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25 luglio 2021

Finalmente ho assaggiato la Catalanesca del monte Somma!

 
Me ne parlava tanto mio padre di quest’uva che risale, sembra, al 1500. Ne ho letto sul web, sulle Guide vinicole del Gambero Rosso e consultando il disciplinare della relativa Igp.
Ero allora molto curioso di assaggiare il vino proveniente da questo vitigno che prende il nome di Catalanesca, perché importato dalla Catalogna da Alfonso I d'Aragona.
Un vitigno che si presta sia ad essere destinato alla vinificazione sia al consumo fresco come uva da tavola, con una produzione che avviene esclusivamente in alcuni comuni vesuviani e precisamente nel versante nord occidentale del monte Somma.
Detto ciò, ho avuto occasione di assaggiare il relativo vino (dal colore giallo paglierino e dal sapore secco) quasi casualmente, pranzando in un’ottima osteria non lontana da casa mia, “La Massaia” (zona EUR-Torrino).
Più nello specifico, ho degustato il Katà Catalanesca prodotto dalle Cantine Olivella, da uve al 100% Catalanesca, un vino perfetto per questa stagione: fresco, abbastanza leggero (almeno apparentemente) e piacevolmente aromatico con sentori di lime, albicocche secche e frutta esotica.
Mi aspettavo che avesse più corpo, ma è un vino decisamente gradevole che si sposa molto bene con i piatti di pesce che inevitabilmente capita di assaggiare in questo periodo. Vi consiglio quindi vivamente di provarlo!
Chiudo con una curiosità. Tempo fa ho scritto un post in cui parlavo degli antichi mestieri degli ambulanti napoletani. Ebbene, nel libricino che ho recensito si parla anche dei venditori di uva e la Catalanesca viene citata come un prodotto dai grappoli dorati e grossi acini, che si vendeva e consumava ancora fresco all’arrivo del venditore.
Buona estate a tutti!

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