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12 dicembre 2018

Un viaggio nell’eccellenza vitivinicola di Bordeaux


Il nome di Bordeaux è legato indissolubilmente al vino. Si può dire che Bordeaux sia la capitale mondiale del vino, in quanto rappresenta il più grande vigneto di eccellenza al mondo, forte delle sue sessanta denominazioni d’origine controllata, distribuite su 111.000 ettari.
Questa zona detiene anche il primato del più ampio dipartimento viticolo di Francia, con 6.822 aziende (dato 2015) che presentano una dimensione media di 17,6 ettari (erano 8,6 nel 1995), per una produzione di vino che si aggira sui 5.5 milioni di ettolitri l’anno.
Numeri importanti, quindi, che fanno comprendere la rilevanza di questa zona viticola, che con i suoi cru fa sognare gli appassionati di tutto il pianeta (si stima che al mondo siano vendute ogni secondo 23 bottiglie di Bordeaux!).
Nel momento in cui si effettua un soggiorno a Bordeaux, quindi, più di un luogo di interesse e attrazione turistica non può che essere legato al vino.
Uno di questi è senza dubbio la Cité du Vin, che è stata definita il faro dell’enoturismo di Bordeaux o il totem di Bordeaux, mentre il National Geographic la colloca addirittura al 7° posto tra i migliori musei del mondo!
Inaugurata a maggio 2016 e situata appena fuori centro sulle rive della Garonne, ha la forma di un grande decanter (questa è solo una delle interpretazioni) e conta un numero crescente di visitatori (sono stati 445 mila nel 2017, provenienti da 176 paesi).


La Cité du Vin ospita un’offerta culturale unica al mondo ed è molto di più di un semplice museo del vino, offrendo ai visitatori una esperienza completa sul suo variegato mondo, visto da molteplici angolazioni (storiche, organolettico-sensoriali, geografiche, culturali, ecc.). Ogni argomento trattato è poi sempre accompagnato dai più moderni supporti tecnologici e multimediali.
Alla Cité du vin bisogna innanzitutto visitare la mostra permanente, che con i suoi 19 moduli tematici portano i visitatori alla scoperta delle civiltà del vino.



Tra le tante cose interessanti da sperimentare, segnalo una divertente verifica della “preparazione” dei visitatori in materia di degustazione, costituita dal cosiddetto “Buffet dei cinque sensi”, che consiste tra le altre cose nell’indovinare i profumi e gli aromi che caratterizzano i vini.
La visita si conclude con una piacevole degustazione di vini (locali e non solo) all’ottavo piano, dove si può ammirare un fantastico panorama sulla Garonne e sul ponte Jacques Chaban-Demas.



Ogni anno l’offerta culturale è arricchita da due mostre temporanee: nel 2018 una è stata dedicata al vino e alla musica, mentre fino a tutte le feste di Natale, il territorio vinicolo di Porto e della valle del Douro, in qualità di “Vignoble invité”, sarà oggetto di una specifica esposizione.


Nell’Auditorium Thomas Jefferson, inoltre, si svolgono tutto l’anno spettacoli, concerti, proiezioni, incontri e dibattiti. Una cantina con oltre 14.000 bottiglie, una sala lettura, aree di accoglienza e laboratori didattici per il pubblico giovane completano l’offerta a 360° della Cité.


Dalla stessa Cité du vin è possibile prolungare l’esperienza in materia enologica tra i vigneti bordolesi. Al piano terra, il team “Routes du Vin” dello spazio informazioni informa e guida il turista che desidera scoprire e visitare, non solo virtualmente, i vigneti di Bordeaux.


I visitatori comunque possono orientare le proprie scelte grazie al portale di riferimento dell’enoturismo a Bordeaux, che centralizza le informazioni enoturistiche e permette di prenotare visite e tour dei vigneti.
A Bordeaux d'altronde vi sono cinque strade del vino e vale assolutamente la pena immergersi nei suoi affascinanti e colorati paesaggi.


Sulla riva destra della Dordogna, ad esempio, è da visitare Saint-Emilion, soprannominata la collina dai 1.000 châteaux, che è famosa per il suo borgo medievale ed il suo vigneto iscritto al patrimonio Mondiale dell’UNESCO.


Qui ho avuto modo di visitare, tra tante splendide vigne color dell’oro e dai caldi colori dell’autunno, la bellissima azienda Château de Ferrand.


Lo Château de Ferrand risale al XVII secolo e la sua particolarità è che in 300 anni ha avuto come proprietari soltanto due famiglie, divenendo così una delle aziende più antiche, caratteristiche e con conduzione “univoca” di Saint-Emilion. L’azienda fu di proprietà di Elie Bétoulaud e dopo di lei del marchese di Mons e dei suoi eredi. E' subentrata poi la famiglia del barone Bich, di origine italiana, fondatore della nota azienda Bic (produttrice di biro, rasoi, ecc.), che tuttora presiede la società tramite Pauline Chandon-Moët Bich, assistita da suo marito Philippe Chandon-Moët, altro nome ben noto nel mondo dei prodotti francesi di elevata qualità.
L’azienda presenta una superficie complessiva di 42 ettari, di cui 32 di vigneti (coltivati a Merlot per il 75%, Cabernet Franc per il 15% e Cabernet Sauvignon per il 10%), in un contesto molto bello caratterizzato da un panorama unico sulla valle della Dordogne, dall'eleganza dell'architettura aziendale e dallo charme delle sue storiche cantine.


Lo Château de Ferrand ha ottenuto nel 2012 da una specifica Commissione dell’INAO, l’Ente che vigila le Doc francesi, il riconoscimento di “Grand Cru Classé de Saint – Emilion” che deriva da un terroir eccellente dalle grandi potenzialità, caratterizzato anche da un'altitudine e un'esposizione molto particolari, che si differenziano da quelle medie della zona. Le temperature sono infatti leggermente più fresche, con i vigneti che sono tra i più alti e meglio ventilati di Saint Emilion. Inoltre gli stessi vigneti, pur presentando diversi tipi di suolo, hanno in comune livelli abbastanza elevati di argilla. Ed è noto che i terreni argillosi a Bordeaux hanno un forte potenziale enologico. Ogni parcella viene infine lavorata in modo diverso in base alle sue caratteristiche individuali (suolo, varietà di uva, anno di impianto, ecc.).


La famiglia del Barone Bich attribuisce grande importanza al rispetto per l'ambiente ma anche ovviamente alla qualità del vino.



Tra quelli più interessanti che ho avuto modo di degustare c’è il Saint Emilion Grand Cru 2009 (83% Merlot, 14% Cabernet Franc, 3% Cabernet Sauvignon) che al naso esprime un'intensità aromatica di frutti neri, ribes nero, liquirizia, con note minerali, mentre all’assaggio è potente, vellutato, ma al tempo stesso conserva una piacevole freschezza.


Si abbina bene con piatti nobili come il gelato al tartufo con spuma di formaggio Mont D’Or e funghi.
Proprio una bella esperienza quindi questa visita, anche dal punto di vista formativo, che consiglio vivamente a tutti di fare.
L’Ufficio del Turismo di Bordeaux offre comunque e in generale un ampio ventaglio di escursioni (una sessantina durante la stagione) con partenza da Bordeaux, ispirate a diverse tematiche come vino e patrimonio e vino e gastronomia, che permettono di scoprire gli châteaux, incontrare i viticoltori o apprendere i primi rudimenti della degustazione. E’ possibile inoltre prenotare delle interessanti crociere enologiche.
Ora sta a voi scegliere. Cin cin!

Ps: a Bordeaux è stato tracciato dall’ente del turismo il cosiddetto Urban wine trail, cioè a dire una mappa che individua nei diversi quartieri della città i migliori winebar o enoteche da visitare. Ne sono stati individuati ben 25, con caratteristiche ben distinte tra loro. Enjoy!

Per ulteriori informazioni:

Ufficio del Turismo di Bordeaux
Ufficio del Turismo francese

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