Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

30 agosto 2010

Emozioni

Pugnochiuso. Una splendida baia nel promontorio del Gargano. Neanche un paesino, solo natura e un meraviglioso resort dove coccolarsi e divertirsi.
La natura. Il mare di Pugnochiuso è di un verde-azzurro stupendo. Di mari così se ne vedono pochi in Italia. Stupendo e caldo, invitante, accogliente. Il verde chiaro dei pini che contrasta con il cielo ed il mare azzurro è un’altra cosa che mi ha colpito di questo angolo di Puglia. Pini a volte “pericolosamente” pendenti dalle bianche rocce che con il loro verde si oppongono ai colori chiari del mare, del cielo e delle scogliere.
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E poi, nelle vicinanze, grotte spettacolari, tutte molto diverse tra loro, faraglioni di forme strane ed affascinanti, un faro (quello di Vieste), isole dal profilo mozzafiato (le Tremiti, terza foto in basso) e ovviamente un sole potente e caliente da mari del Sud.

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Il resort. Con un amico sono stato in uno splendido albergo/resort/villaggio. Molto confortevole, purtroppo poco collegato con i paesi vicini (se non si ha la macchina, si è reclusi lì, in pratica) ma bellissimo per tutto quello che offriva (piscine, campi da tennis e calcetto, pasti a buffet e simpatica animazione per serate e notti indimenticabili). La compagnia piacevole del gruppo che abbiamo conosciuto, inoltre, ha contribuito a rendere la vacanza molto divertente.
E veniamo al lato gastronomico della vacanza: essendo inclusi nel prezzo tutti i pasti e potendo uscire poco, vista la distanza del nostro albergo dal più vicino paese (circa 20 km da Vieste), le uniche esperienze gastronomiche sono state quelle fatte all’hotel. E voi tutti sapete che la ristorazione negli hotel, anche quelli molto costosi, non sempre è all’altezza. Nel mio caso, però, non mi posso lamentare della qualità media del cibo offerto, anche se avrei volentieri gustato più tipicità del luogo. E’ doveroso però dire che anche in questo bellissimo e confortevole albergo ho molto apprezzato specialità pugliesi quali panzerotti, frittelle di verdure e pizze pugliesi molto gustose, oltre che dei fantastici formaggi e latticini locali. Purtroppo non c’è stato il tempo di visitare mercatini e girare per negozi di tipicità, nei quali avrei senz’altro fatto man bassa di prodotti locali. Non preoccupatevi, però, perché di esperienze enogastronomiche ne ho fatte eccome durante la mia vacanza ad Ischia di cui vi parlerò diffusamente nei prossimi post…
La vacanza a Pugnochiuso è stata in ogni caso bellissima da tanti punti di vista. .


Nel titolo del post ho parlato di emozioni. E’ infatti tremendamente emozionante ammirare la potenza della natura, la bellezza del mare, l’esplosione dei colori di questi luoghi e poi…, ehm, innamorarsi, anche se probabilmente solo per una storia estiva, è la più bella emozione che possa mai capitare….E la più bella testimonianza della riuscita di una vacanza…

24 agosto 2010

Sgombri post-ferie

Sono rientrato dalle vacanze in un contesto ambientale ancora di piena estate. Roma è ancora deserta e non tutti i negozi sono ancora aperti. In ufficio c’è poca gente, le pause sono più lunghe, non c’è molta voglia di lavorare, ma si cominciano purtroppo pian piano ad intravedere sprazzi di “solita vita”.
Appena rientrati dalle ferie, non si può scrivere un post che possa sintetizzare tutto quello che si è visto, assaggiato, percepito, apprezzato, scoperto. Le mie vacanze, quest’anno in particolare, mi hanno dato tante emozioni e queste vanno trasmesse solo dopo averle bene e lentamente assimilate.
Quindi per ora questo post “post-vacanze” (scusate il bisticcio di parole) trae spunto soltanto da una ricetta preparata prima delle ferie e che non ho avuto il tempo di pubblicare.
Ho preso dei bei filetti di sgombro (pesce azzurro poco consumato e conosciuto da molti, ma per me buonissimo!) e li ho impanati con un misto di pangrattato e farina di mais. Ciò per dare una maggiore doratura alla preparazione (provatela, è davvero speciale!).
Li ho fatti scottare in padella in poco olio extravergine cuocendoli pochi minuti da entrambi i lati. A parte, nel frattempo, ho preparato un salmoriglio con dell’olio extravergine, del limone e dell’origano.
Ho poi impiattato gli sgombri, irrorandoli con la salsina e guarnendo il piatto con del piacevole aceto balsamico ridotto (se si vuole, si può anche aggiungere del basilico sminuzzato grossolanamente).
Il piatto è sfizioso perché abbina la croccantezza della preparazione con la delicatezza e l’aromaticità della salsina e con la vinosità dell’aceto balsamico: really good!
Al prossimo post per uno dei (tanti) racconti estivi!

5 agosto 2010

-3, -2, -1….mare!

Il faro du Stiff nella stupenda isola di Ouessant, in Bretagna
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Sono arrivate finalmente le vacanze. Anche questo blog si prende una ventina di giorni di meritato riposo.
Colgo l’occasione per augurare a tutti delle ottime e serene vacanze. Smettete per qualche tempo di stare ai fornelli, ma alzate le antenne per prendere spunti, idee, fare esperienze culinarie e non nei vostri luoghi di vacanza…Mi attendo che riporterete poi fedelmente tutto nei vostri blog al vostro ritorno. Io pure farò altrettanto!
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Andrò al mare, il posto più bello dove trascorrere le vacanze…(in compagnia anche del libro, guardate un pò, “Alta cucina” di Rex Stout). E voi?
A presto!

31 luglio 2010

Giallo e acciughe

Oggi due ricette in giallo, con co-protagoniste le acciughe. Anche in omaggio all’ultimo post dell’interessante blog di CorradoT riguardante una ricetta in giallo, in adesione a un ideale contest sulle ricette relative a questo colore.
Tra l’altro il giallo è un colore che a me piace molto e quindi ne ho approfittato per “colorare il mio blog” di un una tinta piacevole :-)
La prima ricetta può benissimo far parte di un piatto di tapas marinare. Si tratta di cubettoni di polenta con salsa di acciughe. .

foto in versione "col flash"
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La preparazione della polenta di estate capisco possa essere problematica, ma quando si ama il cibo si fa questo ed altro…
Preparata faticosamente una normale polenta, la si mette in una teglia a raffreddare. Quando si è raffreddata e rassodata, si taglia a cubettoni che si friggono rapidamente su entrambi i lati in una padella con poco olio. Nel frattempo si realizza con il frullatore ad immersione una salsina a base di acciughe, composta da una decina di acciughe sott’olio, buon olio extravergine di oliva q.b. e poca acqua, qualora la salsa dovesse risultare troppo sapida.
Quindi impiattare, ponendo la salsina sui cubotti e guarnendo il piatto con dell’insalatina fresca. Un piatto davvero originale (forse) e gustoso. E poi amo tantissimo l’abbinamento polenta-pesce!
La seconda ricetta riguarda un classico della cucina romana, ma anche napoletana. Nella mia famiglia questa ricetta prende il nome di “fiorilli fritti”: si tratta sostanzialmente (né più e né meno) di fiori di zucca fritti in pastella. Il risultato che ne viene fuori, però, è una specie di frittella e non un fiore di zucca a forma di filetto, come viene servito a Roma.
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Ma, come si fa a Roma, ho inserito questa volta nei fiori delle acciughe (ecco perché anche in questo caso tornano alla ribalta le acciughe) e dei pezzetti di mozzarella.
La pastella l’ho preparata così: 3 uova, poca farina (un paio di cucchiai), poco latte, un pizzico di sale; mescolare ed amalgamare bene.
In questa pastella ho successivamente immerso i fiori di zucca, nel cui “cuore” avevo introdotto precedentemente appunto dei pezzettini di acciughe e mozzarella. Il tutto si frigge poi in olio caldo e il risultato è quello che vedete nella foto. Dopo averli salati leggermente, sono da servire caldi o, in questo periodo, tiepidi.
E voi, quali ricette “in giallo” proponete?

27 luglio 2010

Lava di Eyjafjallajökull

Una “manciata” di giorni fa l’Ente postale islandese ha emesso dei francobolli per ricordare l’eruzione del vulcano Eyjafjallajökull, che tanti problemi ha creato al traffico aereo qualche mese fa. La particolarità è che questi francobolli sono composti anche da microgranelli di polveri di questo vulcano, mischiati nella patina della carta. Per maggiori notizie sulle vicende di questo vulcano potete leggere qui.
Caso ha voluto, inoltre, che proprio nei giorni scorsi ho preparato una salsina a base di cipolle di Tropea (inventata da me), il cui colore ricorda proprio la lava di un vulcano. .
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Allora era inevitabile l’accostamento in questo post delle due cose (il vulcano Eyjafjallajökull e la salsa). Un’altra connessione in effetti ci può essere anche perché Tropea non è lontana da Stromboli e proprio a Stromboli finiscono i protagonisti del libro “Viaggio al centro della terra” di Jules Verne dopo lunghe peregrinazioni, iniziate con l’ "immersione" in un misterioso vulcano islandese…
La ricetta della salsa di cipolle di Tropea (o, come battezzata da me, lava di Eyjafjallajökull) è molto semplice: porre in una pentolina dell’olio extravergine e tre cipolle rosse di Tropea tagliate a rondelle. Farle cuocere lentamente a fuoco minimo finché non appassiscono e diventano quasi una crema. Salare e pepare. Togliere dal fuoco e aggiungere un paio (al massimo) di pomodorini freschi tagliati a dadini (con l’obiettivo di dare maggiore "freschezza" ad una salsa comunque a base di cipolle, sia pur non troppo “forti” come quelle di Tropea).
Frullare il tutto con un frullatore ad immersione e la salsetta è pronta.
L’utilizzo di questa salsa è molto vario. Io l’ho utilizzata su rondelle di patate bollite o di fiordilatte per ottenere sfiziosi finger food.
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la bandierina dell'Olanda sarà stata messa per consolare
gli "orange" dopo che hanno perso la finale dei Mondiali?
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Ma è eccezionale anche sulla pasta: il suo sapore ricorda un po’ quello della genovese, anche se la genovese è un’altra cosa, perché oltre alle cipolle prevede anche la carne…
Insomma una salsina equilibrata, dolce, non forte...da provare!