Ancora un piatto della tradizione. Le ricette della tradizione sono sempre una colonna portante della cucina italiana e non vanno mai, secondo me, “inquinate” con l’innovazione.
Questa ricetta, ancora una volta sicula, l’ho scoperta dopo essere stato in alcuni caffè/pasticcerie siciliani di Roma che oltre ad ottimi dolci propongono anche dei buonissimi piatti e prodotti salati.
Ho sempre visto questo sformato di anellini molto invitante, ma non l’ho mai assaggiato; allora mi sono detto che prima o poi dovevo provarlo o meglio provare a farlo con le mie mani!
Mi sono allora procurato, prendendo spunto da un bel libro di cucina siciliana, la ricetta di questo timballo di anellini (pasta tipica della Sicilia) che ho trovato in due versioni.
Quella che ho scelto la trovate di seguito. Da non siciliano ho avuto difficoltà a capire subito cosa era la “tuma”, che è uno degli ingredienti del piatto, ma poi ho scoperto che è un formaggio fresco praticamente senza stagionatura.
Altra “scoperta” è stata quella di fare il ragù senza pomodori di qualsiasi tipo ma solo con il concentrato di pomodoro che conferisce al ragù un ottimo aspetto, visivamente parlando.
Ecco allora la ricetta, che vi espongo in forma sintetica ma che troverete efficace lo stesso, ne sono sicuro.
Far imbiondire in un tegame, in un po’ di olio, della cipolla tagliuzzata. Aggiungere 100 gr. di burro (o sugna, aiuto!....). Poco dopo aggiungere 3-400 grammi di macinato di carne bovina. Far rosolare, far sfumare con un bicchiere di vino rosso e successivamente aggiungere un tubetto intero di concentrato di pomodoro. Aggiungere poi dell’acqua per diluire.
Far cuocere per circa mezzora e tenere da parte il ragù.
Intanto tagliare a pezzetti piccoli 150 grammi di “tuma” e grattugiare un etto circa di caciocavallo palermitano.
Cuocere nel frattempo gli anellini e scolarli “al dente”. Condirli col ragù e con il formaggio grattugiato, poco pangrattato e la tuma a pezzettini.
Intanto oliare una teglia e cospargerla di pangrattato. Porvi sopra la pasta condita e sullo strato superiore della pasta cospargere ancora di pangrattato e cucchiaiate di ragù; aggiungere anche un filino di olio extravergine.
Infornare a 180°C per mezzora e…. voilà, la tradizione è servita!
Questa ricetta, ancora una volta sicula, l’ho scoperta dopo essere stato in alcuni caffè/pasticcerie siciliani di Roma che oltre ad ottimi dolci propongono anche dei buonissimi piatti e prodotti salati.
Ho sempre visto questo sformato di anellini molto invitante, ma non l’ho mai assaggiato; allora mi sono detto che prima o poi dovevo provarlo o meglio provare a farlo con le mie mani!
Mi sono allora procurato, prendendo spunto da un bel libro di cucina siciliana, la ricetta di questo timballo di anellini (pasta tipica della Sicilia) che ho trovato in due versioni.
Quella che ho scelto la trovate di seguito. Da non siciliano ho avuto difficoltà a capire subito cosa era la “tuma”, che è uno degli ingredienti del piatto, ma poi ho scoperto che è un formaggio fresco praticamente senza stagionatura.
Altra “scoperta” è stata quella di fare il ragù senza pomodori di qualsiasi tipo ma solo con il concentrato di pomodoro che conferisce al ragù un ottimo aspetto, visivamente parlando.
Ecco allora la ricetta, che vi espongo in forma sintetica ma che troverete efficace lo stesso, ne sono sicuro.
Far imbiondire in un tegame, in un po’ di olio, della cipolla tagliuzzata. Aggiungere 100 gr. di burro (o sugna, aiuto!....). Poco dopo aggiungere 3-400 grammi di macinato di carne bovina. Far rosolare, far sfumare con un bicchiere di vino rosso e successivamente aggiungere un tubetto intero di concentrato di pomodoro. Aggiungere poi dell’acqua per diluire.
Far cuocere per circa mezzora e tenere da parte il ragù.
Intanto tagliare a pezzetti piccoli 150 grammi di “tuma” e grattugiare un etto circa di caciocavallo palermitano.
Cuocere nel frattempo gli anellini e scolarli “al dente”. Condirli col ragù e con il formaggio grattugiato, poco pangrattato e la tuma a pezzettini.
Intanto oliare una teglia e cospargerla di pangrattato. Porvi sopra la pasta condita e sullo strato superiore della pasta cospargere ancora di pangrattato e cucchiaiate di ragù; aggiungere anche un filino di olio extravergine.
Infornare a 180°C per mezzora e…. voilà, la tradizione è servita!
15 commenti:
Dalla foto ho come l'impressione che non ne sia avanzato !
Coucou Enrico,
Je découvre les recettes traditionnelle italiennes et elles me titillent toujours les papilles!!!
Bon premier mai avec soleil et bonheur pour toute l'année.
Bisous d'Henriette
@Fede: hai proprio ragione!
@Henriette: merci, je suis content que tu apprecies les recettes traditionnelles italiennes. Bonne fete à toi aussi.
Enrico
Ciao ! ti leggevo anche prima , ma ora che ho il mio blogghino , ti ringrazio della visita che ricambio con piacere . chiara
Di niente, Chiara! Presto ti vengo a trovare. Un bacione, Enrico
Il timballo del Gattopardo! Buonissimo!
E' vero, Max. Grazie e a presto.
Enrico
Non l'ho mai provato! Concordo sulla necessità di mantenere integre le ricette della tradizione!!!
Ciao a presto
Puoi trovarlo anche da Dagnino o alla Pasticceria siciliano-svizzera.
Ciao
LFB
Guarda che sui piatti della tradizione mi trovi completamente d'accordo con te. Il classico non stanca mai, e non mi piacciono quelli che ristrutturano e destrutturano i nostri piatti più classici... ottimo questo timballo di anellini, la tuma è fantastica, ed il ragù con il concentrato lo voglio provare... Ciaooo, ti ho già messo tra i preferiti, mi piace il tuo blog! Ciaoooo, a presto!
Grazie! ti metto anche io subitissimo tra i miei preferiti!
magistrale antico piatto siculo che ahimè molti si sono dimenticati la bontà ed il profumo ciao
lo so che tu lo conosci bene e lo apprezzi: grazie!
ciao,
Ho assaggiato questo timballo un mese fa in Sicilia, fatto in casa da parenti di mio marito, ed è strepitoso! Non c'era il formaggio, che io non amo, ma era buonissimo lo stesso.
Buona giornata!
Eh sì, è davvero notevole...
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