Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

24 aprile 2014

Un risotto che sa di primavera


Durante lo scorso weekend pasquale ho avuto modo di preparare tanti piatti sfiziosi che via via pubblicherò sul mio blog.
Uno di questi è una versione leggermente rivisitata della “vignarola”, un piatto che a Roma è molto diffuso in questo periodo dell’anno e che vede alcuni ristoranti della capitale (qui la “classifica” del Messaggero) eccellere per una sua egregia interpretazione.
La vignarola è, più precisamente, un piatto della tradizione contadina laziale, essendo preparato in tutte le province di questa regione, che mette insieme tutte le primizie del periodo primaverile. Quel fantastico periodo in cui la natura si risveglia e di cui mi accorgo (oltre che per mezzo della mia allergia da pollini) ogni qualvolta comincia l’esplosione di colori sui banchi dei mercati e di sapori sulla mia tavola.
Gli ingredienti di questo piatto, caratterizzati da tante sfumature di verde, sono quindi le fave, i piselli, i cipollotti, i carciofi, che con la loro grande dolcezza e particolarità si uniscono al guanciale, in un connubio molto piacevole. Sia sotto forma di minestra, sia di vero e proprio primo piatto, utilizzando i più svariati tipi di pasta.
In questo caso invece io ho pensato di prepararci un risotto, che potremmo definire proprio alla vignarola o meglio al profumo di primavera. Parlo di profumo perché la mia versione ha previsto alcune varianti rispetto agli ingredienti principali, tra cui una buona dose di profumatissime erbe aromatiche, che uso molto nella mia cucina. Le varianti, poi, discendono anche dal fatto che non avevo proprio tutti gli ingredienti in casa ed ho utilizzato alcuni loro degni sostituti.
 

Ecco allora la ricetta:

Ingredienti:

8 tazzine di riso Carnaroli
2 carciofi
300 g piselli sbucciati
300 g fave sbucciate
2 cipollotti
olio extravergine d'oliva
burro
brodo vegetale
5-6 fettine di salame
q.b. di vino bianco
q.b. di sale e pepe
q.b. di menta
q.b di basilico
q.b di prezzemolo

Sbollentare i piselli e le fave in acqua bollente finché non diventano teneri. Pulire i carciofi e farli andare in padella con i cipollotti tagliati finemente e imbionditi nell’olio extravergine di oliva. Nel soffritto aggiungere anche il salame tagliato sottilmente.
Sfumare con vino bianco e successivamente aggiungere uno-due bicchieri d’acqua. A metà cottura dei carciofi o, se preferite, verso la fine aggiungere fave e piselli, salare, pepare e far insaporire. Aggiungere durante la cottura dell’acqua, per far diventare leggermente brodosa la preparazione. Il piccolo brodo che si formerà servirà per insaporire ancor di più il risotto!
A fine cottura, spegnere il fuoco e arricchire con un bel trito delle varie erbe aromatiche. Amalgamare bene e tenere la preparazione da parte.
In una casseruola, intanto, fare appassire in un misto di burro ed olio del cipollotto. Versare il riso e far tostare. Aggiungere poco brodo vegetale e portare via via a cottura, come per un normale risotto. Durante la cottura, aggiungere ogni tanto anche un po’ di brodo della vignarola e i suoi effettivi contenuti…
Impiattare, decorando con ancora un po’ di vignarola e con un altro trito di erbe aromatiche miste. Vedrete il profumo che sprigioneranno il basilico e la menta!
(Piccolo inciso: la menta in assoluto a me non piace moltissimo, ma in piccole dosi si adatta perfettamente a piatti come questo, valorizzandoli e fornendo loro un notevole valore aggiunto, a mio avviso).
Che altro dire? Buon appetito e buona primavera a tutti!

19 aprile 2014

Un viaggio in Francia attraverso la poesia di Maia Flore


La scorsa settimana si è tenuta presso l’Institut Français (Centre Saint Louis de France) di Roma l’inaugurazione della bellissima mostra fotografica ImagineFrance, con le foto dell’artista Maia Flore.
La mostra ha l’obiettivo di offrire uno sguardo originale e insolito sul patrimonio turistico francese, fornendo un’immagine nuova ed inedita del fascinoso territorio transalpino.
D’altronde la forte interazione che esiste tra il turismo e la cultura è oggi riconosciuta da tutti, con importanti sinergie tra l’uno e l’altro settore. E’ per questo che Atout France e l’Institut Français hanno voluto proporre un nuovo sguardo, poetico e insolito, sui castelli, i musei e i monumenti francesi.
Per realizzare questa serie di fotografie, Maia Flore ha percorso le strade francesi fra luglio e settembre del 2013, visitando 25 siti culturali e presentandoli in funzione dell’ispirazione che ogni luogo le ha suscitato. La sua idea di fondo è stata di creare un personaggio che si è appropriato di ogni luogo, per renderlo vivo e sorprendente. Insieme protagonista e spettatore, questo personaggio ricorrente anima e innova i luoghi visitati.
 

Nella mostra si possono ammirare ad esempio la perfezione del site du Pont du Gard, l’arbre à basket di Nantes simpaticamente riempito di arance, la ricerca della luce nella Conciergerie, il fascino e il mistero della Cité di Carcassonne…
 

Queste sono solo alcune delle bellissime foto che potrete apprezzare viaggiando nella bella Francia con gli occhi di Maia Flore.
Un’artista giovane (nata nel 1988) il cui percorso si inserisce in una ricerca di coincidenze fra il reale e il suo immaginario, un mondo creato da tanti tasselli sotto forma di narrazioni emozionanti e avvincenti, a volte bizzarre, a volte surreali.
ImagineFrance è dunque un’esperienza inedita che immergerà gli spettatori in una dimensione forse già conosciuta, ma sempre sorprendente, grazie al talento dell’artista.
Vi invito quindi a venire a scoprire o riscoprire la straordinaria ricchezza del patrimonio francese attraverso queste immagini. Si tratta di un evento itinerante che girerà il mondo per 3 anni e, nel 2014, farà una prima tappa in Italia, quindi negli Stati Uniti. La prima esposizione si sta svolgendo a Roma all’Institut Français dal 9 al 26 aprile 2014, quindi si sposterà a Napoli (dal 7 al 24 maggio 2014) e poi a Milano (dal 27 maggio all’ 8 giugno 2014). Parallelamente, si terrà a New York alla Galleria Emmanuel Fremin dall’ 8 al 29 maggio 2014.
Andate a visitare questa mostra intelligente e rilassante, che vi permetterà di vedere la nostra amata Francia con un occhio nuovo e, ne sono sicuro, vi farà venire una immane voglia di tornarci!

15 aprile 2014

La meravigliosa eccellenza degli Oli d’Italia


E’ stata presentata al Vinitaly la Guida Oli d’Italia 2014 del Gambero Rosso. Una Guida che mi è sempre molto utile nel selezionare oli di grande qualità, da utilizzare sulla mia tavola.
Si tratta di uno strumento indispensabile per tutti gli operatori del settore, ma anche per tutti quei consumatori che hanno intenzione di approfondire la conoscenza di un prodotto che porta alti nel mondo i valori della tradizione del nostro paese.
Per capire l’importanza di questa Guida, basta leggere i numeri di questa edizione: 411 aziende schedate e raccontate, 623 oli recensiti e valutati, 706 ristoranti, trattorie e agriturismi dove mangiare intorno ai frantoi, 542 alberghi, country house e frantoi dove alloggiare per un weekend nei dintorni delle aziende olearie censite e 138 tra bar, gastronomie ed enoteche dove acquistare buon olio extravergine di oliva e fare una spesa golosa.
La Guida, giunta alla quarta edizione e che premia con le Tre Foglie i migliori extravergini d’Italia, è quindi un viaggio nella penisola dove ogni territorio gode di una sua specificità, sia olivicola che gastronomica.
Da rilevare che quest'anno è aumentato in modo significativo il numero degli oli che hanno guadagnato le Tre Foglie, passati dai 183 dello scorso anno ai 262 di questa edizione. Un dato estremamente importante, in quanto le Tre Foglie rappresentano il massimo riconoscimento della Guida e quindi si va nella direzione di una sempre maggiore qualità di questo fantastico prodotto che risponde al nome di olio extravergine.
Anche quest'anno al primo posto della graduatoria delle “Tre Foglie” figura la Toscana con ben 51 riconoscimenti, seguita dall’Umbria con 33, dalla Puglia con 28, dalla Sicilia con 24 e dal Lazio con 23.
Realizzata con la collaborazione di Unaprol, Consorzio olivicolo e la sua Filiera Olivicola Italiana, la Guida Oli d’Italia è disponibile in edicola e libreria.

Per ulteriori info:
Ufficio Stampa del Gambero Rosso
Stefania Faustinella
press.canale@gamberorosso.it
Facebook: www.fb.com/ilgamberorosso
Twitter: @ilGamberoRosso

A proposito di oli di qualità, il Gambero Rosso, sempre in collaborazione con Unaprol, organizza più o meno mensilmente degli interessanti eventi denominati “Degusta con l’esperto”. Si tratta di percorsi di assaggio in cui, sotto la guida di sommelier dell’olio e del vino del Gambero Rosso, si possono apprezzare oli di alta qualità, premiati con le Tre Foglie, in abbinamento a piatti della tradizione e accompagnati dai migliori vini della scena italiana (presenti nella Guida Vini d’Italia).
Si ha quindi un triplice abbinamento olio-piatto-vino, cosa a cui non si assiste frequentemente, che ci fa capire da un lato l’importanza e il ruolo fondamentale dell’olio per la riuscita di un piatto e dall’altro il corretto abbinamento e la perfetta combinazione tra questi tre elementi. Un “gioco” molto simpatico di complementarietà ed integrazione tra i vari sapori e sentori, che risulta un esperimento davvero riuscito e che mette decisamente alla prova tutti i presenti alla degustazione.
Gli appuntamenti si terranno presso la Città del Gusto in via Enrico Fermi, 161 - Roma dalle ore 19.00 alle ore 21.00.
Queste le date:

16 aprile
30 aprile
21 maggio

Per il primo appuntamento tenutosi il mese scorso sono stati abbinati:

PASTA E CECI DEL SOLCO DRITTO DI ACQUAPENDENTE
Olio: Il Sincero Monocultivar Moraiolo – Viola
Vino: Dolcetto di Dogliani Sup. Il Clou '11 - Cantina Clavesana
 

BRUSCHETTA
Olio: Monocultuvar Itrana Bio – Orsini
Vino: Verdicchio di Matelica Meridiana '10 – Belisario
 

In entrambi i casi l’abbinamento olio-piatto-vino è stato direi perfetto. Un grande piatto come la pasta e ceci, ricca di ingredienti di eccellenza, che ben si è integrato con un appropriato olio ed un altrettanto corretto vino in abbinamento.
Anche un semplice piatto come la bruschetta, è stato ad esempio ben valorizzato da un ottimo olio proveniente dalla cultivar dell’oliva di Gaeta, l’Itrana, e abbinato a un superbo Verdicchio di Matelica.

Per informazioni e prenotazioni:
Gambero Rosso Holding S.p.A.
Eventi Istituzionali Italia
tel.  + 39 06 55.11.22.12
eventi.istituzionali@gamberorosso.it

10 aprile 2014

Un piacevole… “Supplizio”


Aprirà domani il nuovo locale di Arcangelo Dandini e Lorenzo D’Ettorre, amici ormai da vent’anni, che prende il nome di Supplizio, a sua volta noto antipasto presente da sempre nel menù dello storico ristorante “L’Arcangelo”.
 

Supplizio è un locale dedicato esclusivamente al cibo di strada, con sfiziosissime proposte che faranno senza dubbio di questo posto uno dei miei preferiti a Roma.
Sposo tra l’altro in pieno la filosofia che ne ha guidato l’apertura: qui si propongono prodotti il cui assaggio ha una diretta connessione con i sapori dell’infanzia, il ricordo di sapori antichi e con ricette quasi dimenticate. Sarà che Arcangelo ha più o meno la mia stessa età…
Quando si degustano i suoi prodotti, si “vive” la memoria “mozzico” dopo “mozzico”, come afferma Arcangelo, con preparazioni tutte da recuperare e salvaguardare, di ispirazione romana ma non solo e tradizionali ma non troppo.
 

Il locale che ospita questi “capolavori” della memoria è piccolo, ma molto bello. Maioliche di terracotta per il pavimento, muri del 1300 integralmente recuperati e restaurati, lampade anni ‘30 per ricreare l’atmosfera del salotto di casa, legno scuro per mensole, sgabelli e bancone.
 

Tutto questo in una delle vie con più carattere del centro storico romano: via dei Banchi Vecchi, chiamata così a causa degli antichi banchi, spesso all'aperto, di banchieri e notai fiorentini e senesi.
 

La presentazione alla stampa e ai foodblogger della scorsa settimana ci ha consentito di avere un’idea di quella che sarà l’offerta enogastronomica, che prevede una cucina completamente espressa.
Naturalmente da padrone la fanno i supplì, proposti nella versione rossa e bianca, quest’ultima conosciuta fin dal 1300, la cui preparazione richiede il giusto tempo, manualità e passione. La ricetta attuale del supplì è il risultato di tante prove e ricerche, una “fissazione” di Arcangelo, che da tempo sta studiando quella vera ed originale.
 

Nel menù, scritto su un’ampia specchiera presente nel locale, figurano oltre ai supplì anche le buonissime crocchette di patate affumicate e la crema fritta con pecorino, zucchero e cannella.
 

Ma di grande interesse sono anche le sfiziosissime uova di Quaresima con pomodoro e mentuccia, le polpette di allesso con maionese o salsa verde e la mitica pasta e patate, che in sede di presentazione ho assaggiato sotto forma di frittata con della deliziosa mentuccia. E come dimenticare poi l’ottima panzanella di baccalà?
 

Per alcuni street food proposti, ingredienti e materie prime arrivano dai migliori artigiani dei dintorni: il forno Roscioli per la pizza bianca e la focaccia genovese, la Boulangerie MP per le pizzette rosse e la Pasticceria De Bellis per la zuppa inglese.
 

Già perché lo sfizio dell’offerta non si limita solo al salato, ma anche ai dolci. Con altre proposte che vanno dal “Vovve” ai “biscotti di Marcella” alle golosissime graffe fritte.
Buona infine la proposta delle birre, tutte ben selezionate tra i migliori marchi di produttori italiani e stranieri.

Supplizio, cibo di strada
Via dei Banchi Vecchi 143 00186 Roma
www.supplizio.net
tel. 06/89160053
supplizioroma@gmail.com
Orari: dalle 12:00 alle 20:00 dal lunedì al sabato
facebook.com/Supplizio
twitter.com/Supplizio2014

9 aprile 2014

Arriva il Bir&Fud 2.0


Ho sempre considerato Bir & Fud un locale di grande qualità. Situato dietro Piazza Trilussa, nel cuore di Trastevere, è un posto dove spesso vado a mangiare una buona pizza, abbinata a birre di grande pregio.
Questo locale, che ha dato il via ad un nuovo corso del binomio birra artigianale-gastronomia, riapre ora al pubblico in veste completamente rinnovata dopo una breve chiusura per lavori di ristrutturazione.
Diverse sono le novità, non solo nel design degli spazi interni ma anche nelle proposte, che ruotano comunque sempre intorno alle birre artigianali e ai piatti di qualità.
 

Un matrimonio riuscito quest’ultimo, grazie alla partecipazione dei maggiori protagonisti della ristorazione e della birra artigianale a Roma, con un importante ruolo nella diffusione della cultura brassicola nella capitale.
«Bir&Fud è stato un locale all'avanguardia fin dalla sua nascita - afferma Fabio Spada, uno dei soci - e la formula è tuttora valida, ma come ben sa chi segue i nostri diversi progetti ci piace anticipare i tempi ed essere sempre un passo avanti; ecco perché abbiamo voluto re-immaginarne gli spazi e la proposta, anche prima che fosse strettamente necessario».
Entrando nel locale, si scorge sulla sinistra un lungo bancone con tante “postazioni” di birra alla spina (chiamiamola area “bir”), per poi approdare in una zona più ampia, riservata ai tavoli e quindi anche al “fud”.
 

Il nuovo bancone in particolare accoglie ben 36 spine selezionate da Manuele Colonna (creatore del dirimpettaio Ma Che Siete Venuti A Fa', locale cult per la sua birra) di cui 10 saranno dedicate a birre “residenti”, con le restanti 26 che a rotazione faranno capo a birrifici artigianali italiani e stranieri (altra novità del locale).
 

Ogni mese, un birrificio avrà un posto di riguardo, con 5 spine ad esso dedicate e un evento di presentazione con il birraio. Si potranno scegliere anche le birre in bottiglia, con vere e proprie chicche della cantina del Bir&Fud che in 7 anni di attività è arrivata ad annoverare notevoli rarità tra birre italiane “da invecchiamento”, trappiste belghe e altro ancora, offrendo in alcuni casi una profondità di annate introvabile altrove.
Conformemente alla linea originale del locale, anche il “fud” avrà il suo spazio con rinnovata attenzione alla qualità e agli abbinamenti con le birre proposte.
 

E’ doveroso parlare innanzitutto delle pizze a lievitazione naturale, cotte nel nuovo forno a legna, che sono realizzate con la consulenza di Gabriele Bonci.
 

Oltre alle classiche, nel nuovo menù figurano altre interessanti proposte, tra cui un calzone aperto denominato “Porco Pistacchio”, che all'uscita viene farcito con bufala, mortadella, pomodori secchi e un pesto di pistacchi preparato in casa.
Dalla cucina poi, curata dalla nota chef Cristina Bowerman, arrivano tante altre delizie tra cui il tris di supplì (amatriciana, gricia, carbonara), le costine d'agnello in salsa BBQ, le polpette al sugo e il calzone al metro.
 

Inoltre la stessa cucina propone assaggi al banco ispirati alle tapas spagnole e veri e propri piatti pensati appositamente per ben abbinarsi alle singole birre.
 
Alla presentazione del locale alla stampa c'era pure il Casatiello!
Un'ultima novità, infine, per quanto riguarda giorni e orari di apertura: il B&F 2.0 sarà aperto tutti i giorni dal mattino alla sera, con un'offerta di cucina non-stop per accogliere in ogni momento chi abbia voglia di una buona birra accompagnata, naturalmente, da buon… “fud”

1 aprile 2014

In cucina con Bisol


“La Bisol lavora con grande passione affinché Conegliano
abbia lo stesso prestigio di Reims, Valdobbiadene lo stesso
fascino di Epernay e il Prosecco la stessa notorietà della
Champagne"
Gianluca Bisol, General Manager Bisol

Si è tenuta la scorsa settimana nella sempre splendida cornice dell’hotel St Regis di Roma la prima cena 2014 inerente il Progetto “Winery with a kitchen”.
Un Progetto che prevede cene a quattro mani che abbinano l’eccellenza in cantina ed in cucina e che vuole segnare un percorso di scoperta attraverso “aziende gioiello” della viticultura italiana, alle quali sono collegati importanti ristoranti e chef.
Dopo il successo delle cene del 2013, di cui ho parlato ad esempio qui e qui, la scorsa settimana è stata la volta dell’azienda BISOL, che ha presentato la cucina del suo ristorante Venissa e della Chef stellata Antonia Klugmann, insieme a quella dell’Executive Chef del St. Regis di Roma Francesco Donatelli.
 

La famiglia Bisol, la cui cantina storica ha sede a Santo Stefano di Valdobbiadene, coltiva direttamente 177 ettari di vigneti, di cui tre gestiti sulla zona sommitale della collina Cartizze, il vigneto più prezioso d’Italia. Insieme alla famiglia, Gianluca Bisol ha recuperato l'antica vigna murata di Venissa, sull'isola di Mazzorbo Burano, nel cuore della Laguna di Venezia, dove è stato piantato lo storico vitigno veneziano Dorona, dal quale è nato Venissa, l'Oro Liquido della Venezia Nativa. E qui Gianluca Bisol ha scelto la cucina di Antonia Klugmann per il ristorante della Tenuta, una cucina in cui la stagionalità e l'elemento vegetale sono gli ingredienti principali e fondanti dei piatti offerti agli ospiti. La cucina di Antonia si basa su una passione profonda per il territorio e sulla costante ricerca di nuovi accostamenti e sensazioni, con l’utilizzo di prodotti provenienti dalla Tenuta, molto particolari e che risentono dell’influsso del mare.
La cena presentata a giornalisti e foodblogger è stata, come accade sempre al St. Regis, di grande spessore sia in termini di piatti offerti che di vini ad essi abbinati.
Si è cominciato con l’aperitivo, servito nella fascinosa cantinetta dell’hotel. Un ottimo Bisol Crede ben si combinava con i tanti finger food proposti dai due chef della serata.
 

Originali, in particolare, la sarda fritta con brodo di mela e le polpettine di tonno al Bloody Mary.
La cena vera e propria ha visto preparare dalla chef Antonia Klugmann i primi due piatti che sono stati serviti. Un antipasto di anguilla cotta nel molera, sedano verde e bieta selvatica, con l’ingrediente principale non grasso e comunque alleggerito e rinfrescato dalla salsa di sedano. Il buono e fresco noSO2 (senza solforosa, come suggerisce il nome) si abbinava perfettamente alla preparazione;
 

il primo piatto, il più buono tra quelli proposti a mio avviso, era costituito da un golosissimo cannellone verde ripieno di baccalà mantecato e cime di rapa croccanti in salsa sempre di cime di rapa. Un piatto che prevedeva l’utilizzo di diverse parti di queste ultime: per la salsa, per il ripieno, per la sfoglia.
 

Davvero una grande preparazione, ottimamente abbinata al Private Cartizze.
Il secondo e il dolce sono stati invece preparati da Francesco Donatelli: un rombo con zucchine, baccalà con ceci al rosmarino e capasanta in carrozza (ottimo anche qui il vino in abbinamento, l’Eliseo Metodo Classico, più complesso e impegnativo dei precedenti); un elegante e piacevole dolce denominato “Morbido al Bisol, crumble al cocco, albicocche pochè al profumo di lime”, servito con un delizioso Cartizze.
 

Il calendario delle cene Winery with a Kitchen proseguirà nei prossimi mesi con l’azienda Agricola DAMILANO, una delle cantine storiche del Barolo con lo chef stellato Massimo Camia, mentre il mese di settembre vedrà protagonista i vini di TASCA D’ALMERITA, ambasciatrice della rivoluzione qualitativa del vino siciliano e Fabrizia Tasca Lanza, che guida oggi la scuola di cucina Anna Tasca Lanza fondata da sua madre, collaborando con i nomi più importanti dell’enogastronomia internazionale.

Per maggiori informazioni:

GRASSI & PARTNERS PR
Claire Hennessy
+39. 392.9142810
claire_hennessy@grassipartners.com

PER ST. REGIS ROMA
Sofia Peluso, Director of Sales & Marketing St.Regis Rome
+39. 335.7477805
sofia.peluso@starwoodhotels.com