Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

26 settembre 2012

Impressioni sul Taste of Roma

 
 
 
Eccomi a commentare ed a fornirvi le mie impressioni sul Taste of Roma, un interessante evento che si è tenuto lo scorso weekend appunto nella Capitale.
Si trattava di una fiera che ha offerto al pubblico romano nel bello scenario dell’Auditorium Parco della Musica il meglio dell’offerta di ristorazione (storica e più recente) presente nella città, attraverso gli stand di ristoranti importanti e noti quali il Metamorfosi, il Pagliaccio, Agata e Romeo, il Convivio, Acquolina, senza citarne altri altrettanto illustri.


A mio avviso questo evento ha dato l’opportunità a chi non conosceva la ristorazione emergente di qualità di sperimentare una cucina di elevato pregio, innovativa e senz’altro meno convenzionale a dei costi tutto sommato accettabili.
Certamente il prezzo del biglietto d’ingresso era un pò costoso (16 euro) ma se a questo aggiungiamo diciamo tre-quattro piatti dal costo medio di 5 euro ciascuno, otteniamo un totale di circa 30-35 euro che equivale più o meno ad una cena in pizzeria o a quello che si spende mediamente in una normale trattoria romana. Inoltre è vero che le porzioni erano contenute, ma di alta cucina. E in questi casi, secondo me, si deve apprezzare la qualità delle pietanze, non la quantità.
Devo dire quindi che al Taste of Roma mi sono divertito. Divertito ad assaggiare con soddisfazione tanti piatti di chef che non conoscevo o la cui cucina ho avuto il piacere di riprovare.


La sapiente combinazione di materie prime di alta qualità, quando porta ad abbinamenti azzeccati, è davvero stimolante, istruttiva, stuzzicante e piacevole. La cucina innovativa l’accetto nel momento in cui mi convince e mi dà emozioni.
In un solo caso al Taste ho riscontrato invece accostamenti eccessivamente azzardati, con combinazioni di sapori che molto poco si integravano tra loro. Alle volte in generale ho l’impressione che certi chef cerchino l’innovazione a tutti i costi, con accostamenti improbabili e poco efficaci.
Al di là comunque di questa eccezione, fortunatamente i piatti presenti erano davvero interessanti e quelli che ho più gradito sono stati i seguenti, premettendo che non ho assaggiato evidentemente tutto quello che la fiera proponeva:

Acquolina Hostaria in Roma – Chef: Giulio Terrinoni
Torta di gaspè (baccalà) e patate con bagna cauda moderna
(baccalà morbidissimo e salsina deliziosa)


Ristorante Metamorfosi – Chef: Roy Caceres
Riso-rosso-cremoso, Fassona di Optima carne, blu del Monviso
(piatto molto equilibrato, cremoso, con tante piacevoli sensazioni gustative e consistenze; la carne si scioglieva in bocca…)



 

Glass Hostaria – Chef: Cristina Bowerman
Panino artigianale con maionese al passito e fegato grasso. Patatine fritte e ketchup al mango
(panino goloso, succoso, con ingredienti di grande qualità; molto sfiziose le salsine)

All’Oro - Chef: Riccardo Di Giacinto
Raviolini di mascarpone con ragout di anatra e riduzione di vino rosso
(ragù molto ricco e grasso, nel senso buono del termine, che ben si sposava con la freschezza del mascarpone)

Anche la cucina di un altro chef emergente (Luciano Monosilio del Pipero al Rex) è stata da me molto apprezzata in sede di presentazione dell’azienda Brunelli che produce il mitico Pecorino Romano Dop dalla scorza nera, così ben noto ai romani, ma anche la ricotta romana Dop, insieme ad altri formaggi pecorini molto gustosi e versatili.



Lo chef ha preparato con un ottimo pecorino romano giovane di 12 mesi dell’azienda di cui sopra un piatto che mi è piaciuto molto. Dei fagottini fatti con farina di castagne ripieni di patate e castagne e conditi con acciughe, pecorino giovane e tuorlo d’uovo grattugiato (cotto a 65°C, poi congelato e grattugiato). Un piatto davvero notevole, sia dal punto di vista gustativo che cromatico!



 
Garantisco che presto proverò a riprodurre a casa questo piatto, magari modificato e rivisitato come spesso mi accade di fare…

23 settembre 2012

Bar d’Italia, siete mitici!


 
Su twitter che è un ottimo mezzo per sintetizzare in pochi caratteri i concetti essenziali di un pensiero, il mio primo commento a caldo sulla presentazione della Guida dei Bar d’Italia del Gambero Rosso è stato il seguente: Grande, bella e soprattutto golosa presentazione della Guida dei Bar d'Italia de @ilGamberoRosso .C'era il fior fiore dei caffè d'Italia.
In effetti, come lo scorso anno, la presentazione di questa utile Guida è stata molto interessante ed istruttiva, con una nutrita partecipazione di stampa e di pubblico.
Dalla presentazione è emerso che i migliori caffè d’Italia si stanno ormai orientando sempre più verso la personalizzazione dell’offerta, con attenzione sia alla forma che al contenuto, naturalmente di alta qualità. Tutto ciò attraverso dei format versatili ed adatti a diversi tipi di pubblico, che nel corso della giornata si avvicendano nei migliori bar (ma questo termine è senza dubbio molto riduttivo) d’Italia.
La cura dei dettagli e la ricerca attenta di prodotti di elevato pregio quindi accomuna un po’ tutti i locali della Guida, sia quelli già presenti sia i nuovi entrati.
Quest’ultima, giunta alla tredicesima edizione, contiene una prima selezione di locali premiati con i tre chicchi e le tre tazzine, divisa tra bar finalisti del premio Illy bar dell’anno, caffè storici e bar dei grandi alberghi e si arricchisce quest’anno di una nuova categoria: le stelle, in cui figurano i locali che per il decimo anno consecutivo conquistano tre tazzine e tre chicchi. Qui potete trovare il dettaglio di tutti i più importanti locali.

 

Sontuoso è stato poi il buffet offerto dai migliori locali d’Italia nel dopo presentazione. Ho molto apprezzato le specialità salate del Murena Suite (Genova) premiato anche quest’anno come bar dell’anno scelto dai lettori. In particolare molto originali erano le sue scatolette di latta con crostini burro, pomodoro ed alici di Monterosso ed i bicchierini di crema di piselli e besciamella.
 
 
 

 
Fantastici i dolci tipici siciliani della pasticceria Irrera di Messina, presso cui era possibile gustare finanche un “commovente” spaghetto ai ricci, dolce, vellutato, elegante. Sempre siciliani ed ottimi anche i dolci della pasticceria Di Pasquale di Ragusa.


Io che adoro i tramezzini ho di nuovo molto apprezzato i tramezzini di Mulassano (storico caffè torinese), in particolare quello profumatissimo con alici e tartufo, mentre sempre dal Piemonte provengono gli spettacolari dolci di Canterino/Ferrua, bellissimi, oltre che buonissimi.
 

Sempre ottimi poi i cocktail di Pino Mondello che è uno degli artefici del successo del Settembrini Cafè di Roma, premiato non a caso con la formula aperitivo più originale e divertente. Proprio originale ad esempio era il suo gelato al San Bitter, scorzetta di arancia inclusa. E a proposito di cocktail come non citare un altro locale premiato, lo Stravinski bar dell’Hotel de Russie, sempre di Roma, che beneficia della sapiente regia di Massimo D’Addezio?
Ma non ho citato molti altri interessantissimi locali, come il 300mila Lounge di Lecce, premiato per “la capacità di incarnare l’imprenditoria virtuosa del sud, valorizzando i gusti e sapori del territorio con tecnica e professionalità, coprendo al meglio l’intera fascia dell’offerta quotidiana dalla colazione al dopo cena”.
 
 
Tutto questo ed altro nella Guida presentata qualche giorno fa, uno strumento molto utile per noi foodies per (appunto) “guidarci” correttamente e con cognizione di causa verso i locali che ancora non conosciamo.

Bar d’Italia del Gambero Rosso 2013 
1700 locali classici e innovativi
pp 352 - 10,00 euro 

Per ulteriori informazioni:
ufficio stampa Gambero Rosso
Stefania Faustinella
tel. +39 06 55112226

17 settembre 2012

Ricetta fusion a modo mio

 
 
 
Come a volte accade, in campo culinario i gusti si evolvono e quelle che erano delle certezze inamovibili possono subire nel tempo delle modifiche.
In passato (diciamo fino ad una decina di anni fa) non amavo molto le cucine etniche, preferendo di gran lunga sapori più “italici” o comunque meno speziati.
Col tempo invece ho imparato ad utilizzare molto di più nella mia cucina le erbe e le spezie ed altri ingredienti meno noti delle cucine orientali e tropicali. E garantisco che non è questione di moda e non l’ho fatto per emulare alcuni blog “specializzati”.
Applicare con giuste dosi queste spezie alla cucina italiana è poi un esercizio molto divertente, che porta a realizzare ricette quasi fusion che non mi dispiacciono per niente.
Un altro macro-cambiamento per me è stato apprezzare molto, ma molto di più i contrasti dolce-salato, anche parecchio azzardati.
Come si cambia direte voi…ed in effetti un po’ è così …
Tutto questo per dire che oggi vi propongo una ricetta molto gustosa che parte da un classico abbinamento della cucina (ad esempio) thai per poi essere rivisitata in chiave mediterranea.
Ho preparato un riso basmati (altro prodotto che ora non può mancare nella mia dispensa anche perché è leggero e profumato) con latte di cocco, gamberi e colatura di alici ai due peperoni (per tacer della cipolla rossa).
 

 
 Ecco il procedimento:

Ho cotto al dente del riso basmati. Nel frattempo in una padella ho fatto appassire della cipolla rossa di Tropea in olio extravergine, insieme a dei peperoni rossi e dei friggitelli, tagliati tutti a listarelle. Ho fatto cuocere per una decina di minuti. Ho poi aggiunto il riso, con un po’ della sua acqua di cottura, una confezione di latte di cocco (si trova anche nei supermercati), dei gamberi freschi appena sbollentati e sgusciati e due cucchiai di colatura di alici. Volendo, per dare colore, potete sciogliere in poca acqua di cottura dei pistilli di zafferano ma questa volta non l’ho fatto per lasciare bianco il riso e far meglio ricordare il colore del cocco. Ovviamente potrebbe essere aggiunto anche del curry delicato, ma questa volta non l’ho fatto per rendere il piatto più fusion e più vicino ad una ricetta mediterranea che non ad una preparazione “tropical-thai”.
Ho poi fatto un po’ ridurre il tutto ed ho impiattato, guarnendo con dei pezzetti di cocco che ricordano il contenuto del riso.
Un piatto un po’ rivisitato che devo dire è riuscito davvero bene, anche a livello cromatico con i peperoni e la cipolla rossa che contrastano i colori più neutri e delicati degli altri ingredienti.
Perché anche l’occhio vuole (eccome) la sua parte!

15 settembre 2012

Il gusto e la solidarietà




Il 24 settembre prossimo alle 20.30 presso la Città del gusto di Roma si terrà una serata di solidarietà dedicata agli amanti del buon cibo e non solo.
Cinque grandi chef, foodblogger e volti del web tra i più rinomati del panorama enogastronomico italiano saranno alleati per sostenere la ricerca sulla sclerosi multipla.
Gli chef della serata sono dei nomi illustri del mondo della ristorazione italiano: Iside De Cesare (La Parolina, Acquapendente), Patrizia Mattei (Antico Arco, Roma), Rosanna Marziale (Le Colonne e San Bartolomeo, Caserta), Daniela Onorato (Il Granchio, Terracina), sotto la regia organizzativa di Cristina Bowerman (Hostaria Glass, Roma) e Laura Mantovano, vice direttore del Gambero Rosso. Tutte loro saranno le protagoniste assolute di un menù dedicato alla lotta contro la Sclerosi Multipla.
Un evento promosso e realizzato da AISM e Gambero Rosso nell’ambito di ‘DonneOltre’, il progetto dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla
www.donneoltre.it, che nasce grazie a un pool di donne eccellenti e speciali, unite per realizzare progetti per sconfiggere la sclerosi multipla.
L’appuntamento con CuocheOltre è quindi a Roma lunedì 24 settembre alle ore 20,30 presso la Città del Gusto (via E. Fermi 161) e la quota di partecipazione è di € 130,00 euro a persona. Per prenotazioni aism@inc-comunicazione.it / 06.44.16.08.55 oppure sul sito
www.gamberorosso.it.
L’appuntamento romano intende offrire, grazie alle prestigiose chef coinvolte in cucina, un momento di alta degustazione. Il menù studiato appositamente per questo evento vede la fusione di sapori mediterranei artisticamente rielaborati dalle 5 chef unite per la prima volta insieme e la cui creatività ha portato alla realizzazione di un menù unico nel suo genere.
Una regia sofisticata dove nulla è lasciato al caso e dove tutto confluisce in unico obiettivo creare un evento speciale per sostenere la giovane ricercatrice AISM, Diletta Di Mitri, che sta portando avanti un progetto di ricerca sul ruolo svolto dall'immunosenescenza nell'insorgenza e nella progressione della sclerosi multipla.
Cronica, imprevedibile e invalidante la sclerosi multipla è una delle più gravi malattie del sistema nervoso centrale. Spesso progressivamente invalidante si manifesta per lo più tra i 20 e i 30 anni. In Italia ogni quattro ore una diagnosi di SM. 65.000 i casi, di questi la maggior parte sono donne in un rapporto di due su tre. La ricerca lavora oggi per garantire una migliore qualità di vita alle persone colpite dalla malattia e per trovare la causa e la cura risolutiva della SM, ad oggi sconosciute.
Cuocheoltre è il nuovo progetto di donneoltre, che ad appena sei mesi dalla sua presentazione conta oggi ben sette progetti in corso, tutti promossi dalle 13 donne impegnate nel campo dell’imprenditoria, dell’informazione che insieme a Cristina Bowerman e a Laura Mantovano lo scorso 7 marzo, hanno sottoscritto il loro impegno tra donne, a favore delle donne. E di tutte le persone con SM. Per saperne di più
www.donneoltre.it

Per finire, ecco il dettaglio del menù:

Aperitivo

Mozzarella di Bufala Campana dop “in tutte le salse”
Rosanna Marziale Le Colonne e San Bartolomeo, Caserta

 Menu

Crudo di Ricciola allo Zenzero con insalata di porcini
Patrizia Mattei Antico Arco, Roma

Raviolo in pasta al nero di Seppia ripieno di mantecato di pagello, crema di cavolfiore agrumata con pistacchi di Bronte e bottarga di muggine
Daniela Onorato Il Granchio, Terracina

Filetto di baccalà in carta fata con riso Venere e miso
Cristina Bowerman Hostaria Glass, Roma

Cannolo alla siciliana aperto
Iside De Cesare La Parolina, Acquapendente

I vini della serata sono gentilmente offerti dalla Cantina Colterenzio
Sand • Weisshaus • St. Daniel • Canthus

 Io ci sarò e voi?

11 settembre 2012

Malaysian colours

 
 
La settimana scorsa a Roma si è tenuta nella splendida cornice del ristorante Doney prima e del Westin Excelsior poi una serata che ha portato a conoscenza di foodblogger e giornalisti le meraviglie della cucina malese.
 
 
 
 
Una cucina che sinceramente non conoscevo e che devo dire ho trovato molto interessante, speziata al punto giusto (non troppo piccante), con un utilizzo sapiente di materie prime quali il cocco, il riso, le arachidi e le patate dolci.
 
 
Lo chef malese che ha preparato i principali piatti, rappresentativi di questa cucina, ci ha descritto puntualmente le caratteristiche degli stessi, che colpiscono chi li consuma oltre che per il sapore anche per i loro contrasti cromatici ed i vivaci colori.


 

Tra i piatti che mi sono piaciuti particolarmente cito le gallette di mais con arachidi, i vermicelli di riso, molto delicati e gustosi ed un dolce di riso (quello dopo la foto che segue) la cui parte verde deriva da una foglia dai sentori di clorofilla molto utilizzata in Malesia (non ricordo però il nome della pianta).
 


 

 
 Un ultimo cenno alla serata in generale: molto elegante, con persone in colorati abiti tipici di questo paese, alla presenza dell'ambasciatore della Malesia e allietata da canti e balli.

 

 
Chi ha intenzione di degustare la vera cucina malese il posto giusto è quindi il ristorante Doney. C’è tempo fino al 13 settembre: affrettatevi! (ulteriori informazioni sono disponibili qui).

3 settembre 2012

Cosa può nascere dalla “polvere” di menta



Quando si torna dalle vacanze è quasi un classico trovare le piante aromatiche sul balcone piuttosto boccheggianti e tremendamente bisognose di acqua. Naturalmente anche quest’anno ho trovato le piantine in questo stato, ma la mia menta era appena secca e ben verde, non quindi del tutto bruciata dal sole.
Sbriciolando i rametti di menta, pertanto, ho ottenuto della piacevole e profumatissima “polvere” di menta, che ora conservo gelosamente in un vasetto.
Come utilizzare questa polvere? Ad esempio nel piatto che vi presento oggi. In esso la polvere di menta non è certo la protagonista principale, ma gli conferisce senza dubbio un tocco di classe non indifferente.
I piatti da rientro dalle vacanze di solito sono veloci e semplici, ma pieni di gusto e quello di oggi ne è una conferma.
Avevo a casa un bel mazzetto di peperoncini freschi dal fascinoso colore, giallo, rosso e verde (quasi un bouquet di fiori, oserei dire) e quindi nel fondo di cottura della salsa (in una capiente padella) ho messo innanzitutto insieme a dell’aglio e dell’olio extravergine delle rondelline di peperoncino dai tre (ricordati) colori.
 
 
 
 
 Ho aggiunto poi poco pomodorino ciliegino a dadini e dello sgombro fresco sfilettato a cubetti. Lo sgombro deve essere quindi preferibilmente fresco, ma alle brutte va bene anche quello (buono) in scatola al naturale. Ho inserito poi poca polvere di menta e fatto cuocere brevemente.
Nel frattempo ho cotto al dente dei bucatini che ho finito di cuocere nella padella di cui sopra, con dell’acqua di cottura e pochi pistilli di zafferano.
Ho impiattato cospargendo di Pecorino Romano e guarnendo ancora con una spruzzatina di polvere di menta, con cui tutto era iniziato...