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29 gennaio 2017

Il vero motivo per andare allo stadio


Lo diceva anche Homer Simpson che non si va allo stadio (solo) per vedere la partita o per guardare la propria squadra giocare (“il gioco è una schifezza, il gioco mi fa star male”), ma piuttosto per partecipare ai tailgate party.
In effetti in America molto prima dei match soprattutto di football o delle gare Nascar, si è soliti organizzare negli enormi parcheggi nelle vicinanze degli stadi dei giganteschi e divertenti party, con tanto cibo alla griglia, birra e molto altro ancora, offerti sempre in grande abbondanza.
Questo cibo e i relativi piani di cottura vengono fuori dai portelloni posteriori di lunghi macchinoni tipo Suv o similari. La parola tailgate (che letteralmente vuol dire porta posteriore) deriva proprio da questo: il portellone posteriore della macchina viene utilizzato sia per trasportare il cibo sia per adattarci sopra delle griglie (e l'alimentazione elettrica proviene spesso dalla macchina stessa) per cuocervi ad esempio della carne.
Il tailgating ha nei tifosi di alcune squadre, soprattutto di football, degli autentici maestri. Ken "Pinto Ron" Johnson, tifoso dei Buffalo Bills è ad esempio un fuoriclasse in materia. Cuoce sul cofano della sua macchina la carne, utilizzando tra l’altro, oltre che le griglie, anche una sega su cui preparare gli hamburger e una cassetta delle lettere per arrostire le ali di pollo, servendo all’occorrenza anche del whisky da una palla da bowling…
Altre città e relative squadre famose per il tailgating nell’ambito della lega del football americano sono Baltimora, Philadelphia, Houston, Cleveland, Kansas City.
In ambito universitario dove le relative squadre negli Usa hanno una rilevanza notevole, è famoso il tailgating di Mississippi. Qui vengono offerti cibi talmente ricercati da destare l’attenzione anche di riviste importanti di food, come Bon Appetit Magazine. Anche la location è particolare: i tifosi della squadra NCAA di Mississippi (i Rebels di Ole Miss) celebrano il loro tailgate party in un boschetto con un menù gourmet che spazia dal maiale arrosto all’alligatore fritto, dai panini di formaggio e peperoni alla crostata di noci pecan al bourbon.
Per vedere in cosa consiste questo spettacolo di colori e sapori date un’occhiata anche alla slide show che trovate a questo link.
Chissà che un giorno anche in Italia si possano trovare gli spazi e un approccio più rilassato allo sport dei tifosi tali da poter ben organizzare questi golosi party gastronomico-sportivi che a me, come avrete capito, non dispiacciono per niente ;-) ...

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