Il
bello delle vacanze è anche che si assaporano lentamente, a posteriori, i tanti
piacevoli momenti che si vivono durante di esse. Quando meno te lo aspetti o
quando viene in mente un qualsiasi spunto che porta al loro ricordo, si gustano
ancora (e non solo in senso strettamente culinario) frazioni di giornate, momenti
o istanti vissuti in modo gradevole e spensierato.
Un po’ per questo e un po’ perché finora non ho avuto tempo di farlo, vi racconto ora di qualche mia bella esperienza (in questo caso enogastronomica) vissuta la scorsa estate.
Un po’ per questo e un po’ perché finora non ho avuto tempo di farlo, vi racconto ora di qualche mia bella esperienza (in questo caso enogastronomica) vissuta la scorsa estate.
Sono
stato a Palinuro, posto che non conoscevo, dal bel mare blu e dalla costa a
picco sul mare, con tante interessanti grotte da visitare, panorami mozzafiato e
un bel gruppo di amici con cui condividere tante chiacchiere e risate. Dal
punto di vista gastronomico il posto offre molto, ma la vacanza trascorsa in
albergo mi ha impedito di assaggiare troppi prodotti e cucina locale.
Ma delle eccezioni ci sono eccome. Ad esempio non posso non citare i dolcissimi fagioli di Controne, dalla buccia quasi impalpabile, che avevo già avuto modo di assaggiare dalla mano sapiente del grande Gennaro Esposito.
Ma delle eccezioni ci sono eccome. Ad esempio non posso non citare i dolcissimi fagioli di Controne, dalla buccia quasi impalpabile, che avevo già avuto modo di assaggiare dalla mano sapiente del grande Gennaro Esposito.
A casa, dopo
averli comprati in loco, li ho cucinati in modo classico, preparando una fantastica
“pasta e fagioli estiva”, quella che viene anche definita in terra di Campania
pasta con gli “spullicariell” (spollichini, fagioli bianchi). Fatta con tanti ingredienti freschi dell’estate, come il pomodoro, profumati odori, aglio in grandi pezzi, possibilmente
accompagnati da pasta “ammiscata”(pasta
mista).
Del
Cilento ho apprezzato il suo grande olio, con molte differenze tra quello
costiero e quello delle colline interne, dei semplici ma buonissimi spaghetti
con alici fresche tipiche della zona, ma anche un liquore a base di finocchio
marino che nasce sugli scogli di Capo Palinuro. Un liquore aromatico, non troppo
dolce che, bevuto ghiacciato, è una vera goduria.
Della vacanza a Palinuro ricordo con gran piacere anche una grande mangiata in un bosco a ridosso di una bella spiaggia nel Parco del Cilento, con grigliate di carne, salumi e formaggi tipici provenienti dal relativo chiosco/ristorante immerso nel verde. Non potete capire che buone erano le salsicce artigianali alla brace!
Della vacanza a Palinuro ricordo con gran piacere anche una grande mangiata in un bosco a ridosso di una bella spiaggia nel Parco del Cilento, con grigliate di carne, salumi e formaggi tipici provenienti dal relativo chiosco/ristorante immerso nel verde. Non potete capire che buone erano le salsicce artigianali alla brace!
Il
resto della mia vacanza l’ho trascorso nella mia isola del cuore, Ischia.
Sebbene la conosca benissimo, non finisco mai di fare nuove esperienze
enogastronomiche.
Innanzitutto
vi segnalo un ristorante dove ho sempre mangiato una genovese da 10 e lode e di
cui forse vi ho già parlato altre volte. Un piatto di terra in un posto di mare
come la genovese potete mangiarlo al ristorante Dai Tu,
a due passi (di numero) dalla riva del mare. Ma dal Dai Tu potete gustare anche
dell’ottimo pesce freschissimo, cucinato anche alla maniera ischitana, con
ortaggi vari e una salsina “da scarpetta” assicurata. E poi qui si può mangiare
una strepitosa crostata di fichi dell’isola, che chissà se mai riuscirò ad
imitare…
Vi ho parlato sicuramente in altri post (come ad esempio questo) del cornetto di Calise e del pane del panificio Boccia. Dell’uno e dell’altro locale questa volta vi faccio cenno ancora, ma anche per altre golose preparazioni. Da tempo apprezzo molto, ad esempio, le maddalene di Calise servite tiepide, di grande morbidezza, dal profumo agrumato appena accennato. Andate quindi da Calise per il suo famoso cornetto, ma non perdetevi queste deliziose maddalene.
Vi ho parlato sicuramente in altri post (come ad esempio questo) del cornetto di Calise e del pane del panificio Boccia. Dell’uno e dell’altro locale questa volta vi faccio cenno ancora, ma anche per altre golose preparazioni. Da tempo apprezzo molto, ad esempio, le maddalene di Calise servite tiepide, di grande morbidezza, dal profumo agrumato appena accennato. Andate quindi da Calise per il suo famoso cornetto, ma non perdetevi queste deliziose maddalene.
Da
Boccia, oltre al pane, lasciatevi guidare dall’istinto e scegliete tra le sue
ottime pizze rustiche, i suoi cornetti salati ed i suoi rustici dal
rivestimento esterno dolce.
Di
Ischia, poi, non posso dimenticare i pomodori dolcissimi, inimitabili, cresciuti
anche in tanti orti casalinghi come quello nella foto e su terreni vulcanici,
che conferiscono loro un sapore difficilmente trovabile altrove.
Ischia
è famosa per i suoi vini? Senz’altro sì, ma non avevo mai assaggiato un vino
passito di così grande piacevolezza. Si tratta del Passito
secco Giardini Arimei definito “vino
da conversazione”: in effetti è un passito unico che costa abbastanza
perché il metodo di raccolta e di trasformazione prevede l’utilizzo di uve di
vitigni diversi e autoctoni, surmaturate in pianta e raccolte durante l’arco di
ben tre stagioni, con sette vendemmie consecutive!
Questo vino del passito ha la struttura, la morbidezza, la ricchezza aromatica, con sentori di frutti tropicali, di frutta secca, di miele, di spezie mediterranee, di agrumi e vanta persino un vago umore fumoso che proviene dalla terra vulcanica. Dai passiti tradizionali si distingue per la sua vena amabile, ma non troppo dolce e per la sua sapida acidità. Un passito quindi accattivante, da sorseggiare in momenti di relax con cioccolato fondente, formaggi stagionati, fois-gras, pasticceria secca e, naturalmente, la pastiera napoletana.
Ed ora, per una bella conversazione, chi viene a bere questa pregiata bottiglia con me? A casa ne ho ancora una da stappare…
Questo vino del passito ha la struttura, la morbidezza, la ricchezza aromatica, con sentori di frutti tropicali, di frutta secca, di miele, di spezie mediterranee, di agrumi e vanta persino un vago umore fumoso che proviene dalla terra vulcanica. Dai passiti tradizionali si distingue per la sua vena amabile, ma non troppo dolce e per la sua sapida acidità. Un passito quindi accattivante, da sorseggiare in momenti di relax con cioccolato fondente, formaggi stagionati, fois-gras, pasticceria secca e, naturalmente, la pastiera napoletana.
Ed ora, per una bella conversazione, chi viene a bere questa pregiata bottiglia con me? A casa ne ho ancora una da stappare…
10 commenti:
Grazie di farci conoscere tante belle golosità.
Anna
Grazie a te, Anna!
Cconcordo con te , il bello delle vacanze è anche che si assaporano lentamente . Da queste trapare oltre che la bellezza del paesaggio , anche i profumi e i sapori di questi luoghi incantati. Buona serata Daniela.
Grazie Daniela!
Non so se mi attraggono maggiormente i panorami o quelle del cibo... ma mi prenoto per la pregiata bottiglia!!!!
@Serena: un bicchiere per te ;)
Poi non dire che non passo da te! E' la 3 volta che lascio il commento!!!! :P
@Yrma: ma solo su questo post?
Il Cilento.. e Ischia.. come si fa a non avere dei bei ricordi! Del cilento ho scritto anche io .. che meraviglia
@Pasta bites: allora devo venire a leggere cosa hai scritto del Cilento ;)
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