Le franc buveur

Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

17 marzo 2025

Nordés gin: la “maxia” pura della Galizia

 

Recentemente si è tenuto presso il Centro Multimediale Interattivo dell’Ufficio spagnolo del turismo di Roma un evento che ha avuto come protagonista il Nordés Gin, appartenente al rinomato Grupo Osborne.

Ad aprire l’evento è stato Gonzalo Ceballos, direttore dell’Ufficio Spagnolo del Turismo a Roma, che ha sottolineato l’importanza del legame dei brand con il territorio spagnolo come accade proprio con Nordés Gin e il Grupo Osborne, che appartiene tra l’altro al Foro de Marcas Renombradas, un Consorzio che mette insieme molti brand leader spagnoli.

Sono seguite poi le presentazioni di Mirko Cagnazzo, Brand Development Manager del Grupo Osborne in Italia, e Lourdes Bustamante, direttrice delle Comunicazioni Globali di Nordés, che ci hanno fatto scoprire l’origine di Nordés gin e fornito molte altre interessanti informazioni su questo speciale prodotto.



Nordés gin è infatti un gin premium di origine galiziana che nasce nel 2012 grazie a tre amici che decisero di rivoluzionare il settore del gin creando un prodotto con una formula unica, fresco, aromatico ed equilibrato.

Nordés in effetti sorprende per l'equilibrio dei sapori, frutto delle sue undici erbe botaniche, di cui sei della tradizione galiziana con cinque essenze provenienti da oltreoceano, che sono unite al tocco unico dell’ottima uva Albariño. Grazie alla sua freschezza Nordés può essere consumato in qualsiasi momento della giornata, come l’aperitivo o il dopo cena o in occasioni speciali.

Nordés è commercializzato in una bottiglia molto intrigante, che si ispira alla ceramica di Sargadelos, tipica della Galizia e che ricorda anche i colori della sua bandiera: bianco e azzurro.



Nordés nasce a Vedra, una cittadina vicino a Santiago de Compostela, dove si trova Casa Nordés, un luogo progettato per consentire di scoprire le radici di Nordés e il suo processo di distillazione e macerazione. Un imperdibile appuntamento per i visitatori che qui possono vivere un'esperienza immersiva, sensoriale e formativa.



Durante la presentazione è emerso anche che questo prodotto, presente in 50 Paesi al mondo, detiene una importante quota di mercato nella categoria premium gin e che “l’Italia è un Paese molto importante per il brand, rappresentando infatti il secondo mercato dopo la Spagna”.

Nel 2024 Nordés è cresciuto del 33% rispetto al 2023 nel nostro paese e si prevede di raggiungere quest’anno l’ambizioso obiettivo di un ulteriore aumento di 15 punti percentuali di vendite in volume.

La presentazione si è conclusa con una piacevole degustazione di Nordés gin tonic accompagnato anche da sfiziose conserve di mare (cozze, cannolicchi, sardine), ovviamente "made in Galicia".



 Viva il Nordés gin (che vi invito a provare) e la Galizia!

Per saperne di più: www.nordesgin.com

28 febbraio 2025

Il rustico di Le Levain: un gusto impareggiabile!

Per chi non lo sapesse Le Levain è una caffetteria/pasticceria/panetteria di ispirazione francese situata (anche) nella zona di piazza Fiume a Roma.

La mattina presto è già affollata da tanta gente che apprezza i suoi croissant, i suoi pains au chocolat, i suoi kouign amann e tanti altri buonissimi dolci francesi. Qui si trovano anche degli ottimi éclair, quelli belli lunghi largamente diffusi in Francia, farciti di crema al caffè o al cioccolato.

Non mancano le specialità salate, come le baguette farcite, le mitiche “cropizzette” (ne ho parlato qui) e delle golose quiches, sia Lorraine che vegetariane.

Di Le Levain, al di là di tutte queste ed altre golosità, mi piace l’ambiente e l’atmosfera, a cui concorre anche il tipo di persone che frequentano questo locale. Se vi fermate un attimo a guardarle, anche attraverso le sue vetrine, sembra di osservare instantanee tratte da un bistrot francese con un pubblico, soprattutto femminile, che lentamente sorseggia bevande calde in accompagnamento a qualche gratificante coccola che rende piacevoli determinati momenti della giornata.

Mi reco spesso in questo punto vendita e consumo frequentemente la variegata offerta, soprattutto salata, del locale.

Nell’ambito di questa, adoro in particolare un prodotto, il rustico, composto innanzitutto da una pasta davvero gustosa che mi porta indietro nel tempo, lievemente dolciastra, un po' brunita e dai tagli diagonali in superficie. Il ripieno poi è goloso ed è composto da carne macinata, spinaci (o broccoli) e piselli.

Un prodotto per me eccellente, anche se la mia passione per i rustici in generale mi porta a volte essere un po' troppo di parte.

Ho provato (indegnamente) anche a preparare in casa questo rustico, usando però della semplice pasta sfoglia e attenendomi invece molto più rigorosamente alla ricetta originale per quanto riguarda il ripieno. Un risultato molto buono e gustoso!


Un saluto a tutti e non mancate di fare un salto da Le Levain, soprattutto se non lo conoscete ancora!

25 gennaio 2025

Cassez la croûte, Monsieur le Président!

 

Foto tratta dall’account Instagram https://www.instagram.com/paulbocuse_officiel/

Gironzolando alcuni giorni fa su Instagram, tra vari post interessanti mi ha incuriosito quello dell’account “Paul Bocuse_officiel” che descriveva la storia di un piatto diventato mitico, la zuppa di tartufo nero VGE, dove VGE sta per Valéry Giscard D’Esteing, ex Presidente della Repubblica francese.

La storia di questo piatto è molto interessante, curiosa, e divertente ed ha contribuito alla notorietà del grande chef Paul Bocuse.

Correva l’anno 1975 e Paul Bocuse ricevette dall'Eliseo una lettera su carta intestata che annunciava che il Presidente in persona gli avrebbe conferito la Legion d'Onore. La firma del Presidente Valéry Giscard d'Estaing sembrava testimoniare il carattere ufficiale della lettera. In realtà invece si trattava di uno scherzo, ben architettato da uno dei suoi amici. Il Presidente allora, informato di questo scherzo, volle ricompensare per davvero Bocuse poche settimane dopo.

E proprio in occasione della solenne cerimonia di attribuzione del titolo di ambasciatore della cucina francese e di Cavaliere della Legion d'Onore nacque tale soupe creata da Bocuse.

Tuttavia con grande modestia lo chef non rivendicò la paternità di questo piatto, affermando di non averlo inventato perché “chi può dire di aver creato qualcosa in cucina?

Più che di creazione, in effetti, si dovrebbe parlare d’ispirazione, perché la zuppa risente di influenze alsaziane e dell'Ardèche. Bocuse, infatti, per realizzare questo piatto si ispirò a Paul Haeberlin che in Alsazia dopo una battuta di caccia aveva cucinato una ricetta al tartufo in una piccola casseruola bianca, ricoperta di pasta brisée. Inoltre il piatto discende anche da una zuppa di verdure dei contadini tartufai dell'Ardèche, che usavano mangiarla calda con al suo interno del tartufo, che così poteva liberare tutti i suoi più voluttuosi e inebrianti profumi. Un'idea culinaria ereditata anche dalla tradizione inglese del chicken pie che, combinata con le altre due ispirazioni appena descritte, portarono Paul Bocuse a realizzare questa famosa zuppa.

La zuppa VGE è composta quindi, in sintesi, da un brodo di manzo, una brunoise di verdure, del tartufo nero grattugiato, del foie gras ed è chiusa con una delicata e fragrante pasta sfoglia.

Al Presidente, che definì Bocuse “un homme de tradition et d’invention” e che si chiedeva come fare per gustare al meglio la sua zuppa di tartufo perfettamente sigillata, il grande chef Bocuse rispose fermamente: "Cassez la croûte, Monsieur le Président!" In effetti la zuppa di tartufo nero, una volta aperta rompendo la crosta che cade nella soupe, presenta un profumo inebriante che solletica le narici, soddisfacendo primariamente il senso dell’olfatto che percepisce e sintetizza un mix di tanti ingredienti davvero ben amalgamati tra loro, in una perfetta alchimia.

Da allora questa zuppa è diventata famosa in tutto il mondo ed ha consacrato definitivamente il genio di Bocuse, erigendolo ancor di più tra i grandissimi chef a livello internazionale.

La storia di questa zuppa si può ben apprezzare anche in questo video e c’è da aggiungere che, volendo, si può gustare ancora oggi nel menù invernale del restaurant gastronomique Paul Bocuse a Collonges-au-Mont-d'Or nei pressi di Lione.

Il prezzo del piatto denominato oggi “Soupe aux truffes noires Elysée” è di 120 €, ma ne vale davvero la pena.

In abbinamento viene suggerito uno Champagne Vranken – Blanc de Blancs 1987,la cui effervescenza quasi effimera solletica le papille gustative, esaltando come in un bosco i profumi di funghi e tartufo fresco e facendo riecheggiare al palato la fragranza della pasta sfoglia...”.

Noblesse oblige!

17 gennaio 2025

Un (mini) timballo di maccheroni per iniziare bene il 2025

Questo è per me il primo post dell’anno. Allora vi auguro (e mi auguro) uno splendido e goloso 2025 che possa portare a tutti noi le cose che più desideriamo.

Il post risente inevitabilmente delle appena trascorse feste natalizie e quindi non posso che proporvi uno dei tanti ottimi piatti che ho gustato recentemente durante le vacanze di Natale.

Il maggior tempo a disposizione mi ha consentito di “rispolverare”, sia pur in versione “mignon”, un piatto che non preparavo da una vita: il timballo di maccheroni.

In pratica, per chi non lo sapesse, si tratta di una pasta al forno rivestita di una fragrante pasta sfoglia: un primo davvero opulento e goloso che ben si adatta a un periodo di grasse e illimitate mangiate, come quello appena trascorso e purtroppo, per quest’anno, finito.

Ma come si prepara il timballo di maccheroni?

Beh, si parte dal ragù per condire la pasta (stavolta l’ho preparato molto velocemente, con della carne macinata), poi si predispone l’abbondante ripieno che può essere molto vario e su cui ci si può sbizzarrire in quanto a ingredienti.

Io ho farcito la pasta nel seguente modo: 

-   piselli in scatola saltati in padella con poca pancetta, cipolla e un filo di aceto balsamico di Modena Igp

-  uova sode

-       fiordilatte a cubetti

-       abbondante parmigiano

Precedentemente ho cotto delle penne al dente e le ho condite con il ragù (abbondante).

Quindi ho rivestito di pasta sfoglia un tegame da forno (per questa volta non troppo grande) ed ho inserito un primo strato di penne, sulle quali ho aggiunto il suddetto ripieno ben distribuito e, qua e là, qualche cucchiaiata di ragù.

Ho coperto con le restanti penne condite e chiuso con un altro strato di pasta sfoglia, a sigillare lo “scrigno”.

Ho cotto infine in forno a 180 °C per circa 30 minuti (anche meno, se avete il forno ventilato) e comunque fino a doratura della pasta esterna.

Questo timballo va gustato tiepido, in modo che i sapori si sedimentino e si amalgamino al meglio.

E chest’è. Bon appétit e ancora buon anno!

31 dicembre 2024

Post di fine anno (mentre sto preparando un meraviglioso piatto)

Si sta concludendo un anno ancora pieno di soddisfazioni per il mio blog. Un blog che continuo a curare con passione dopo quasi 18 (!) anni di vita(mamma mia!).

Sto ora passando delle tranquille feste natalizie in famiglia con i miei parenti più stretti.

Quest’anno non ho preparato tanti piatti perché sono stato spesso ospite a pranzo o a cena, ma non ho fatto a meno di cucinare i classici (napoletani) del periodo natalizio che non possono mai mancare nella mia famiglia.

Qualche esempio? La mia mitica insalata di rinforzo con acciughe, cavolfiore, salame, ricotta salata, sottaceti, papaccelle, uova sode, e chi più ne ha più ne metta.

Oppure la pizza di scarole che, piaccia o no e contro tradizione, io preparo SEMPRE con pasta sfoglia al posto della pasta di pane. E me ne vanto pure, perché è buonissima così!

Sul fronte dolci, sto sempre più passando dalla parte dei sostenitori del pandoro (“team pandoro” come direbbe qualcuno), specie se di grande qualità (ne ho assaggiato uno di Iginio Massari davvero notevole), piuttosto che di quelli del panettone che mi sta sempre più stancando, anche per i prezzi astronomici di alcuni non sempre di pari qualità e con le mille varianti che ne snaturano l’identità.

Per la cena di Capodanno in questo momento sto preparando un piatto che si preannuncia strepitoso, tratto da una ricetta dello chef Peppe Guida: le candele di Gragnano con genovese di buzzonaglia di tonno. In uno dei prossimi post vi farò sapere come è andata!

Anche questa sera la passerò in famiglia in compagnia degli affetti più cari e anziché andare dopo cena ad affollati e dispendiosi veglioni probabilmente sarò in compagnia anche di un buon romanzo di Maigret 😉.

Con questo post colgo l’occasione per augurarvi (e augurarmi) uno strepitoso anno nuovo!