Ogni anno ai primi di febbraio comincia per me un periodo più piacevole dopo un “robusto” e pesante inizio anno con un gennaio che lavorativamente parlando sembra non finire mai…
Febbraio è più breve, c’è carnevale e poi…per me inizia il “6 Nazioni” di rugby….Come normalmente premetto quando parlo di sport nel mio blog, penso che questo evento non interessi un tubo a gran parte dei miei assidui (?) lettori, ma il blog è una manifestazione dei propri interessi e delle proprie emozioni e quindi non posso fare a meno di comunicarle.
Ma non vi tedierò con gli aspetti “tecnici” del rugby, di difficile comprensione (in parte) anche per me.
A me del rugby piace soprattutto lo spirito. E’ uno sport duro ma leale, i tifosi rivali guardano insieme la partita e festeggiano insieme dopo (non come nel calcio dove si insultano durante la partita e si accoltellano, quando va bene, dopo) e dove famiglie intere si godono tutte insieme sane giornate di sport.
A Roma dove vivo sono solito vedere il 6 Nazioni allo stadio Flaminio, al di fuori del quale c’è un bellissimo villaggio dove poter bere della buonissima birra e gustare insieme ai tifosi della nazione avversaria (per chi non lo sapesse le nazioni oltre all’Italia sono Scozia, Inghilterra, Francia, Galles e Irlanda) dei golosissimi panini con salsiccia o altra carne grigliata.
C’è anche un 6 Nazioni femminile ed è bello perché il contatto del pubblico con le giocatrici è molto più diretto (lo stadio delle Tre fontane è fatto in modo che l’accesso a bordo campo degli spettatori sia molto facile). L’anno scorso ad Italia-Galles femminile ho piacevolmente conversato con il padre di una giocatrice e sua figlia, ci siamo scambiati le e-mail ed ora siamo frequentemente in contatto.
Febbraio è più breve, c’è carnevale e poi…per me inizia il “6 Nazioni” di rugby….Come normalmente premetto quando parlo di sport nel mio blog, penso che questo evento non interessi un tubo a gran parte dei miei assidui (?) lettori, ma il blog è una manifestazione dei propri interessi e delle proprie emozioni e quindi non posso fare a meno di comunicarle.
Ma non vi tedierò con gli aspetti “tecnici” del rugby, di difficile comprensione (in parte) anche per me.
A me del rugby piace soprattutto lo spirito. E’ uno sport duro ma leale, i tifosi rivali guardano insieme la partita e festeggiano insieme dopo (non come nel calcio dove si insultano durante la partita e si accoltellano, quando va bene, dopo) e dove famiglie intere si godono tutte insieme sane giornate di sport.
A Roma dove vivo sono solito vedere il 6 Nazioni allo stadio Flaminio, al di fuori del quale c’è un bellissimo villaggio dove poter bere della buonissima birra e gustare insieme ai tifosi della nazione avversaria (per chi non lo sapesse le nazioni oltre all’Italia sono Scozia, Inghilterra, Francia, Galles e Irlanda) dei golosissimi panini con salsiccia o altra carne grigliata.
C’è anche un 6 Nazioni femminile ed è bello perché il contatto del pubblico con le giocatrici è molto più diretto (lo stadio delle Tre fontane è fatto in modo che l’accesso a bordo campo degli spettatori sia molto facile). L’anno scorso ad Italia-Galles femminile ho piacevolmente conversato con il padre di una giocatrice e sua figlia, ci siamo scambiati le e-mail ed ora siamo frequentemente in contatto.
(nella foto scozzesi a Roma)
E’ bello anche il lato “folkloristico” del 6 Nazioni. A Roma vengono tifosi delle varie squadre “colorati” da bandiere, magliette, cappelli della loro nazione e fanno del sano baccano dopo aver bevuto fuori allo stadio, nei pub della città e del centro fiumi di buonissima birra.
W il rugby!
W il rugby!