Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

19 novembre 2015

In rureality mood


E’ stata davvero una bella esperienza partecipare alla prima edizione del Salone del Turismo Rurale che si è tenuto di recente a Verona nell’ambito di Fieracavalli.
Innanzitutto perché ho potuto ancora una volta sperimentare in prima persona e in modo pratico e concreto la vita rurale, sia perché ho toccato con mano la buona organizzazione del Salone e potuto cogliere alcuni interessanti segnali di cambiamento che sta attraversando il mondo agricolo italiano.
Segnali che sono confermati anche dai dati statistici, che dipingono un paese maggiormente vocato a nuove forme di ruralità, con molte realtà, spesso giovani e multifunzionali, che con passione, impegno e creatività investono in nuovi mestieri legati alla terra, dall’agri-benessere alla pet therapy, passando per l’agri-asilo e gli agri-chef. Queste tendenze vanno così ad intercettare una domanda sempre più orientata verso nuove forme di turismo e di divertimento “green”.
Il Salone del Turismo rurale mi ha dato quindi l’opportunità di avere un contatto diretto con gli artefici del cambiamento verde in atto, che hanno portato a Verona le loro interessanti storie e la loro preziosa testimonianza.
Ma andiamo con ordine. Il mio weekend passato al Salone del Turismo Rurale aveva come base di appoggio uno splendido agriturismo situato in provincia di Verona e precisamente a Legnago.


Questa struttura, che prende il nome di “Agriturismo Tre Rondini, è un bellissimo complesso che sorge a ridosso del fiume Adige, in un’oasi incontaminata particolarmente adatta alle famiglie, ai bambini e agli amanti del verde, della tranquillità e degli animali.



In questa struttura si può alloggiare in comode camere e pranzare e cenare divinamente, con una ricca offerta di piatti della tradizione veneta e veronese.


Buonissimi in particolare gli antipasti di salumi e formaggi, serviti con delle marmellate e mostarde prodotte dalla stessa azienda, i bigoli con ragù d’anatra, il risotto radicchio e salsiccia con riduzione di Valpolicella ripasso e Monte veronese o ancora i tortelloni di zucca. Molto gustose anche le carni, sia alla griglia che in umido, servite con l’immancabile polenta.


Il soggiorno presso questo agriturismo mi ha consentito di effettuare delle rilassanti e digestive passeggiate, anche lungo un piacevole percorso che costeggia il fiume Adige, zona in cui si possono riconoscere tanti tipi di piante dalle benefiche proprietà erboristiche.


Con un gruppo di simpatici foodblogger romani abbiamo poi anche avuto modo di visitare il centro di Legnago e i suoi dintorni, in una maniera molto inconsueta e affascinante: a bordo di una carrozza, all’imbrunire.


E potete immaginare quanto possa essere splendido attraversare una campagna così piacevole e distensiva da quel particolare punto di vista. Man mano che scendeva la notte, inoltre, era molto gradevole e romantico ascoltare solo, o quasi, lo scalpitìo degli zoccoli dei cavalli.
Il fil rouge del nostro contatto con gli animali è proseguito anche nel momento in cui, una mattina, ci siamo levati di buon’ora e, prima della colazione, abbiamo “fatto conoscenza” con i tanti (altri) animali della fattoria che ci ospitava, per dar loro da mangiare.




E’ stato questo uno dei momenti più belli del nostro blog-tour, con tanti splendidi e teneri animali da poter vedere da vicino e, ovviamente, fotografare a più non posso.




Pecore, capre, maialini, cavalli, asini (per tacer di oche, galline e pavoni); un asinello di un solo mese di vita, sempre ben tenuto d’occhio dalla sua mamma, in particolare, ha conquistato il cuore di tutti.


Nell’agriturismo Tre Rondini, infine, abbiamo anche potuto esser protagonisti in cucina, da bravi foodblogger, preparando, sotto le direttive dello chef del relativo ristorante, un gustoso pranzo al sacco da portare in Fiera.


A proposito di Fiera, è inutile dire che visitarla è stato altamente istruttivo, avendo avuto la possibilità di prendere un contatto potenziale con ben 200 espositori, distribuiti su 15.000 mq di superficie espositiva. Hanno arricchito inoltre questo evento interessanti show cooking, degustazioni e corsi di cucina che hanno composto un calendario dai buoni contenuti.
La nostra visita al Salone del Turismo Rurale è stata un vero e proprio viaggio tra le mille eccellenze dell’Italia rurale, dove ho scoperto o ritrovato tanti ottimi prodotti enogastronomici.


Tra questi, il salame al finocchietto dell'azienda agrituristica La Sorgente prodotto in provincia di Isernia, il delizioso prosciutto Veneto Berico Euganeo di Montagnana e i deliziosi nodini pugliesi.


Interessante anche il progetto di un gruppo di aziende della bassa piacentina che hanno creato un consorzio in grado di coinvolgere tante realtà produttive e ricettive del territorio per fare sinergia e squadra in modo da offrire al consumatore un pacchetto completo di prodotti e servizi, al fine di far scoprire una zona ancora non troppo valorizzata.
Sempre di grande eccellenza, poi, i formaggi abruzzesi, soprattutto di pecora, del caseificio di Gregorio Rotolo e come non citare il fantastico riso locale Nano Vialone Veronese Igp?


E’ stata interessante, nell’ambito del Salone, anche l’interazione spontanea tra aziende espositrici, che ha portato alla realizzazione di interessanti show cooking che hanno previsto la combinazione vincente di prodotti diversi di aziende diverse.
A proposito di show cooking, ho molto apprezzato la ricetta di Ilenia Bazzacco (ex Masterchef) che ha preparato con delle ottime Cipolle Rosse di Tropea Igp (altro grande prodotto del territorio) un interessante piatto ispirato alla soupe à l’oignon gratinée francese.


Un ottimo tour quindi, organizzato come sempre alla perfezione dalla società MG Logos, grazie al quale ho potuto anche acquistare tante prelibatezze enogastronomiche sia nell’agriturismo dove risiedevo sia durante la fiera.
Non a caso, secondo un’indagine della Coldiretti, nell’estate 2015 più di quattro italiani su dieci hanno visitato e fatto acquisti in frantoi, cantine, malghe e mercatini. D’altronde, come si fa a resistere?

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