Assaggi d’autore è un book restaurant-bar che rappresenta un piacevole ritrovo culinario e letterario nel cuore di Roma, a due passi da Fontana di Trevi. E’ un locale molto versatile, che dalla mattina alla sera è al tempo stesso un posto dove fare colazione, un bistrot, un luogo per consumare gustosi aperitivi o dove cenare in buona compagnia.
Nell’ambito della sempre necessaria esigenza di studiare nuovi format di offerta e ridefinire la propria proposta di ristorazione, questo locale ha anche ideato, grazie al supporto di bloggerpress.it il primo ufficio stampa composto da soli blogger, una interessante formula denominata “Three temporary chef”.
Si tratta in pratica di un nuovo concetto di ristorazione molto intrigante, che prevede che tre cuochi amatoriali non professionisti ma di talento cucinino per tre giorni alla settimana in questo ristorante, creando un’offerta gastronomica per tutti i gusti. Recarsi in questo locale diventerà in tal modo un’esperienza nuova: scegliere la sera in cui andare a cena vorrà dire scegliere un determinato chef e saranno quindi non i resident ma i temporary chef a fare tendenza, attraverso originali eventi culinari.
Un’offerta che si articola in tre diverse tipologie di cucina, quella vegana sempre più in espansione nelle richieste della clientela, quella romana gourmet, rivisitata quindi un po’ rispetto alle rigide regole della tradizione e infine quella di pesce delle coste laziali, con un largo utilizzo di una materia prima sempre abbastanza snobbata che è il pesce azzurro e povero. Insomma una cucina divertente e golosa, con proposte gastronomiche sempre diverse, che prendono spunto dalla disponibilità stagionale e dai produttori che di volta in volta intervengono nei progetti.
Ma chi sono i “Three Temporary Chef”? Un paio di loro sono mie vecchie o più recenti conoscenze. Giulia Nekorkina, foodblogger di successo, moscovita di nascita e romana di adozione è una affermata food-writer e photographer, cultrice delle bollicine e dei rosé ed una grande amante delle verdure e della cucina marinara. Ha scelto di puntare in questo progetto sul pesce povero, per creare piatti sfiziosi e di grande gusto. L’appuntamento con lei è per tutti i martedì sera.
La promotrice del Progetto Raffaella Ghislandi e Giulia Nekorkina |
Alessandra Rotili è invece una giornalista con la quale condivido due
mie grandi passioni: lo sport e la buona cucina. Alessandra infatti è una brava
giornalista sportiva, spesso in giro per il mondo, ma anche una ottima cuoca.
Vegana convinta e direi convincente, propone una cucina davvero stuzzicante,
leggera e piacevole. Alessandra ama le materie prime di stagione e le spezie,
che rendono i piatti vegani molto intriganti. Realizza piatti molto
interessanti con i legumi, utilizza sapientemente le farine, “crea” capolavori
di colore e sapore con le verdure. Non perdete le sue preparazioni presso “Assaggi
d’Autore” nella giornata del mercoledì di ogni settimana!
Il terzo chef, Marco Dau, manager in una grande azienda di telecomunicazioni, è un innamorato della cucina e delle tavolate con amici, un cuoco provetto e abile organizzatore ed è specializzato in cucina romana “di classe”, che potrete assaggiare i giovedì sera.
In occasione della presentazione alla stampa di questo innovativo format, i tre cuochi hanno presentato una serie di gustosissimi e piacevolissimi finger food e piatti caldi, per far assaporare in anteprima la loro cucina.
Tra i piatti di Giulia molto buoni erano lo sgombro sotto sale su crostini di pane di segale con burro allo zenzero, le polpettine di alici su crema di zucchine ed il suo piatto principale, dei cremosi gnocchetti con crema di alici, pecorino e menta.
Marco Dau ha proposto tra gli altri uno sfizioso saltimbocca alla romana in versione finger, una deliziosa crema di ceci e seppioline ripiene e, sempre in onore alla cucina romana, una cacio e pepe rivisitata con pere caramellate.
Ma oltre alla bravura di questi due chef mi ha molto colpito la fantasiosa cucina vegana di Alessandra Rotili, una cucina che stupisce anche a livello cromatico oltre che per il sapiente accostamento dei sapori e delle spezie. Un tipo di cucina a cui in generale mi sto avvicinando sempre più, perché ne apprezzo la sua leggerezza e salubrità, gli orientamenti verso cucine etniche tutte da scoprire, oltre che l’utilizzo di molti prodotti biologici, che rispettano l’ambiente e i dettami della sostenibilità.
Alessandra ha presentato finger food sfiziosissimi su cui vorrei soffermarmi. Ad esempio una mousse di zucchine e noci in salsa rouge a base di peperoni, con un piacevole contrasto di colori e tra ingredienti dolci e croccanti.
Molto gradevole anche il finger denominato “Quinoa e fave in crema di piselli e alla menta con mandorle croccanti”: ingredienti di stagione davvero ben combinati ed integrati tra loro, con un’indovinata combinazione di consistenze e sapori. Un’altra sua proposta ha riguardato uno dei piatti che ho più gradito nel corso della serata: l’insalata di lenticchie con coulis di frutta e noci. Delle lenticchie al coriandolo di grande freschezza, grazie al contributo del melone e del mango: una grande preparazione davvero!
E’ seguita poi una buona carbonara vegana, che del noto piatto romano aveva tutto: colore, sapore, consistenze, gusto.
Ottimi anche i dolci proposti da Alessandra, sempre in versione bicchierino finger. Basti dire che dopo poco tempo dal servizio del dolce, tutti gli stessi bicchierini si sono in un battibaleno svuotati! Si trattava in questo caso di una ottima crema al limone con fragole, kiwi e piccole pepite di cioccolato. Una crema preparata rigorosamente con latte di soia e “colorata” con un “nonnulla” di curcuma.
Ad accompagnare l’ottimo cibo servito da tutti gli chef nel corso della serata, sono stati i vini dell’azienda Marramiero, una cantina abruzzese che reinterpreta in chiave moderna la secolare tradizione contadina presente in questa regione. In particolare un Pecorino con note di frutta tropicale, sfumature speziate e gusto pieno e persistente si abbinava bene a molti piatti offerti, come pure lo Spumante Brut Metodo Classico, in gran parte composto da uve Chardonnay, dal caratteristico bouquet ricco di complessi profumi e persistenti sapori.
Da non perdere era poi il vino cotto della stessa azienda, invecchiato ben dieci anni in barrique, un vino da meditazione e direi “da conversazione”, ideale per concludere degnamente una perfetta serata …. “d’autore”.
4 commenti:
Che idea innovativa questo book restaurant-bar, sono certa che avraà molto successo. buona giornata Daniela.
En voila une bonne idee, tres creative en effet.
@Daniela: ne sono certo anche io!
@Gracianne: tout à fait!
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