Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

31 maggio 2014

In questo periodo la cucina parla… “Romanesco”


Anche se, come sapete, sono di origini napoletane, amo la cucina romana in quanto i suoi principali piatti sono ricchi di sapore, opulenti e soprattutto conviviali. La cucina romana, infatti, si adatta a mio avviso perfettamente ai momenti in cui la si condivide con buoni amici e si sta in allegria in belle occasioni di festa. Ovviamente insieme ad un buon bicchier di vino, possibilmente dei Castelli. E poi quando si ha veramente fame, cosa c’è di meglio di una buona carbonara, cacio e pepe o amatriciana?
Una buona occasione per riassaggiare il meglio della cucina romana ora è offerta dal Progetto “Romanesco”, il circuito di eccellenza dei ristoratori, dei negozi gourmet e dei prodotti tipici della città di Roma che punta alla valorizzazione della tradizione e del territorio in cucina.

 
“Romanesco” ha quindi come obiettivo la promozione presso i consumatori dei prodotti Dop e Igp e tradizionali della provincia di Roma (quest’anno i protagonisti saranno in particolare l’Abbacchio Romano Igp, il Pecorino Romano Dop, la Ricotta Romana Dop, le olive da mensa e l’olio extra vergine d’oliva Sabina Dop), attraverso la loro valorizzazione in gustose preparazioni realizzate da famosi chef, che hanno portato e portano in alto il nome della cucina romana.
 
 
Qualche sera fa, nella deliziosa location del ristorante del Macro (in terrazza ed all’interno), ne abbiamo avuto una piacevole anticipazione, con lo chef Marco Milani che ha preparato piatti veramente gustosi come l’Abbacchio Igp “alla cacciatora” e le fragoline di Nemi con ricotta di pecora, zabaione e nocciola Gentile Romana Dop (un prodotto quest’ultimo eccezionale a mio avviso e mai troppo, appunto, valorizzato).
 
 
 
Tornando alla descrizione del Progetto, sono venti i locali di eccellenza (solo per fare qualche nome, il Convivio, Arcangelo, l’Oste della Bon’ora, Cacciani) che hanno aderito a questa nuova edizione.

Il patron dell'Oste della Bon'Ora
Ogni ristorante, nel periodo compreso tra il 29 maggio e il 20 giugno, ciascuno con un suo diverso e specifico approccio, proporrà nella data prescelta un intero menu “Romanesco”. Le ricette più rappresentative di ciascun locale saranno poi disponibili in appositi volumetti, che contengono anche un breve profilo dei locali segnalati.
Per il calendario completo degli appuntamenti e i costi proposti dai singoli locali, potete consultare il sito www.romanesco.roma.it.
Io comincerò subito, stasera, quando è previsto l’appuntamento con le delizie proposte dalla Trattoria Da Cesare al Casaletto con il suo chef Leonardo Vignoli.
Un locale nato negli anni ’60, dall’atmosfera tipica della trattoria fuori porta, con il suo pergolato ed i due filari di uva fragola vecchi di 30 anni. Il menù prevede tra gli altri polpette di bollito, tonnarelli alla Vignarola, trippa alla romana… Ho già l’acquolina in bocca e vi aggiornerò sul sicuro buon esito di questa cena.
In che modo? Beh, i modi sono tanti… Chi è molto “social”, avrà infatti tante possibilità di seguire in tempo reale tutti gli aggiornamenti attraverso i seguenti canali dedicati:

Hashtag di riferimento: #romanesco #Romanesco
Facebook: Romanesco
Twitter: @romanescoroma
Instagram: romanescoroma
YouTube: Romanesco Il circuito delle Eccellenze
Google+: Romanesco il circuito delle Eccellenze

A stasera allora, alle prossime tappe e … buon cibo “romanesco” a tutti!

28 maggio 2014

Uno spazio Krug al St. Regis


Quando si sente nominare il brand Krug, bisogna sapere che si ha sempre a che vedere non con uno Champagne qualunque, ma con uno dei migliori Champagne esistenti in circolazione. Del resto il fondatore della Maison Krug, Joseph Krug, sin da quando nacque questa casa produttrice nel lontano 1843, volle offrire ai suoi clienti l’espressione più nobile dello Champagne, anno dopo anno, indipendentemente dalle incognite del clima, ricreando solo “Cuvée de Prestige”. Da allora, sei generazioni di questa famiglia hanno perpetuato questa sua visione e arricchito il suo savoir-faire.
Uno Champagne di questo genere, quindi, merita di essere servito e degustato in una location all’altezza della sua nobiltà e gloria. Quando dunque ho ricevuto l’invito dall’Hotel St Regis di Roma per l’inaugurazione al suo interno di un nuovo spazio dedicato alle degustazioni di questo prestigioso Champagne, ho pensato che non ci poteva essere luogo migliore dove ambientarlo. Uno Champagne Bar molto elegante, dalle pareti e dal bancone color cherry, che rappresentano un richiamo al colore che contraddistingue la Maison, impreziosite da gocce d’oro e, ovviamente, da alcune bottiglie di Krug.
 
 

La serata inaugurale è stata, come nelle attese, di gran classe con tanta bella gente, nella perfetta location del ristorante Vivendo del St Regis e alla presenza del protagonista indiscusso della stessa serata e cioè l’elegantissimo Krug Grande Cuvée, senza dubbio il più rappresentativo di questa azienda. Pensate che occorrono più di 20 anni per produrre ogni bottiglia di Krug Grande Cuvée, con uno straordinario assemblaggio di oltre 120 vini di dieci o più annate, alcuni lasciati a maturare anche 15 anni. La sua finezza è frutto di un ulteriore periodo di maturazione di almeno 6 anni nelle cantine della casa produttrice.
Nella serata di lancio del nuovo spazio, i nobili calici sono stati abbinati a sfiziosi finger food, proposti ed ideati dal bravo Executive Chef del St Regis Francesco Donatelli.
 
 
 
Nello spazio Krug, aperto al pubblico tutti i giorni, dal martedì al sabato, dalle ore 19 alle 23, potrete degustare i grandi Krug (Krug Grande Cuvèe, Krug Vintage 2000 e Krug Rosé insieme a stuzzichini e finger food) ma anche abbinare gli stessi a un menu degustazione di tre portate, con piatti che variano a seconda della stagionalità dei prodotti.
 

Un modo davvero speciale per celebrare i 120 anni del St. Regis, i cui festeggiamenti prevedono anche altri eventi, menu a tema e pacchetti speciali.

Per informazioni e prenotazioni: Ristorante Vivendo, Via V. E. Orlando 3, Tel. 06 4708 2736 – ristorantevivendo.it

24 maggio 2014

Tatin di cipolle rosse, suggerisce Jamie


Il mio grado di preferenza verso la cucina del noto chef inglese Jamie Oliver ha vissuto diverse fasi.
In un primo momento nutrivo un totale disinteresse, in un secondo periodo pensavo che facesse una cucina troppo internazionale e lontana dai miei parametri di gusto. Pertanto, ogni qualvolta mi capitasse di vedere qualche suo programma televisivo, cambiavo immediatamente canale.
Ma un giorno, non avendo nulla da vedere, mi sono soffermato un po’ di più su una sua trasmissione in tv e la sua cucina mi è cominciata a piacere. Si sono susseguite quindi sempre più assidue visioni dei suoi programmi e mi sono reso conto che Jamie è un grande, anche perché nella sua cucina ci sono molte influenze mediterranee adattate e personalizzate ad un gusto più “nordico”. Che ora non mi dispiace affatto, dopo i miei tanti viaggi nel Nord Europa. C’è un’evoluzione del gusto, questo si sa…
Ultima tappa di questo excursus, la mia permanenza a Londra. Ad inizio anno sono stato nella capitale londinese e ciò ha fatto sì che la mia stima su di lui sia, se possibile, ancora aumentata. Sono stato ad un suo ristorante a Covent Garden ed ho mangiato benissimo. Ho anche notato che gli altri locali che possiede in diverse zone della città e in aeroporto sono di vera ed autentica qualità.
La cucina di Jamie in una parola è “sfiziosa” ed io amo i cibi sfiziosi, sono quelli che preferisco in assoluto.
Non potevo allora farmi sfuggire l’acquisto del primo numero della versione italiana del suo magazine, anch’esso molto intrigante e sfizioso.
Nel primo numero ci sono una miriade di ricette interessanti, ma quella che mi ha colpito più di tutte è stata una tatin di cipolle rosse, decisamente bella anche dal punto di vista cromatico.
 

Per preparare questa semplice ricetta, sono necessari i seguenti ingredienti:

300 grammi di pasta sfoglia fatta in casa, che stenderete
10 piccole cipolle rosse
30 gr di burro
30 gr di zucchero
2 cucchiai di aceto balsamico di Modena
le foglie di 6 rametti di timo
un tuorlo d’uovo
sale, pepe

Ecco il procedimento:
Innanzitutto occorre avere a disposizione una tortiera di poco più di 20 cm che possa essere utilizzata anche sui fornelli, oltre che in forno.
In questa tortiera sciogliere a fuoco medio burro e zucchero. Aggiungere le cipolle tagliate a metà, con la parte tagliata rivolta verso il basso. Inserire l’aceto balsamico, un po’ di sale e pepe e far cuocere per 15 minuti senza mescolare. Al termine, le cipolle devono risultare ammorbidite. Aggiungere metà del timo e coprire con la pasta sfoglia stesa, togliendo eventualmente le parti in eccesso. Spennellare su tutta la superficie della pasta il tuorlo d’uovo sbattuto e infornare in forno preriscaldato a 180°C. Dopo circa 25 minuti, la tarte tatin dovrebbe essere pronta. Far raffreddare un po’ e rigirare la pizza rustica in un capace piatto da portata. Cospargere con il restante timo e servire.
E’ una preparazione davvero gustosa, dai sapori direi provenzali, che va servita, come giustamente suggerisce il magazine, con del formaggio di capra, altra icona della splendida, mia amata, cucina francese.

20 maggio 2014

“Assaggi d’autore” a Fontana di Trevi


Assaggi d’autore è un book restaurant-bar che rappresenta un piacevole ritrovo culinario e letterario nel cuore di Roma, a due passi da Fontana di Trevi. E’ un locale molto versatile, che dalla mattina alla sera è al tempo stesso un posto dove fare colazione, un bistrot, un luogo per consumare gustosi aperitivi o dove cenare in buona compagnia.
Nell’ambito della sempre necessaria esigenza di studiare nuovi format di offerta e ridefinire la propria proposta di ristorazione, questo locale ha anche ideato, grazie al supporto di bloggerpress.it il primo ufficio stampa composto da soli blogger, una interessante formula denominata “Three temporary chef”.
Si tratta in pratica di un nuovo concetto di ristorazione molto intrigante, che prevede che tre cuochi amatoriali non professionisti ma di talento cucinino per tre giorni alla settimana in questo ristorante, creando un’offerta gastronomica per tutti i gusti. Recarsi in questo locale diventerà in tal modo un’esperienza nuova: scegliere la sera in cui andare a cena vorrà dire scegliere un determinato chef e saranno quindi non i resident ma i temporary chef a fare tendenza, attraverso originali eventi culinari.
Un’offerta che si articola in tre diverse tipologie di cucina, quella vegana sempre più in espansione nelle richieste della clientela, quella romana gourmet, rivisitata quindi un po’ rispetto alle rigide regole della tradizione e infine quella di pesce delle coste laziali, con un largo utilizzo di una materia prima sempre abbastanza snobbata che è il pesce azzurro e povero. Insomma una cucina divertente e golosa, con proposte gastronomiche sempre diverse, che prendono spunto dalla disponibilità stagionale e dai produttori che di volta in volta intervengono nei progetti.
Ma chi sono i “Three Temporary Chef”? Un paio di loro sono mie vecchie o più recenti conoscenze. Giulia Nekorkina, foodblogger di successo, moscovita di nascita e romana di adozione è una affermata food-writer e photographer, cultrice delle bollicine e dei rosé ed una grande amante delle verdure e della cucina marinara. Ha scelto di puntare in questo progetto sul pesce povero, per creare piatti sfiziosi e di grande gusto. L’appuntamento con lei è per tutti i martedì sera.
 
La promotrice del Progetto Raffaella Ghislandi e Giulia Nekorkina
Alessandra Rotili è invece una giornalista con la quale condivido due mie grandi passioni: lo sport e la buona cucina. Alessandra infatti è una brava giornalista sportiva, spesso in giro per il mondo, ma anche una ottima cuoca. Vegana convinta e direi convincente, propone una cucina davvero stuzzicante, leggera e piacevole. Alessandra ama le materie prime di stagione e le spezie, che rendono i piatti vegani molto intriganti. Realizza piatti molto interessanti con i legumi, utilizza sapientemente le farine, “crea” capolavori di colore e sapore con le verdure. Non perdete le sue preparazioni presso “Assaggi d’Autore” nella giornata del mercoledì di ogni settimana!
 

Il terzo chef, Marco Dau, manager in una grande azienda di telecomunicazioni, è un innamorato della cucina e delle tavolate con amici, un cuoco provetto e abile organizzatore ed è specializzato in cucina romana “di classe”, che potrete assaggiare i giovedì sera.
In occasione della presentazione alla stampa di questo innovativo format, i tre cuochi hanno presentato una serie di gustosissimi e piacevolissimi finger food e piatti caldi, per far assaporare in anteprima la loro cucina.
Tra i piatti di Giulia molto buoni erano lo sgombro sotto sale su crostini di pane di segale con burro allo zenzero, le polpettine di alici su crema di zucchine ed il suo piatto principale, dei cremosi gnocchetti con crema di alici, pecorino e menta.
 

Marco Dau ha proposto tra gli altri uno sfizioso saltimbocca alla romana in versione finger, una deliziosa crema di ceci e seppioline ripiene e, sempre in onore alla cucina romana, una cacio e pepe rivisitata con pere caramellate.
 

Ma oltre alla bravura di questi due chef mi ha molto colpito la fantasiosa cucina vegana di Alessandra Rotili, una cucina che stupisce anche a livello cromatico oltre che per il sapiente accostamento dei sapori e delle spezie. Un tipo di cucina a cui in generale mi sto avvicinando sempre più, perché ne apprezzo la sua leggerezza e salubrità, gli orientamenti verso cucine etniche tutte da scoprire, oltre che l’utilizzo di molti prodotti biologici, che rispettano l’ambiente e i dettami della sostenibilità.
Alessandra ha presentato finger food sfiziosissimi su cui vorrei soffermarmi. Ad esempio una mousse di zucchine e noci in salsa rouge a base di peperoni, con un piacevole contrasto di colori e tra ingredienti dolci e croccanti.
 

Molto gradevole anche il finger denominato “Quinoa e fave in crema di piselli e alla menta con mandorle croccanti”: ingredienti di stagione davvero ben combinati ed integrati tra loro, con un’indovinata combinazione di consistenze e sapori. Un’altra sua proposta ha riguardato uno dei piatti che ho più gradito nel corso della serata: l’insalata di lenticchie con coulis di frutta e noci. Delle lenticchie al coriandolo di grande freschezza, grazie al contributo del melone e del mango: una grande preparazione davvero!
 

E’ seguita poi una buona carbonara vegana, che del noto piatto romano aveva tutto: colore, sapore, consistenze, gusto.
Ottimi anche i dolci proposti da Alessandra, sempre in versione bicchierino finger. Basti dire che dopo poco tempo dal servizio del dolce, tutti gli stessi bicchierini si sono in un battibaleno svuotati! Si trattava in questo caso di una ottima crema al limone con fragole, kiwi e piccole pepite di cioccolato. Una crema preparata rigorosamente con latte di soia e “colorata” con un “nonnulla” di curcuma.
 

Ad accompagnare l’ottimo cibo servito da tutti gli chef nel corso della serata, sono stati i vini dell’azienda Marramiero, una cantina abruzzese che reinterpreta in chiave moderna la secolare tradizione contadina presente in questa regione. In particolare un Pecorino con note di frutta tropicale, sfumature speziate e gusto pieno e persistente si abbinava bene a molti piatti offerti, come pure lo Spumante Brut Metodo Classico, in gran parte composto da uve Chardonnay, dal caratteristico bouquet ricco di complessi profumi e persistenti sapori.
 
 

Da non perdere era poi il vino cotto della stessa azienda, invecchiato ben dieci anni in barrique, un vino da meditazione e direi “da conversazione”, ideale per concludere degnamente una perfetta serata …. “d’autore”.

14 maggio 2014

Culinaria: l’alta cucina al femminile


Cucinare è donare un pezzo del proprio cuore.
E le donne sono dotate di una costituzione
emotiva che facilita questo processo
Marion Lichtle - Il Pagliaccio, Roma

L’edizione 2014 di Culinaria, che si terrà il prossimo weekend a Roma, quest’anno sarà particolarmente intrigante, almeno per due motivi.
Innanzitutto saranno le donne le grandi protagoniste della manifestazione, con la presenza di illustri rappresentanti del mondo stellato “en rose”. In secondo luogo, il tema dell’evento sarà la cucina con i fiori eduli, che verrà esplorata nei suoi infiniti e sorprendenti impieghi culinari.
Questo congresso di alta gastronomia quindi, giunto ormai alla IX edizione, metterà in forte risalto la cucina delle grandi chef, che è sempre molto interessante per rilevare le differenze di interpretazione dei piatti rispetto ai colleghi maschi, in un mondo, quello della ristorazione di livello, in gran parte appunto maschile.
Le bravissime cuoche (ma quest’ultimo termine è riduttivo) che animeranno il ricco programma di Culinaria 2014 (solo per citarne alcune: Cristina Bowerman, Iside De Cesare, Alba Esteve Ruiz, Antonia Klugmann, Rosanna Marziale, Valeria Piccini) dimostreranno con le loro esibizioni la forza delle donne in cucina e in sala, racconteranno le loro interessanti storie e la loro capacità di interpretare un ruolo, quello dello chef, che richiede tecnica, studio, ma anche e soprattutto una grande passione.
Del resto, attraverso delle piccole interviste somministrate dagli organizzatori a quelle che saranno le protagoniste di Culinaria 2014, è stato possibile delineare un profilo ben preciso della donna in cucina, che non si discosta da quanto sopra affermato.
Secondo le intervistate la donna in cucina è innanzitutto determinata, forte, “tosta”. Molte si sono poi dichiarate precise, puntuali ed esigenti, oltre che professionali e pragmatiche. Ma mi hanno colpito alcune risposte che, pur non essendo state numerose e frequenti, secondo me fanno ben comprendere la differenza tra la cucina maschile e quella femminile. Quella delle donne, secondo le intervistate, è anche infatti una cucina intuitiva e poetica oltre che più raffinata, seduttiva e sensibile rispetto a quella degli chef. C’è però anche chi afferma che la cucina delle donne è “asessuata”, non evidenziandosi probabilmente in questo caso differenze con la cucina espressa dagli chef.
Interessante è anche capire come si evolverà in futuro la cucina, secondo la visione di queste grandi interpreti del mangiare di qualità. Ebbene, molte si trovano concordi sul fatto che si tornerà sempre di più alla tradizione, alla riscoperta dei sapori veri ed a quelli che stiamo dimenticando. La cucina del futuro sarà poi più sostenibile, naturale, ecocompatibile. Potrebbe inoltre essere orientata alla ricerca, alla sempre maggiore condivisione e al rigoroso “rispetto” delle materie prime.
Tornando a parlare dei contenuti dell’evento romano, Culinaria sarà ovviamente anche un’occasione unica per degustare e acquistare una selezione di eccellenze agroalimentari italiane, un vero e proprio paradiso per tutti gli amanti della qualità a tavola e un divertimento puro per noi foodies
Ma la IX edizione di Culinaria si contraddistinguerà anche per l’alto impegno sociale, sempre con un occhio di riguardo alle donne. Dal coinvolgimento di Nero Luce, l’organizzazione che opera all’interno del settore femminile del carcere di Rebibbia e che ha realizzato le divise delle chef in un’ottica di reinserimento sociale, allo spettacolo teatrale “Storie di donne – Allegra Barbarie”, organizzato in collaborazione con l’associazione Punto D”.
Non mi resta che ricordarvi che l’appuntamento è fissato per sabato 17, domenica 18 e lunedì 19 maggio a Roma presso il Mercato Rionale Coperto della Garbatella di Via Passino.
Per i dettagli del programma e per ogni ulteriore informazione è possibile comunque consultare il sito www.culinaria.it 
Ci vediamo lì!