un
“fattore comune” che le unisce, così come sono uniti in modo indissolubile in
questo ambito prodotti e territori.
Invitato dal Consorzio Focaccia di Recco
Nessun commento:
Posta un commento