Finalmente
ho avuto modo di assaggiare la cucina della trattoria Da Cesare. Ne avevo
sentito parlare molto bene da tanti amici e foodblogger e devo dire che le alte
aspettative che avevo su questo locale sono state confermate dalla “prova del
nove” del “test personale”.
La
trattoria da Cesare nasce negli anni ’60 in zona Casaletto, a Roma. E’ un
locale caratteristico, dall’atmosfera tipica della trattoria fuori porta. Cinque
anni fa, poi, Leonardo Vignoli e sua moglie si sono innamorati così tanto di
questa trattoria che ne hanno rilevato l’attività, trasferendosi dalla campagna
sabina a Roma. Naturalmente l’incontro e lo scambio con Cesare, il vecchio
proprietario, e sua madre Anna è stato fondamentale. C’è stata quasi una
staffetta, che ha portato a raccoglierne l’eredità, a cui si è aggiunto il
tocco personale dell’odierno patron.
Prima
di entrare nell’attuale locale si accede ad un giardinetto esterno, un
pergolato coperto da filari di uva fragola che deve essere piacevolissimo negli
imminenti periodi di caldo romano. All’interno, la trattoria è piuttosto
semplice, ma curata e dai toni chiari. La
cucina è essenzialmente romana, autentica, schietta, sostanziosa, piena di
sapore, concreta, senza tanti fronzoli estetici, talvolta con un pizzico (ma
solo un pizzico!) d’innovazione. In una parola, la cucina che piace a me!
Non
sorprende quindi che il proprietario Leonardo Vignoli sostenga che il progetto “Romanesco”
è il naturale sbocco del costante lavoro quotidiano di
questo ottimo locale. Come a dire che non costituisce certo uno sforzo “adattare”
i piatti offerti dalla trattoria ad un progetto che promuove la cucina romana,
perché questo locale è già un’espressione
dell’autentica cucina romana.
La
cucina di Leonardo Vignoli prevede quindi grandi classici della cucina della
Capitale, come i tonnarelli cacio e pepe e gli gnocchi di patate con sugo di
coda alla vaccinara che sono proposti seguendo le ricette tradizionali, ma con
particolare attenzione alle tecniche di cottura. “Perché il successo di un
piatto lo fa anche la sua digeribilità”, afferma Leonardo.
Nella
serata in cui ho avuto modo di assaggiare la cucina di questa trattoria, nell’ambito
del progetto “Romanesco”, ho degustato un ottimo antipasto composto da polpette
di bollito con salsa verde, delle squisite crocchette di melanzane
all’arrabbiata e un sempre buonissimo e classico filetto di baccalà. Originali
e molto graditi da tutti i commensali anche gli gnocchetti fritti con salsa di
cacio e pepe.
Il primo piatto era costituito da degli ottimi e abbondanti (così si fa!) tonnarelli alla vignarola, ben succulenti e ricchi di tante buone e fresche materie prime della campagna romana.
Sono poi seguiti altri tre grandi piatti degni della migliore cucina della Capitale: la trippa alla romana, un contorno di cicoria ripassata in padella e, per finire in bellezza, un impeccabile tiramisù al bicchiere.
La
trippa alla romana, con cui si abbinava benissimo un Cesanese del Piglio Casale
della Ioria, mi è piaciuta moltissimo, con un gradevole tono rinfrescante rilasciato
dalla menta. In conclusione di questo post, quindi, vi lascio anche la relativa
ricetta, utilizzata dal locale. Provate a farla a casa, ne vale davvero la
pena!
Ingredienti per 4 persone:
800 g. di trippa
1 kg. di pomodori pelati
150 g. di grasso di maiale
300 g. di Pecorino Romano Dop
1 cipolla
2 mazzi di menta
Olio extravergine q.b.
Sale e peperoncino q.b.
In una padella soffriggere la cipolla e aggiungere il grasso di maiale tagliato a cubetti. Quando sarà fuso, aggiungere i pomodori, il sale e il peperoncino. Raggiunto il bollore, abbassare la fiamma e cuocere la salsa per 20 minuti. Aggiungere la trippa tagliata a listarelle e cuocere a fuoco vivo fino a bollore, poi abbassare la fiamma e coprire con un coperchio. Cuocere tutto a fuoco lentissimo per 1 ora e mezza. Spento il fornello, aggiungere la menta e lasciarla in infusione per 20 minuti. Riscaldare appena a fuoco basso. Servire con un filo d’olio e abbondante pecorino.
Da Cesare
Via del Casaletto, 45
00151 Roma
Tel. 06.536015
2 commenti:
les tripes sont une des rares choses que je n'aime pas malheureusement. Mais le restaurant a l'air formidable, tout ce qu'on aime.
Tout à fait, Gracianne.
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