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24 luglio 2024

Focaccia di Recco Igp e salumi piacentini Dop, un connubio vincente

Di recente sono stato nuovamente a Recco, nella patria della Focaccia Igp. L’occasione è stata l’evento “Sapori in Paradiso” che ha celebrato il connubio tra i Salumi Dop Piacentini (coppa, pancetta e salame) e la Focaccia di Recco col formaggio Igp. I rappresentanti dei rispettivi Consorzi hanno quindi voluto unirsi ancora una volta, dopo altre fortunate collaborazioni passate, per la valorizzazione dei rispettivi prodotti, contraddistinti da marchi di qualità riconosciuti dalla UE.

Stiamo parlando in effetti di produzioni di assoluta eccellenza, in quanto la provincia di Piacenza è un territorio dove da sempre si producono salumi di altissima qualità e la cittadina di Recco è famosa per essere il luogo di elezione dell’ottima e inimitabile focaccia col formaggio, oltre che essere nota come capitale gastronomica della Liguria. Questi due territori golosi sono uniti dalla Val Trebbia, una valle che Hemingway definì come “la più bella del mondo”.

I Consorzi di Tutela dei citati prodotti hanno quindi organizzato a Recco e in alcuni comuni limitrofi della zona di produzione dell’Igp (Sori, Camogli), questo interessante evento che ha accolto giornalisti, food blogger e personaggi di opinione alla scoperta dei segreti di queste produzioni.

La mia esperienza a Sapori in Paradiso 2024 è cominciata con una splendida cena presso la focacceria del locale storico Manuelina, dove si mangia sempre divinamente. 

Qui, dopo aver gustato freschi e piacevoli cocktail (ben abbinati ad esempio a degli ottimi crostini con burro d’Isigny e acciughe del Cantabrico), ho potuto assaggiare ovviamente la focaccia al formaggio Igp, davvero perfetta, croccante e scioglievole ed anche la versione “pizzata” della stessa (con l’aggiunta di pomodoro, olive, acciughe: una vera bonta!). 

Sono seguiti assaggi di piatti simbolo della cucina ligure, come le trofie di farina di castagne con uno splendido pesto o i classici pansoti con una buonissima salsa di noci. Da sottolineare anche che della focaccia qui si offre anche una golosa versione dolce, con marmellata e zucchero a velo.

L’organizzazione di questo evento in un periodo estivo ha consentito di stilare un programma comprendente anche degli interessanti spostamenti via mare, alla scoperta di bellissimi luoghi. Recco del resto si affaccia sulla Riviera Ligure di Levante ed è il comune più grande del Golfo Paradiso, che include buona parte del promontorio di Portofino, confinando con il Golfo del Tigullio. 

San Fruttuoso e la conferenza stampa/cena da Ö Vittorio 

Il giorno dopo quindi, insieme ad altri blogger e giornalisti provenienti da tutta Italia, abbiamo navigato lungo la costa partendo da Recco e raggiungendo San Fruttuoso di Camogli. Qui, nel cuore del promontorio tra Camogli e Portofino è incastonata la millenaria Abbazia di San Fruttuoso, un luogo magico immerso nella natura, restaurato, riaperto al pubblico dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) e raggiungibile soltanto via mare o a piedi.

In una speciale visita guidata con il direttore, l’architetto Alessandro Capretti, abbiamo potuto conoscere la storia, i restauri, i segreti e le bellezze di questo luogo unico al mondo. In sintesi, si tratta di un monastero benedettino sorto più di mille anni fa, che custodisce ancora oggi le reliquie del vescovo di Tarragona Fruttuoso. A partire dal XIV secolo inizia il lento declino dell’edificio, finché nel XVI secolo le sue vicissitudini si legano con quelle della famiglia Doria. Gli interni dell’Abbazia, abbandonati dai monaci, ospiteranno poi una comunità di pescatori che ci vivrà per generazioni fino alla donazione al FAI nel 1983. Da segnalare che sotto l’Abbazia c’è anche una spiaggetta oggi molto affollata nei mesi estivi che si formò a partire dal 1915, quando a seguito di un’alluvione uno smottamento del versante roccioso provocò il crollo della prima campata della chiesa.

Di fronte all’Abbazia, nelle acque dell’Area Marina Protetta a 17 metri di profondità, si trova la statua in bronzo del Cristo degli abissi, opera dell’artista Guido Galletti, famosa in tutto il mondo. E una copia a grandezza naturale è esposta all’interno della Chiesa di San Fruttuoso.

Al rientro da questa bella gita, in uno dei Locali Storici d’Italia di Recco (Ö Vittorio)sono seguite le presentazioni dei due Consorzi promotori di “Sapori in Paradiso”.

Il Consorzio dei salumi piacentini per l’occasione ci ha guidato alla scoperta dell’affascinante mondo dell’arte della norcineria, raccontando e dimostrando dal vivo le fasi che accompagnano le preparazioni della profumata Coppa Piacentina Dop e delle altre due Dop Salame Piacentino e  Pancetta Piacentina. 

Molto interessanti in particolare le fasi di arrotolamento e di cucitura della pancetta nonché quella con cui quest'ultima viene legata, che richiedono un savoir-faire e una maestria che solo tanta esperienza può far acquisire. 

La pancetta è quella che maggiormente gradisco tra i tre salumi Dop, col suo tipico alternarsi di strati circolari di rosso vivo e bianco rosato, col suo piacevole profumo, con le fette che in bocca tendono a sciogliersi grazie alla presenza delle parti grasse. Al palato si avverte anche un sapore delicato e spiccatamente dolce, pur non essendo privo di sapidità. A mio avviso il suo connubio con la focaccia di Recco Igp calda è perfetto!

I recchesi si sono invece esibiti in un coinvolgente “cooking show” mostrando tutte le fasi della preparazione della Focaccia Igp e la grande abilità e manualità che questa eccellenza gastronomica richiede. Gli ingredienti che concorrono a produrla, inoltre, devono essere di qualità, come lo stracchino, meno grasso e più scioglievole rispetto a quello abitualmente presente in commercio.

Anche la cena che è seguita, sempre presso i locali di Ö Vittorio, è stata eccellente. Oltre che dai protagonisti della serata, la focaccia al formaggio Igp e i salumi piacentini Dop, gli ospiti sono stati allietati da gustosi e raffinati piatti a base di pesce e da un originale dolce, al tempo stesso tatin alle mele e crème caramel. 

Il secondo giorno: Camogli e Sori 

Il giorno successivo, a dimostrazione del valore delle produzioni agroalimentari certificate per i rispettivi territori d’origine, abbiamo effettuato un piccolo tour nel borgo di pescatori di Camogli. Un posto dove sono stato diverse volte e dove si torna sempre volentieri, con le sue belle casette colorate, i suoi carruggi, i suoi pescherecci, le affascinanti chiese, i panorami mozzafiato e, last but not least, l’ottimo cibo.

A tale ultimo proposito non poteva mancare una visita alla focacceria consorziata Revello, un paradiso per “focacce e dintorni”, non trascurando le mille tentazioni dolci tra cui i celebri camogliesi al rhum, dei tartufini a base di rum e cioccolata.


Da Revello abbiamo avuto modo anche di visitare brevemente il laboratorio retrostante, ammirando l’arte della realizzazione di diversi tipi di focacce. Da non perdere proprio accanto a Revello anche la pasta fresca di Fiorella, con una vasta offerta dei principali cavalli di battaglia della cucina ligure (pansoti, ravioli, gnocchi, fettuccine, trofie e poi pesto, salsa alle noci, sughi marinari, ecc.).

Sul lungomare di Camogli segnalo anche una interessante libreria, “L’ultima spiaggia”, con tanti titoli non banali e gestita dagli stessi proprietari del punto vendita di Ventotene che porta lo stesso nome.

Successivamente ci siamo trasferiti in un altro comune della zona di produzione della Focaccia Igp, Sori, per un magnifico pranzo con menù tipico ligure, in uno dei locali associati al Consorzio della Focaccia, la mitica trattoria Edobar.

Qui abbiamo assistito alla realizzazione di un altro monumento della cucina ligure, la farinata, prodotta con pochi ingredienti (olio, acqua, farina di ceci, sale…) e che, una volta cotta al forno a legna, è risultata piacevolmente dorata e croccante all’esterno e morbida all’interno. Naturalmente qui si produce molto di più: la focaccia Igp, ça va sans dire, e tante torte di verdure fino ad arrivare al castagnaccio, per restare nel solo ambito dei prodotti da forno.

Nel corso del pranzo da Edobar abbiamo degustato, oltre alla suddetta farinata appena sfornata, ancora una volta uno strepitoso pesto che ha splendidamente condito una pasta fresca tipica ligure (battolli) a base anche di farina di castagne e del fresco pescato locale fritto.

Si è concluso così il mio “Sapori in Paradiso”, evento che ha voluto rafforzare, riuscendoci, la validità della scelta effettuata dai produttori nell’aderire al percorso dei prodotti Dop e Igp, informando correttamente il vasto pubblico sulle differenze di qualità con analoghi prodotti generici. Una scelta che oggi viene confortata dagli apprezzamenti dei media e dal gradimento di un pubblico sempre più vasto.

Sapori, profumi, storie e tradizioni fortemente ancorati ai rispettivi territori che trovano quindi occasioni d’incontro e nuove opportunità di promozione e valorizzazione per diffondere la conoscenza di queste eccellenze gastronomiche italiane e incentivarne il consumo.

I prossimi appuntamenti con “Sapori in Paradiso” sono previsti domani e dopodomani (giovedì 25 e venerdì 26 luglio) e nelle giornate di giovedì 29 e venerdì 30 agosto prossimi.

Seguite questo interessante evento sui social della focaccia di Recco (instagram: @focacciadirecco_igp) e dei salumi piacentini (instagram: @consorziosalumipiacentini), ne vale la pena, per ammirare la bellezza e la bontà che generano questi territori e questi prodotti.

Per ulteriori informazioni:

www.focacciadirecco.it

www.salumitipicipiacentini.it


Invitato da Consorzio Focaccia di Recco Igp

18 luglio 2024

Una "gita" al Tour de France per il compleanno del mio blog



"Il Tour de France è l’estate, l’estate che non può finire, il caldo meridiano di luglio. Nelle case si chiudono le persiane, la vita rallenta, la polvere danza nei raggi di sole”. Philippe Délerm

Il mio blog ha compiuto recentemente ben 17 anni! Allora augurissimi a questo bel diario enogastronomico e di viaggio che tante soddisfazioni mi ha dato/mi sta dando in questi anni, parlando di scoperte culinarie, di locali golosi e di territori, preferibilmente transalpini.

E per festeggiare idealmente questo importante compleanno, mi sono concesso alcuni giorni in un paio di città in qualche modo legate alla Francia.

Il Tour de France, infatti, quest’anno è partito dall’Italia (ecco il legame) e allora quale miglior occasione di questa poteva esserci per poterlo vedere dal vivo a una relativamente breve distanza da casa?

Ho scelto la tappa di Bologna con un meraviglioso arrivo in centro città e il giorno dopo ho assistito anche alla partenza della tappa successiva, da Piacenza.

Il Tour è stato come al solito uno spettacolo di colori e di folla, oceanica direi.

Come sempre, non si riesce a seguire tanto bene gli aspetti tecnici della gara, ma in compenso le emozioni sono tantissime, a cominciare dal passaggio della carovana degli sponsor che elargiscono sfiziosi gadget, passando per la simpatica vivacità di tanti tifosi provenienti da tutto il mondo con le loro bandiere multicolori e finendo ovviamente col passaggio dei ciclisti professionisti che, pur poco durevole, regala sempre infiniti brividi.


In una manciata di minuti, se non meno, si riconoscono in un flash prima o dopo tanti campioni che gli appassionati riconoscono per averli visti tante volte in tv e che dal vivo sembrano un po' diversi.

La tappa di Bologna del Tour è stata uno spettacolo sia all’arrivo sia soprattutto sul San Luca, a pochi km dalla città, dove tanti protagonisti si sono dati battaglia lungo l’ascesa costeggiata dai famosi portici.

Bello anche il momento delle premiazioni, in particolare della maglia gialla del leader della corsa, che ottiene in premio ogni volta che la indossa anche un leoncino in peluche, “trofeo” che tanti tifosi come me vorrebbero da tempo avere.

Mi colpisce sempre, quando mi reco al Tour, l’imponenza e la perfezione della macchina organizzativa, sempre impeccabile e tempestiva a fine gara nel rimuovere transenne, striscioni e palchi per poi ricostruire e smontare di nuovo tutto il giorno dopo in nuove cittadine di partenza e arrivo.

A Bologna, grazie ad un albergo molto centrale, ho potuto fare nel dopo tappa le mie consuete e rilassanti passeggiate nelle vie principali della città. Una Bologna estiva che non avevo mai visto, che conserva il suo fascino anche in questa stagione con un piacevole cinema gratuito all’aperto in Piazza Maggiore e una bella atmosfera vacanziera nel corso del weekend.

E’ sempre bello inoltrarsi nelle viuzze vicino alla piazza principale, piene di localini dove affluisce tanta gente all’ora dell’aperitivo. Tra una visita in libreria e un ricordo di tanti locali storici (e non) dove sono stato tante volte, non poteva mancare anche in questa occasione qualche golosa sosta culinaria.


In barba all’abbastanza notevole caldo cittadino non ho rinunciato a dei golosi tortellini alla crema di parmigiano sotto i portici di via Indipendenza o alla mitica cotoletta alla bolognese, degustata questa volta nell’interessante e personalmente mai sperimentata “Trattoria da me”, ad un quarto d’ora a piedi da Piazza Maggiore.


L’indomani invece ho fatto tappa (è il caso di dirlo) a Piacenza per vedere ancora i corridori del Tour e per scoprire una città che non conoscevo.



I ciclisti li ho visti passare nella centralissima Piazza Duomo, in una città tinta di giallo in tutte le sue strade principali e nelle vetrine dei più importanti negozi.

Ho avuto poi il tempo di visitare questo capoluogo, molto attraente sia per le sue belle e ampie piazze (piazza Cavalli, piazza Duomo, piazza Sant'Antonino) sia per le chiese, le attrazioni artistiche e gli eleganti negozi.

Ho ovviamente avuto anche il tempo di assaggiare alcuni vini e piatti tipici piacentini, nonostante la cucina del luogo non sia esattamente estiva.

Ho scelto l’antica trattoria dell’Angelo in cui ho degustato tra l’altro dell'ottimo vino Gutturnio(secco) e i ben noti “Pisarei e fasò”, degli gnocchetti di pangrattato e farina con fagioli, cotiche e lardo.


Del resto anche il mitico giornalista Gianni Mura, grande cultore del Tour de France e della buona cucina, talvolta durante il Tour azzardava l'assaggio di piatti invernali come il Cassoulet...(only the brave!). E per un attimo mi sono identificato in lui nello scrivere questo resoconto sul Tour e sulle relative “avventure culinarie”, anche se non potrò mai raggiungere la sua profonda cultura enogastronomica e sportiva nonché, nemmeno lontanamente, il suo talento giornalistico...


Ps ho potuto scorgere alla stazione di Piacenza un treno regionale ispirato al Tour de France e ad alcuni suoi storici protagonisti: davvero bellissimo!