In
vari post più o meno recenti ho sempre sostenuto che recarsi in un mercato è
sempre una festa. A causa dei colori che “trasmettono” le materie prime
agricole in vendita, dei loro profumi, della freschezza e stagionalità dei
prodotti offerti, delle idee di ricette che possono venire in mente man mano
che si scorrono i banchi, della vivacità delle persone che vi lavorano e delle
diverse “umanità” che esprimono questi luoghi.
E il mercato di Ortigia, la parte di Siracusa che si protende nel mare, ne è più che mai una conferma.
In questo splendido angolo di Sicilia, tra le vie che lambiscono il mare blu, c’è infatti un mercato davvero interessante che presenta anche delle particolarità che via via vi illustrerò in questo post.
E il mercato di Ortigia, la parte di Siracusa che si protende nel mare, ne è più che mai una conferma.
In questo splendido angolo di Sicilia, tra le vie che lambiscono il mare blu, c’è infatti un mercato davvero interessante che presenta anche delle particolarità che via via vi illustrerò in questo post.
Non
si può non precisare, evidentemente, che il protagonista di questo mercato è il
pesce.
Un pesce freschissimo, pescato a pochi metri da lì, con mille varietà e
specie quasi ancora vive.
Pesce azzurro, seppie, pesce bandiera, spada,
gamberoni spettacolari (tra l’altro a prezzi non proibitivi), scorfani,
calamaroni. Che sembrano uscire da un quadro di Guttuso…
Ai
frutti di mare, poi, è adibito anche uno specifico banco che vende fasolari, vongole,
ostriche e cozze che possono essere degustate sul posto anche crude, insieme ad
un buon bicchier di vino, su appositi tavolini situati accanto al punto
vendita.
Ottima anche l’ortofrutta. La zona, come noto, regala prodotti stupendi, a partire dai pomodorini di Pachino, venduti anche secchi o ridotti in “poltiglia” (capuliato). E poi le mitiche cipollone di Giarratana, di cui avevo solo sentito parlare e che mi sono faticosamente portato in aereo.
Ottima anche l’ortofrutta. La zona, come noto, regala prodotti stupendi, a partire dai pomodorini di Pachino, venduti anche secchi o ridotti in “poltiglia” (capuliato). E poi le mitiche cipollone di Giarratana, di cui avevo solo sentito parlare e che mi sono faticosamente portato in aereo.
Tra la frutta, figurano tra l’altro
delle ottime pesche, dei dolcissimi meloni bianchi e i fichi d’india del non
lontano Etna, dai colori seducenti.
Stupenda
anche la parte che riguarda la vendita di erbe, spezie (persino bulbi di zafferano da far crescere sul proprio balcone!), paste di mandorla di
ogni genere, pistacchi in granella, estratto di pomodoro (sembra quasi qui di
tornare ai tempi in cui questo prodotto veniva venduto solo sfuso), e prodotti
caseari, con le ricotte salate in prima linea.
A
tale ultimo proposito, in questo mercato vi sono un paio di negozi/banchi che
vendono gustosissimi formaggi siciliani da abbinare con tanti prodotti, anche
sott’olio, per un aperitivo sfizioso (alcuni di questi punti vendita sono
aperti fino a sera) o dei ricchi panini iperimbottiti e gustosi.
La
cosa più divertente a mio avviso del mercato di Ortigia è la presenza, a latere
del mercato stesso, di piccoli banchetti dove vengono venduti peperoni (quelli
rossi più piccoli e allungati) grigliati al momento, come anche patate, cipolle
o, se non ricordo male, zucchine. Uno street food se vogliamo atipico, ma molto
interessante.
Intanto,
sempre su banchetti improvvisati, venditori ambulanti offrono il frutto del
loro pescato di barca, che quindi può essere di ogni tipo e variabile da
giornata a giornata. Il pesce è freschissimo, quasi vivo, e i prezzi sono a dir
poco vantaggiosi.
Infine,
altri venditori aprono ricci freschissimi e con pazienza e dedizione raccolgono
in bicchierini il magico e attraente interno, di colore arancio-giallastro. Un
bicchierino = 15 euro. 15 euro di felicità…
Nessun commento:
Posta un commento