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9 febbraio 2013

Al rugby, encore une fois


 Il titolo mezzo francese è d’obbligo quando la partita di rugby a cui sono andato ad assistere domenica scorsa era Italia-Francia.
Italia-Francia… un motivo in più per andare a vedere uno sport che amo tanto, visto che in campo c’era l’équipe di una nazione che amo altrettanto molto (la Francia), come chi mi segue ben sa.
Un recente articolo di un bravo giornalista, Marco Pastonesi, dice che il rugby “accorcia l’inverno”. Per me è proprio così, il 6 Nazioni “mi tiene impegnato” a seguirlo per un paio di mesi ed il duro e lungo inverno sembra più corto…


Il bello del rugby è il suo spirito, la sua lealtà, l’unione dei tifosi anche avversari, al di là delle regole del gioco, tra l’altro piuttosto complesse. E’ la battaglia in campo e l’amicizia tra tifosi avversari sugli spalti: in una parola, quello che ogni vero sportivo vorrebbe.
 
Cos'è il rugby? I tifosi hanno provato a dare una risposta qui
Ma di tutto questo ho parlato già più volte, quindi non vi tedio ulteriormente.
Cosa dire allora su Italia-Francia? L’ambiente era bellissimo, di festa. Il fatto poi che la nostra nazionale sta progressivamente crescendo, battendo anche i forti rivali francesi, ha portato ancora più entusiasmo e allegria (io tuttavia non ero contento al 100%, perché la squadra sconfitta era quella della mia amata Francia…).
Un cenno ai tifosi francesi: ho apprezzato molto la loro competenza.
 

 
 Del resto il rugby in Francia (me lo confermeranno le mie amiche francesi che commentano sul mio blog) è uno sport nazionale, forse più del calcio. Non mi sorprende quindi che la cultura del rugby sia molto più intrinsecamente radicata nei francesi che in noi, come del resto accade anche nelle nazioni anglosassoni. In questo siamo anni luce indietro.
 
 
 
 
E non mi sorprende quindi anche che l’età media dei tifosi francesi presenti fosse abbastanza alta. Cosa molto diversa da quello che accade col pubblico italiano, con tanti giovani, molti dei quali secondo me vanno allo stadio più per curiosità e moda che per una forte e vera passione rugbistica.

 

E poi la protagonista di questi eventi è lei, la birra, che scorre a fiumi prima, durante e dopo le partite quando nel terzo tempo ha luogo, se vogliamo, la parte più divertente del match, con i tifosi che si uniscono e festeggiano comunque insieme, indipendentemente dall’esito della partita.


Il bello del rugby è anche il fatto che all’evento sportivo di solito accompagno qualche bella esperienza gastronomica. Io che abito dall’altra parte di Roma rispetto allo stadio, approfitto sempre di queste occasioni per mangiare “a rate” toccando vari punti “gourmet” di avvicinamento fino ad arrivare ai luoghi di ristoro nell’area del “terzo tempo” che però devo dire non mi fanno impazzire (e sono stato buono nel giudizio…).
Quest’anno lungo la strada verso lo stadio ho toccato il ben noto “Cristalli di zucchero” vicino al lungotevere, Bonci con la sua mitica pizza ed un arancino (di tagliolini al basilico) che va citato per la sua bontà. Poi, tornando a casa ormai esausto per la giornata intensa, una tappa alla pasticceria Siciliano-svizzera la faccio sempre, per mangiare sul momento e portare a casa cannolini e cassatine oltre, volendo, a delle specialità salate della grande, splendida cucina siciliana.

4 commenti:

daniela64 ha detto...

C'aria di festa e di divertimento in quelle foto , sono certa che sei divertito. Io non sono tifosa di rugby, anche se nel mio paese ci sono due giocatori di questo sport, uno ha giovato a livello nazionale.Simpaticissima la 4° foto.
Buon giornata e buon carnevale, Daniela.

Lefrancbuveur ha detto...

Grazie mille, Daniela!

gabriella ha detto...

C'est vrai qu'il n'y a pas la même ambiance dans les matchs de foot surtout
avec les supporters.
La squadra et les bleus n'ont pas eu de
chance W E !!
Amitiés.

Lefrancbuveur ha detto...

@Gabriella: tout à fait! A bientot.