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14 febbraio 2020

I formati di pasta, quelli che preferisco e quelli che detesto


E’ arrivato finalmente il momento di fare il punto su un argomento di cui non ho mai parlato sul mio blog: i formati di pasta che preferisco.
Avverto subito che in questo post mi riferirò a tipi di pasta da consumo di “tutti i giorni” da abbinare a preparazioni “normali”, che mangiamo nel quotidiano, in assenza di moltissimo tempo a disposizione per preparare manicaretti più ricercati. Quindi mi soffermerò su formati del tutto consueti ed appartenenti a marche commerciali e non di maggior qualità, che pur ogni tanto consumo ovviamente con piacere. Non farò riferimento quindi al criterio importantissimo della qualità della pasta, ma semplicemente, ribadisco, alle mie predilezioni generali in relazione alle tipologie e formati di pasta.
Cominciamo subito col dire che ho una leggera preferenza per la pasta corta rispetto a quella lunga (spaghetti, bucatini e quant’altro), anche se quando sento parlare di pasta corta mi viene da pensare a quella piccola come i vari tipi di pastina e non a quella che definirei in modo del tutto personale “media”, corrispondente a penne, rigatoni, mezzemaniche e formati simili.
Ovviamente, sempre secondo il mio punto di vista ma penso anche di molti, la pasta lunga si presta bene per preparazioni a base di coquillages come vongole e cozze e quindi in questo caso la preferisco a quella più corta. Col pesce non disdegno per niente, comunque, di utilizzare della pasta come le mezzemaniche, ma non di più. Detesto ad esempio l’abbinamento dei paccheri coi piatti di mare, una pasta che in generale non amo per niente, se devo dirla tutta (e invece in giro si trovano tanti ristoranti che utilizzano diffusamente i paccheri con preparazioni a base di pesce). Perché non amo i paccheri? Perché è difficile trovare il giusto punto di cottura e perché non prediligo un formato così grande.
Direi che quello che preferisco in assoluto è rappresentato dai rigatoni, possibilmente rigati, che catturano bene tutte le salse con cui sono conditi. Trovo che quello dei rigatoni sia un formato ottimo anche per mangiare dei classici della cucina romana, come la carbonara e l’amatriciana, che al limite possono essere gustati ottimamente anche con dei bomboloni o “occhi di lupo”. Sono invece meno orientato, in relazione a questi piatti, con l’utilizzo di pasta lunga tipo tonnarelli o bucatini.
Anche le classiche penne, sempre rigate, sono un altro formato che prediligo e che si adatta a moltissime salse, sia a base di pomodoro che bianche (non amo per niente invece le penne lisce, che non riescono a piacermi a prescindere dalla più o meno elevata qualità della pasta).
Nell’ambito delle paste lunghe un formato di cui vado pazzo sono i fusilli bucati lunghi, che spesso uso con un sughetto a base di aglio, polpa di pomodoro, mozzarella vaccina, origano e peperoncino che diventa filante e cremoso e ben si adatta a questo tipo di pasta (questo piatto, tra l’altro, ebbe un successo clamoroso quando lo cucinai anni fa a casa di amici francesi nei pressi di Lione!). Non amo molto invece i normali fusilli, troppo banali, mentre mi piacciono molto anche i fusili bucati corti.
Sempre nel capitolo paste lunghe sto rivalutando molto negli ultimi tempi le mafaldine, con quel risvolto riccio esterno che cattura i sapori e non mi dispiace per niente.
In un post del genere vorrei soffermarmi anche sul tema delle pastine. Adoro utilizzarle quasi risottate in tiepide (non calde!) minestre invernali con passati di zucca, di spinaci, di bieta o insieme ad un minestrone frullato e tanto parmigiano. I formati che preferisco sono i tubettini rigati (quelli piccolini, ma amo anche quelli “normali” che adoro con una buona salsa di pomodoro e parmigiano), quelli che alcune marche definiscono “puntine” o i cosiddetti “risoni”. Non amo per niente invece le farfalline, le conchigliette e le stelline e non so dirvi nemmeno il perché.
Mi piace molto anche una pasta ellittica un pò a forma di gomito che alcuni produttori chiamano “celentani”, che adoro con la salsa ai 4 formaggi, perché essendo anche bucata incamera la relativa crema (analogo discorso vale per i pur diversi sedanini).
Tra i formati speciali e quindi non consueti (e qui faccio eccezione rispetto a quanto detto ad inizio articolo) devo citare le “ruote” Cavalieri, tra l’altro uno dei produttori (se non IL produttore) di pasta che preferisco. Sono un formato calloso, ben al dente che con i tanti “raggi” delle sue spesse ruote porta con sè ogni tipologia di salsa.
Queste sono le tipologie che mi vengono in mente e che senz’altro preferisco (o detesto). Ne avrò sicuramente dimenticato alcune. Nel caso me ne ricordassi in seguito, farò un’integrazione o aggiornamento di questo post.
La cosa in qualche modo incredibile, comunque, quando si parla di formati di pasta è che a parità di condimento un piatto può essere profondamente diverso, se cambia la tipologia usata.
Siete d’accordo? Quali sono in ogni caso e in generale le vostre preferenze sui formati di pasta?

2 commenti:

www.natosottoilcavoloblog.com ha detto...

d'accordo su tutto a parte le ruote che non amo e invece mi piace anche la pasta lunga. Da romana amo i bucatini che mi evocano ricordi.
Sui paccheri hai la mia stima! Odio sto maledetto formato abbinato col pesce. Tanto non lo sanno fare è inutile che lo mettono in carta!

Lefrancbuveur ha detto...

@Sabrina: sui paccheri sono contento che ho "alleati" e concordo pienamente su quello che hai scritto ;)
La pasta lunga non è la mia preferita ma la mangio eccome ;)
A presto!