Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

24 maggio 2011

Ecco a voi l’Azz Burger


Amo molto il blog di una ragazza portoghese delle Azzorre. Elvira ha due blog, uno scritto in perfetto francese ed uno naturalmente in lingua portoghese, entrambi molto curati e piacevolmente golosi.
Ogni volta che faccio una capatina nelle sue pagine trovo sempre ricette interessanti, a volte con quel tocco di esotico che non guasta mai. Un sito insomma secondo me da non perdere, che non tralascia anche classici della cucina francese e portoghese.
Una ricetta che mi è piaciuta non poco nel suo blog è stata quella dell’Azz Burger (definizione tutta personale, coniata da me) e cioè un hamburger delle Azzorre.
La particolarità di questo hamburger è l’utilizzo di una succosa fetta d’ananas nel panino e di alcune materie prime locali di eccellenza, tipiche del territorio, come la carne bovina delle Azzorre, l'ananas di São Miguel ed il formaggio di São Jorge.
E’ chiaro che questi ingredienti in Italia sono introvabili, ma con opportune sostituzioni vi assicuro che il risultato finale è stato altrettanto di successo rispetto a quello che sono sicuro avrà riscosso quello di Elvira.
Ecco allora gli ingredienti (adattati all’Italia) e la ricetta per realizzare questo succulento panino, davvero buono e “fresco”.

Ingredienti per quattro “paninazzi” :-)

- 4 rondelle/dischi di ananas
- 1 cipolla tagliata a rondelle fini
- burro demi-sel
- poco zucchero
- 4 hamburger di ottima carne bovina
- sale e pepe
- del buon formaggio come il Parmigiano Reggiano stagionato (a pezzo intero) o, come ho fatto io, del buon Emmenthal svizzero
- 4 belle foglie di lattuga
- 4 panini da hamburger al sesamo


Tagliare alcune lamelle sottili di formaggio con un pelapatate e metterle da parte.
Riscaldare un po’ di burro in padella e far saltare le rondelle di cipolla fino a quando non risultino tenere e trasparenti. Insaporire con lo zucchero e fare “caramellizzare” un po’.
Nel frattempo imburrare una bistecchiera e far grigliare le fette di ananas da tutte e due le parti finché non sono ben dorate. Conservare in caldo.
Grigliare poi normalmente gli hamburger sulla bistecchiera, salandoli e pepandoli.
Sulla stessa griglia della carne, far tostare velocemente le due metà dei panini.
Mettere una foglia di lattuga sulla parte inferiore di ciascun panino Distribuirvi sopra la cipolla e sovrapporvi gli hamburger. Aggiungere le lamelle di formaggio che io ho fatto leggermente sciogliere sempre sulla piastra e concludere aggiungendo i dischi di ananas. Chiudere il panino e servire senza attesa (anche se io ho dovuto prima fotografarli per voi :-), con delle patate alle erbe di Provenza come suggerisce Elvira o con le più classiche patatine fritte.
Un gusto davvero originale e particolare, con i sapori dolci che vanno a contrastare la sapidità della carne, del pepe e del formaggio.
L’ananas inoltre “pulisce la bocca” e “sgrassa” l’untuosità della carne. E chissà quanto più buono può essere l’originale, vero Elvira?

17 maggio 2011

Giro d’Italia (Nord, Centro, Sud)


Ogni tanto mi piace parlare nel mio blog di un genere di locali che amo molto, che sono quelli “storici”. Da essi trasuda cultura, eleganza, antichità, legami più o meno stretti con personaggi storici che hanno dato lustro alle più diverse arti….
E accade regolarmente che le visite a locali storici che non conosco e che scopro per la prima volta sono sempre all’altezza delle aspettative…
Oggi faccio un breve giro d’Italia, visto che anche quello di ciclismo è in corso, toccando tre locali storici, uno del Nord, uno del Centro ed uno del Sud. Ho già parlato altre volte nel mio blog di locali storici, ma a questa “collezione” aggiungo altri tre indirizzi sperimentati nel corso dell’ultimo anno.
Partiamo da Nord e rechiamoci nell’elegante Via Montenapoleone, famosa via del centro di Milano regno del lusso e della moda. Sul lato sinistro della strada (percorrendola verso San Babila), c’è una nota, storica, esclusiva e raffinata pasticceria che è famosa per essere una delle migliori della città per preparare il dolce simbolo di Milano, il panettone. Ma non solo: è anche una famosa ed importante confetteria e pralineria.
Sto parlando di Cova. Entrando si nota subito l’eleganza di questo caffè-istituzione e sulla sinistra vi sono alcuni tavolini riservati alla sala da tè. Molto buona anche l’offerta salata, che è quella sulla quale mi soffermo sempre di più. L’ultima volta che ci sono stato ho preso una buonissima torta rustica con ripieno di prosciutto, formaggio ed asparagi. Questi ultimi avevano il sapore ed il profumo della primavera, con sentori erbacei molto accentuati: una vera delizia!
Insomma è sempre bello tornare da Cova, che fu tra l’altro tra i promotori dei moti delle Cinque Giornate di Milano contro l’Austria e nel 1868, batté addirittura moneta.
Spostiamoci ora al Centro e per questa volta non vi parlerò di un locale di Roma, ma andremo in Umbria e nel suo capoluogo di provincia, Perugia.
Nel corso principale della città, spicca Sandri un bellissimo caffè di origine svizzera. Appena si entra, si notano subito i soffitti affrescati, che fanno di questo locale un autentico, piccolo gioiellino.


E’ un locale non grande, più che largo lungo, ma veramente delizioso. Mi hanno colpito anche le fascinose divise rosse dei camerieri, che ben spiccano in un contesto già di per sé molto bello.


Oltre a molte ghiottonerie dolci e tipiche umbre, il locale dispone per la pausa pranzo anche di una buona tavola calda, con piatti ben preparati e con quel tocco di innovazione che non guasta mai. Ci sono stato tempo fa, ma ricordo in particolare di aver mangiato delle ottime farfalle al curry e gamberi.
Ultima tappa di questo mio breve giro d’Italia tra i locali storici: andiamo al Sud e come non poter citare in una città come Napoli il Gambrinus?

Immagine tratta dal sito http://www.localistorici.it/
A due passi da Piazza Plebiscito, in pieno centro troviamo questo glorioso caffè che ha visto tra i suoi illustri frequentatori anche D'Annunzio e i migliori esponenti del mondo politico, giornalistico e artistico di Napoli.
I babà qui sono tra i migliori di Napoli ma le sfogliatelle ricce non sono da meno….Per non parlare delle pizzette e dei calzoni…Il caffè poi è buonissimo, servito in splendide e decorate tazzine rigorosamente bollenti, quasi da scottarsi dita e labbra.
Da sottolineare che nel caffè Gambrinus figura anche una notevole serie di affreschi e dipinti dell'Ottocento napoletano…
La sensazione che si ha quando si frequentano questi locali storici è che la tradizione rimane intatta ma che c’è comunque un’evoluzione, più al passo con i tempi. Ciò però non vuol dire che questo genere di locali cambi la sua natura…I fatti dimostrano che essi “resistono” benissimo nel tempo. Quindi, come scrivo spesso nelle pagine di questo blog, viva la tradizione!!!

8 maggio 2011

Moules grillées


Oggi ricettina veloce tratta da un interessante libro di cucina bretone: “Les recettes bretonnes de tante Soizic”, Edizioni Ouest France.
Si basa sull’aggiunta di un burro definito dai francesi “d'escargot” a delle semplici cozze aperte a fuoco vivo in padella e passate poco tempo in forno.
Questo burro “d'escargot” non è altro che quella salsina deliziosa fusa che si degusta quando si mangiano a Parigi o altrove in Francia le buonissime escargot di Bourgogne…
Escargot tra l’altro che amo da morire, nonostante le mie perplessità iniziali e “della prima volta”.
Ma torniamo alle nostre cozze. Dopo aver ben pulito le cozze, uno dei più fantastici frutti di mare a mio avviso, le ho fatte aprire in padella con dell’olio extravergine, insaporendo con dell’aglio e del vino bianco (la ricetta prevederebbe l’utilizzo di un buon Muscadet).
Una volta aperte le cozze, ho tolto la parte di sopra di ciascun guscio ed ho posto le cozze in una teglia ricoperta di carta da forno. Sopra ogni cozza ho messo una noce di burro “d'escargot” ed ho infornato in forno molto caldo per meno di un minuto.

Le cozze prima di essere infornate
Come ho ottenuto il burro d'escargot? In un modo molto semplice, è una sorta di burro maître d’hotel: ho tagliato finemente del prezzemolo, dell’aglio e dello scalogno (il suo profumo in pochi istanti mi riporta in Francia…) e li ho incorporati a del burro precedentemente lasciato per una mezz’oretta fuori frigorifero. Ho lavorato il tutto con un cucchiaio fino a rendere il composto “pomatoso”. Ho ricompattato il tutto e messo in frigorifero a rassodare per diverse ore.
Le cozze, infornate per poco tempo, vanno mangiate immediatamente e caldissime per gustarle al meglio, con quel sughettino delizioso che si forma al loro interno: una goduria davvero!
Ricordatevi infine di non trascurare o gettare via l’acqua che si è formata precedentemente con l’apertura delle cozze: in questo caso almeno un’ottima “scarpetta” è d’obbligo e non ve la leva nessuno!