Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

26 ottobre 2013

La fervente, emergente e giovane offerta gastronomica romana

 
Mi è arrivato qualche giorno fa un comunicato stampa che riepilogava i numeri della riuscita manifestazione romana “This Is Food” a cui ho preso parte recentemente.
Ve li elenco brevemente:
 
-4.000 ingressi
-20 kg di cacio e pepe
-1.500 rosette
-1.500 polpette
-2.000 ravioli scottati
-1.000 steccolecco
-80 kg di hamburger
-centinaia di Polpi Gobbi (panini del locale Grandma)
-500 "supplizi"
-12.000 piatti Verdiamo compostabili

Tutto questo è emblematico del fermento che c’è nella capitale sia a livello di crescente interesse sul food di qualità da parte del pubblico, sempre più competente e informato (grazie anche a mio avviso “all’effetto social network”), sia a livello di offerta gastronomica di qualità.
 
 
Un’offerta che a volte ben si accorda con prezzi non eccessivi, cosa che può favorire l’avvicinamento di tante fasce di consumatori.
I locali che esponevano le loro golose pietanze a This is Food non sono veri e propri ristoranti, ma posti sfiziosi dove mangiare e cenare bene, coniugando la buona cucina con un pizzico di innovazione e costi contenuti.
Sono locali che spesso nascono da idee originali e innovative, gestiti da giovani con grande voglia di fare bene e il consumatore, tra cui mi ci metto anche io, gradisce. Eccome. A This is Food ho fatto conoscenza con tante realtà o nuove o che non conoscevo ancora e che voglio presto sperimentare.
Il locale che è al primo posto dei miei futuri “test” è il Grandma, un bistrot che si trova al quartiere del Quadraro e di cui al This is Food ho mangiato uno strepitoso panino con hamburger di polpo, il “Polpo Gobbo”, appunto. Di gran lunga la cosa più buona assaggiata durante questo evento!
 
 
 Mi è piaciuta molto anche lo stecco di parmigiana di zucca con crema di concentrato di pomodoro e pecorino del bistrot bio la Casa dei Parchi, come pure è da consigliare l’offerta sfiziosa del locale Mazzo, gestito dagli ormai famosissimi Fooders (che polpette al sugo le loro!).
 
 
 
Come non citare poi le bontà dell’Ape Romeo uno street food (and wine) di qualità in giro per Roma, i panini di Tram Depot, le squisitezze del Porto Fluviale, ed i buoni finger food del Pastificio San Lorenzo (come il loro sandwich con crema di baccalà, “tintura” di peperoni e caffè).
 
 

 Chi ama gli hamburger al This is Food non avrà potuto fare a meno di assaggiare quelli di hamburgeseria, ottimi e guarniti anche con delle maionesi insolite e sfiziose (all’aglio arrosto, al Gorgonzola, allo scotch Bonnet…).
 
 
 
E per i dolci mi sono lasciato tentare dalle bontà dei sapienti pasticceri del Caffe Propaganda o della Fonderia, un locale non lontano dalla zona dell’Eur e quindi anch’esso suscettibile, per motivi di vicinanza rispetto a casa mia, di essere seriamente testato.
C’è molto da fare a Roma, quindi. Non mi (ci) resta che degustare, assaggiare, provare, provare, provare. E’ un duro lavoro, ma qualcuno deve pur farlo ;)

17 ottobre 2013

Ricordi enogastronomici d’estate

 
Il bello delle vacanze è anche che si assaporano lentamente, a posteriori, i tanti piacevoli momenti che si vivono durante di esse. Quando meno te lo aspetti o quando viene in mente un qualsiasi spunto che porta al loro ricordo, si gustano ancora (e non solo in senso strettamente culinario) frazioni di giornate, momenti o istanti vissuti in modo gradevole e spensierato.
Un po’ per questo e un po’ perché finora non ho avuto tempo di farlo, vi racconto ora di qualche mia bella esperienza (in questo caso enogastronomica) vissuta la scorsa estate.
 
 
Sono stato a Palinuro, posto che non conoscevo, dal bel mare blu e dalla costa a picco sul mare, con tante interessanti grotte da visitare, panorami mozzafiato e un bel gruppo di amici con cui condividere tante chiacchiere e risate. Dal punto di vista gastronomico il posto offre molto, ma la vacanza trascorsa in albergo mi ha impedito di assaggiare troppi prodotti e cucina locale.
Ma delle eccezioni ci sono eccome. Ad esempio non posso non citare i dolcissimi fagioli di Controne, dalla buccia quasi impalpabile, che avevo già avuto modo di assaggiare dalla mano sapiente del grande Gennaro Esposito.
 
 
A casa, dopo averli comprati in loco, li ho cucinati in modo classico, preparando una fantastica “pasta e fagioli estiva”, quella che viene anche definita in terra di Campania pasta con gli “spullicariell” (spollichini, fagioli bianchi). Fatta con tanti ingredienti freschi dell’estate, come il pomodoro, profumati odori, aglio in grandi pezzi, possibilmente accompagnati da pasta “ammiscata”(pasta mista).
 
 
Del Cilento ho apprezzato il suo grande olio, con molte differenze tra quello costiero e quello delle colline interne, dei semplici ma buonissimi spaghetti con alici fresche tipiche della zona, ma anche un liquore a base di finocchio marino che nasce sugli scogli di Capo Palinuro. Un liquore aromatico, non troppo dolce che, bevuto ghiacciato, è una vera goduria.
Della vacanza a Palinuro ricordo con gran piacere anche una grande mangiata in un bosco a ridosso di una bella spiaggia nel Parco del Cilento, con grigliate di carne, salumi e formaggi tipici provenienti dal relativo chiosco/ristorante immerso nel verde. Non potete capire che buone erano le salsicce artigianali alla brace!
 
 
Il resto della mia vacanza l’ho trascorso nella mia isola del cuore, Ischia. Sebbene la conosca benissimo, non finisco mai di fare nuove esperienze enogastronomiche.
 
 
Innanzitutto vi segnalo un ristorante dove ho sempre mangiato una genovese da 10 e lode e di cui forse vi ho già parlato altre volte. Un piatto di terra in un posto di mare come la genovese potete mangiarlo al ristorante Dai Tu, a due passi (di numero) dalla riva del mare. Ma dal Dai Tu potete gustare anche dell’ottimo pesce freschissimo, cucinato anche alla maniera ischitana, con ortaggi vari e una salsina “da scarpetta” assicurata. E poi qui si può mangiare una strepitosa crostata di fichi dell’isola, che chissà se mai riuscirò ad imitare…
Vi ho parlato sicuramente in altri post (come ad esempio questodel cornetto di Calise e del pane del panificio Boccia. Dell’uno e dell’altro locale questa volta vi faccio cenno ancora, ma anche per altre golose preparazioni. Da tempo apprezzo molto, ad esempio, le maddalene di Calise servite tiepide, di grande morbidezza, dal profumo agrumato appena accennato. Andate quindi da Calise per il suo famoso cornetto, ma non perdetevi queste deliziose maddalene.
 
 
Da Boccia, oltre al pane, lasciatevi guidare dall’istinto e scegliete tra le sue ottime pizze rustiche, i suoi cornetti salati ed i suoi rustici dal rivestimento esterno dolce.
 
 
Di Ischia, poi, non posso dimenticare i pomodori dolcissimi, inimitabili, cresciuti anche in tanti orti casalinghi come quello nella foto e su terreni vulcanici, che conferiscono loro un sapore difficilmente trovabile altrove.
 
 
Ischia è famosa per i suoi vini? Senz’altro sì, ma non avevo mai assaggiato un vino passito di così grande piacevolezza. Si tratta del Passito secco Giardini Arimei definito “vino da conversazione”: in effetti è un passito unico che costa abbastanza perché il metodo di raccolta e di trasformazione prevede l’utilizzo di uve di vitigni diversi e autoctoni, surmaturate in pianta e raccolte durante l’arco di ben tre stagioni, con sette vendemmie consecutive!


Questo vino del passito ha la struttura, la morbidezza, la ricchezza aromatica, con sentori di frutti tropicali, di frutta secca, di miele, di spezie mediterranee, di agrumi e vanta persino un vago umore fumoso che proviene dalla terra vulcanica. Dai passiti tradizionali si distingue per la sua vena amabile, ma non troppo dolce e per la sua sapida acidità. Un passito quindi accattivante, da sorseggiare in momenti di relax con cioccolato fondente, formaggi stagionati, fois-gras, pasticceria secca e, naturalmente, la pastiera napoletana.
Ed ora, per una bella conversazione, chi viene a bere questa pregiata bottiglia con me? A casa ne ho ancora una da stappare…

10 ottobre 2013

Domenica c’è This is Food

 
Domenica prossima a Roma c’è un appuntamento da non perdere per noi foodies. Infatti Snob Production, in collaborazione con OfficineFarneto, presenta la prima edizione di This Is Food il progetto dedicato alla nuova food culture metropolitana, che mette in rete alcune delle più interessanti realtà del panorama gastronomico di Roma. Un evento lungo tutta una domenica, dal brunch allo spuntino di mezzanotte.
This Is Food non frequenta i luoghi della grande ristorazione e gli chef stellati, è invece alla ricerca dei segnali di creatività espressi dal territorio, la cucina pop di qualità, le esperienze più originali e nuove. Racconta i sempre più numerosi protagonisti che non si limitano a vendere cibo, ma costruiscono progetti composti anche d’idee.
Realtà grandi ed affermate e piccole start up del cibo, protagonisti del panorama urbano che sanno conciliare il linguaggio dei sapori con quelli del design, della cultura, del marketing.
Ed i nomi sono di tutto rispetto:

Pastificio San Lorenzo e Caffè Propaganda, luoghi del cibo che alla grande qualità della proposta gastronomica abbinano la costruzione di uno spazio dal design originale, un concept che si assaggia ed un mood che si respira.

Porto Fluviale, una realtà innovativa sin dalla sua struttura, che, assieme ai piatti, è in grado di servire un calendario fitto di eventi tra gastronomia e cultura pop.

Grandma, felice commistione tra un suggestivo concetto di bistrot ed una nuova idea di live club, per un luogo che accoglie e scalda.

Hamburgeseria, uno dei templi cittadini dell’hamburger, che racconta del successo contagioso di una semplice proposta gastronomica: l’evoluzione di qualità del re dello street food occidentale.

00100 Trapizzino, un cult metropolitano, che ha saputo evolvere in chiave pop e contemporanea le più confortanti tradizioni gastronomiche romane.

Zia Rosetta, che sta creando un mondo nuovo e ricco di sapori, a partire dalla più semplice ed umile icona gastronomica della città.

Tram Depot, il chiosco gourmet ideato dallo straordinario staff e dallo chef del Lanificio159.

Mazzo, il progetto appena lanciato dai Fooders, tra i principali protagonisti della nostra food culture.

Bistrot Bio e la sua proposta di prodotti stagionali e a km zero, provenienti dalle piccole aziende del territorio.

Fonderia, una realtà che miscela pasticceria e graphic design, cioccolateria, illustrazione e molto altro.

Steccolecco, nuovo brand in grado di conciliare l’alta qualità e genuinità di un gelato artigianale, con la praticità del gelato a stecco.

E poi ci sarà una gluten free area dove tra l’altro, da un'idea di Food Confidential, gli chef Arcangelo Dandini e Claudio Favale prepareranno piatti e dolci espressamente pensati per chi soffre di celiachia ma non vuole rinunciare a tutti i piaceri del palato.
Tutto questo e molto altro avverrà nella bella location delle Officine Farneto.
Io ci sarò e voi? Non c’è nemmeno il campionato di calcio a frenarvi, allora che aspettate? ;-)) Ci si vede lì!

This is Food, Officine Farneto, Via dei Monti della Farnesina, 77 Roma - 13 Ottobre 2013 – dalle 11 alle 24

8 ottobre 2013

“Da grande” voglio fare il “trifolau”

 
Non ricordo più l’ultima volta che ho assaggiato il tartufo bianco del Piemonte. Forse nelle Langhe in un mio bel viaggio da quelle parti  o qui a Roma al Girarrosto fiorentino, ma certamente non di recente.
Mi mancava un po’ il tartufo bianco, quel fungo ipogeo che è uno dei pochi prodotti a mio avviso che si “gusta” soprattutto ed in modo prevalente con l’olfatto.
Ebbene, un’occasione per rinvigorire e dare tono alle mie papille olfattive oltre che gustative è stata la serata ad esso dedicata, tenutasi presso lo Sheraton di Roma Eur.
Una serata molto ben organizzata (dal bravissimo Carlo Vischi, chi se non lui?), che ha decretato il trionfo del tartufo, le cui caratteristiche cambiano a seconda delle diverse aree del Piemonte. Si ha quindi il tartufo bianco delle Langhe, del Roero, del Monferrato, come è stato possibile constatare attraverso una apposita “degustazione olfattiva”, che ha introdotto la memorabile food experience della serata (tra i tre, io ho preferito nettamente quello del Roero, molto più deciso e intenso degli altri due).
 
 
E’ stata poi la volta degli antipasti, composti da deliziose salsine (da non perdere quella con aglio ed acciughe), peperoni e cipolline sott'olio, da servire su ottime focacce calde. E come non citare poi i differenti e spettacolari formaggi piemontesi e l’ottimo burro di alpeggio?
 
 
Passando alla cena vera e propria, non si poteva prescindere dall’offrire piatti a base di uno dei prodotti che dà il meglio di sé con il tartufo bianco, e cioè le uova.
Tutti e due strepitosi sono stati infatti i piatti che hanno abbinato uova e tartufo: le uova in cocotte con tartufo bianco d'Alba, servite in una fascinosa scatola di legno;
 
 
le uova cotte a bassa temperatura con fonduta di pecorino romano Dop, guanciale di Amatrice e tartufo bianco d’Alba, in un riuscito mix piemontese-laziale.
 
 
Ovviamente anche i primi l’hanno fatta da padrone, tutti ben profumati, impreziositi com’erano da generose dosi di tartufo bianco.
 
La padella è pronta con il burro...
...ed ora con i ravioli
Qualche esempio? I ravioli con ricotta romana Dop, vellutata di zucca e tartufo bianco di Alba, il plin di fonduta con burro d'alpeggio, parmigiano e tartufo bianco d'Alba.
 
 
 
 
Il merito di tanto splendore è da attribuire alle mani sapienti degli chef Maurilio Garola, stella Michelin del ristorante Caiu del Tornavento di Treiso (CN) nel cuore delle Langhe e Massimo Mentasti del ristorante la Gallina di Monterotondo di Gavi (AL) sulle colline del Monferrato alessandrino. Oltre naturalmente a Donato Savino, lo chef del ristorante AQVI dello Sheraton.
Tanta nobile magnificenza non poteva non essere accompagnata da altrettanto importanti vini, in particolare il Barolo Essenze 2008 Terre da Vino.
 
Quel che resta degli ottimi vini della serata...
Questa gran serata mi ha fatto proprio venire la voglia di continuare ad essere inebriato dagli intensi profumi del tartufo bianco piemontese.
E le occasioni non mancano di certo. Ad Eataly a Roma il ristorante temporaneo cucina il tartufo bianco per tutto il mese di ottobre; per chi vuole invece gustarlo in loco apprezzando anche il bellissimo paesaggio ed i colori che offre il Piemonte in questo periodo, ci sono ben venti fiere del tartufo che si tengono in questa regione. E in tutte vige un patto di trasparenza con il consumatore, garantito dalla presenza sul posto di una Commissione di Qualità che guida ad acquisti più consapevoli. Dalla celebre Fiera internazionale del Tartufo bianco d'Alba (la 83a edizione è in programma dal 12 ottobre al 17 novembre 2013) alle altre cinque importanti fiere nazionali (20/27 ottobre - Moncalvo, 3 novembre - Montechiaro d'Asti, 8-10 novembre - Rivalba, 10/17 novembre - Murisengo e il 17 novembre - San Sebastiano Curone), oltre ad ulteriori quattordici fiere regionali.
Chi volesse infine saperne di più sull’interessantissimo mondo del tartufo può consultare questo sito, dal quale si possono acquisire tantissime informazioni anche su corsi, libri, mostre, cucina del territorio, show cooking, “formazione” dei cani da tartufo, ecc.
Nel sito http://www.tuber.it/ vi sono invece tante ulteriori notizie utili, dalle quotazioni del tartufo alle specie e piante da tartufo, dalla cerca al calendario di raccolta, fino alla mappa del tartufo.
Non mi resta che sperimentare anche nella mia cucina qualche utilizzo meno classico del tartufo bianco del Piemonte. Di idee ne ho tante, bisogna solo metterle presto in pratica…

Ps: mi piacerebbe tanto fare il “trifolau”, il cercatore di tartufi, e diventarne un esperto… chissà, magari questo sogno un giorno si potrà avverare…

5 ottobre 2013

L’Apéritif à la française romano

 
Qualche sera fa si è tenuto nel bello scenario del D-Club, il ristorante Doney del Westin Hotel Excelsior di Roma, un ottimo “Apéritif à la française”. E come potevo mancare visti i contenuti del mio blog?
Apéritif à la française è un’iniziativa mondiale organizzata da Sopexa (una nota agenzia di marketing agroalimentare francese) con l’obiettivo di promuovere i marchi e le aziende del food francesi con iniziative localizzate anche sul territorio italiano, caratterizzate da divertimento e convivialità.
Un modo di descrivere la Francia con un taglio enogastronomico e del vivere con gusto, oltre che tramite i materiali forniti dall’Ente per lo Sviluppo del Turismo Francese (Atout France) e dal Centre Monuments Nationaux, che mira a far innamorare il pubblico italiano delle ricchezze artistiche d’Oltralpe.
Apéritif à la française ha toccato già diverse città italiane ed approderà a Torino il 15 ottobre presso l’Hotel Art&Tech. L’evento di chiusura si celebra invece a Parigi il 7 novembre, dove si attendono numerosi turisti stranieri all’insegna di una vera French World Experience.
Nell’appuntamento romano i prodotti offerti sono stati di gran classe e di ottima qualità. Naturalmente, grandi protagonisti sono stati i formaggi, il Roquefort Papillon in testa, oltre che il mitico Caprice des Dieux, abbinati perfettamente con dell’uva o altri frutti.
 
 
Ottimi, a mio avviso, anche i bignè con Roquefort pere e noci preparati dall’amico blogger Luca Sessa di “Per un pugno di Capperi” (http://perunpugnodicapperi.blogspot.it/), la cui ricetta voglio proprio replicare e che potete trovare qui.
 
 
Molto buone poi le mini baguettes ripiene di formaggi e i croissant salati con salmone; e per finire dei deliziosi krapfen firmati Délifrance, anche con crema al cioccolato.
 
 
 
 
Un aperitivo che si rispetti prevede dei drink all’altezza e in questo caso devo dire che hanno fatto un’ottima figura le birre corse della Brasserie Pietra.
Da questa regione dalle mille sorprese proviene anche quella che mi è più piaciuta, la blanche Colomba, molto fresca, beverina, dissetante, adatta alle temperature ancora tutt’altro che fresche di questo periodo.
 
 
Non mi resta quindi che dire: W la France con i suoi meravigliosi prodotti enogastronomici che fanno la gioia dei francofili come me.