Il Convegno, coordinato dal bravissimo Nicola Castellani (Chef Kumalé), esperto di cucine etniche, aveva dei relatori di notevole spessore, esperti e rappresentanti illustri della cucina africana che parlavano tra l’altro un francese molto chiaro e facilmente comprensibile.
Il filo conduttore del Convegno è stata la cucina africana come mescolanza di culture di popoli diversi e la sua crescente notorietà, anche se tuttora rimane ancora poco conosciuta. Quello che mi ha colpito è che molti relatori hanno espresso il loro forte senso di appartenenza alle loro nazioni (“j’ai eu la chance de naître au Maroc”, “ho avuto la fortuna di nascere in Marocco”, diceva una relatrice) e questo è per me molto significativo. Ogni volta che sento parlare delle persone della loro terra con entusiasmo, ciò mi affascina molto…
Giardini di Villa Medici "by night". Si vede poco, ma facendoci caso qualcosa si vede...
Sophie Ekoué, la prima relatrice, giornalista e specialista di cultura africana, ha parlato del suo libro nato da un’esigenza di raccogliere la sua esperienza in materia di cucina del suo paese, una volta recatasi all’estero per lavoro. E’ allora da non perdere, se non altro per il “trasporto” e l’entusiasmo con il quale raccontava i motivi per cui è nato, il suo libro “Cuisine et traditions. Recettes d’Afrique (Ed Cauris). Ha poi parlato Fatéma Hal, una delle più grandi esperte di cucina marocchina che possiede a Parigi il ristorante “La Mansaouira”. Anche lei ha scritto degli interessanti libri tra cui “Ramadan, la cuisine du partage” (Ed. A. Viénot) e “Gestes et saveurs du Maroc” (Ed. Stock).
E’ seguito poi l’intervento di Marinette Pendola, scrittrice, che ha raccontato alcuni aneddoti sulla migrazione della comunità italiana (livornesi, siciliani) verso la Tunisia, in cui si utilizzano tuttora nomi di pesci simili a quelli utilizzati nel dialetto siciliano. Anche lei ha scritto un libro chiamato “L’alimentazione degli italiani di Tunisia” (ed. Finzi) che penso sia molto interessante.
Ultima relatrice è stata Kawtar Sounni Benabdallah, moglie dell’ambasciatore del Marocco in Italia che pratica con passione la cucina fusion, nell’ambito della sua inevitabilmente mondana vita diplomatica.
Non tutti i libri citati sono reperibili o tradotti in Italia ma si trovano su internet e chi parla francese potrà godere degli ottimi contenuti.
L’incontro si è concluso con degustazioni di vari cous-cous e altri succulenti piatti della cucina senegalese e marocchina. Di quest’ultima in particolare ho apprezzato (stranamente per me) i dolci, a base di crema, inframezzata in sottilissime e croccantissime sfoglie di pasta dolce.