Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

25 ottobre 2012

Paris en liberté


Foto tratta dal sito www.palazzoesposizioni.it
“Quello che io cercavo di mostrare era un
mondo dove mi sarei sentito bene, dove le
persone sarebbero state gentili, dove avrei
trovato la tenerezza che speravo di ricevere.
Le mie foto erano come una prova che questo
mondo può esistere”


Robert Doisneau

 
Con Doisneau si vince facile. Uno come me che ama la Francia e Parigi come poteva non trovare interessante la mostra di Roma al Palazzo delle Esposizioni a lui dedicata?
Ma è una mostra che consiglio a tutti, perché Doisneau è un artista che con le sue fotografie in bianco e nero ha saputo “dipingere” Parigi e la sua gente nel modo migliore e più fascinoso possibile.
Visitando la mostra, ci si immerge nei luoghi di Parigi, nel caos del traffico delle grandi piazze, nei bistrot, nei mercati generali pieni di diversa umanità e di prodotti agricoli, nelle sue strade anche meno note, nei suoi romantici ponti sotto cui passa quell'altrettanto romantico fiume che è la Senna.
Ma con Doisneau si fa anche una passeggiata nella Parigi dei volti e delle persone, note e meno note, ricche e povere, contente e tristi, ma anche stupite, rapite, incuriosite, scandalizzate. Persone (compresi i bambini) che attraverso la fotografia di Doisneau esprimono la loro umanità ed i più vari sentimenti.
La Parigi di Doisneau è una Parigi forse diversa da quella di oggi, ma è senza dubbio quella più autentica, più vera e con un fascino indescrivibile che la rende intrigante, coinvolgente, attraente.
Mi ha colpito una frase, secondo me molto appropriata, di chi ha scritto la recensione sul sito del Palazzo delle Esposizioni: “Il suo lavoro di intimo spettatore appare oggi come un vasto album di famiglia dove ciascuno si riconosce con emozione”.
Lasciamoci immergere allora, pur non essendo fisicamente lì, nella Parigi di Doisneau, ed amiamola ed apprezziamola ancora una volta.
Ed il celebre bacio dell’Hotel de Ville sarà il simbolo della storia d’amore (infinita) tra noi e Lei.

Ps dopo la mostra fate un salto all’Open Colonna o alla bella libreria Arion che è proprio lì dentro. Ma c’è molto altro nelle vicinanze…magari ne parliamo in un’altra occasione!

19 ottobre 2012

Un viaggio nelle meraviglie enogastronomiche toscane


Qualche sera fa si è tenuta nel bellissimo contesto del Grand Hotel St. Regis di Roma una bella serata dedicata alla cucina toscana, un evento che fa parte del progetto gastronomico “Per tutti i gusti”, coordinato da Carlo Vischi.
Ad inizio serata i tanti foodblogger e giornalisti invitati hanno appreso tutti i segreti per la realizzazione perfetta di alcuni piatti tipici di questa gustosa cucina, quali la ribollita e la panzanella (noto piatto quest’ultimo preparato con la mollica di pane, detta in dialetto “midolla”, pomodori ed altre verdure).

 
 
 
Piatti che sono stati sapientemente eseguiti allo chef fiorentino Luca Cai dell’osteria-tripperia “Il Magazzino” (Piazza della Passera, tel. 055 215969), che sarà per me un posto da non perdere la prossima volta che andrò a Firenze.
 
 
E’ stato poi il turno delle presentazioni di altri importanti prodotti di qualità presenti nei piatti che hanno allietato la serata, come l’olio extravergine biologico e biodinamico della Fattoria La Maliosa e come la pasta fatta esclusivamente con grano toscano, che si può fregiare anche del marchio regionale Agriqualità.

 
 
Ma come non citare i buonissimi formaggi ovini del Caseificio Marovelli?
In seguito presso il Ristorante Vivendo dello stesso hotel si è tenuta anche la vera propria cena a base di piatti tipici toscani, tutti ben accompagnati dai vini della Tenuta Guado al Tasso di Antinori una famiglia che si dedica alla produzione vinicola da più di seicento anni, attraverso 26 generazioni che hanno sempre gestito direttamente questa attività, nel rispetto per le tradizioni e per il territorio.
Il menu, a cura dell’Executive Chef Francesco Donatelli, ha previsto le seguenti portate:  


zuppa di ceci farro e patate, pappa col pomodoro e ribollita: classici piatti toscani realizzati davvero in modo impeccabile!

Poi sono seguiti i due piatti che ho più apprezzato nella serata:


tagliatelle al ragù di lepre e porcini

tagliatina di manzo su carpaccio di zucchine e pecorino di Pienza gratinato con cipolle al sale e riduzione al Chianti

 
 
che ben si potevano abbinare all’ottimo Bruciato 2010 un rosso molto robusto, che “reggeva” molto bene i sapori decisi di questi piatti.
 
Per concludere in bellezza (e dolcezza):

zuccotto toscano con cantucci senesi e zabaione 
 
 
 
Una bella serata insomma, vivacizzata anche da nuove conoscenze oltre che da piacevoli chiacchierate con amici, che ci ricorda sempre che le cucine regionali italiane sono tante e tutte tanto, troppo buone!
Il menu toscano, con degustazione abbinata, proseguirà fino al 17 novembre 2012. Per informazioni e prenotazioni:

Ristorante Vivendo 
Tel. 06 47092736

14 ottobre 2012

Il ritorno della frittata di cipolle

 
 
Non c’è niente da fare. Non riesco a non associare la frittata di cipolle a Fantozzi ed al suo film in cui il mitico ragioniere gustava questo fantastico piatto davanti ad una imperdibile partita di calcio alla TV, insieme ad una bella birrozza ghiacciata.
Ma la frittata di cipolle è ottima da gustare anche (e soprattutto) in altre occasioni.
In effetti quando vedo una partita di calcio non mi capita quasi mai di mangiare una frittata di cipolle, ma semmai una più pratica pizza (con della buona birra, quella sì) o una spaghettata rapida.
Per tornare alla frittata di cipolle, qualche piccola variante (o grande perché l’aggiunta di un ingrediente chiave rende il piatto molto ma molto diverso) alla versione classica è quella che vede l’aggiunta del pecorino romano grattugiato. O è rappresentata da quella che vi propongo oggi, che prevede sempre l’aggiunta di formaggio ma in un'altra maniera.
Infatti una versione emiliano-romagnola di questa frittata è quella che intanto utilizza la buonissima cipolla bionda di Medicina 
come cipolla e che poi fa tuffare la frittata ottenuta in una gustosa crema di Parmigiano Reggiano.
La ricetta della frittata di cipolle la trovate sempre qui, mentre la crema di Parmigiano si ottiene riscaldando in un pentolino della panna da cucina insieme a del buon parmigiano grattugiato, facendo cuocere per una decina di minuti (o anche meno) a fuoco lento.
Il piatto si presenterà mettendo sul fondo del piatto la salsa di parmigiano a specchio e sopra la frittata di cipolle ben alta e goduriosa.
Concludo ringraziando Paolo Villaggio e quindi il ragionier Fantozzi (i cui film amo tantissimo) per aver ricordato un piatto spesso sottovalutato (forse per la sua funzione “asociale”?) ma che secondo me è davvero un mito!!!

8 ottobre 2012

Cinquanta sfumature di…marrone


 
Qualche post fa avevo promesso che avrei provato a rifare, magari rivisitandola, una ricetta che mi era piaciuta molto allo scorso Taste of Roma e cioè quella di Luciano Monosilio del Pipero al Rex, presentata all’evento Brunelli di quella manifestazione.
L’idea del bravo chef era quella di combinare un prodotto di questo periodo, le castagne, con del Pecorino Romano (ottimo quello Brunelli
) e delle acciughe. Con il dolce della castagna, quindi, che ben si combinava con il sapore più forte del pecorino e delle acciughe (che comunque in questa ricetta sono soltanto pressoché a guarnizione del piatto).
Ho rivisitato un po’, pertanto, questa ricetta in quanto non ho preparato dei ravioli di patate e castagne come ha fatto lo chef di cui sopra, ma un bel risotto.
Ecco il procedimento:
Con della crema di castagne (fatta con delle castagne di Cuneo lessate e passate al passaverdura o al mixer) ho preparato una salsina fatta in questo modo: ho messo in una padella dell’olio extravergine e ci ho rosolato dentro uno spicchio d’aglio tagliato a pezzetti. Ho poi aggiunto la crema di castagne e fatto insaporire, aggiungendo anche dell’acqua per rendere più fluida la salsa. Ho fatto ben amalgamare, aggiustando di sale e pepe ed aggiungendo poca noce moscata.
A fine cottura (dopo 5-10 minuti) ne è venuta fuori una crema dal sapore non troppo dolce, equilibrato e molto gustosa.
Nel frattempo in una casseruola, ho messo del burro, dell’olio extravergine, dell’aglio a pezzetti, poco rosmarino, poca crema di castagne ed un’acciughina del Cantabrico (le trovate da Eataly). Ho fatto insaporire e sciogliere il tutto e poi ho aggiunto il riso per la tostatura. Dopo la tostatura, ho cotto il riso come un normale risotto, aggiungendo di tanto in tanto del brodo vegetale e delle cucchiaiate di crema di castagne.


Arrivato a cottura (al dente), ho mantecato con poco burro e Pecorino Romano ed ho impiattato, mettendo on the top del risotto qualche acciuga del Cantabrico tagliata a pezzetti e una bella spolverizzata del suddetto Pecorino Romano.
Un risottino autunnale dalle diverse sfumature di marrone! ;-))

2 ottobre 2012

Bologna, mattarelli e passatelli

 
 

 La mia ultima trasferta a Bologna mi ha consentito di visitare un altro paio di locali che non conoscevo.
Il primo, dove sono stato a cena, è la storica
trattoria Anna Maria dove la pasta fresca con la sua sfoglia ben tirata al mattarello la fa da padrone. Un locale molto accogliente, come se ne trovano tanti a Bologna ma dove si mangia davvero bene. Per primo piatto dei tortelloni al Gorgonzola ti rimettono al mondo, per secondo la faraona arrosto è da sballo, magari mangiata insieme ad un bel friggione. Per dolce un fiordilatte della casa è la degna conclusione del pasto.
Il secondo locale che ho sperimentato va bene a pranzo per una pausa gourmet, ma non solo. Immergendosi nella medievale e quindi bellissima Via Clavature un posto secondo me da non perdere è
il Bistrot 18 locale molto versatile la cui cucina è sotto la regia dello chef Marcello Leoni del Sole a Trebbo di Reno, dove ho mangiato qualche anno fa divinamente. Una cucina sfiziosa e del territorio, abbinata magari all’utilizzo di materie prime più “povere”, consente a questo locale di offrire un pasto gustoso senza dare grossi dispiaceri al portafoglio. I piatti cambiano a seconda dei giorni, ma si possono apprezzare le virtù del locale anche in altri momenti della giornata; per la colazione si può scegliere tra ottime miscele di caffè e golosi dolci ed anche l’aperitivo è da non perdere, con un ricco buffet e ottimi cocktail.
Infine, tra i prodotti che ho portato casa poco prima di partire devo assolutamente citare i
passatelli. Sono un po’ pigro, non li preparo quasi mai a casa e visto che mi trovavo a Bologna perché non prenderli, visto che li ho trovati nonostante l’ancora calda stagione? (Certo, capisco perché molti se li fanno in casa visti i prezzi di certi negozi…).
Per chi non lo sapesse, i passatelli sono classicamente preparati in brodo con un buon brodo di carne, quello per intenderci che si prepara per le feste e le grandi feste, quando fa freddo.
Ma stavolta, per una volta, mi intrigava prepararli asciutti, come ho visto fare varie volte in TV da bravi chef.
Ho voluto farli con del pesce, come si preparano nelle ridenti e vivaci località della riviera romagnola. Con dei frutti di mare.
 
 
Per inciso: quando mi andrà di preparare i passatelli in casa li farò con del pecorino al posto del parmigiano e li condirò con delle cozze, un modo di diverso di abbinare cozze e pecorino che così bene stanno insieme.
Per tornare ai miei passatelli ai frutti di mare, non vi dico nemmeno la ricetta che è talmente semplice da non necessitare una spiegazione.
Far cuocere in brodo (anche di pesce) i passatelli e scolarli asciutti. Farli saltare in una padella dove avrete fatto cuocere dei calamari, delle cozze aperte, dei gamberi ed altri frutti di mare a scelta con il loro sughetto e l’acqua di cottura delle cozze. Un sughettino gustosissimo col quale far amalgamare per poco tempo i passatelli, giusto quello necessario per farli ben insaporire. E che piatto, ragazzi!!!

Ps: io faccio parte dello “schieramento” che prevede nell’impasto dei passatelli anche l’aggiunta di una scorza di limone, si sappia! ;-)

Ps 2: ho trovato nel tempo tanti utensili per fare i passatelli con prezzi oscillanti tra i 13-14 euro e i 50-60 euro; ciò è dovuto probabilmente al materiale più o meno resistente e robusto, ma è giustificata tale differenza di prezzo? Che ne pensate?