Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

20 gennaio 2018

La torta di stracci vecchi dell’affascinante Nigella


Alcune sere fa guardavo sul Gambero Rosso Channel un programma di cucina di Nigella Lawson.
Amo vedere le sue trasmissioni perché sono interessanti e belle (in tutti sensi...) e le ricette che esegue a mio avviso risultano davvero sfiziose e gustose.
Una di queste riguarda una torta greca, che viene chiamata "torta di stracci vecchi" (Old rag pie in inglese).
Tale nome deriva dal fatto che uno dei suoi componenti essenziali, la pasta fillo, è inserita a strati nella torta in modo irregolare e “stracciata”, cosa che è assolutamente possibile, vista la sottigliezza dei suoi fogli.
Nella torta vi sono quindi dei veri e propri sfilacci di pasta fillo, che si abbinano a ingredienti e prodotti tipici della Grecia come la Feta, il mediterraneissimo timo e il miele.
Ne viene fuori una preparazione dall'ottimo contrasto dolce-salato, a cui si aggiunge, se mangiata subito, la piacevolezza della pasta fillo che con il suo "crunchy" dona al “pie” anche un gradevole elemento di croccantezza.
Ma questa torta è buonissima anche se mangiata il giorno dopo o in quelli successivi. Provare per credere…
Ecco allora la relativa ricetta, che ho trovato in rete e che devo dire ha avuto grande successo in famiglia.

Old rag pie

Ingredienti
(per una teglia rettangolare di larghezza di circa 20 cm)

100 gr. di burro
1 confezione da 250 g di pasta fillo
200 gr. di Feta
2 cucchiai di grana grattugiato
2 cucchiai di timo fresco
2 uova
150 ml di latte
miele

Sbriciolare la Feta in un piatto e far sciogliere il burro a bagno maria.
Imburrare la teglia e disporre in essa alcuni fogli di pasta fillo incrociati in modo da coprirne il fondo e i bordi. In questo modo si formeranno anche delle parti eccedenti di pasta che sporgeranno fuori della teglia, ma che non bisogna eliminare.
Sul fondo della teglia, e quindi sopra la pasta fillo, distribuire con un cucchiaio un po' di burro fuso.
A questo punto con tre fogli di pasta fillo strappati e tagliati in modo irregolare (ecco i suddetti stracci) riempire tutta la superficie della teglia.
Versarci sopra metà del quantitativo di Feta sbriciolato, metà del timo e un cucchiaio di formaggio grattugiato. Completare con un po’ di burro fuso. Ripetere una seconda volta l’operazione con la sequenza pasta fillo stracciata-Feta-timo-grana grattugiato-burro fuso. Terminare con due fogli di pasta fillo, sempre stracciati e accartocciati.
Infine chiudere il tutto, portando all’interno dei bordi della teglia le eccedenze di pasta fillo di cui sopra.
Sbattere poi le due uova con il latte e versare il composto su tutta la superficie della torta.
Tagliare quindi la torta cruda in grandi cubotti per consentire alla miscela di latte e uova di penetrare all’ interno della preparazione.
Infornare a 200 °C per circa mezz'ora. La torta si gonfierà un po', acquisendo a fine cottura una bella doratura.


Lasciarla raffreddare e sformarla in un piatto ampio. Prima di servirla, cospargerla con una generosa dose di miele.
Il momento di consumo di questa torta è molto variabile. Si può mangiare a colazione, come antipasto, come pre-dessert o per merenda. O ancora….quando volete voi… J

11 gennaio 2018

L'eleganza del Gaillac Doux


Durante le feste di Natale ho finalmente aperto una bottiglia di vino francese che avevo acquistato durante il mio viaggio nei Pirenei  del giugno scorso.
E’ un vino Dop prodotto nella zona del Sud Ovest del territorio transalpino, un’area che a mio avviso presenta caratteristiche enologiche davvero interessanti.
Il prodotto in questione, che proviene dalla zona di Tolosa, si chiama Gaillac Doux (azienda Vinovalie) ed ha un ottimo rapporto qualità-prezzo.
E’ un vino dolce, elegante, ottenuto da uve Loin de l'Oeil e Muscadelle, dal colore dorato e dalle note intense di miele e mela cotogna, con fini sentori legnosi.
E' ideale da consumare durante le feste, in famiglia o in compagnia di amici. Si adatta a meraviglia (queste le testuali parole in etichetta) col foie gras o con i dessert al cioccolato. Ma, aggiungo io, anche con i dolci natalizi e con i formaggi erborinati.


E se ve ne avanza un dito, utilizzatelo anche come ingrediente per sfumare delle magnifiche scaloppine, che risulteranno di un'eleganza sorprendente.
Bon appétit!

2 gennaio 2018

Cucinando i piatti della tradizione (e Buon 2018!)


Durante queste feste di Natale, grazie ad alcuni giorni di ferie, ho avuto finalmente più tempo per potermi dedicare ad una delle mie passioni più grandi, la cucina.
In questo periodo in particolare, come chi mi legge con attenzione sa, mi piace cucinare principalmente i piatti della tradizione, senza spingermi eccessivamente in preparazioni e sperimentazioni innovative.
Anche quest’anno, quindi, ho rispolverato delle ricette di famiglia e della cucina napoletana che mi sono divertito a replicare ancora una volta.
Come ad esempio un panettone rustico che mia zia Olga preparava tipicamente durante le feste, la mozzarella in carrozza (stavolta preparata secondo la ricetta tradizionale che prevede rigorosamente l’utilizzo del pane raffermo), l’insalata russa e tanti altri piatti che ho cucinato ma non fotografato. 



Forse perché era più forte il desiderio di provare e testare la loro effettiva riuscita o perché il foodblogger che è in me voleva prendersi un po’ di meritato riposo dopo le “fatiche” di un anno intero.
Un anno che ha portato ancora delle belle soddisfazioni al mio blog e mi auguro che sia così (e anche meglio) in questo 2018 appena iniziato.
Ovviamente gli auguri sono da estendere a tutti voi, con l’auspicio che l’anno nuovo possa portarvi le migliori soddisfazioni in tutti i campi.
Auguri a tutti!