Nella mia recente visita presso FICO penso quasi di non esagerare dicendo che la cosa che più mi ha colpito, nell'immensità
di quella splendida cittadella enogastronomica, è stato un solo prodotto.
Si tratta di un prodotto del Sud appartenente ad una categoria merceologica che solitamente ignoro anche nei periodi delle feste.
Si tratta di un prodotto del Sud appartenente ad una categoria merceologica che solitamente ignoro anche nei periodi delle feste.
Mi riferisco ai torroni e il prodotto in
questione è il Torrone di Bagnara, una località di mare in provincia di Reggio
Calabria.
La degustazione di questo prodotto appena fatto, caldo me ne ha fatto letteralmente innamorare. Il suo sapore piacevolmente tostato, la sua consistenza croccante e il suo straordinario profumo agrumato sono infatti davvero inimitabili. Inoltre la cosa interessante è che la dolcezza dell’impasto è bilanciata dal sapore delle mandorle tostate e da una piacevole sensazione di brulé, come si legge giustamente nel disciplinare di produzione.
Il Torrone di Bagnara, riconosciuto Igp nel 2014, si ottiene dalla cottura e lavorazione di miele, zucchero, mandorle tostate (non pelate), cannella e chiodi di garofano in polvere, con la copertura di zucchero in grani (o cacao amaro in un'altra sua versione).
E' un prodotto unico, grazie alla giusta tostatura delle mandorle, al sistema di cottura a fuoco vivo e all’alta temperatura alla quale viene sottoposta la massa zuccherina che lo differenzia nettamente dagli altri torroni.
Sul fronte storico è interessante rilevare che il Torrone di Bagnara ha origine nei traffici dell’omonimo centro marinaro, che nel ‘700 consentirono, attraverso la nascita di spezierie, di legare la tradizionale produzione locale di mandorle e miele con lo zucchero e le droghe di provenienza esterna.
Il Torrone di Bagnara è tradizionalmente presente tra i dolci tipici delle feste di Natale, ma con il passare del tempo il suo consumo si è esteso anche agli altri mesi dell’anno. Ogni anno, inoltre, si tiene alla fine di novembre la tradizionale "Festa del Torrone", che contribuisce a rafforzare la notorietà del prodotto.
Ora naturalmente sono alla ricerca anche nella mia città di questo straordinario torrone e spero di trovarlo, per mangiarne uno degno di questo nome durante le feste natalizie. Fatelo anche voi, ne vale davvero la pena!
La degustazione di questo prodotto appena fatto, caldo me ne ha fatto letteralmente innamorare. Il suo sapore piacevolmente tostato, la sua consistenza croccante e il suo straordinario profumo agrumato sono infatti davvero inimitabili. Inoltre la cosa interessante è che la dolcezza dell’impasto è bilanciata dal sapore delle mandorle tostate e da una piacevole sensazione di brulé, come si legge giustamente nel disciplinare di produzione.
Il Torrone di Bagnara, riconosciuto Igp nel 2014, si ottiene dalla cottura e lavorazione di miele, zucchero, mandorle tostate (non pelate), cannella e chiodi di garofano in polvere, con la copertura di zucchero in grani (o cacao amaro in un'altra sua versione).
E' un prodotto unico, grazie alla giusta tostatura delle mandorle, al sistema di cottura a fuoco vivo e all’alta temperatura alla quale viene sottoposta la massa zuccherina che lo differenzia nettamente dagli altri torroni.
Sul fronte storico è interessante rilevare che il Torrone di Bagnara ha origine nei traffici dell’omonimo centro marinaro, che nel ‘700 consentirono, attraverso la nascita di spezierie, di legare la tradizionale produzione locale di mandorle e miele con lo zucchero e le droghe di provenienza esterna.
Il Torrone di Bagnara è tradizionalmente presente tra i dolci tipici delle feste di Natale, ma con il passare del tempo il suo consumo si è esteso anche agli altri mesi dell’anno. Ogni anno, inoltre, si tiene alla fine di novembre la tradizionale "Festa del Torrone", che contribuisce a rafforzare la notorietà del prodotto.
Ora naturalmente sono alla ricerca anche nella mia città di questo straordinario torrone e spero di trovarlo, per mangiarne uno degno di questo nome durante le feste natalizie. Fatelo anche voi, ne vale davvero la pena!
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