Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

22 dicembre 2018

Arcachon, la ville des quatre saisons


Dalla bella e affascinante stazione di Saint Jean a Bordeaux un treno regionale TER, molto efficiente e puntuale, porta in un’ora circa al mare e precisamente sull'oceano.
Il treno lambisce a semicerchio più o meno metà del bacino di Arcachon, ospitato in una lingua di terra a forma di U, in cui si insinua l'Oceano Atlantico.


Si giunge così nella cittadina di villeggiatura di Arcachon, una graziosa, raffinata ed elegante località di mare, distante circa 60 km (in direzione sud-ovest) da Bordeaux.
Si tratta di un luogo che si può visitare e apprezzare tutto l'anno, sia in estate per le sue belle spiagge ed il suo mare, sia nelle altre stagioni in cui molti turisti sono attratti dalla sua piacevole architettura in stile Belle Époque.


Sulle alture di Arcachon, nella cosiddetta “città d’inverno", infatti, sono da vedere le moltissime ville ed edifici di fine XIX secolo e le dimore dai più diversi stili.
Una breve passeggiata dalla stazione di questa cittadina porta poi subito ad ammirare il suo bellissimo lungomare. Spiagge molto ampie, grandi spazi e di fronte l'oceano, dall'intenso colore blu cobalto.


Qui ci troviamo in pieno centro, nella così chiamata “città d'estate”, in cui figurano anche botteghe e negozietti molto graziosi, caffè e ristoranti, un casinò, bar e discoteche per divertirsi fino a notte fonda.



L’ideale è fermarsi davanti al mare per bere un drink, ma soprattutto per degustare un plateau di frutti di mare, dove protagoniste non possono che essere le ostriche locali, ma anche le buonissime moules, che si allevano non lontano da qui.


E’ molto bello anche fare delle passeggiate lungo il mare, addentrandosi quasi dentro di esso nel momento in cui si percorrono lentamente i diversi moli presenti sulla spiaggia. 


Da rilevare che all’altezza del molo Thiers figurano sulla pavimentazione tredici impronte di illustri velisti, a testimonianza dello stretto legame di Arcachon e del suo bassin con il mare e la navigazione.


Da questa zona, inoltre, partono i battelli per fare dei giri in barca, che percorrono gradevolmente l'intero bassin (i tour sono organizzati tutto l'anno).


A ovest del centro meritano di essere visitate alcune belle spiagge, tra cui quella denominata Pereire; l'itinerario può poi proseguire con una passeggiata nella limitrofa “città di primavera”, famosa per la fonte d’acqua minerale Les Abatilles, ma anche per i centri di talassoterapia.


Più a sud, un pò fuori Arcachon, è assolutamente da non perdere la visita alla duna del Pilat, alta ben 100-115 metri. Con i suoi 60 milioni di m3 di sabbia è situata all’imbocco del Bassin d’Arcachon tra l’oceano e una bella e profumata pineta alle sue spalle.
E’ da vedere infine, ad est del centro, la "città d'autunno", nella quale si possono apprezzare i porti di pesca e turistici.
Il nome di Arcachon è indissolubilmente legato, come sottolineato, alle ostriche. Quando si viene da queste parti vale allora la pena di fare una piccola deviazione nelle vicinanze e visitare i luoghi degli allevamenti ostricoli. Con il treno che da Bordeaux porta ad Arcachon, scendendo alla stazione di Gujan, si può visitare la “capitale” dell’ostricoltura del bassin, Gujan Mestras.
Quest'ultima dispone di sette incantevoli porticcioli, tra cui quello di Larros, dove si trova anche la Maison de l’Huître, un museo dell'ostrica in cui ci si immerge nell'interessante universo di questo buonissimo frutto di mare.


Successivamente, una degustazione “à la cabane” (cioè presso gli ostricoltori stessi), sul mare, non può mancare. Insieme ad un buon calice di vino, ça va sans dire!

Per ulteriori informazioni:

Ufficio del Turismo di Bordeaux
Ufficio del Turismo francese
Ufficio del Turismo di Arcachon

16 dicembre 2018

Una splendida serata per l’Hassler e Roberto Wirth, aspettando i golosi menù delle feste


Si è tenuta recentemente una bellissima serata di festeggiamento in occasione dei 125 anni dell’Hotel Hassler e dei 40 anni di attività di Roberto E. Wirth, proprietario e General Manager dell'albergo.



Come molti di voi sapranno, l'Hassler è un lussuoso hotel fondato nel 1893 da Alberto Hassler, ma che appartiene dagli anni venti alla famiglia Wirth. Questo hotel è divenuto negli anni punto di riferimento d’eccellenza per il turismo d’élite a livello internazionale, grazie anche alla significativa guida di Roberto E. Wirth.


Recentemente ristrutturato, l’Hassler è riuscito a mantenere il suo stile, in perfetto equilibrio tra passato, presente e futuro. Iconico, leggendario, incomparabile, sulla sommità della scalinata di Piazza di Spagna e accanto alla chiesa di Trinità dei Monti, rappresenta una delle più importanti realtà alberghiere nel mondo.
Il Presidente Roberto E. Wirth, accoglie personalmente gli ospiti con l’eleganza e lo stile che da sempre hanno contraddistinto la storia dell’albergo. Naturale punto d’incontro dell’élite politica, economica e culturale italiana e straniera, l’Hassler ha avuto il privilegio di accogliere centinaia di personalità internazionali di spicco: la famiglia Kennedy, il Principe Ranieri di Monaco e Grace Kelly, Gabriel Garcia Marquez, Pablo Picasso, Steve Jobs, Bill Gates, George Clooney sono solo alcuni dei nomi che compaiono sul Libro d’Oro dell’hotel.
Con le sue 91 camere e suite, tutte arredate e decorate con stili diversi, l’Hassler si propone oggi con un ambiente classico ed elegante dove però spiccano anche elementi contemporanei. Dalle sue camere e terrazze l’Hassler offre panorami unici sulle cupole, i cortili e i tetti dell’intera città.
Al sesto piano vi è poi il ristorante panoramico stellato Imàgo, condotto egregiamente dal pluripremiato chef Francesco Apreda, che allieta i palati proponendo l’eccellenza gastronomica italiana e del Sud rivisitata con il suo stile, che strizza l’occhio anche alle migliori cucine d’oriente.


Ed è proprio Francesco Apreda che ha curato il menù della serata dei festeggiamenti, conducendo gli invitati lungo un piacevole percorso di gusto, ricercatezza e creatività.
Un menù che è risultato un mix tra i classici della cucina, rivisitati in chiave moderna e le creazioni che hanno reso il ristorante stellato Imàgo un punto di riferimento indiscusso dell’alta gastronomia, come il risotto cacio, pepi e sesami e le capesante impanate e tartufo nero. Sublimi poi i tortelli di parmigiano in brodo di tonno.
Grande successo hanno riscosso anche le specialità svizzere, dalla tipica raclette alla torta grigionese, che sono state create da chef giunti a Roma per l’occasione.


Per concludere il ricco menù, prelibatezze dolci create dalla pastry chef Simona Piga e una mega torta finale.
E anche per Natale e le feste i menù sono altrettanto allettanti, esclusivi e di classe (date un'occhiata qui e qui) e saranno proposti sempre nel rispetto dell’alta qualità dei servizi dedicati agli ospiti.

Per ulteriori informazioni:
Ufficio Stampa - Ilenia Santarelli
Communications Manager HasslerRoma
Tel.+39 06 69934 642

IMAGINE Communication
Lucilla De Luca
Tel. 06.39750290 mob. +39.335.5839843

12 dicembre 2018

Un viaggio nell’eccellenza vitivinicola di Bordeaux


Il nome di Bordeaux è legato indissolubilmente al vino. Si può dire che Bordeaux sia la capitale mondiale del vino, in quanto rappresenta il più grande vigneto di eccellenza al mondo, forte delle sue sessanta denominazioni d’origine controllata, distribuite su 111.000 ettari.
Questa zona detiene anche il primato del più ampio dipartimento viticolo di Francia, con 6.822 aziende (dato 2015) che presentano una dimensione media di 17,6 ettari (erano 8,6 nel 1995), per una produzione di vino che si aggira sui 5.5 milioni di ettolitri l’anno.
Numeri importanti, quindi, che fanno comprendere la rilevanza di questa zona viticola, che con i suoi cru fa sognare gli appassionati di tutto il pianeta (si stima che al mondo siano vendute ogni secondo 23 bottiglie di Bordeaux!).
Nel momento in cui si effettua un soggiorno a Bordeaux, quindi, più di un luogo di interesse e attrazione turistica non può che essere legato al vino.
Uno di questi è senza dubbio la Cité du Vin, che è stata definita il faro dell’enoturismo di Bordeaux o il totem di Bordeaux, mentre il National Geographic la colloca addirittura al 7° posto tra i migliori musei del mondo!
Inaugurata a maggio 2016 e situata appena fuori centro sulle rive della Garonne, ha la forma di un grande decanter (questa è solo una delle interpretazioni) e conta un numero crescente di visitatori (sono stati 445 mila nel 2017, provenienti da 176 paesi).


La Cité du Vin ospita un’offerta culturale unica al mondo ed è molto di più di un semplice museo del vino, offrendo ai visitatori una esperienza completa sul suo variegato mondo, visto da molteplici angolazioni (storiche, organolettico-sensoriali, geografiche, culturali, ecc.). Ogni argomento trattato è poi sempre accompagnato dai più moderni supporti tecnologici e multimediali.
Alla Cité du vin bisogna innanzitutto visitare la mostra permanente, che con i suoi 19 moduli tematici portano i visitatori alla scoperta delle civiltà del vino.



Tra le tante cose interessanti da sperimentare, segnalo una divertente verifica della “preparazione” dei visitatori in materia di degustazione, costituita dal cosiddetto “Buffet dei cinque sensi”, che consiste tra le altre cose nell’indovinare i profumi e gli aromi che caratterizzano i vini.
La visita si conclude con una piacevole degustazione di vini (locali e non solo) all’ottavo piano, dove si può ammirare un fantastico panorama sulla Garonne e sul ponte Jacques Chaban-Demas.



Ogni anno l’offerta culturale è arricchita da due mostre temporanee: nel 2018 una è stata dedicata al vino e alla musica, mentre fino a tutte le feste di Natale, il territorio vinicolo di Porto e della valle del Douro, in qualità di “Vignoble invité”, sarà oggetto di una specifica esposizione.


Nell’Auditorium Thomas Jefferson, inoltre, si svolgono tutto l’anno spettacoli, concerti, proiezioni, incontri e dibattiti. Una cantina con oltre 14.000 bottiglie, una sala lettura, aree di accoglienza e laboratori didattici per il pubblico giovane completano l’offerta a 360° della Cité.


Dalla stessa Cité du vin è possibile prolungare l’esperienza in materia enologica tra i vigneti bordolesi. Al piano terra, il team “Routes du Vin” dello spazio informazioni informa e guida il turista che desidera scoprire e visitare, non solo virtualmente, i vigneti di Bordeaux.


I visitatori comunque possono orientare le proprie scelte grazie al portale di riferimento dell’enoturismo a Bordeaux, che centralizza le informazioni enoturistiche e permette di prenotare visite e tour dei vigneti.
A Bordeaux d'altronde vi sono cinque strade del vino e vale assolutamente la pena immergersi nei suoi affascinanti e colorati paesaggi.


Sulla riva destra della Dordogna, ad esempio, è da visitare Saint-Emilion, soprannominata la collina dai 1.000 châteaux, che è famosa per il suo borgo medievale ed il suo vigneto iscritto al patrimonio Mondiale dell’UNESCO.


Qui ho avuto modo di visitare, tra tante splendide vigne color dell’oro e dai caldi colori dell’autunno, la bellissima azienda Château de Ferrand.


Lo Château de Ferrand risale al XVII secolo e la sua particolarità è che in 300 anni ha avuto come proprietari soltanto due famiglie, divenendo così una delle aziende più antiche, caratteristiche e con conduzione “univoca” di Saint-Emilion. L’azienda fu di proprietà di Elie Bétoulaud e dopo di lei del marchese di Mons e dei suoi eredi. E' subentrata poi la famiglia del barone Bich, di origine italiana, fondatore della nota azienda Bic (produttrice di biro, rasoi, ecc.), che tuttora presiede la società tramite Pauline Chandon-Moët Bich, assistita da suo marito Philippe Chandon-Moët, altro nome ben noto nel mondo dei prodotti francesi di elevata qualità.
L’azienda presenta una superficie complessiva di 42 ettari, di cui 32 di vigneti (coltivati a Merlot per il 75%, Cabernet Franc per il 15% e Cabernet Sauvignon per il 10%), in un contesto molto bello caratterizzato da un panorama unico sulla valle della Dordogne, dall'eleganza dell'architettura aziendale e dallo charme delle sue storiche cantine.


Lo Château de Ferrand ha ottenuto nel 2012 da una specifica Commissione dell’INAO, l’Ente che vigila le Doc francesi, il riconoscimento di “Grand Cru Classé de Saint – Emilion” che deriva da un terroir eccellente dalle grandi potenzialità, caratterizzato anche da un'altitudine e un'esposizione molto particolari, che si differenziano da quelle medie della zona. Le temperature sono infatti leggermente più fresche, con i vigneti che sono tra i più alti e meglio ventilati di Saint Emilion. Inoltre gli stessi vigneti, pur presentando diversi tipi di suolo, hanno in comune livelli abbastanza elevati di argilla. Ed è noto che i terreni argillosi a Bordeaux hanno un forte potenziale enologico. Ogni parcella viene infine lavorata in modo diverso in base alle sue caratteristiche individuali (suolo, varietà di uva, anno di impianto, ecc.).


La famiglia del Barone Bich attribuisce grande importanza al rispetto per l'ambiente ma anche ovviamente alla qualità del vino.



Tra quelli più interessanti che ho avuto modo di degustare c’è il Saint Emilion Grand Cru 2009 (83% Merlot, 14% Cabernet Franc, 3% Cabernet Sauvignon) che al naso esprime un'intensità aromatica di frutti neri, ribes nero, liquirizia, con note minerali, mentre all’assaggio è potente, vellutato, ma al tempo stesso conserva una piacevole freschezza.


Si abbina bene con piatti nobili come il gelato al tartufo con spuma di formaggio Mont D’Or e funghi.
Proprio una bella esperienza quindi questa visita, anche dal punto di vista formativo, che consiglio vivamente a tutti di fare.
L’Ufficio del Turismo di Bordeaux offre comunque e in generale un ampio ventaglio di escursioni (una sessantina durante la stagione) con partenza da Bordeaux, ispirate a diverse tematiche come vino e patrimonio e vino e gastronomia, che permettono di scoprire gli châteaux, incontrare i viticoltori o apprendere i primi rudimenti della degustazione. E’ possibile inoltre prenotare delle interessanti crociere enologiche.
Ora sta a voi scegliere. Cin cin!

Ps: a Bordeaux è stato tracciato dall’ente del turismo il cosiddetto Urban wine trail, cioè a dire una mappa che individua nei diversi quartieri della città i migliori winebar o enoteche da visitare. Ne sono stati individuati ben 25, con caratteristiche ben distinte tra loro. Enjoy!

Per ulteriori informazioni:

Ufficio del Turismo di Bordeaux
Ufficio del Turismo francese

6 dicembre 2018

Il canelé e le (tante) altre specialità gastronomiche di Bordeaux


Il mio resoconto di viaggio su Bordeaux non può prescindere dall’esplorare più approfonditamente quelle che sono le sue specialità gastronomiche, tanto più che ve ne sono di parecchie da elencare, descrivere e far apprezzare.
Cominciamo col dire che Bordeaux è famosa dal punto di vista prettamente gastronomico innanzitutto per i suoi tipici canelé (al rinomato vino della zona dedicherò un articolo a parte). I canelé sono dei dolcini caramellati e morbidi, aromatizzati al rum e vaniglia, dalla caratteristica forma cilindrica. In città se ne trovano dappertutto ed in molteplici varianti e gusti, in particolare da Baillardran un negozio molto elegante dove vengono presentati nel miglior modo possibile in confezioni regalo.


Da rilevare che per i canelé esiste anche una scuola dove poter apprendere tutti i segreti per la loro realizzazione. Inoltre da Baillardran possono essere acquistati anche i macarons bordolesi, ben diversi dai classici macarons parigini o francesi, composti da mandorle, zucchero, bianchi d’uovo, vaniglia e miele d’acacia.


Sul fronte dei prodotti e piatti salati, a Bordeaux non si può non degustare l’ottimo foie gras della zona e le ostriche del vicino Bassin d’Arcachon.
Il foie gras si può trovare in tutti i ristoranti e negozi di specialità locali che tengono viva la tradizione del territorio. 


Abitualmente è preparato in modo artigianale, senza additivi e conservanti e gli animali da cui deriva provengono da piccoli allevamenti dove sono ingrassati con alimenti naturali. E’ d’obbligo quindi, quando si è a Bordeaux, degustare foie gras di anatra e oca, ma anche confits, terrine e pâté, golosissimi e buonissimi.
Per quanto riguarda le ostriche, vale la pena di assaggiarle (possibilmente con vista oceano, che dista non molto dalla città) perché sono carnose, iodate, delicate e con piacevoli note dolci, che le differenziano nettamente da quelle di altre zone della Francia. In città se ne trovano di ottime e freschissime. Dovete proprio approfittarne quando visiterete Bordeaux!


Altre specialità molto apprezzate della zona sono il buonissimo caviale d'Aquitaine, le carni Igp Agneau de Pauillac e Boeuf de Bazas e la lamproie, un pesce simile all'anguilla.


Molte delle tipicità di Bordeaux finora descritte sono degustabili direttamente nei sempre intriganti mercati cittadini.
Il più noto e grande è lo storico Marché des Capucins, ricco di ogni ben di Dio (al suo interno vi sono macellerie, panetterie, salumerie, pescherie, formaggerie, ostricherie, fiorai oltre che ristoranti) e dove si mangia bene a qualsiasi ora: ad esempio si può iniziare la giornata con un delizioso brunch al Café Laiton, dalla vasta scelta anche veg, e continuare con un plateau di frutti di mare da Chez Jean-Mi per pranzo.
Un altro mercato da visitare sul lungo fiume, è quello all’aperto dei Chartrons, in funzione tutte le domeniche dalle 7 alle 13. Qui si vendono anche specialità ricercate che non si trovano da altre parti e molti abitanti di Bordeaux ne fanno una tappa irrinunciabile della loro domenica mattina, spesso arrivandoci a piedi o in bicicletta.


Numerosi sono anche coloro che quando fa bel tempo pranzano sul posto nelle terrazze o davanti ai “quais” sulla Garonne. In questo mercato sono assolutamente da assaggiare le ottime ostriche del Bassin d’Arcachon, ma anche le trincadilles, una trippa di maiale sbollentata e poi grigliata o il grenier del Médoc, una varietà di salame locale.


Vicino alla Cité du Vin meritano una visita anche le Halles de Bacalan, una struttura adibita a mercato di 950 metri quadrati dotata di stand gestiti da venditori e produttori locali. Qui l'85% dei prodotti, anche biologici, proviene dal Sud Ovest della Francia e dalla regione della Nuova Aquitania. E durante l’anno si organizzano eventi, degustazioni, corsi di cucina…


Da quanto finora affermato si può intuire che a Bordeaux, con tanti prodotti e materie prime di qualità a disposizione, si mangi mediamente molto bene al ristorante. Se ne contano 2.749 e il capoluogo dell’Aquitania è la città di Francia dove vi è il numero più elevato di ristoranti per abitante (uno ogni 285).
A Bordeaux la ristorazione è aperta a diverse influenze. Se da un lato figurano molti locali di cucina tradizionale, dall'altro sta emergendo, in linea con lo spirito cosmopolita della città, una cucina fusion che mette insieme tendenze diverse, che però si mescolano tra loro in modo naturale con risultati sorprendenti. Ad esempio al Cromagnon vi è una chef moldava, al Racines uno chef scozzese, al Dan una coppia franco-cinese...
Tra i ristoranti tradizionali segnalo La Tupina (in basco vuol dire paiolo), locale che risale al 1968 e che offre una cucina all’insegna della tradizione e dei prodotti gastronomici del Sud-Ovest francese. Un’ottima cucina locale si può gustare anche a La Belle Campagne, così come va menzionata la più parigina delle brasserie di Bordeaux, Le Noailles, che conquista il palato da generazioni.
Non manca poi la cucina "haut de gamme", con tanti ristoranti stellati presenti in città o nella regione. In tutto sono 14, di cui 4 con due stelle Michelin e 10 con una stella. Di questi 14, sette sono localizzati in città e altri sette nella regione. A Bordeaux, tra gli chef più noti, figurano Philippe Etchebest, chef del Quatrième Mur, una stella Michelin dal 2015; poi vi è Pierre Gagnaire, padrino della quinta edizione di Bordeaux S.O Good, che col suo ristorante La Grande Maison, possiede due stelle Michelin.


Inoltre il noto chef Gordon Ramsey è alla guida del due stelle Michelin "Pressoir d’Argent", all’interno del bellissimo hotel a cinque stelle Intercontinental.


Nel menù di questo ristorante spiccano entrée molto interessanti ed eleganti come l'uovo bio con castagne affumicate, jambon de Bigorre, funghi e vellutata di cipolle; tra i piatti principali sono imperdibili poi quello a base di caviale d'Aquitaine, capesante, cavolfiore e salsa allo Champagne o il piccione al forno con barbabietola e pain d'épice.
Pietanze di pregio che non possono non essere accompagnate da un appropriato calice di Bordeaux. Ma dell'universo intorno a cui ruota il vino della zona parlerò nel prossimo post. Stay tuned!

Per ulteriori informazioni:

Ufficio del Turismo di Bordeaux
Ufficio del Turismo francese
Bordeaux S.O Good

Ps: Lo sapevate che a Bordeaux si produce anche un ottimo whisky che nasce in una distilleria ricavata in un ex bunker? Qui i whisky sono invecchiati in botti di rovere di Sauternes o di grandi vini rossi bordolesi, divenendo quindi i primi whisky realizzati in una città vinicola. Interessante, no?