Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta
25 dicembre 2021
12 dicembre 2021
Ganses, ed è subito Carnevale di Nizza
Nell’ambito della recente presentazione sulle
interessanti novità autunno-invernali della Costa Azzurra (qui il mio articolo e i miei suggerimenti) ho avuto modo, con grande piacere, di
preparare on-line insieme ad altri blogger e giornalisti le ganses.
Si tratta di una sorta di frittelle, la cui
preparazione sembra che risalga al Medioevo, simili alle nostre frappe, che si
preparano durante il periodo di carnevale a Nizza e un po’ in tutta la Costa
Azzurra.
Con piacere allora condivido la relativa ricetta,
semplice da realizzare e buonissima:
Tempo di cottura: 30 minuti
1 cucchiaino di lievito in polvere
1 pizzico di sale
2 uova
50 g di zucchero semolato
80 g di burro
acqua di fiori d'arancio q.b.
Olio per friggere
Latte per diluire la pasta q.b.
Zucchero a velo a fine cottura
Esecuzione
Impastare con la punta delle dita fino ad ottenere una pallotta morbida e omogenea. Se l'impasto rimane difficile da lavorare, aggiungere un po' di latte. Coprire la ciotola con un panno e lasciare riposare l'impasto a temperatura ambiente per 30 minuti.
Tagliare quindi il composto in tre pezzi per stenderlo con più facilità.
Con un mattarello, spianare la pasta ad uno spessore di due o tre millimetri e ricavare dei quadrati di pasta di 5 cm o dei rombi di 10 cm. Tagliare una fessura al centro di ogni quadrato (o rombo) e spingere una estremità nella stessa fessura in modo da formare dei cordoncini (ganses).
Immergerli nell'olio bollente, facendoli cuocere molto rapidamente. Girarli non appena salgono in superficie e estrarli quando diventano dorati.
27 novembre 2021
Le novità green autunno-inverno in Costa Azzurra
L’obiettivo era di presentare alla
stampa italiana una “Riviera” diversa, slow e green, proponendo spunti ed idee
per viaggi o weekend nel periodo autunnale ed invernale che ci apprestiamo a
vivere.
Del resto il turismo italiano è strategico per la Costa Azzurra. Grazie alla sua vicinanza geografica e culturale, l’Italia è il principale mercato estero di tale destinazione, con un turismo molto fedele che copre quasi 960.000 pernottamenti all’anno.
Anche
perché la Costa Azzurra offre un patrimonio naturale e culturale notevole, che
unisce la bellezza dei paesaggi incastonati tra mare e montagna con l’arte di
vivere. Ma regala anche modi di goderne in modo più inconsueto e diverso dal
solito, cosa che vado a illustrarvi in questo post.
Ecco allora alcune idee interessanti in tal senso:
Del resto il turismo italiano è strategico per la Costa Azzurra. Grazie alla sua vicinanza geografica e culturale, l’Italia è il principale mercato estero di tale destinazione, con un turismo molto fedele che copre quasi 960.000 pernottamenti all’anno.
Ecco allora alcune idee interessanti in tal senso:
- Antibes-Juan-les-Pins invita a scoprire i suoi giardini, in particolare il giardino botanico di Villa Thuret, il sentiero Tire-Poil intorno a Cap d'Antibes, e il week-end del Design e delle Arti dal 3 al 5 dicembre 2021.
- Biot, capitale del vetro contemporaneo in Francia e animata da tanti artisti, propone botteghe e mercatini provenzali e visite al verde del Parco della Brague.
- Cannes suggerisce week end pass per brevi vacanze slow e il nuovo eccezionale ecomuseo sottomarino.
- Mentone offre visite sul tema del limone, il frutto simbolo, oltre alla classica e famosa Festa del Limone di febbraio. Senza dimenticare i tour ecologici in bici elettriche e a idrogeno, lungo la costa e verso i rilievi.
- Grasse la capitale dei profumi e il suo territorio invitano alla scoperta del Museo Internazionale della Profumeria, delle sue limitrofe località sciistiche e della Riserva biologica dei Monts d’Azur, 700 ettari di natura dove convivono, in libertà, il bisonte europeo, cervi, caprioli, camosci, l’aquila reale… E Fragonard, la nota maison di profumeria locale, lancia nuovi prodotti che rendono omaggio a Parigi: l'eau de toilette Belle de Paris e il diffusore Rêve de Paris.
- Roquebrune-sur-Argens offre il fascino del suo villaggio millenario e il borgo marino di Les Issambres, con la talassoterapia, le passeggiate nella natura e l’inedita "Balade Terroir" un itinerario per scoprire i suoi vigneti e apicoltori in minicar elettrica.
- Villeneuve-Loubet, luogo natale del grande chef Auguste Escoffier (la sua casa è diventata museo), propone tanti itinerari green: lungo il piccolo fiume Loup, sulla costa e da essa verso l’interno.
- Nizza invita a scoprire le tradizioni gastronomiche all’Atelier Cuisine Niçoise e, tra le altre cose, l’itinerario di mountain-bike Nizza-Auron, dal mare alle vette del parco del Mercantour.
da fine novembre 2021 al 2 gennaio 2022: mercatini e villaggi di Natale a Cannes e Nizza
Mercati e feste del tartufo:
8 gennaio alla Bastide Saint Antoine - Grasse
17-23 gennaio: 90° Rally Automobilistico di Monte-Carlo - Monaco
11 - 27 febbraio: Carnevale di Nizza; tema 2022: «il re degli animali»
Barbara Lovato - Ufficio Stampa & P.R. Atout France - tel 02 58 48 655; barbara.lovato@atout-francee.fr - www.it.france.fr
www.cotedazurfrance.fr
www.cotedazur-sejours.com
www.cotedazur-card.com
14 novembre 2021
Spaghetti con mandorle di tarallo e pasta d’acciughe, sfumati al Marsala
Innanzitutto
va detto che il locale a cui mi riferisco è un posto consigliatissimo di Ischia
Ponte, il panificio Boccia di cui vi ho parlato già altre volte. Un negozietto famoso per il suo
ottimo pane, ma che offre tante altre gustose golosità.
Di
Boccia va citata anche la sua versione bistrot, situata di fronte al negozio:
un locale per lo più all’aperto che offre sfiziosità varie, tra cui va
menzionata la zingara della domenica (con porchetta di coniglio e parmigiana al
sugo di coniglio) o la focaccia con mortadella grigliata, provolone, rucola,
limone e maionese.
Queste
mandorle non sono quindi delle normali mandorle sgusciate, ma presentano
sentori di pepe e di tarallo, che viene normalmente venduto nella sua versione
più classica, ‘nzogn e pepe (sugna e pepe).
Questo
sacchetto “magico” che ho acquistato la scorsa estate, quindi, doveva essere
impiegato al meglio in qualche preparazione che esaltasse le qualità di queste
mandorle.
In
un periodo autunnale come quello attuale ho pensato ad un piatto cromaticamente
diverso da quello che si poteva immaginare in estate (ad esempio con pomodorini
freschi, basilico, ecc.). Ecco quindi che mi è venuta in mente una preparazione
semplice ma gustosa, degli spaghetti con queste mandorle, pasta di acciughe
(che conferisce anche una colorazione bruna al piatto), aglio, peperoncino e un
tocco di eleganza e ulteriore colore dato da una sfumatina di Marsala.
Di
seguito il procedimento di preparazione con dosi, come spesso mi accade di fare,
“ad occhio”:
In
una padella con olio extravergine abbastanza abbondante tagliare dell’aglio a
pezzettini piccoli. Farlo andare finché non si formano delle piccole bollicine
intorno a ciascuno spicchietto. Aggiungere quindi una generosa manciata delle
mandorle di cui sopra e farle cuocere finché non si ammorbidiscono un po’.
Sfumare
con due tazzine da caffè di Marsala e far ben evaporare. Aggiungere una buona
quantità di peperoncino in polvere (chi non ama il piccante ovviamente
diminuisca la dose) e della pasta di acciughe e far ancora cuocere aggiungendo
anche qualche cucchiaio di acqua di cottura degli spaghetti, che intanto avrete
messo a cuocere.
Completare
la cottura degli spaghetti nella padella, dopo averli scolati 2-3 minuti prima
del tempo finale di preparazione. Se necessario, aggiungere ancora poca acqua
di cottura.
Mantecare
bene e servire, aggiungendo a piacere anche del prezzemolo tritato fresco (io
non l’ho fatto perché me ne sono dimenticato ;).
Un
piatto ottimo e sorprendente, con due piccantezze diverse, quella delle
mandorle “tarallate” e quella del peperoncino, reso elegante dal Marsala la cui
dolcezza contrasta gli ingredienti dal gusto forte e la sapidità delle
acciughe. In definitiva, una preparazione che vi invito decisamente a provare!
Non
ho ancora finito le scorte di questo tipo di mandorle cui vi accennavo poc’anzi.
Quali altri piatti posso tirar fuori “dal mio cilindro”? Io qualche idea ce
l’ho, ma voi cosa mi consigliate?
16 ottobre 2021
Ricettine di fine estate
Passate
ampiamente le ferie sono tornato, comme
d’habitude, a preparare e sperimentare ricette a cui cerco di dare sempre
un pizzico di personalizzazione e, spero, di originalità, almeno rispetto ai
miei piatti abituali.
In
questo post ve ne propongo ben due, preparate nel mese di settembre.
La
prima nasce un po’ per caso: al mercato dove abitualmente mi rifornisco ho
visto delle bellissime e attraentissime “papaccelle” (peperoni bassi e
schiacciati, assolutamente non piccanti) ed ho subito colto l’occasione per
acquistarle e quindi prepararle, visto che non mi capita spesso di trovarle qui
a Roma.
Con
quelle sottaceto che si trovano a Napoli, tra l’altro, tempo fa avevo preparato una sorta di salsa ketchup da accompagnare a carni varie, in
primis gli hamburger.
Questa
volta invece quelle fresche le ho preparate ripiene con del tonno e cotte in
umido anziché al forno.
Più
in particolare ho riempito le papaccelle svuotate e pulite con un impasto
composto da pane raffermo bagnato e poi strizzato, del buon tonno in scatola,
pomodorini, basilico, prezzemolo, pecorino grattugiato, olio e sale.
Coperte
col loro “cappello”, le ho fatto cuocere in un tegame con olio extravergine
dopo averle fatte rosolare e sfumare con del vino bianco (prima della cottura, inoltre,
le ho cosparse leggermente di colatura di alici nella parte esterna).
Dopo
una mezzoretta circa, le papaccelle saranno cotte. Vi consiglio di mangiarle
tiepide o fredde dopo che l’impasto interno si sarà rassodato e insaporito.
Un
ottimo antipasto, contorno o, volendo, secondo piatto che vi farà rimanere in
estate anche se l’autunno sta cominciando a prendere il sopravvento: provare
per credere!
La
seconda ricetta di oggi proviene invece da una interessante Guida di Repubblica
sui meravigliosi Monti Lattari, una zona che è sempre piacevole visitare per le
sue meravigliose bellezze naturali ma anche e soprattutto per i suoi notevoli
giacimenti gastronomici.
In
questa Guida era presente anche la ricetta che vado ad illustrarvi, che da
subito mi ha intrigato: delle linguine con estratto di carota e garum (in
alternativa potete usare, come io ho fatto, della colatura di alici).
Ecco
come si prepara: ottenere, se avete una centrifuga, del succo di carota (per
due persone ve ne serviranno 4-5). In alternativa potete tagliare molto
finemente delle carote pulite e frullarle con poca acqua fino ad ottenere un’acqua
di carote non troppo densa.
Intanto
cuocere le linguine per circa metà del loro tempo di cottura. A parte in
padella rosolare dell’aglio tagliato a pezzetti in olio extravergine e sfumare
con del vino bianco, aggiungendo poi metà del garum o colatura (12-13 ml).
Aggiungere
il succo di carota e finire la cottura delle linguine in questo composto, a cui
si aggiungerà successivamente la restante parte di garum e ancora olio
extravergine.
Un
piatto devo dire davvero strepitoso, ben equilibrato e mediterraneo che
conferisce dignità alla materia prima carota, ingrediente troppo spesso
marginale nella composizione di diverse ricette.
Avrete
notato che ultimamente sul mio blog di carote ho parlato abbastanza (ad esempio
qui).
Ciò che non ho ancora fatto ma che farò è utilizzare i loro ciuffi che non
vorrete certo buttare quando le comprate, perché ci potrete preparare uno
splendido pesto o una gustosa frittata. Preparazioni che vedrete a breve (forse,
se non troverò di meglio da raccontare) su questi schermi.
Bon
appétit!
2 ottobre 2021
Indirizzi gourmet inediti ad Ischia
Può
essere sufficiente allontanarsi un po’ dal mare e dalle zone costiere
addentrandosi all’interno per conoscere un altro volto di quest’isola, molto
più rurale, contadino, con una clientela prettamente locale e prezzi generalmente
più abbordabili, mediamente associati ad una qualità dell’offerta più elevata.
Nella zona dei Pilastri, non lontana in macchina da Ischia Porto, ad esempio, ho potuto nel tempo identificare tanti punti di riferimento golosi, costruendomi una piccola mappa di luoghi gourmet di cui vi parlerò in questo post.
Nei pressi dell’acquedotto che apre la zona dei Pilastri, trovate ad esempio un discreto panificio, Masaniello, dove è possibile anche acquistare una merenda da portare al mare (pizzette, rustici, panini napoletani, ecc.) o addirittura dei piatti pronti come la sempre eccellente (in tutta l’isola) parmigiana di melanzane.
Vi ho già parlato poi un paio di post fa della pasticceria Luisa, poco distante dal panificio di cui sopra, dove poter assaggiare un cornetto crema e amarena di buon livello, un discreto caffè e tanti golosi dolci.
Nella zona dei Pilastri, non lontana in macchina da Ischia Porto, ad esempio, ho potuto nel tempo identificare tanti punti di riferimento golosi, costruendomi una piccola mappa di luoghi gourmet di cui vi parlerò in questo post.
Nei pressi dell’acquedotto che apre la zona dei Pilastri, trovate ad esempio un discreto panificio, Masaniello, dove è possibile anche acquistare una merenda da portare al mare (pizzette, rustici, panini napoletani, ecc.) o addirittura dei piatti pronti come la sempre eccellente (in tutta l’isola) parmigiana di melanzane.
Vi ho già parlato poi un paio di post fa della pasticceria Luisa, poco distante dal panificio di cui sopra, dove poter assaggiare un cornetto crema e amarena di buon livello, un discreto caffè e tanti golosi dolci.
28 settembre 2021
Di pranzetti golosi ischitani
In
questo post vorrei quindi raccontarvene alcune, anche per ricordarmi i bei
momenti vissuti, ormai ampiamente e purtroppo rimpiazzati dalla routine
cittadina.
Della mia estate 2021 ad Ischia voglio menzionare almeno tre belle “food experience”, una in un locale che non conoscevo, una in un luogo dove sono tornato con piacere e l’altra in un ristorante dove mancavo da una vita.
Iniziamo con il locale nuovo per me. Ci troviamo nella stupenda baia di San Montano, in un’area in cui ultimamente fioccano luoghi gourmet di un certo livello. In particolare all’interno dello splendido parco termale del Negombo, che dispone anche di una spiaggia bellissima da apprezzare soprattutto al tramonto, c’è un posticino davvero incantevole che merita una sosta.
Della mia estate 2021 ad Ischia voglio menzionare almeno tre belle “food experience”, una in un locale che non conoscevo, una in un luogo dove sono tornato con piacere e l’altra in un ristorante dove mancavo da una vita.
Iniziamo con il locale nuovo per me. Ci troviamo nella stupenda baia di San Montano, in un’area in cui ultimamente fioccano luoghi gourmet di un certo livello. In particolare all’interno dello splendido parco termale del Negombo, che dispone anche di una spiaggia bellissima da apprezzare soprattutto al tramonto, c’è un posticino davvero incantevole che merita una sosta.
Qui
ho apprezzato molto degli spaghetti “a vongole” con dei piccoli e gustosi
peperoncini verdi e polvere di tarallo davvero molto intriganti, seguiti da dei
croccanti fiori di zucca ripieni di ricotta che consiglio vivamente.
Questi sono solo alcuni suggerimenti relativi a ristoranti isolani degni di nota. Ve ne segnalerò molti altri, perché ad Ischia negli ultimi anni il livello qualitativo della ristorazione sta crescendo notevolmente e in modo esponenziale, trainato anche da noti chef stellati. E sono fiero di potervene parlare, sia per il piacere in sé di farlo sia affinché ciò sia noto ad una platea di intenditori più ampia possibile.
12 settembre 2021
Non solo Calise: i migliori cornetti ad Ischia
L’anno
scorso la mia estate ischitana fu caratterizzata anche da una mia “indagine
pratica” sulla migliore “zingara” dell’isola (ne ho parlato qui).
Fu un esperimento molto divertente che mi portò a scovare locali inediti dove
questo street food era preparato in modo divino.
Quest’anno
mi sono invece dedicato ai mitici cornetti ischitani, perché ad Ischia i
cornetti buoni si possono mangiare in tanti ottimi locali e non solo in quello
più rappresentativo ed “istituzionale”, la pasticceria Calise.
Ho
così cercato, limitandomi però alla zona di Ischia Porto/Ischia Ponte e
dintorni, di trovare altri luoghi in cui la colazione mattutina (o il post
serata, perché no) possa essere davvero ottimamente allietata da un cornetto
degno di questo nome.
Tra
i vari miei assaggi posso senz’altro citare tre posti molto meritevoli, mentre
mi ha molto deluso un locale sul quale avevo grandi aspettative poi disattese e
che non citerò in questo post.
Ecco
allora i tre locali che ho selezionato, elencati in ordine decrescente, dal terzo
gradino al (mio) vincitore di questa estate (tutti gli indirizzi sono
facilmente reperibili sul web).
3 - Pasticceria Luisa: siamo in
località Pilastri, non lontano in macchina dalle zone centrali di Ischia Porto.
In questa pasticceria, situata un po’ in basso rispetto al piano strada, è
piacevole sedersi con calma al fresco a bere un buon caffè. Ovviamente
accompagnato da un buonissimo cornetto. Un cornetto non troppo colorito in
superficie, ma di gran sapore e morbidezza, ripieno lungo tutta la sua lunghezza,
senza spazi vuoti. Ottima la sua crema, che ben si accorda con una buona qualità
di amarena. Voto: 7,5
1 - Pasticceria Buono: la strada che porta da Ischia Porto a Ischia Ponte è piacevole anche perché si incontrano tanti negozietti gourmet che allietano la passeggiata. Tra questi vi è questo bar-pasticceria-gelateria che prepara un cornetto ben gonfio e a mio avviso davvero notevole. Gustatelo caldo per apprezzarne tutta la sua fragranza, oltre che il suo giusto grado di colorazione e cottura, la sua goduriosa e opulenta grandezza, restando al tempo stesso leggiadro, per niente pesante, con un’ottima crema ed un’amarena dal sapore ricercato. Voto: 8,5
Posso
comunque dire che in generale a Ischia la qualità media dei cornetti è (molto)
alta e che questa tipologia di cornetto che si prepara nell’isola è il genere
che preferisco in assoluto. E che non trovo da nessuna parte, neanche
lontanamente, a Roma, città dove vivo.
Detto
ciò, buona colazione a tutti e soprattutto buon rientro dalle vacanze e buon
anno!
16 agosto 2021
Cuoco, che bella parola...
15 agosto 2021
Zuppa fredda di carote al cumino con petit toasts di pane carasau al Roquefort
Di
ricette ne ho a iosa sul tema, grazie alla mia creatività (sono modesto, eh?)
ed anche perché qualche anno fa a Tolosa ho comprato un libro bellissimo
che riguarda giustappunto il fantastico mondo dei piatti estivi freddi.
La
ricetta di oggi è un po’ un mix di diverse preparazioni presenti nel libro ed è
precisamente una zuppa fredda di carote aromatizzata al cumino, servita con dei
piccoli crostini di pane carasau (variante ideata da me) e Roquefort.
Per
la zuppa di carote occorre pulire delle carote (6-7 per due persone possono
bastare) e tagliarle a rondelle. In una casseruola intanto far andare della
cipolla (o dello scalogno) e dell’aglio in olio extravergine.
Aggiungere
le rondelle di carote e coprire con del brodo vegetale (in alternativa
aggiungete dell’acqua e profumate con degli odori che poi toglierete quando le
carote sono cotte).
Quando
le carote saranno cotte (ci vorranno 20 minuti-mezzora) frullare il contenuto
della casseruola con un mixer regolando di sale, pepe e aggiungendo del cumino.
Dopo
che la crema di carote si sarà rinfrescata, farla ben raffreddare ulteriormente
in frigorifero per almeno due ore.
Servire
quindi la zuppa di carote in delle ciotoline guarnendo con delle noci tritate
ed erba cipollina fresca.
Si
tratta di un piatto completo ed unico che può fungere tranquillamente da pranzo
estivo al mare.
Poi
dipende da quanto in genere mangiate, anche in estate… Oggi inoltre è Ferragosto
e so già che vi scatenerete…
Un
buon Ferragosto gourmet a voi tutti allora e raccontatemi su cosa vi siete
orientati nel vostro pranzo. Piatti più o meno tradizionali? Pietanze più o
meno digeribili? Carne o pesce? Let me know ;)
9 agosto 2021
Polpette di ceci alle erbe aromatiche
Si
tratta delle polpette di ceci alle erbe aromatiche che non avevo mai preparato,
anche se da tempo avevo in mente di realizzare delle polpette vegetariane con
qualche legume.
Dico
subito che queste polpette devono necessariamente essere accompagnate da una
salsa (quella proposta qui o altre che vi piacciono) perché mangiate da sole
possono risultare eccessivamente asciutte.
Poiché
la pigrizia estiva sta prendendo il sopravvento, pubblico ingredienti ed
esecuzione della ricetta sotto forma di foto, che sono state tratte
direttamente dal magazine.
Una
di esse è anche leggermente macchiata, identificando l’utilizzo “vissuto” della
rivista di cucina. Che sa quindi un po’ di vecchio ricettario che in
quest’epoca estremamente social (anche troppo a mio avviso!) non guasta per
niente. ;)
Ecco
allora gli ingredienti necessari per realizzare questa ricetta:
Questi sono invece i passaggi per la realizzazione delle polpette (ignorate la parte relativa alle patate che non ho preso in considerazione questa volta):
Servitele
con della salsa yogurt fatta con dello yogurt bianco naturale condito con un poco
di (buon) olio extravergine (attualmente ho in casa un ottimo Dauno Dop), sale,
pepe ed erba cipollina.
Bon
appétit!
30 luglio 2021
Elogio dei pescatori, i contadini del mare
E’
il giusto riconoscimento ad un mestiere molto faticoso e pieno di sacrifici, che
mi affascina molto e che ci dona tanti ottimi prodotti di diverse e variegate
tipologie.
Tornando
ai monumenti ai pescatori uno di essi, inaugurato ormai più di tre anni fa, l’ho
trovato ad Anzio, nei pressi del porto. E’ rappresentato da una statua di un
pescatore che raccoglie la sua rete, mentre al di sotto di essa figura
l’immancabile immagine che evoca la protezione divina e dei santi all’attività della
pesca in mare.
25 luglio 2021
Finalmente ho assaggiato la Catalanesca del monte Somma!
Me
ne parlava tanto mio padre di quest’uva che risale, sembra, al 1500. Ne ho letto
sul web, sulle Guide vinicole del Gambero Rosso e consultando il disciplinare
della relativa Igp.
Ero allora molto curioso di assaggiare il vino proveniente da questo vitigno che prende il nome di Catalanesca, perché importato dalla Catalogna da Alfonso I d'Aragona.
Un vitigno che si presta sia ad essere destinato alla vinificazione sia al consumo fresco come uva da tavola, con una produzione che avviene esclusivamente in alcuni comuni vesuviani e precisamente nel versante nord occidentale del monte Somma.
Detto ciò, ho avuto occasione di assaggiare il relativo vino (dal colore giallo paglierino e dal sapore secco) quasi casualmente, pranzando in un’ottima osteria non lontana da casa mia, “La Massaia” (zona EUR-Torrino).
Più nello specifico, ho degustato il Katà Catalanesca prodotto dalle Cantine Olivella, da uve al 100% Catalanesca, un vino perfetto per questa stagione: fresco, abbastanza leggero (almeno apparentemente) e piacevolmente aromatico con sentori di lime, albicocche secche e frutta esotica.
Mi aspettavo che avesse più corpo, ma è un vino decisamente gradevole che si sposa molto bene con i piatti di pesce che inevitabilmente capita di assaggiare in questo periodo. Vi consiglio quindi vivamente di provarlo!
Chiudo con una curiosità. Tempo fa ho scritto un post in cui parlavo degli antichi mestieri degli ambulanti napoletani. Ebbene, nel libricino che ho recensito si parla anche dei venditori di uva e la Catalanesca viene citata come un prodotto dai grappoli dorati e grossi acini, che si vendeva e consumava ancora fresco all’arrivo del venditore.
Buona estate a tutti!
Ero allora molto curioso di assaggiare il vino proveniente da questo vitigno che prende il nome di Catalanesca, perché importato dalla Catalogna da Alfonso I d'Aragona.
Un vitigno che si presta sia ad essere destinato alla vinificazione sia al consumo fresco come uva da tavola, con una produzione che avviene esclusivamente in alcuni comuni vesuviani e precisamente nel versante nord occidentale del monte Somma.
Detto ciò, ho avuto occasione di assaggiare il relativo vino (dal colore giallo paglierino e dal sapore secco) quasi casualmente, pranzando in un’ottima osteria non lontana da casa mia, “La Massaia” (zona EUR-Torrino).
Più nello specifico, ho degustato il Katà Catalanesca prodotto dalle Cantine Olivella, da uve al 100% Catalanesca, un vino perfetto per questa stagione: fresco, abbastanza leggero (almeno apparentemente) e piacevolmente aromatico con sentori di lime, albicocche secche e frutta esotica.
Mi aspettavo che avesse più corpo, ma è un vino decisamente gradevole che si sposa molto bene con i piatti di pesce che inevitabilmente capita di assaggiare in questo periodo. Vi consiglio quindi vivamente di provarlo!
Chiudo con una curiosità. Tempo fa ho scritto un post in cui parlavo degli antichi mestieri degli ambulanti napoletani. Ebbene, nel libricino che ho recensito si parla anche dei venditori di uva e la Catalanesca viene citata come un prodotto dai grappoli dorati e grossi acini, che si vendeva e consumava ancora fresco all’arrivo del venditore.
Buona estate a tutti!
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