Durante
le vacanze di Natale di solito mi piace rispolverare qualche bel libro di
cucina napoletana, avendo senz’altro più calma di preparare in santa pace
piatti della tradizione della mia terra.
E’ evidente che in pubblicazioni di tale genere si trovano tanti classicissimi, ma ogni anno riesco sempre a scovare qualcosa di meno noto e sempre molto buono.
E’ una tradizione che mi piace seguire anche con i libri di cucina siciliana, che insieme a quella campana non possono che evocare la cucina di casa e quella che si fa in famiglia. E Natale non è proprio la festa della cucina di casa e della famiglia?
Orbene, anche quest’anno nelle (purtroppo) appena passate feste natalizie, questo rito è piacevolmente continuato e la mia attenzione è caduta in modo particolare sulla pagina 101 del libro di Jeanne Càrola Francesconi “La cucina napoletana”, dove era descritta la ricetta della pizza di fiordilatte.
Una ricetta che in qualche modo rientra in un tipo di cucina che a me piace molto, che è quella del recupero e degli avanzi. Per fare questa gustosissima “pizza”, infatti, si utilizza del pane raffermo che in pratica gioca il ruolo della pasta per pizza.
Siccome sono un po’ pigro, la ricetta ve la fornisco così, senza indicare precisamente la quantità esatta e le dosi precise degli ingredienti. Ma non vi preoccupate: vi verrà sicuramente bene, seguendo le istruzioni che vado ad esporvi.
Prendete una bella teglia da forno o, se volete prepararne una quantità inferiore, va bene anche un tegamino che possa andare in forno.
Imburrare bene il fondo del tegame che utilizzerete e porre delle fette di pane raffermo (alte più o meno un cm) sullo stesso fondo, in modo da coprire tutta la superficie (inserite anche dei “ritagli”, per non lasciare nessuno spazio vuoto).
Mettere sopra al pane delle fette di fiordilatte, abbondante parmigiano e delle foglioline di basilico spezzettate (in questo periodo non ci sono, ma che possiamo fare? Magari sostituitele con altre erbe aromatiche, quelle che più vi aggradano, forse della maggiorana?).
Cospargere ancora la superficie con delle uova sbattute (un paio se la pizza è più grande, uno se decidete di farne una versione più contenuta) versando a filo il liquido. Infornare alla temperatura massima (220 gradi) per circa 20 minuti o fino a quando non si crea una bella crosticina dorata.
E’ evidente che in pubblicazioni di tale genere si trovano tanti classicissimi, ma ogni anno riesco sempre a scovare qualcosa di meno noto e sempre molto buono.
E’ una tradizione che mi piace seguire anche con i libri di cucina siciliana, che insieme a quella campana non possono che evocare la cucina di casa e quella che si fa in famiglia. E Natale non è proprio la festa della cucina di casa e della famiglia?
Orbene, anche quest’anno nelle (purtroppo) appena passate feste natalizie, questo rito è piacevolmente continuato e la mia attenzione è caduta in modo particolare sulla pagina 101 del libro di Jeanne Càrola Francesconi “La cucina napoletana”, dove era descritta la ricetta della pizza di fiordilatte.
Una ricetta che in qualche modo rientra in un tipo di cucina che a me piace molto, che è quella del recupero e degli avanzi. Per fare questa gustosissima “pizza”, infatti, si utilizza del pane raffermo che in pratica gioca il ruolo della pasta per pizza.
Siccome sono un po’ pigro, la ricetta ve la fornisco così, senza indicare precisamente la quantità esatta e le dosi precise degli ingredienti. Ma non vi preoccupate: vi verrà sicuramente bene, seguendo le istruzioni che vado ad esporvi.
Prendete una bella teglia da forno o, se volete prepararne una quantità inferiore, va bene anche un tegamino che possa andare in forno.
Imburrare bene il fondo del tegame che utilizzerete e porre delle fette di pane raffermo (alte più o meno un cm) sullo stesso fondo, in modo da coprire tutta la superficie (inserite anche dei “ritagli”, per non lasciare nessuno spazio vuoto).
Mettere sopra al pane delle fette di fiordilatte, abbondante parmigiano e delle foglioline di basilico spezzettate (in questo periodo non ci sono, ma che possiamo fare? Magari sostituitele con altre erbe aromatiche, quelle che più vi aggradano, forse della maggiorana?).
Cospargere ancora la superficie con delle uova sbattute (un paio se la pizza è più grande, uno se decidete di farne una versione più contenuta) versando a filo il liquido. Infornare alla temperatura massima (220 gradi) per circa 20 minuti o fino a quando non si crea una bella crosticina dorata.
Un
grande piatto, molto piacevole, in quanto il pane raffermo si ammorbidisce
grazie al latte rilasciato dalla mozzarella e che si insaporisce divinamente con
gli ingredienti più sapidi (il formaggio) e profumati (basilico o altra erba
aromatica).
Mi viene in mente che una variante ottima di questa ricetta potrebbe essere quella di utilizzare del Pecorino Romano al posto del parmigiano e della menta al posto del basilico…
Io ora l’input ve l’ho dato. Provate questa stupenda pizza e fatemi sapere che ne pensate. E viva la cucina napoletana (e già che ci siamo, anche la squadra del Napoli che, almeno al momento che scrivo, è prima in classifica! ;))
Mi viene in mente che una variante ottima di questa ricetta potrebbe essere quella di utilizzare del Pecorino Romano al posto del parmigiano e della menta al posto del basilico…
Io ora l’input ve l’ho dato. Provate questa stupenda pizza e fatemi sapere che ne pensate. E viva la cucina napoletana (e già che ci siamo, anche la squadra del Napoli che, almeno al momento che scrivo, è prima in classifica! ;))
2 commenti:
grandissima ricetta dell'infanzia mia madre ce la faceva spesso anche con la provola, però nun pazziammo Enrico non la chiamiamo pizza:)
Cara Giulia,
Il nome della ricetta era testualmente indicato in quel modo ("pizza di fiordilatte") nel libro di Jeanne Carola Francesconi. E non potevo non adeguarmi a tale autorevole autore ;))
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