Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

27 maggio 2010

La pasta melanzane e provola di "Gorizia"

“Gorizia” è per me una trattoria “di vicinato”. La casa di mia nonna a Napoli non è lontana e quando si decide di mangiar fuori ci andiamo spesso, per una pizza o per degustare degli ottimi piatti.
E’ un locale storico (risale al 1916) dove si è sicuri di mangiar bene e dove la clientela del quartiere Vomero torna frequentemente, in quanto sembra di essere quasi ospiti di un parente o di una persona di famiglia…


Il locale non è grandissimo ed è quasi sempre pieno. Nelle ore di punta c’è anche una discreta coda di gente per portare via le pizze; le persone, nell’attesa, ammirano tutte le fasi di preparazione messe in atto dal “pizzaiuolo”, con il forno a legna a vista.
La pizza è buona, ma non la migliore di Napoli. Resta comunque su standard molto elevati.
Quello che a me piace di questo locale sono i piatti della tradizione napoletana: scarole al forno con uvetta, alici, pinoli e pangrattato, “sfizzziosissimi fritti”, mozzarella in carrozza. La parmigiana di melanzane, poi, è deliziosa (più buona è soltanto quella di mia mamma!). Tra i primi, consiglio vivamente soprattutto la pasta con melanzane e provola che è un piatto che spesso ho mangiato in questo ristorante e che è semplice, ma buonissimo. La provola affumicata, poi, si abbina benissimo con le melanzane e non è un caso che sia un ingrediente utilizzato anche nella parmigiana di melanzane (oltre che in mille altri piatti della tradizione napoletana).
L’ultima volta per secondo piatto ho mangiato un …antipasto. Indovinate cosa ho preso? Provola alla brace…Insomma quasi una cena a base di provola….
Anche questo piatto era davvero fantastico!
Per finire, il locale offre ottimi dolci tra cui ovviamente pastiera e babà.
Molti di voi, infine, si chiederanno il perché del nome Gorizia in una città come Napoli. Ebbene, il primo proprietario aprì questo locale in un momento di contentezza patriottica per la liberazione della città giuliana…e così nacque il nome Gorizia.

Gorizia
Via Bernini 29/31 (Piazza Vanvitelli) - Napoli
Tel. 081 5782248

23 maggio 2010

W le vope!

Questo breve post è dedicato ad un pesce che mi piace molto, forse poco noto.
Al Sud questo pesce si chiama vopa e in italiano credo boga.
Mi ricorda le piacevoli estati passate ad Ischia ed il loro acquisto presso le pescherie di Ischia Ponte, nei pressi del Castello di Aragona (nella foto) o presso i venditori ambulanti che, annunciando in modo molto particolare il loro passaggio (quasi urlando in dialetto), venivano fin sotto casa con i loro carretti a vendere pesce.

Pensavo di essere uno dei pochi conoscitori di questo pesce, quando invece ho letto delle vope sul blog di Evelin...Mi fa piacere che qualcun altro ne parli...

17 maggio 2010

Pasta integrale con “tuma”, acciughe e olive nere

L’idea di questa ricetta è nata in una pausa pranzo. Qualche volta nell’ora di break vado a mangiare in un’ottima pasticceria/rosticceria catanese vicino al mio ufficio. E spesso è offerta una pizza rustica fatta con alici, olive nere e “tuma” (formaggio siciliano “primosale”), un classico della regione.
Ho pensato allora di “traslare” questi stessi ingredienti in un buon piatto di pasta. La pasta che ho scelto di abbinare con questi ingredienti è una integrale sia perché secondo me si adatta bene con il pesce, sia perché il suo colore marroncino ricorda le acciughe, sia perché prima d’ora sul blog non avevo mai pubblicato una ricetta con la pasta integrale…
Ho “interpretato” la ricetta in questo modo: ho fatto sciogliere in padella in una quantità sufficiente di olio extravergine alcune acciughe dissalate, insieme a dell’aglio tagliato a pezzettini. Imbiondito l’aglio, ho aggiunto una buona manciata di olive nere ed ho fatto cuocere per pochi minuti.
Nel frattempo avevo messo in acqua bollente NON SALATA delle penne rigate integrali. Poco prima di fine cottura, ho scolato e saltato la pasta nella padella (di cui sopra), insieme ad un paio di cucchiai di acqua di cottura ed ho mantecato per bene (se il composto non dovesse avere il giusto grado di sapidità aggiungere poca colatura di alici). Quando la mantecatura è terminata, fuori fuoco ho aggiunto ed amalgamato dei tocchetti di tuma e dei pezzettini di acciughe interi, per consentire di vedere, oltre che di gustare, le acciughe stesse (quelle aggiunte prima, come si è visto, si erano sciolte).

Ne viene fuori un piatto equilibrato che della Sicilia prende il meglio: il profumo del mare ma anche i sapori provenienti dall’entroterra e dalla tradizione rurale, come quelli delle olive e della tuma...

10 maggio 2010

Tornando a Surriento….

….mi sono volutamente imbattuto in uno storico ristorante dove ero già stato, ma dove volevo tornare con la mia famiglia: “ ‘O Parrucchiano”.
Si va sempre con piacere in questo ristorante, secondo me uno dei più belli di Sorrento. Sia perché si mangia molto bene, sia perché internamente ed esternamente (ha un giardino incantevole, profumato da uno stupendo limoneto) il posto è veramente notevole.
All’interno, infatti, questo locale sorrentino presenta delle grandi sale a piani sfalsati, arredate da splendide maioliche, belle piante e vetrate che da sole valgono il conto finale.
Il ristorante offre nel menù un piatto che ha reso celebre il locale, i cannelloni ripieni di carne di maiale, bovina e mozzarella (quest’ultima è il segreto del piatto, secondo me) che sono davvero buonissimi.

Ovviamente si mangiano dei fantastici gnocchi alla sorrentina e poi il limone, come era da attendersi, la fa da padrone in molti piatti.


In particolare mi sono piaciuti gli involtini di foglia di limone ripieni di gamberi o mozzarella di bufala. Passati per pochi minuti al forno, consentono al ripieno, insaporito dalla foglia del limone che libera tutte le sue essenze, di assumere un sapore ed un profumo difficile da descrivere.
Il ristorante offre inoltre mille altri gustosi piatti anche a base di pesce e per finire, ovviamente, la irrinunciabile caprese al limone….L’intero pasto può essere accompagnato dagli ottimi vini bianchi di Marisa Cuomo, grande produttore della non lontana “Costiera”.
Con il Parrucchiano, insomma, come giustamente sottolinea la guida dei locali storici d’Italia, si ritorna gli antichi sapori dei “monsù”, grandi chef della nobiltà del Sud che lasciarono importanti famiglie per creare i primi ristoranti del nostro paese…

3 maggio 2010

Voiello a Roma #2

Dopo la bella serata del dicembre scorso, ecco di nuovo a Roma un altro appuntamento con Voiello. L’invito di Maria Laura e Chiara questa volta ci ha portati in zona Campo de’ Fiori, al ristorante “Al Grappolo d’Oro Zampanò”.
La serata è stata molto divertente e anche formativa, poiché è iniziata con una bella lezione di degustazione di vini, il cui ripasso non fa mai male. E poi spesso, in serate come queste, si impara sempre qualcosa di nuovo. A rendere interessante l’incontro pre-cena è stata la competente sommelier Eleonora Giglio, che ci ha condotti nell’interessante mondo degli abbinamenti cibo-vino, con particolare riferimento al connubio tra i vari piatti a base di pasta e il vino.
Si è poi passati alla buonissima cena, composta da un ottimo antipasto, tre primi e un buon dolce, il tutto opportunamente e perfettamente abbinato con vini molto interessanti (in particolare il Roero Arneis Perdaudin).

Il primo che mi è più piaciuto (a sorpresa, perché leggendo preventivamente il menù avrei preferito gli altri due) è stato quello con gallinella, santoreggia e limone (i vermicelli la pasta utilizzata). Il limone prevaleva un po’, ma ha fornito al piatto quell’aromaticità necessaria a completarlo, insieme al delicato sapore della gallinella. Con Max, mio vicino di tavolo, si è anche valutata l’ipotesi di sperimentare presto una pasta con pomodoro e limone, con i giusti equilibri, s’intende.


Gli altri due primi piatti erano:

- un buon primo della cucina siciliana, la pasta alle sarde, finocchietto e uvetta, abbinata con un formato di pasta sfizioso come i fusili bucati corti;
- gli schiaffoni (paccheri) al ragù di agnello e rosmarino. Ottima idea quest’ultima, perché bisogna ricordarsi (ma sono io che cado sempre in questo errore) che l’agnello si può cucinare non solo nei modi classici e come secondo, ma anche in altre mille interessanti maniere.

Simpaticissima come sempre la compagnia. Al mio tavolo Max, Rossella e la sua Cavia preferita, Daniela, Giulia e il marito, Jajo e Claudia. Il nostro tavolo infine, avendo un posto in più, ha accolto temporaneamente anche altre simpatiche “ospiti”, tra cui la sommelier di cui sopra, la blogger Alessia a cui con piacere fornirò tutte le info possibili sul suo prossimo viaggio in Bretagna ed Elisa.
La serata si conclude con uno scambio del "mitico" lievito madre tra alcune blogger (nella foto) e con un enorme grazie (che rinnovo tuttora) alle brave e simpatiche organizzatrici!