E’ stata un’edizione di grande successo quella di Taste of Roma, conclusasi di recente. Oltre 20.000 persone hanno infatti affollato i giardini pensili dell’Auditorium Parco della Musica, con un incremento di presenze del 20% rispetto alla pur riuscita edizione dello scorso anno. E con una varietà e un valore dei contenuti proposti davvero di alto livello.
Roma è quindi diventata ancora una volta il punto di riferimento dell’enogastronomia di qualità, dei vini di pregio e della cucina “sostenibile”.
Quasi 150 eventi in quattro giorni hanno appassionato il pubblico, a cominciare dall’appuntamento con l’Electrolux Chefs’ Secrets, la scuola di cucina dove numerosi aspiranti cuochi hanno potuto “rubare i segreti” dei grandi chef nei numerosi corsi; e proseguendo poi con l’Electrolux Taste Theatre, in cui sia maestri già molto noti al grande pubblico che chef emergenti hanno potuto raccontare e presentare piatti molto interessanti, tutti caratterizzati da un “’ingrediente segreto” che ha fatto la differenza. E poi ancora grande spazio ai migliori pasticcieri, panettieri, pizzaioli che hanno svelato i segreti per un impasto a regola d’arte e ricette perfette.
Ma, come ogni anno, la cosa che più mi è piaciuta e che mi ha più divertito è stato l’assaggio dei tanti piatti offerti al pubblico dai grandissimi chef ospiti, che hanno presentato 36 piatti straordinari.
A
quest’ultimo proposito mi viene da pensare che il bello del Taste of Roma è anche il poter assaggiare piatti di grandi
maestri a prezzi contenuti rispetto ai loro standard e “fare la conoscenza” con
chef ai cui ristoranti non ci si è ancora recati. E questa è una grande cosa e
un’enorme opportunità per tutti.
Il parterre
des rois dei grandi chef era costituito da: Giulio Terrinoni (Acquolina Hostaria), Riccardo Di Giacinto (All'Oro), Danilo Ciavattini (Enoteca La Torre a Villa Laetitia), Andrea Fusco (Giuda Ballerino), Cristina Bowerman (Glass Hostaria), Angelo Troiani (Il Convivio Troiani), Anthony Genovese (Il Pagliaccio), Francesco Apreda (Imago all’Hassler), Heinz Beck (La Pergola-Hotel Rome Cavalieri), Fabio Ciervo (La Terrazza dell'Eden), Roy Caceres (Metamorfosi), Daniele Usai (Ristorante Il Tino).
Naturalmente fare tanti assaggi porta quasi automaticamente a stilare delle graduatorie personali dei piatti più buoni.
Ebbene, i quattro piatti che ho preferito (ovviamente soltanto tra quelli che ho assaggiato e non tra tutti) sono stati, ex aequo:
Naturalmente fare tanti assaggi porta quasi automaticamente a stilare delle graduatorie personali dei piatti più buoni.
Ebbene, i quattro piatti che ho preferito (ovviamente soltanto tra quelli che ho assaggiato e non tra tutti) sono stati, ex aequo:
Ravioli di maiale, cipolla di
Tropea, spuma di mozzarella di bufala - Il Pagliaccio - chef: Anthony Genovese
Un piatto ben equilibrato, tra il piacevolmente affumicato, il dolce e il sapido, con un perfetto bilanciamento dei sapori. I piatti di Anthony stupiscono sempre.
Tempura di maialino, gelato
all’acciuga e pomodorini confit - Enoteca La Torre a Villa Laetitia – chef: Danilo Ciavattini
Un maialino morbido, grazie alla pre-cottura a bassa temperatura, ma croccante dopo la frittura leggera in tempura, che ben si sposa con la diversa consistenza e il sapore del gelato all’acciuga (trovo ottimo in generale l’abbinamento carne-acciuga) e con la dolcezza del pomodoro confit: un grande piatto!
“Polpo scordato” Polpo arrostito, finta maionese di lamponi, mele e zenzero - Il Convivio Troiani - chef: Angelo Troiani
Un maialino morbido, grazie alla pre-cottura a bassa temperatura, ma croccante dopo la frittura leggera in tempura, che ben si sposa con la diversa consistenza e il sapore del gelato all’acciuga (trovo ottimo in generale l’abbinamento carne-acciuga) e con la dolcezza del pomodoro confit: un grande piatto!
“Polpo scordato” Polpo arrostito, finta maionese di lamponi, mele e zenzero - Il Convivio Troiani - chef: Angelo Troiani
La piacevole croccantezza del polpo. Questo soprattutto mi è piaciuto di questo piatto. Ma anche tutto il resto, con il polpo che ben si abbina alla dolcezza e alle altre caratteristiche di mele e lamponi e alla leggera “esoticità” dello zenzero.
Samosa di Sfogliatella, composta di ciliegie e gelato al tè verde - Imàgo All'Hassler - chef Francesco Apreda
Sempre geniale Apreda. Il ricordo del ripieno della sfogliatella
napoletana (caldo) racchiuso in una leggera pasta di origine indiana (la
samosa), abbinata perfettamente con un rinfrescante gelato dal retrogusto
piacevole e “sgrassante” e una composta di ciliegie. Sfiziosa la parte
croccante sia a base di yogurt che di ciliegie, che dava un ulteriore elemento
di contrasto al piatto. Quando la tradizione campana incontra l’Oriente. Bravo
Francesco!
Altri piatti che mi sono piaciuti, ma che pongo un gradino più in
basso di quelli di cui sopra, sono stati: le mazzancolle arrosto, guacamole
romano, nachos di polenta di Terrinoni (Acquolina), il merluzzo carbonaro
glassato al sakè, verdurine in campo viola del già ricordato Apreda, la lasagnetta
con friggitelli, salame del Monte San Biagio e mozzarella di bufala affumicata
di Andrea Fusco (Giuda Ballerino) e gli gnocchetti di zita al Grana Padano con
patate affumicate su sifonata di piselli e calamari marinati al lime di Heinz Beck
(La Pergola del Cavalieri).
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