Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

27 aprile 2010

Pasta al pesto di pistacchi

Il piatto di cui vi parlo oggi non è certo particolarmente innovativo, ma io a casa non l’avevo mai fatto. Era da qualche tempo, inoltre, che ad attendermi in dispensa c’era un bel pacchetto di pistacchi di Bronte regalatomi da un’amica siciliana e allora, al di là di altri utilizzi che ne ho fatto, ho deciso di utilizzarli in un bel pesto. D’altronde io adoro i pesti, se frugate nel mio blog ve ne accorgerete…
Da notare che proprio domenica scorsa ad un mercatino ho visto la stessa confezione di pistacchi ad un prezzo abbastanza esorbitante e mi ha fatto piacere allora di averli utilizzati “a costo zero”…
Dei pesti di pistacchio in rete si trovano varie ricette in diverse versioni. Io ho scelto come al solito di prendere il meglio di quello che ho trovato, seguendo il criterio della semplicità, della “non pesantezza” e dell’aromaticità.
La mia ricetta, quindi, non ha previsto molti ed abbondanti ingredienti per soddisfare il primo requisito, ha evitato l’aggiunta dell’aglio se non in quantità esigue per soddisfare il secondo “postulato” ed ha previsto l’utilizzo della buccia di limone e del basilico per perseguire il terzo.
In sintesi ho utilizzato i seguenti ingredienti (in dosi “ad occhio”):

pistacchio in granella
olio extravergine
poco parmigiano e pecorino
una infinitesima quantità di aglio
scorza di limone grattugiata
basilico e prezzemolo
poco sale e pepe

Ho inserito il tutto nel bicchiere del mixer e…voilà…

Ne viene fuori una densa salsa di un bel colore verde (da allungare leggermente con pò di acqua di cottura se troppo densa) che sulle linguine che ho usato ci stava proprio bene. Un tripudio di sapori e profumi mediterranei, che ci porta col pensiero nella splendida terra siciliana!

21 aprile 2010

I love “tacconelle”!

Uno dei miei formati di pasta preferiti è quello delle tacconelle abruzzesi.
Si tratta di una pasta di forma romboidale che può essere sia all’uovo sia di semola di grano duro e farina di grano tenero, in quest’ultimo caso di colore leggermente opaco.
Mi piace perché quando arriva a cottura è molto “rustica” e si adatta perfettamente alle zuppe. La mangiai per la prima volta all’Aquila in una cena e da allora cerco di trovarla anche nella mia città, anche se non sempre è facile reperirla.
Adoro ad esempio mangiarla insieme alle zuppe di ceci che sono dei legumi che adoro, ma anche con i piselli o con molti altri legumi (devo provarla anche con la cicerchia e, in questo periodo, con le fave).


Un’ultima prova che ho fatto è abbinarla con le patate, realizzando una pasta e patate forse leggermente meno consueta.

E per oggi il tris di piatti con le tacconelle, come vedete nelle foto, è completato.
Voi conoscete le tacconelle?

14 aprile 2010

Paris-Brest


Paris

+

Brest


foto tratta dal bellissimo sito www.brest2008.fr

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Paris-Brest

Paris-Brest….
...è il treno che dalla gare di Montparnasse mi porta di solito (in circa 4h 1/2) negli stupendi paesini della Bretagna….Due parole su Brest (su Parigi potrei spendere tantissime parole ma non lo faccio qui): Brest è la base di partenza di tanti itinerari bretoni…non è una città bellissima, ma è bellissima la sua rada ed è esaltante il suo “orientamento” al mare. Si pensi al bellissimo acquario Oceanopolis, al museo della Marina, alla bellissima festa che ogni quattro anni riunisce velisti, amanti del mare e imbarcazioni antiche e nuove di tutti i tipi…

Ma Paris-Brest…
....è anche un dolce che un pasticciere inventò in occasione della storica corsa ciclistica Paris-Brest-Paris, realizzandolo a forma di ruota di bicicletta.

Foto tratta dal sito http://www.tourismebretagne.org/

Per la ricetta di questo classico della pasticceria francese potete dare un’occhiata a quanto ha scritto Cavoletto al proposito. E' un dolce che non manca mai nell'elenco delle cose da mangiare quando vado in Francia e come minimo dovevo scriverci un post, sia pur breve...Eccovelo!

8 aprile 2010

Una domenica al farmer’s market

Sono finalmente andato al “farmer’s market” di via San Teodoro a Roma (zona Circo Massimo).
Il mercatino non è grandissimo, è al coperto, ha soltanto prodotti del Lazio ed è nel complesso interessante.
Si trovano, come in molti mercatini, banchi che vendono frutta e verdura, formaggi e latticini, salumi vari, oli, vino, miele, pane, uova e salsine. Tutti, per usare un’espressione che va di moda, “a km zero” (o quasi…) e di stagione.
Sbirciando qua e là, ho trovato degli interessanti stand che vendevano anche prodotti tipici molto particolari, come le castagne di Vallerano e la relativa farina,

i legumi e i prodotti a base di farro di un’azienda della provincia di Viterbo (di cui non ricordo il nome) e altro ancora.

Ma ciò che più mi ha ingolosito sono stati i prodotti di un’azienda di Rieti (“Le Belle Rane”, Via Valle del Turano km 9,5) che offriva buonissime pizze rustiche, come potete vedere nella foto.

Tra l’altro questa azienda, come anche altre presenti al mercatino, ha anche un agriturismo che bisognerebbe presto sperimentare…
Nel mercatino vi è anche uno spazio con dei tavoli dove poter pranzare ma il tutto, devo dire, è “un pò tristino”….
In ogni caso questa struttura fissa (aperta solo il sabato e la domenica) è un’idea carina che sembra interessare molto il consumatore probabilmente attirato, oltre che dalla bontà e genuinità del prodotto locale, biologico, tipico anche dalla storia che sta dietro questi prodotti, “raccontata” dai contadini presenti.


Inoltre i prezzi sono abbastanza abbordabili in rapporto alla qualità dei prodotti e per il produttore c’è il vantaggio di poter usufruire di un ulteriore canale distributivo per collocare la sua produzione…Insomma, W la vendita diretta!

Uscendo dal mercatino, a pochi passi veramente, si può fare una capatina da “Cristalli di Zucchero” (Via di San Teodoro, 88 - Tel: 06 69920945), nota pasticceria della capitale, per chiudere in bellezza con un ottimo dolce o un buon caffè…

4 aprile 2010

Buona Pasqua a tutti!

Foto scattata al "farmer's market" di Via San Teodoro a Roma
Oggi è Pasqua…. Auguroni a tutti di una bellissima giornata, piacevole e golosa.
E nell’augurarvi buona Pasqua, vi propongo una ricetta certamente non originale ma tradizionalissima del periodo pasquale, la pizza umbra al formaggio.
Non è però tradizionale nell’ambito della mia famiglia: io a Pasqua sono abituato a mangiare pastiere e casatielli ed ho notizie solo “per sentito dire” della famosa colazione di Pasqua. Nelle tradizioni del Sud quest'ultima non è infatti (credo) così diffusa e si dà più risalto al pranzo. Ciò non toglie che di solito mangio pastiere ottime a colazione e ciò rende ugualmente eccellenti le mie colazioni di Pasqua…
Quest’anno ho invece voluto cimentarmi nel preparare una pizza umbra al formaggio (che trovo davvero buona) per provare a cambiare un pò le abitudini di famiglia.

La preparazione è molto semplice e la ricetta l’ho trovata in rete su un articolo de “la Stampa”.

Ingredienti:
(per 3-4 persone)

300 g di farina
3 uova
60 g di pecorino grattugiato
90 g di formaggio con i buchi (variante mia, potete usare l’Emmental svizzero, quello francese, ecc.)
60 g di acqua
30 g di burro
30 g di olio ev.
25g di lievito di birra (da sciogliere in poca acqua tiepida)
Sale e pepe qb.

Impastare tutti gli ingredienti fino ad ottenere una pasta di consistenza simile a quella del pane.
Ungere una tortiera alta e riempirla per metà con l’impasto (io ho invece usato uno stampo diverso, come si evince dalle foto). Far lievitare fino al raddoppio del volume (circa 60-90 minuti). Quindi infornare a 160° C e cuocere per 1 ora, alzando a 180° C la temperatura del forno verso fine cottura. Servirla accompagnata da affettati e uova sode.
Se mangiate questa pizza come aperitivo, potete abbinarla ad un vino molto buono che ho degustato recentemente. Un vino ottenuto dal vitigno Pecorino* che ben si abbina ad una pizza che è fatta col formaggio pecorino. Sfizioso e “inevitabile” questo "matrimonio", no?

*vitigno abruzzese che si chiama così perché la relativa uva, croccante e saporita, è molto amata dalle pecore; il vino ottenuto da questa uva ha una buona struttura e una mineralità tale, secondo me, da potersi ben abbinare con una pizza di Pasqua al formaggio.