Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

31 ottobre 2016

ASM Experience, l’Immersion Rugby


L’offerta turistica della bellissima Auvergne dove, come sapete, sono stato di recente si è arricchita da poco di un nuovo luogo, unico in Francia e probabilmente in Europa.
E’ infatti stato inaugurato da poco l’“ASM Experience, l’Immersion Rugby” il primo parco a tema dedicato al rugby che è al tempo stesso un sito culturale, ludico e interattivo e che ripercorre anche la storia di una delle più gloriose squadre, affermata anche a livello europeo, l’ASM Clermont Auvergne.


Dopo due anni di lavoro e il sostegno finanziario indispensabile dello Stato e delle istituzioni locali, questo parco è stato inaugurato lo scorso 20 ottobre consentendo così a tutti di poter avere la propria “Experience” nel mondo del rugby.
Sono più di 600 i metri quadrati su cui si sviluppa il parco, diviso in una decina di spazi, che vanno dalla fondazione del club alla spiegazione del gioco del rugby, dall’area riservata ai tifosi a quella degli sponsor.


Entrerete quindi anche voi nella “mischia”, scoprendo i segreti dell’ASM Clermont Auvergne e immergendovi nell’universo del rugby internazionale.
Questo parco si rivolge sia ai neofiti sia agli appassionati più esperti, sollecitando tutti i sensi; grazie al digitale e alle nuove tecnologie potrete mettervi a confronto con i giocatori, ammirare le loro maglie, divenire tifosi, o ancora testare la vostra bravura con giochi di simulazione; potrete anche rispondere a domande lungo tutto il percorso, che determineranno poi il vostro profilo di giocatore.


Sarà possibile altresì commentare una partita come veri giornalisti o farvi fotografare insieme a giocatori riprodotti in realtà aumentata. Non mancheranno infine esposizioni temporanee su temi specifici.
Alla buona riuscita di questo progetto hanno contribuito anche ex rugbisti professionisti, attuali giocatori, associazioni di tifosi e tifosi oltre che, naturalmente, l’ASM Omnisports che ha messo a disposizione tutti gli oggetti che compongono il percorso, e quelli che sono in archivio e saranno utilizzati per le esposizioni future.
Ulteriore elemento interessante della visita è la possibilità di conoscere il dietro le quinte dei match di rugby, grazie a delle visite allo stadio, accompagnati da guide professioniste. Scoprirete quindi tribune, maglie dei giocatori, il tunnel di entrata in campo, insomma tutto ciò che può offrire un tempio del rugby.

Per maggiori informazioni:
ASM EXPERIENCE
35 rue du Clos Four - 63100 Clermont-Ferrand
e-mail: contact@asm-experience.com
Telefono: +33 (0)4 73 14 60 23

24 ottobre 2016

Auvergne, cronaca di un soggiorno nella Francia più verde


Tutti voi sapete quanto io sia appassionato della Francia e di tutto ciò che è ad essa collegato. Ça va sans dire che, e lo sapete bene, sono stato nel paese d’Oltralpe innumerevoli volte. Ed in tante regioni del mio amato “hexagone français”.
Non conoscevo però l’Auvergne, una zona situata più o meno al centro della Francia, ad Ovest dell’area denominata région Rhône-Alpes.
E ora che ci sono stato, posso fornirvi le mie impressioni e qualche consiglio di viaggio.
L’Auvergne è una terra bellissima, dalle mille sfumature di verde, piena di mille attrazioni naturali e dove poter effettuare tante attività sportive (e non solo) all’aria aperta. In Auvergne potete infatti camminare, sciare, volare, tuffarvi, andare al galoppo, pescare…

  
Di essa mi ha colpito la sua bellissima luce, i suoi colori, il clima mite, i paesaggi montani e vulcanici che sembrano disegnati dalla mano di un artista, la sua biodiversità, la calma e la serenità che trasmette.


Per un soggiorno in Auvergne può essere presa come base la città di Clermont Ferrand, a cui si giunge agevolmente in un’ora di comodo aereo Air France da Parigi. Clermont Ferrand, tra l’altro, è una cittadina molto carina con le sue belle piazze e la sua cattedrale mozzafiato, oltre ad essere famosa per la limitrofa fabbrica della Michelin, che offre ai visitatori un interessantissimo museo da non perdere assolutamente.
Il mio itinerario in Auvergne è quindi partito proprio da Clermont Ferrand da cui, scendendo a sud-est per circa un’ora e mezza di viaggio, si giunge ad Ambert, nel cuore del parco regionale del Livradois Forez.
Qui ci si può immergere subito nei bellissimi boschi della zona, magari a passeggio o utilizzando una mountain bike elettrica. La passeggiata con questa bici è infatti piacevolissima e non troppo stancante. Si attraversano foreste da fiaba con stradine tappezzate di foglie dai colori caldi dell’autunno, si scorgono per terra ricci di castagne, si incontrano solide e intrecciate radici di alberi e si respira l’aria pulita tipica dei posti di montagna. Che qui possono raggiungere altezze intorno ai mille metri.


Anche la cittadina di Ambert (gemellata con Gorgonzola e tra un attimo capirete il perché) merita una visita, con le sue pittoresche stradine ed edifici graziosi che fanno parte del suo patrimonio medievale.


La sua specialità gastronomica è la celebre Fourme d'Ambert, ottimo formaggio erborinato di forma cilindrica, le cui fasi di produzione (oltre che la degustazione) sono spiegate nella relativa Maison dedicata.


Vale la pena segnalare anche, vicino ad Ambert, il mulino Richard de Bas, l'ultimo mulino della carta ancora attivo in Auvergne. E si può visitare un museo che racconta la storia della carta stessa e le diverse fasi della fabbricazione.
Una bella cena nel confortevole albergo La Chaumière nella stessa Ambert ha chiuso degnamente la mia prima giornata in Auvergne.
Il giorno dopo ci siamo spostati nella bella zona, un po’ più ad est di Ambert, dove è situato il Parc d’activités de Montagnes de Prabouré, che d’inverno è anche una stazione sciistica.
Qui è stato possibile, in uno scenario montano incantevole, effettuare un primo trasferimento attraverso la Tyrolienne gigante della Haute-Vallée (800 m di lunghezza, 110 m di altezza), la più alta del Massiccio Centrale. La Tyrolienne è un "mezzo di trasporto" che prevede l'aggancio delle persone, in tutta sicurezza, ad un cavo d'acciaio tramite una carrucola, con la quale è possibile lanciarsi in sospensione attraversando una valle di montagna e finire il panoramico viaggio un minuto dopo circa.


In questa zona si possono svolgere anche altre attività molto interessanti ed emozionanti, come il percorso di Rando-Ferrata, con una scalata per circa 500 metri di una roccia dotata di blocchi di granito imponenti, adatta anche ai principianti; o fare un’avventurosa passeggiata sulla "passerelle géante", camminando, sempre in grande sicurezza, su un ponte basculante lungo e stretto.
In questa zona è possibile comunque anche fare delle piacevoli passeggiate nel verde degli stupendi boschi del Praburé, dove nelle belle giornate il sole filtra tra gli alberi e dona ai visitatori delle viste mozzafiato e dei giochi di colori davvero da non perdere.



Dopo una sosta per il pranzo a base di gustosi piatti tipici della zona presso la limitrofa Auberge des Pradeaux (del lato food della regione vi parlerò poi in un post a parte) siamo giunti nel pomeriggio in un incantevole luogo, Saint Gervazy, un fascinoso villaggio medievale con tanto di piacevole castello.
E presso il Centre Equestre du Montcelet abbiamo goduto di una gradevole promenade a cavallo a ritmo lento, adatta anche ai non esperti.


Il mio cavallo, chiamato Opéra, mi ha condotto lungo strade di campagna (a volte anche non pianeggianti) consentendomi di ammirare ancora i verdi campi della regione, i suoi riposanti e affascinanti paesaggi, le belle montagne circostanti e soprattutto di vivere un’esperienza per me davvero fuori dal comune (non ero infatti mai stato a cavallo).
Fuori dal comune è stato anche il bellissimo scenario di viaggio che verso sera abbiamo ammirato intorno a noi per raggiungere verso ovest il nostro nuovo albergo nella località termale di Le Mont Dore: in prima battuta abbiamo apprezzato la bellezza del notevole Lac di Chambon e della chiesa romanica di Saint Nectaire, mentre appena dopo intorno a noi dominavano i nitidi e netti contorni di vicinissime montagne, con una enorme luna dietro di esse che donava un leggero chiarore nella ormai prossima discesa della sera…
Quelle stesse montagne le abbiamo riviste decisamente con un’altra luce, altrettanto mozzafiato, l’indomani, dalle finestre del bellissimo chalet di montagna dove abbiamo dormito (l’Hotel Restaurant Le Puy Ferrand).


In quella giornata ci aspettava un’abbastanza impegnativa passeggiata in montagna che partiva dal Col de la Croix St. Robert fino alla valle di Chaudefour intorno al vulcano Puy de Sancy, nel cuore dell’Auvergne.


Una guida ci ha condotti in sentieri erbosi, ogni tanto macchiati dal rosso delle piante di mirtilli selvatici, e in vallate e depressioni mozzafiato con tutte le sfumature del verde, del marrone e del giallo. Qui l’azione combinata dell'altitudine, la pendenza dei versanti, la loro esposizione e il mantenimento delle pratiche agro-pastorali hanno creato i presupposti per la formazione di una grande biodiversità, rendendo questo luogo di grande interesse ecologico.


Inutile quindi dire che fare un pic-nic a base di prodotti tipici dell’Auvergne (uno su tutti, le lentilles vertes, prodotte in regione) in un tale splendido scenario naturale è stata davvero un’esperienza da ricordare! 



La passeggiata di ritorno in mezzo al bosco, inoltre, è risultata altrettanto interessante, percorrendo stradine strette tappezzate di foglie rosso-bordeaux, attraversando ruscelli e ammirando contestualmente tante differenti varietà di piante.


E’ seguita la visita ad uno dei più bei borghi di Francia, Montpeyroux, arroccato su una collina, con tante graziose viuzze che conducono ad una affascinante torre del tredicesimo secolo. 


Montpeyroux è stato ed è un paesino vocato alla viticoltura (alcune vecchie case, restaurate con cura, hanno conservato le loro cantine) ed oggi si continua a produrre in zona un buon vino, anche biologico (nella chiesa principale del paese, non a caso, vi è la statua di Saint Verny, protettore dei vignaioli). Questo villaggio è stato anche famoso per la lavorazione di una bionda pietra tipica locale, con cui sono costruite alcune casette che oggi accolgono anche pittori e vasai.


L’ultimo giorno del mio viaggio in Auvergne è stato dedicato alla visita del mitico Puy de Dôme, cima simbolo della regione e distante soltanto 15 km da Clermont-Ferrand. Con i suoi 1.465 metri d'altitudine, è il vulcano più alto della catena dei Puys ed è stato riconosciuto come Grand Site de France. 


Sulla sua vetta si può arrivare con un simpatico treno a cremagliera, dal quale si gode di una vista mozzafiato sulle valli limitrofe (purtroppo nel giorno in cui ci sono andato, il tempo non è stato tale da poter apprezzare in pieno il panorama). 


In cima si trovano le rovine di un tempio gallo-romano dedicato a Mercurio, un osservatorio meteorologico e un punto informazioni con una sala dedicata alla vulcanologia. Il Puy de Dôme è anche una meta apprezzata dagli appassionati di parapendio e deltaplano, che spiccano il volo dal suo punto più alto.
Sempre in tema di vulcani e a breve distanza da Clermont Ferrand, vale la pena di visitare il Parco Vulcania per capire meglio cosa sono e come “funzionano” i vulcani. In una splendida cornice paesaggistica in mezzo ai vulcani, Vulcania invita i suoi visitatori a vivere un’esperienza indimenticabile alla scoperta della terra e dei suoi fenomeni naturali, attraverso sale rivestite di schermi, simulatori di sismi, animazioni varie su navette, vascelli e piattaforme mobili, film in 4D, ecc. 


Insomma ci si può immergere in tante avventure, che vi faranno toccare con mano la potenza dei vulcani, facendovi comprendere i meccanismi che li determinano.
Il mio viaggio in Auvergne è sostanzialmente finito qui. Credo di avervi dato un’idea di cosa e quanto questa bella regione possa regalare ai suoi visitatori. Vi invito quindi a trascorrere una bella vacanza in questa zona, che tra l’altro a breve si unirà amministrativamente con la regione Rhône-Alpes per formarne una unica e più grande.
E poi nel luglio 2017, per chi ama il ciclismo, al Puy en Velay, altra area regionale di attrazione turistica, arriverà per 2-3 giorni il Tour de France. Io sono già pronto. E voi?

Per maggiori informazioni sui luoghi citati nell’articolo:

Comitato Regionale per il Turismo dell’Alvernia
Vanessa Michy
Tel. +33(0)4 73 29 49 33 / + 33(0)6 61 27 27 48
e-mail: Vanessa.michy@crdt-auvergne.fr

www.alvernia-turismo.it
www.auvergne-tourisme.info
www.france.fr

ps: è doveroso ringraziare per l’ottima organizzazione e accoglienza ricevuta in Auvergne Barbara Lovato di Atout France Italia e Vanessa Michy del Comité Régional de Développement Touristique d'Auvergne.

20 ottobre 2016

Una Zuppa...Imperiale


Quando vado a Bologna (e non solo...), riporto sempre a casa qualche souvenir culinario (ma và... ;)). Si tratta spesso di tortellini o tortelloni, ma anche di tagliatelle o altri tipi di pasta fresca.
L'ultima volta che sono stato nel capoluogo emiliano, per cambiare un pò, ho voluto invece comprare qualcosa di diverso.
Mi ricordavo di aver visto l'esecuzione di una gustosa preparazione, quella della cosiddetta "Zuppa Imperiale", nella simpatica trasmissione "Vito con i suoi" del Gambero Rosso Channel. E allora ho deciso di comprarla.
La Zuppa Imperiale è una delle tante ricette della tradizione bolognese (depositata tra l'altro ufficialmente dalla sezione di Bologna dell'Accademia Italiana della Cucina nel 2009) che si consuma soprattutto nel periodo freddo, essendo abbinata al brodo di carne bollente. Possibilmente ottimo e preferibilmente di cappone.
La ricetta prevede la combinazione di una serie di ingredienti come le uova, il parmigiano, il semolino, il burro, il sale, il pepe e la noce moscata, in modo da ottenere una pastella morbida e spumosa (vi sono comunque anche alcune varianti, come l’aggiunta di mortadella all’impasto). Dopodiché questa pastella si fa dorare e indurire al forno e si taglia a cubettini che successivamente si immergono nel brodo bollente. Qui devono sostare circa 3 minuti, più 1-2 di attesa a fuoco spento. La ricetta con le dosi precise la trovate qui.


E’ una preparazione semplice e gustosissima, citata se vogliamo anche dall'Artusi che ne scrisse una simile nel suo famoso ”La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene”. La sua versione non prevedeva però che il composto si facesse rassodare nel forno, bensì in una padella sul normale fornello.
Un'ultima curiosità sulla Zuppa Imperiale: pare che l’origine del nome possa derivare dal fatto che fu importata dall’Austria a Parma una minestra simile ai tempi del ducato di Maria Luigia che era stata la moglie dell'imperatore Napoleone I (da qui il nome “Imperiale”).

Ps: l’ultima volta che sono stato a Bologna ho acquistato anche un altro ”souvenir” molto particolare di cui vi parlerò presto su questi schermi. Seguitemi!

8 ottobre 2016

Gallipoli e le sue (due) sorelle


Tra i post relativi alla mie scorse vacanze estive non poteva mancare il racconto inerente i luoghi di mare vicino Lecce. Vi avevo promesso di parlarvene ed ora mi appresto a farlo.
Durante le mie ferie nella "capitale" salentina, infatti, come accennavo qui, ho avuto modo di fare qualche bella escursione in alcune delle spiagge più incantevoli della zona.
Spiagge, siano esse sullo Jonio o sull'Adriatico, caratterizzate quasi sempre da un discreto o forte vento, a tratti parecchio fastidioso, col quale credo che purtroppo bisogna un po’ convivere in questi luoghi.
Per cominciare, una bella gita al mare da non perdere è quella a Torre dell'Orso, situata sull'Adriatico poco più a nord di Otranto. Questa località è caratterizzata da un mare di un gradevole blu/turchese e da una bella baia di spiaggia sabbiosa, in cui ad una estremità sono situati due grandi scogli denominati "Le Due Sorelle", ai quali è associata anche una intrigante e romantica leggenda


Torrette e altre fascinose scogliere caratterizzano inoltre questa baia, che si può ammirare anche dall'alto dopo aver scalato brevemente un sentiero sabbioso e pietroso sul versante dei due faraglioni principali.


Dal lato dello Jonio, una delle più belle spiagge che ho visitato è stata quella di Porto Cesareo. Mare di un azzurro paradisiaco, acqua bassa, perfetta per camminate dentro l'acqua o partite di pallavolo (che non devono mai mancare, a mio avviso, in una vacanza al mare che si rispetti), e confortevoli stabilimenti balneari.


In qualcuno di questi ci si può fermare a pranzo per un gustoso primo di mare, ma anche per assaggiare tipicità locali come ad esempio un'ottima fresa con acciughe, pomodorini, capperi e olive.


E poi può capitare anche che vengano serviti nel pomeriggio freschi cocktail in riva al mare. E, come potete vedere dalla foto, non è solo un modo di dire ;-)


Ma il cuore del post di oggi riguarda un'altra località balneare non lontana da Lecce, la rinomata Gallipoli. Ero già stato anni fa a Gallipoli ma ci sono tornato volentieri, non principalmente per il suo bel mare come quello della selvaggia Punta della Suina, dalle intense sfumature di blu, ma per le ragioni che vado a spiegarvi.


Adoro infatti Gallipoli soprattutto per il suo essere cittadina marinara a tutto tondo, per il pesce fresco e tipico che produce il suo mare e per la caratteristica bellezza del suo centro storico.


Il primo impatto con le cose belle che offre Gallipoli, dopo aver attraversato un vialone molto vivace ma anche molto (troppo) commerciale, si ha nel momento in cui si approccia il porticciolo e si comincia ad entrare nel centro storico. Qui si scopre quasi casualmente uno stupendo mercato del pesce: scendendo delle scalette, si accede ad un'area di vendita dove la fanno da padrone gamberoni viola, ricci che mani esperte lavorano ed aprono sul posto, polpi, cannolicchi, cozze, ostriche e tutto ciò che il mare locale abbondantemente sa regalare. 


La cosa più intrigante è che queste pescherie hanno anche il loro "lato ristorante" e quello stesso pesce, spesso appena pescato, viene cotto al momento nel modo che più il cliente preferisce.


Nel giorno della mia visita a Gallipoli ho optato per qualche gamberone alla piastra, davvero sublime nella sua semplicità! Un pò di limone spruzzato sopra, un bicchiere di buon bianco e... “l'uomo campa” ;))


E' bello poi perdersi nei vicoletti della città vecchia, dove ogni tanto si riesce a scorgere qualche spicchio di mare e dove ci si imbatte in colorati negozietti di frutta e verdura e rosticcerie colme di street food salentino. C'è molto da vedere anche dal punto di vista culturale (la Cattedrale, i Palazzi, il Castello, la Fontana Greca, ecc.) e sotto questo tema includerei anche la possibile visita a un interessante museo del mare.


Quando vado a Gallipoli amo percorrere a piedi tutto il perimetro del lungomare, caratterizzato da una stupenda vista sul faro, sul bel mare dalle mille sfumature di blu, sulle fascinose scogliere, tutte meraviglie della natura che si possono ammirare anche davanti a buoni piatti a base di pesce offerti dai tanti ristorantini che si affacciano sul litorale.




Questa zona della cittadina mi ricorda un pò Siracusa, con un lungomare non piatto ma che curva spesso lungo le mura, regalando a volte piccole ma intriganti porzioni di panorama e angoli mozzafiato.


Sempre sul lungomare, si possono contestualmente ammirare delle incantevoli chiese/chiesette. Vi ho già detto altre volte che amo tantissimo le chiese dei posti di mare, sempre bianche, fresche, con tante raffigurazioni dedicate ai navigatori, agli uomini di mare e alla loro protezione. In questa cittadina ve ne sono tante e non solo sul lungomare.



Verso la strada del ritorno, non si può fare a meno di ammirare nuovamente il porticciolo e alcuni bastioni di questa bella cittadina, restando colpiti anche, in mare, da una bella opera (a mio avviso) che raffigura un riccio di mare.


Del resto uno dei migliori posti in Italia dove mangiare i ricci, sempre per tornare ad argomenti culinari, non è proprio Gallipoli?