Siamo nell’omonimo altopiano, ad un’altitudine tra i 900 e i 1300 metri, sospesi tra cielo e terra, quasi al confine con l’Abruzzo, sopra il Lago del Salto, dove il vento accarezza i campi e il tempo sembra rallentare. Qui crescono le lenticchie di Rascino, piccole e preziose, simbolo di un’agricoltura antica e resistente.
La lenticchia di Rascino, presidio Slow Food
Vale la
pena di spendere qualche parola in più su questa lenticchia e sul territorio in
cui viene coltivata. Sul sito dei Presìdi di Slow Food nella scheda relativa alla lenticchia di Rascino si legge che “per via della scarsità di insediamenti umani, la
lenticchia si coltiva in una terra isolata e incontaminata, ricca di piante
selvatiche e di numerose popolazioni animali (tra cui il lupo). Da sempre, in
quest’area, le uniche attività possibili sono la pastorizia e la coltivazione
di lenticchie, farro e biancòla, una varietà locale di grano tenero”.
L’altopiano di Rascino è da sempre un luogo di transumanza, con i pastori che si spostavano dai pascoli montani a quelli della campagna romana. Durante il tragitto, era tradizione portarsi delle lenticchie da coltivare in estate sull’altopiano. Le lenticchie erano infatti facili da coltivare e da conservare e oltretutto molto nutrienti. La lenticchia di Rascino si raccoglie ad agosto e presenta un seme piccolo di colore marrone, con poche maculature e sfumature rossastre. La coltivazione inizia ad aprile, quando la neve non c’è più ed è possibile l’accesso all’altopiano. Le famiglie della zona hanno conservato il seme, tramandandolo di generazione in generazione, e oggi alcuni giovani hanno affiancato i coltivatori più anziani, creando una associazione per tutelare questa antica varietà (ad oggi sono una ventina i produttori).
Lo show
cooking
Lo show cooking che ha avuto come protagonista la lenticchia di Rascino, è stato moderato da Paola Cuzzocrea della CCIAA di Rieti e Viterbo e diretto dallo chef Marco Mattetti.
E' stato uno show cooking direi molto formativo, sia dal punto vista delle informazioni sul territorio del Cicolano e della sua lenticchia sia da quello tecnico-gastronomico, con tanti piccoli/grandi suggerimenti per la buona riuscita del piatto, denominato “Essenza di Rascino”. Ecco la ricetta:
INGREDIENTI
Lenticchie
di Rascino – 200 g; mezza cipolla e carota; mezza costa di sedano; aglio in
camicia – 1 spicchio; brodo vegetale o acqua – 700 ml; Olio EVO – 60 ml; sale e
pepe nero – q.b.; paprika affumicata(facoltativa); uova freschissime - 4; pane
ai cereali - 100gr; pomodorini maturi q.b.; zucchero di canna; timo.
PREPARAZIONE
PER LA CREMA
DI LENTICCHIE DI RASCINO
Rosolare dolcemente le verdure con olio. Unire le lenticchie precedentemente lavate (non necessitano di ammollo) e coprire con brodo o acqua. Cuocere 30–35 minuti, aggiungendo l’aglio soltanto negli ultimi minuti di cottura. Frullare, filtrare e regolare di sale e pepe.
PER L’UOVO
NUVOLA IN COCOTTE
Separare albumi e tuorli. Montare gli albumi con un pizzico di sale fino a neve morbida. Formare 4 nidi in cocotte unte leggermente d’olio (ma i nidi si possono anche deporre in modo delicato direttamente sulla carta da forno) e cuocere in forno statico a 180°C per 5 minuti. Adagiare i tuorli al centro (conservati precedentemente in frigo in un piatto con una goccia di olio sul fondo) e cuocere altri 3–4 minuti.
CRUMBLE DI
PANE AI CEREALI
Tostare il pane a 180°C per 5–6 minuti, sbriciolare e condire con olio e sale (se lo avete, usate quello in fiocchi).
GOCCE DI
POMODORO ARROSTO AL TIMO
Tagliare i pomodori a metà, condirli con sale, zucchero, timo e olio. Cuocere in forno statico a 180°C per 25–30 minuti, poi frullare e filtrare per ottenere una salsa densa e lucida.
IMPIATTAMENTO
Spargere la crema calda di lenticchie sul fondo del piatto. Adagiare al centro l’uovo nuvola, completare con crumble di pane ai cereali e gocce di pomodoro arrosto al timo. La finitura può essere realizzata con germogli di timo fresco, volendo con paprika affumicata e con un filo d’olio Sabina DOP.
Come sottolineato dallo chef Mattetti, ideatore del piatto, questa preparazione vuole essere un omaggio alla terra e alla semplicità. Le lenticchie, nate sull’altopiano sopra il Lago del Salto, raccontano la forza del territorio e la dignità del lavoro agricolo, afferma lo chef. L’uovo, emblema di vita e rinascita, si posa su di esse come un segno di speranza. Un piatto che celebra le radici, la stagionalità e il valore umano del cibo, ricordando che la vera eleganza nasce dall’essenziale.


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