Non si può sapere tutto. E io sono arrivato a Palermo senza sapere. Senza sapere che in questa città molti buonissimi dolci erano preparati anticamente (ma in certi casi anche attualmente) in chiese e monasteri.
L’ho scoperto gradualmente, come del resto si scopre Palermo, scambiando due chiacchiere con gente del luogo e questa notizia mi ha aperto un mondo.
Casualmente il mio B&B nel capoluogo siculo si trovava proprio di fronte al Monastero di Santa Caterina d’Alessandria (tra l’altro una chiesa bellissima che consiglio assolutamente di visitare!) nel cuore del centro storico di Palermo, a due passi da piazza Pretoria.
E’ stato quindi relativamente facile scoprire che, oltre che per la bella chiesa, i motivi della fila che ogni giorno a partire dalle 10 si formava davanti all’ingresso del Monastero era dovuta anche ad altro. E cioè alla presenza in prossimità del relativo chiostro di una dolceria chiamata “I segreti del chiostro” che sforna le più buone prelibatezze di Palermo (credo di poterlo dire con certezza).
Ma facciamo un passo indietro per esporvi i motivi per cui tutto ciò è stato possibile.
Anticamente a Palermo, come si legge sul sito I segreti del chiostro, ci si poteva recare nel parlatorio dei monasteri femminili di clausura per acquistare, attraverso una ruota di metallo, i dolci realizzati dalle monache. La loro vendita rappresentava una fonte di reddito importante per la sopravvivenza dei monasteri.
Ogni monastero femminile aveva una sua specialità in cui eccelleva. Le ricette erano segrete e venivano trasmesse solo oralmente, dalle anziane alle giovani suore, perché le monache erano molto “gelose” delle loro preparazioni. E tutte le famiglie aristocratiche della città si rifornivano dalle stesse suore per i loro dolci.
Negli anni ’80 soltanto due monasteri erano ancora in attività: il monastero di Santa Caterina d’Alessandria e il monastero di Sant’Andrea delle Vergini.
Ispirato da questa storia secolare, quindi, il progetto della dolceria “I segreti del chiostro”, certamente ambizioso, ha cercato di recuperare la tradizione della pasticceria conventuale siciliana.
Un'importante eredità che non si vuole quindi perdere, con l’obiettivo ulteriore di trasmetterla alle generazioni future.
La produzione artigianale e la vendita di dolci consentono anche di finanziare le attività di restauro, la mensa della solidarietà e di offrire ai giovani una opportunità di lavoro e di crescita individuale.
I dolci vengono realizzati seguendo scrupolosamente le antiche ricette tramandate dalle monache dei ventuno monasteri di clausura di Palermo. A tal proposito è disponibile in dolceria a Santa Caterina anche un interessante libro al riguardo, con tante ricette di questo tipo, che naturalmente ho acquistato (il libro si chiama “I segreti del chiostro – Storie e ricette dei monasteri di Palermo” – di Maria Oliveri, Il Genio Editore e costa 14 euro).
La mia esperienza presso questa eccezionale “pasticceria d’antan” è stata, ça va sans dire, deliziosa.
Nelle vetrine del punto vendita si può “mangiare con gli occhi” (prima di tutto) ogni ben di Dio, con un trionfo di colori: biscotti di tutti i tipi, dolcini a base di mandorle, frutta martorana, cassate, altri piccoli dolci dalle forme più varie, minne di vergine e poi magnifiche torte, persino liquori (tra cui uno all’alloro) oltre a granite servite nei gusti più classici.
Last but not least, il loro grande cavallo di battaglia: i cannoli. Questi ultimi sono davvero strepitosi, i migliori di Palermo a mio avviso, ovviamente farciti al momento.
Con una parte esterna croccante ed artigianale che fa la differenza ed una ricotta freschissima che li fa diventare davvero irresistibili. Si possono ricoprire classicamente con una valanga di granella di pistacchio o gocce di cioccolata o ciliegine o ancora frutta candita.
La cosa bella di questa dolceria è che dopo aver pagato e ritirato gli acquisti ci si può sedere a consumare la colazione mattutina o i dolci sulle panchine del bellissimo chiostro della cattedrale (preferibilmente scegliendo un posto ombreggiato, in questa stagione così calda).
E in un religioso (è il caso di dirlo) silenzio si possono gustare lentamente le bontà della dolceria: vedrete che ad ogni morso di qualsiasi cosa voi consumiate vi sembrerà di tornare indietro nel tempo e di riscoprire i sapori genuini di una volta.
Avete mai provato un’esperienza del genere? Vi consiglio caldamente di viverla al più presto!
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