Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

13 ottobre 2025

Ile de Ré, una splendida isola coté Atlantique

Nel corso dell’estate ormai (purtroppo) finita ho trascorso una piacevole settimana sulla costa Atlantica della Francia.

Volo diretto Roma- Nantes (città molto frizzante e sfiziosa di cui vi parlerò presto), sosta di un paio di giorni un po' più a sud nella bellissima Les Sables d’Olonne (sede di partenza ed arrivo del Vendée Globe) e poi approdo a Ile de Ré un paio di ore di treno ancora più giù, di fronte a La Rochelle.

Ile de Ré è collegata alla terra ferma (appunto alla città di La Rochelle) da un ponte, lungo tre km, percorribile in macchina o anche in bicicletta ed è ben servita anche da un efficiente servizio di navette che partono nelle vicinanze della stazione ferroviaria di La Rochelle e che percorrono in pratica tutta l’isola.

Il ponte visto dal bus navetta

Il nome "Ile de Ré" deriva dal termine gallico ratis, che significa "fougère" (felce), suggerendo che l’isola fosse un tempo ricoperta di felci. Esistono anche leggende e ipotesi alternative, ma questa è la spiegazione linguistica più accreditata.

L’Ile de Ré è caratterizzata da un territorio pressoché piatto, adatto ad essere percorso anche in bici, il cui noleggio (ci sono tantissimi negozietti che lo fanno) vi consiglio vivamente per scoprirla lentamente e per bene.

Nel territorio di questa bella isola ricadono una serie di comuni, tutti con delle caratteristiche specifiche e ricchi di sorprendenti scoperte. 

Saint Martin de Ré, la capitale 

Nel mio soggiorno ad Ile de Ré ho alloggiato presso un costoso hotel situato nel villaggio di Saint Martin de Ré, che dista circa un’ora di navetta da La Rochelle. Saint Martin è una località molto carina, soprattutto per il suo caratteristico porticciolo, intorno al quale si sviluppano tanti locali e ristorantini che di sera riversano le loro luci nel canale e sulle imbarcazioni, conferendo al paesino un aspetto davvero suggestivo.


E’ bello inoltre fare shopping nelle stradine che dal porticciolo si protendono verso l’alto, magari acquistando dei souvenir di conserve ittiche o prodotti di bellezza a base di latte di asina.

In questa zona infatti pascolano asini molto particolari e pelosi che vengono vestiti in “culotte” (in pratica gli si fanno indossare dei pantaloni) per proteggerli dagli insetti. Ciò ha fatto sì che gli asini così abbigliati siano diventati una vera mascotte dell’isola. Si possono incontrare nel Parc de la Barbette, dove tanti bambini e non solo possono ammirarli. I pantaloni, spesso a quadretti, sono diventati un’icona turistica, presenti su souvenir, cartoline e prodotti locali.

Saint-Martin-de-Ré è la capitale dell'isola ed è famosa per le sue fortificazioni costruite da Vauban, iscritte nel Patrimonio Unesco. Una terra testimone anche di scambi commerciali, abitata da contadini e marinai e luogo di confino, essendo stata anche colonia penale.

Scoprendo le bellezze naturali dell’isola 

Saint Martin de Ré è il punto di partenza ideale per scoprire le bellezze naturali dell'isola, uno dei suoi punti di forza.

Queste ultime si situano soprattutto intorno alla zona nord, dove si possono ammirare vigneti, pinete, saline, riserve naturali (ideali per il birdwatching), dune e sentieri costieri.

Per goderne appieno, come accennavo sopra, vale la pena di raggiungere questi luoghi in bicicletta. L’isola è famosa per i suoi oltre 100 km di piste ciclabili, che permettono di attraversare villaggi pittoreschi, spiagge e paesaggi naturali incontaminati. C’è a tal proposito un utilissimo opuscolo dell’ufficio del turismo che espone i tempi di percorrenza da un paesino all’altro in bicicletta (la distanza massima è di circa 2 ore o poco più).

All’estremo nord dell’isola è d’obbligo fare una gita al faro delle Balene nel villaggio di Saint-Clément-des-Baleines.

Un imponente faro rosso e bianco (alto 59 metri), costruito nel 1854, sul quale si può salire (dopo aver affrontato 257 gradini!) e ammirare dall’alto l’intera isola. Da lì, la vista è mozzafiato: l’oceano Atlantico, le saline, i campi, le pinete e i villaggi si dispiegano come un mosaico verde e blu.



Ai piedi del faro c’è una tranquilla spiaggia rocciosa dove rumorosi gabbiani si riposano e ripartono per la loro pesca e dove qualche visitatore si diverte a impilare sassi levigati dal mare. Con appositi binocoli si può ammirare anche il faro di Baleineaux che è molto più al largo, è più piccolo ma ancora operativo, con una portata di oltre 50 km.



Bella anche la boutique del faro con tanti interessanti libri sul mare e gadget per grandi e piccini. E’ visitabile anche una torretta risalente al 1669, voluta da Colbert, che serviva da osservatorio marittimo strategico. Ai piedi del faro vi è infine anche un parco paesaggistico all’inglese di due ettari, perfetto per una passeggiata rilassante.

Ad Ile de Ré nella parte nord est vi consiglio anche la visita all’Écomusée du marais salant nel comune di Loix. Ci sono stato in un giorno in cui ero a piedi, con la complicazione che la rete dei bus non è collegata molto bene con questo museo. La passeggiata da un punto abbastanza vicino (una mezz’ora buona di camminata solo per l’andata) però mi ha ripagato delle “fatiche”, potendo ammirare vigneti, paludi, saline, in un ambiente del tutto naturale ed incontaminato.

Il museo poi è un luogo affascinante dove natura, tradizione e cultura si intrecciano per raccontare la storia della salicoltura rétaise. Fondato nel 1997, l’Écomusée è dedicato alla conservazione e valorizzazione delle marais salants (paludi salmastre) e del mestiere del saunier, il raccoglitore di sale. È situato in un ambiente naturale protetto e offre un’esperienza immersiva nella cultura del sale. Sono esposti gli strumenti tradizionali, le tecniche di raccolta del sale e la storia economica della regione, con pannelli esplicativi e oggetti d’epoca che guidano nel mondo della salicoltura.

La cosa più interessante è comunque il percorso esterno nelle marais, con visita guidata tra i bacini e le saline dove si possono osservare i luoghi di raccolta del sale e del pregiato fleur de sel (entrambi hanno ottenuto l’Igp nel 2023), secondo metodi secolari.



Qui cresce anche una splendida salicornia, pianta affascinante e simbolica dell’Île de Ré. È una pianta capace di vivere in ambienti salini, che presenta tessuti carnosi e segmentati, di colore verde brillante che può virare al rosso. Assorbe e immagazzina il sale, il che le conferisce un gusto iodato e leggermente acidulo, molto apprezzato in cucina. Oltre al valore gastronomico, la salicornia ha anche un ruolo ecologico, contribuendo alla biodiversità delle saline, offrendo rifugio e nutrimento a uccelli migratori e insetti.






Visitare l’Écomusée è insomma come fare un tuffo nel passato, respirando il ritmo lento e sapiente della vita rurale rétaise.

Passeggiando in bicicletta… si scopre magnificamente l’isola… 

Vi ho più volte accennato che la bicicletta è un mezzo di locomozione e scoperta dell’isola formidabile. Con la bici si arriva dove non arrivano i bus e le macchine, si ammira lentamente lo splendido paesaggio che offre l’isola, si fa sport e si parcheggia facilmente.

Il mio noleggio della bici mi ha consentito di scoprire a distanza di una mezz’ora da dove risiedevo, attraversando tranquille stradine di campagna, il fascinoso paesino di Bois-Plage-en-Ré col suo vivace e fornitissimo mercato dove tante materie prime dell’isola sono vendute ed anche preparate in coloratissimi piatti che davvero fanno venire l’acquolina in bocca, offerti a turisti e persone del luogo.

I prodotti da non perdere sono senza dubbio le splendide patate locali, piccole e dalla buccia finissima, le ostriche, il sale marino e la salicornia, le specialità gastronomiche dell’isola.

A poca distanza, su questo versante dell’isola (lato sud ovest), vi sono delle belle e capienti spiagge sabbiose, con delle fascinose dune alle spalle come ad esempio la plage des Gollandières o de Gros Jonc.

In questa zona vale la pena anche di visitare una grossa cooperativa di produttori di vini locali. Segnalo in particolare l’ottimo Ilrhéa – Pineau des Charentes AOP, un vino ottenuto dall’aggiunta di un cognac giovane al mosto d’uva che possiede una piacevole freschezza aromatica, è ideale come aperitivo e va a nozze meravigliosamente col foie gras.

La bicicletta nel mio soggiorno ad Ile de Ré è stata preziosa per andare a scoprire due ottime cabanes ostréicoles (capanni rustici molto informali che consentono di degustare ottime ostriche) vicino Saint Martin de Ré che altrimenti non avrei facilmente raggiunto.

Quella delle ostriche ad Ile de Ré è una tradizione radicata nel territorio. Qui risiedono oltre 60 aziende ostricole, spesso a conduzione familiare, che si tramandano il mestiere da generazioni.

Le ostriche vengono allevate su circa 550 ettari di concessioni marine, distribuiti tra località come La Flotte, Loix, Sainte-Marie-de-Ré, Ars-en-Ré e Le Martray.

Il ciclo produttivo inizia con la raccolta delle larve di ostrica, che vengono poi cresciute nei parchi ostricoli e affinate nelle “claires”, bacini poco profondi che conferiscono alle ostriche il loro sapore unico.

Le ostriche dell’Île de Ré sono famose per il loro gusto fresco e iodato, frutto dell’eccezionale terroir marittimo locale. Si gustano al meglio “nature”, con un po' di limone o aceto di scalogno, accompagnate da burro, pane di segale e un bicchiere di vino bianco secco dell'isola.

Visitare una cabane è un’esperienza da vivere. Io con la mia bici lungo una stretta, splendida pista ciclabile lungo oceano ho visitato una cabane denominata “Au QG de lamer” dove ho potuto degustare un fantastico plateau de fruits de mer (con buonissime ostriche, gamberi e boulot, cioè lumache di mare) e un’altra cabane, “Ré Ostréa”, dove ho degustato, insieme a un ottimo vino dell’isola, delle maxi ostriche, allevate alla perfezione da un appassionato titolare, Didier Fournier.

Cosa c’è di meglio di una degustazione vista oceano di ottime ostriche con un buon calice di vino bianco?

Per restare sul tema gastronomico, vi consiglio in questa splendida isola di degustare le patate del luogo, dotate anche di un marchio Dop. Piccole e gustose, si mangiano con la buccia in mille modi e arricchiscono i piatti perlopiù a base di pesce della zona. 

Segnalo inoltre che vale la pena di degustare una preparazione tipica dell’isola ma anche della Charente Maritime, l’éclade de moules. Le cozze (moules) si fanno aprire sulla brace disposte in un tegame su un letto di aghi di pino (non mancano nell’isola con le tante pinete che la punteggiano) che vengono contemporaneamente incendiati. Il fuoco brucia rapidamente, affumicando e cuocendo le cozze in pochi minuti e conferendo loro un aroma unico e resinoso.

Per il resto in quest’isola si mangia molto buon pesce cucinato in modo tradizionale, con sempre abbondanti contorni vegetali.


Finisce qui il mio racconto di quest’affascinante isola nella quale vorrei tornare per scoprire altri affascinanti villaggi, altre cabanes, altri piatti tipici, altri fari, altre spiagge e apprezzare quindi ancora un altro mare, l’oceano atlantico, profondamente diverso dal nostro mediterraneo ma molto intrigante e decisamente da me preferito!

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