Il burro. Un ingrediente a cui non mi
sono mai opposto, anche in nome della più sana dieta mediterranea.
Tutti i piatti in cui si utilizza il burro sono buoni, non c’è dubbio, ed alla sua frequente demonizzazione rispondo semplicemente che lo si può utilizzare, ma senza esagerare. Può essere un buon compromesso.
Peraltro uno chef che adoro, Philippe Leveillé, originario di una regione che amo tanto, la Bretagna, ha scritto un libro “La mia vita al burro” che parla del suo ingrediente preferito (appunto il burro, rigorosamente bretone o della Normandia il più buono, a mio avviso) e dell’evoluzione della sua carriera, che lo ha portato alla conquista di due stelle Michelin. Da notare inoltre che questo libro ha una copertina bellissima, che lo fa sembrare una grande confezione di burro.
E nel post di oggi, il primo del 2017, voglio segnalarvi un interessante sito francese che ha per oggetto proprio una raccolta di confezioni di burro, cioè per capirci quegli involucri argentati in cui si avvolge lo stesso quando viene commercializzato. Il sito si chiama http://www.didier-beurre.fr/ e mostra una splendida collezione di ben 3.674 "papiers de beurre". Ve ne sono di bellissimi, per lo più francesi, che sono i più attraenti a mio avviso, ma anche di altre nazioni.
Al piacere per il buon burro prodotto in modo tradizionale aggiungo quindi decisamente anche quello, quasi da collezionista incallito, della bellezza delle sue confezioni. Un piacere altrettanto elevato che vi invito ad "assaporare", come ho fatto io. Consultate questo sito, quindi. Vi divertirete.
Ah, dimenticavo: anche se un po' in ritardo, vi auguro un buon 2017!
Tutti i piatti in cui si utilizza il burro sono buoni, non c’è dubbio, ed alla sua frequente demonizzazione rispondo semplicemente che lo si può utilizzare, ma senza esagerare. Può essere un buon compromesso.
Peraltro uno chef che adoro, Philippe Leveillé, originario di una regione che amo tanto, la Bretagna, ha scritto un libro “La mia vita al burro” che parla del suo ingrediente preferito (appunto il burro, rigorosamente bretone o della Normandia il più buono, a mio avviso) e dell’evoluzione della sua carriera, che lo ha portato alla conquista di due stelle Michelin. Da notare inoltre che questo libro ha una copertina bellissima, che lo fa sembrare una grande confezione di burro.
E nel post di oggi, il primo del 2017, voglio segnalarvi un interessante sito francese che ha per oggetto proprio una raccolta di confezioni di burro, cioè per capirci quegli involucri argentati in cui si avvolge lo stesso quando viene commercializzato. Il sito si chiama http://www.didier-beurre.fr/ e mostra una splendida collezione di ben 3.674 "papiers de beurre". Ve ne sono di bellissimi, per lo più francesi, che sono i più attraenti a mio avviso, ma anche di altre nazioni.
Al piacere per il buon burro prodotto in modo tradizionale aggiungo quindi decisamente anche quello, quasi da collezionista incallito, della bellezza delle sue confezioni. Un piacere altrettanto elevato che vi invito ad "assaporare", come ho fatto io. Consultate questo sito, quindi. Vi divertirete.
Ah, dimenticavo: anche se un po' in ritardo, vi auguro un buon 2017!
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