Sono stato recentemente, in Toscana, all’inaugurazione dell’interessante cantina Monte Rosola, situata nei pressi di Volterra, cittadina che un tempo era una capitale etrusca.
Si tratta di una tenuta situata in collina a 400 metri di altitudine, contornata da uno splendido paesaggio, un pò diverso da quello classico toscano, con valli molto profonde a cui fanno da contraltare ripide risalite delle stesse colline.
La tenuta Monte Rosola è situata in una posizione meravigliosa, dove si respira l’aria marina proveniente dalla Val di Cecina che arriva fino al mare. Nelle giornate più terse lo sguardo arriva ad avvistare persino il profilo della Corsica. Dalla tenuta, inoltre, è possibile scorgere verso destra anche la Val d’Era.
I primi insediamenti accertati in quest’azienda risalgono al XV secolo, quando era un avamposto fortificato del Castello di Pignano. Qui da sempre sono state coltivate la vite e l’olivo che hanno dato lavoro e sostentamento alle famiglie fino a metà degli anni ‘50. Nel 1999 Monte Rosola è tornata alle sue origini e sono stati reimpiantati un vigneto e un oliveto.
Nel 2013 la famiglia svedese Thomaeus rileva dai precedenti proprietari i 7,5 ettari della tenuta e investe sull’ampliamento dei terreni, arrivando a un totale di 124 ettari di cui, ad oggi, 11 in produzione ed 8 già impiantati in attesa di un adeguato sviluppo vegetativo; un progetto prevede inoltre di arrivare a breve a un totale di 25 ettari di vigneto.
L’accresciuta estensione vitata ha richiesto spazi più ampi per la vinificazione, per la bottaia e per la conservazione delle bottiglie, ed è per questo che a maggio 2016 sono stati avviati i lavori per la nuova cantina.
I proprietari Bengt ed Ewa Thomaeus hanno voluto concepire Monte Rosola nel pieno rispetto del territorio circostante. Da qui è nata la scelta nel 2013 di eliminare l’utilizzo di prodotti chimici fino a ottenere la certificazione biologica nel 2018. Sempre in un’ottica di rispetto dell’ambiente, la tenuta è dotata di strutture virtuose che operano all’insegna della sostenibilità: areazione a 360°, fotovoltaico, geotermico, recupero di acque meteoriche, depurazione di acque reflue, illuminazione esterna che riduce al minimo l’impatto ambientale, ecc.
Una lettura attenta del territorio e dei suoi caratteri pedoclimatici ha anche guidato la scelta dei vitigni, la cui selezione è avvenuta in funzione della composizione dei terreni, che in alcune zone si presentano più ricchi di scheletro, mentre in altre sono a prevalenza sabbiosa.
Nei nuovi impianti si è deciso di dare più spazio ai vitigni storici come il Sangiovese, il Grechetto e più recentemente il Vermentino che si affiancano a quelli che già esistevano, il Merlot, il Syrah e il Cabernet.
Le lavorazioni in vigna seguono il tempo e la delicatezza della manualità, dalla potatura secca, alla gestione della parete vegetante fino alla sfogliatura, al diradamento delle uve e all’invaiatura, se necessario. Anche la vendemmia è svolta manualmente con una scelta dei grappoli in vigna e un’accorta selezione degli acini sul tavolo di cernita. La cura e l’attenzione posta alle lavorazioni in vigna costituisce infatti la parte fondamentale del pensiero di Bengt ed Ewa sul vino.
La fermentazione è naturalmente svolta dai lieviti presenti sulle uve e viene assecondata da “rimonte e follature” manuali. Il vino è affinato in barriques per almeno 15 mesi, oltre ad 1 anno in bottiglia prima di essere commercializzato.
Ogni anno si lavora per cercare di ottenere il massimo dal vigneto con il fine di produrre soltanto vini che rispecchino il terroir e abbiano un tocco non convenzionale.
La nuova cantina
La famiglia Thomaeus, nel momento di pensare al progetto, si è voluta ispirare alle architetture medievali caratteristiche della Toscana.
Ne è nato quindi un complesso con un involucro esterno dalla indiscussa impronta storica che nasconde però al suo interno un’anima tecnologica altamente avanzata. Appena si giunge in azienda si ammira una corte di forma quadrangolare con edifici che si sviluppano in altezza su uno o due livelli, fatta eccezione per la torre a base quadrata che svetta e domina sull’intera struttura.
Gli edifici intorno alla corte contengono la sala diraspatura, i magazzini, uno spazio dedicato a cucina-refettorio, uno spazio per la vendita diretta e altri per la degustazione.
La torre, ai piani superiori, ospita gli uffici e al secondo piano una sala polivalente.
Le numerose terrazze della struttura permettono di godere di viste suggestive dei vigneti della tenuta e di tutto il territorio circostante.
Il piano interrato della cantina è adibito a bottaia; ad esso sono correlati gli ambienti di lavorazione quali la barricaia, un laboratorio, un magazzino e un locale dedicato all’imbottigliamento.
Il piano mezzanino, inoltre, è occupato da uno spazio particolare di degustazione con affaccio vetrato sia sulla zona operativa della cantina che sulla barricaia.
I materiali da costruzione impiegati sono molteplici: dal cemento armato, al ferro, al legno, al cotto, al vetro fino alla pietra locale, il Panchino di Pignano, proveniente dalla stessa azienda e utilizzata come rivestimento.
E’ importante sottolineare che tutti gli spazi della cantina sono interamente accessibili ai portatori di handicap e che in tutti gli ambienti, e in particolare in quelli di lavoro, l’impiantistica rimane nascosta per evitare l’intralcio alle lavorazioni.
E veniamo ai vini dell’azienda che fino alla vendemmia 2017 sono stati prodotti in circa 7.000 bottiglie, diventate poi 30.000 nel 2018. Dall’eccellente lavoro in team composto dal Direttore Michele Senesi, agronomo, da Stefano Dini, sempre agronomo, e dall’enologo Alberto Antonini si realizzano prodotti di grande interesse.
Ho molto gradito in degustazione il Crescendo I.G.P Toscana Rosso (100% Sangiovese), il Corpo Notte I.G.P Toscana Rosso (70% Sangiovese; 30% Cabernet Sauvignon) e l’Indomito I.G.P Toscana Rosso (100% Syrah, un vitigno che ben si adatta a questo territorio). Proprio questi vini tra l’altro hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti.
Sono prodotti che ben si adattano alla cucina del territorio volterrano o a piatti preparati con materie prime locali, leggermente rivisitati in chiave moderna. Ad esempio nell’ottimo ristorante da Beppino a Volterra ho avuto modo di apprezzare i rossi di Monte Rosola perfettamente abbinati al risotto al piccione selvatico con cipolla e nocciole, ai pici al ragù di agnello (prodotto nell’allevamento di proprietà del locale) o alla tagliata d’anatra con salsa alla senape.
La tenuta Monte Rosola produce anche un bianco strutturato molto interessante, il Primo Passo, ottenuto da uve Grechetto, Viogner e Manzoni, ispirato ad una delle opere di Mauro Staccioli, artista volterrano di fama internazionale.
Quando visiterete Monte Rosola noterete infatti un’ellissi che si staglia sul colle imponendosi alla vista man man che ci si avvicina al cancello di ingresso. Tale opera, intitolata Primi Passi, è parte integrante del paesaggio, accrescendone la bellezza. Fino a poco tempo fa si trovava altrove e rischiava di abbandonare Volterra. La tenuta Monte Rosola ha trovato l’intesa con l’Archivio Mauro Staccioli, anche grazie al Comune di Volterra, per ospitare Primi Passi nel proprio terreno.
A Monte Rosola si produce anche un olio extra vergine di alta qualità, prodotto da olive raccolte a mano in tre ettari di terreno coltivati con tecniche all’avanguardia, sui colli rivolti a ovest. Le condizioni climatiche della zona infatti offrono un ambiente naturalmente sano per le olive.
Vi consiglio proprio di fare una visita presso questa azienda in occasione di Cantine Aperte che si terrà nel prossimo weekend. Sarà l’occasione per conoscere da vicino questa bella realtà, ammirare un paesaggio davvero mozzafiato e soprattutto assaggiare i suoi ottimi vini. Seguite il mio consiglio e non ve ne pentirete.
Tenuta MonteRosola Soc. Agr.
Podera La Rosola 27, Loc. Pignano
56048, Volterra, Toscana, Italia
Telefono: +39 0588 350 62
Mobile: +39 347 826 36 32 o +39 342 864 15 47
E-mail: michele@monterosola.com - info@monterosola.com
Facebook: MonteRosola
Instagram: monterosola
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