Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

30 marzo 2010

Un utilizzo della burrata

Sono un fan accanito della burrata. Quel cuore cremoso di mozzarella sfilacciata racchiuso in una sfera sempre di mozzarella è veramente godurioso….Io di burrata ne mangerei a quintali, senza altre aggiunte, così, “nature”, subito dopo averla liberata dai mille involucri della confezione in cui di solito è contenuta.
Non sarebbe quindi poi così necessario parlare in questo post di un utilizzo della burrata in un piatto pur semplice ma dove comunque è solo un ingrediente, sia pur non secondario, della preparazione.
Ma leggendo un articolo riguardante la burrata sulla rivista “Vie del Gusto” che ne vantava le sue qualità di prodotto pugliese di eccellenza, ho trovato una ricetta che sembrava a dir poco sfiziosa.

Essa abbinava i pomodorini confit (altro mio “mito da mangiare”) appunto a questo prodotto e il risultato non poteva che essere “esplosivo”.
Anche dei pomodori confit si parla tantissimo in giro per il web e allora questa è stata per me l’occasione per proporli, visto che non avevo mai pubblicato sul mio blog qualcosa che li riguardasse (anche se li avevo mangiati più volte ed in varie versioni).
Allora ecco la semplice ma davvero buonissima ricetta.

Ingredienti:
(per 4 persone)

- 250-300 grammi di pomodorini (io ho usato quelli di Pachino);
- 250 grammi di burrata (per chi è di Roma l’ho comprata in un buonissimo negozio di formaggi a Via Collina; sempre chi è di Roma può segnalarmi altri buoni fornitori di burrata?);
- un pacco da 500 grammi di casarecce;
- olio, aglio, pepe, sale, zucchero, origano (ci sta bene anche una piccola grattugiatina di scorza di limone bio).

Aprire in due i pomodori ciliegini e porli su una capiente teglia ricoperta di carta da forno. Condirli con olio, sale, pepe, origano, aglio sminuzzato in piccoli pezzettini e poco zucchero e far cuocere in forno a 150°C per oltre un’ora.

I pomodorini prima della cottura
I pomodorini risulteranno a fine cottura teneri e sprigioneranno uno squisito sughetto dopo anche una leggera pigiatura, ma soprattutto un sapore che è difficile descrivere, un tripudio di differenti ed articolati sapori. E’ bello anche l’effetto visivo di qualche pomodorino che assume una colorazione più scura e che acquisisce un sapore ancora diverso…
Mentre i pomodorini cuociono, nel frattempo sfilacciare a pezzetti la burrata. Far cuocere quindi la pasta al dente e condirla con i pomodorini (recuperate sulla carta da forno con un cucchiaio anche il sughetto che i pomodorini hanno già ceduto!) e con la burrata sfilacciata.
Amalgamare bene la pasta, impiattare e guarnire ogni piatto con una bella foglia di basilico.
E’ un piatto “mediterraneo” e “meridionale” che evoca l’estate, il sole, il mare e le calde terre del Sud…

25 marzo 2010

Un caffè dallo “Zio”

Nel mio blog non avevo mai affrontato il tema caffè. E la migliore occasione per iniziare a parlarne è stata la cena tenutasi lunedì scorso presso “Lo Zio d'America”, una struttura gastronomica nel cuore del quartiere Talenti di Roma.
L’invito che ho ricevuto dai responsabili di questo locale era molto stuzzicante: una cena-evento in collaborazione con Illy con un menu, dall'antipasto al dolce, interamente dedicato al caffè. Inutile dire che ho deciso senza esitazione di aderire!
Aida Capone, la responsabile eventi de Lo Zio d'America e Pina Sozio, sua amica e blogger anche lei, hanno infatti pensato che per rendere più interessante questo appuntamento sarebbe stato utile invitare dei foodblogger invece di inviare il consueto comunicato stampa a giornalisti e critici.
Inizialmente pensavo che l’invito fosse esteso a molti blogger romani, ma successivamente ho scoperto che era riservato soltanto a pochi e mi ha quindi fatto molto piacere di esser stato scelto. La “selezione” degli altri blogger presenti è inoltre stata, secondo me, molto appropriata perché si tratta di persone che stimo molto e i cui blog leggo frequentemente e con grande interesse.
Riepilogando, i blogger presenti erano:

Antonella: croce-delizia.blogspot.com
Enrico: lefrancbuveur.blogspot.com
Giulia: rossa-di-sera.blogspot.com
Rossella: machetiseimangiato.wordpress.com
Max: cucinasms.splinder.com
Sara: www.foodie.it/
Silvia: www.foodie.it/

La serata è stata molto piacevole. Abbiamo prima di tutto visitato la bellissima enoteca del locale (circa 500 etichette), con una spiegazione molto esauriente da parte della responsabile Aida Capone della relativa offerta di prodotti.
La serata poi è continuata ai tavoli, dove ci è stata servita un’ottima cena, durante la quale vi è stata anche un’interessante presentazione della Illy sulle modalità di consumo del caffè, sulle aree di produzione e sulle differenti qualità di questa materia prima, con cui quotidianamente ci confrontiamo.
Ecco i piatti offerti (ideati da Simone Rugiati):

Antipasto
Carpaccio di spada con olio tiepido al profumo di vaniglia e caffè con mandorle a filetti tostati e vellutata fine di ceci

Piatto leggero, elegante, con l‘olio tiepido che rendeva la preparazione molto delicata. Piacevole il contrasto con le mandorle tostate.

Primo
Risotto lento al pecorino su spolverata di caffè e capperi di Pantelleria in sospensione

Piatto molto gustoso. Interessante la presenza della polvere di caffè in fondo al piatto che dava un tocco di originalità alla preparazione e “spezzava” di tanto in tanto i classici e più sapidi sapori del risotto.

Secondo
Filetto di maiale in crosta di caffè e zucchero mascobado, con flan di carote profumato

Ottima la parte esterna dei filetti (a base di caffè), che ben si abbinava alla carne di maiale e altrettanto ottimo, e ben integrato con il resto del piatto, lo “sfizioso” flan di carote.

Dolce
Mousse al caffè Illy e cioccolato con pasticceria secca in abbinamento

Non si poteva concludere che con un ottimo dolce al caffè…

Perfetti inoltre i vari abbinamenti dei differenti vini con ciascun piatto, con molte “bollicine” di elevato pregio qualitativo.

E veniamo alla compagnia: al mio tavolo io e la mia amica blogger Antonella abbiamo avuto una piacevole conversazione con Sara e Silvia, ragazze molto in gamba, oltre ad aver scambiato altrettanto gradevoli chiacchiere con l’organizzatrice Pina.
Accanto al nostro tavolo c’erano invece i rimanenti blogger di cui sopra: Max, Giulia, Rossella e il suo ragazzo (che da Rossella viene chiamato “la Cavia” per essere il fortunato, aggiungo io, sperimentatore delle sue ricette).
La serata è stata utile per ampliare le mie conoscenze sul caffè, ma del caffè parlerò più approfonditamente in altri post. Chissà, forse dopo una gita a Napoli (siamo in primavera, o no?) dove farò con piacere da guida a Max e alle altre persone che vorranno seguirci. Se ne parlava proprio alla fine della bella serata allo Zio d’America….

19 marzo 2010

Oro ligure

Cominciamo dalla fine. Più di un mese e mezzo fa, ho acquistato un’ottima qualità di farina di mais che di solito non uso spesso e quindi il primo utilizzo non poteva che essere “basic” e classico.
Ho quindi preparato una bella polenta, evitando preventivamente di andare in palestra visto che nel girarla per 40-45 minuti ho rafforzato i muscoli di entrambe le braccia…
Ho condito poi la polenta con Fontina e funghi misti ed il risultato è stato davvero appetitoso e gustoso.

Ora poiché ho a disposizione ancora una discreta quantità di farina di mais, intendo utilizzarla nei seguenti modi:

- “Amor polenta”, dolce che proviene da una ricetta che gentilmente mi ha fornito Rossella;
- La sbrisolona mantovana;
- Torta di mais alle mele (questa già fatta, buona!);
- Crespelle di farina di mais.

Al di fuori di queste ricette, qualcuno sa consigliarmi altri simpatici utilizzi della farina di mais?
Ma dove avevo comprato quell’ottima farina di mais di cui sopra?
Tutto nasce in occasione della festa di Chiara (tenutasi a fine gennaio scorso), quando a casa sua abbiamo mangiato una fantastica polenta accompagnata con dell’ottima carne e relativi differenti ragù.
Il giorno dopo, prima di ripartire, Chiara ci ha portati a visitare proprio l’azienda agricola che produceva non solo questa farina, ma anche mille altre specialità tra cui degli ottimi formaggi caprini e vaccini.
Siamo quindi andati con lei, Annalena e una sua amica, a fare un minitour in quest’azienda, addentrandoci ed inerpicandoci sulle stradine tortuose e montuose appena dietro Cogoleto (GE).
Approdati alla Fattoria Montegrosso (questo il nome dell’azienda) il proprietario, molto gentilmente, ci ha fatto visitare praticamente l’intera struttura, con tutti i suoi animali di vario tipo (polli, galline, conigli, capre, ecc.) ...

...e ovviamente abbiamo finito per portarci a casa un discreto “bottino” di golosità, offerte “dal produttore al consumatore”.
Spettacolare anche l’entrata nella casupola dove i familiari del proprietario stavano preparando delle profumatissime pizze rustiche alle erbe (come era tirata sottilmente la pasta!) da infornare in uno scoppiettante forno a legna e da offrire nell’ambito di alcuni mercatini locali.


Il tutto in un contesto molto bello dal punto di vista naturale e in una radiosa giornata di sole, con il mare che più in giù, dopo poco, ci avrebbe riaccolto a braccia aperte!


Fattoria Montegrosso
Loc. Montegrosso
Sciarborasca – Cogoleto (GE)
Tel. 010 9188375
Cell. 328 2025805

14 marzo 2010

Elogio della cotoletta alla bolognese

Oggi parliamo di una cosa “molto seria”, della cotoletta alla bolognese. E’ uno dei miei piatti preferiti, sicuramente nella “top ten” di quelli che amo di più e quindi va descritto e degustato con religioso ossequio.
L’ho scoperto molti anni fa a Bologna di cui, come suggerisce il nome, è evidentemente originario. Lo mangiai in un ristorante in centro ed è stato amore a prima vista…
Di cotolette bolognesi ne ho mangiate tante da allora, alcune strepitose, altre molto meno, ma ciò non toglie che questo piatto sia uno dei “must” quando mi reco a Bologna.
Una volta ho mangiato una buona cotoletta bolognese addirittura in un pub, mentre vedevamo una partita dell’Italia agli europei e in Tv comparivano striscioni che già allora esortavano il Ct della nazionale a “mettere à Cassano”….
Ma la più buona che ho mangiato è stata in un ristorantino nei vicoletti vicino Piazza Maggiore, di cui purtroppo non ricordo il nome.
Per la cronaca, anche a Roma ho trovato qualche ristorante che la proponeva, ma non era nemmeno lontanamente paragonabile a quelle mangiate nel capoluogo felsineo.
E’ da premettere che si tratta di un piatto molto pesante ed elaborato, ma sono stato capace di mangiarlo anche in estate, quando a Bologna fa caldo e anche parecchio…
Ecco allora la ricetta di questa “mitica” cotoletta, fornitami da una bolognese doc e cioè l’altrettanto mitica Fiordifrolla che gentilmente me l’ha inviata traendola dal libro “La cucina bolognese” di Monica Cesari Sartoni e Alessandro Molinari Pradelli.


Ingredienti per 4 persone:

100 g di parmigiano reggiano tenero/burro chiarificato q.b./4 fette di fesa di vitello/4 fette sottili di prosciutto crudo dolce/2 uova/1 manciata di parmigiano grattugiato/pangrattato/poco brodo/sale e pepe/succo di limone/salsa di pomodoro/foglioline di salvia.

Far marinare le fettine di carne (dopo averle assottigliate col batticarne) con sale, pepe e qualche goccia di limone. Sbattete le uova con del parmigiano grattugiato ed eventualmente con pochissima noce moscata, asciugate le cotolette dall'eccesso di succo di limone e lasciatele immerse nel composto di uova per almeno mezz'ora; quindi passatele nel pangrattato misto a un po' di parmigiano grattugiato (volendo si può ripetere l'operazione di immersione nell'uovo e la successiva impanatura). Successivamente friggete le cotolette lentamente nel burro chiarificato (qui notizie su questo tipo di burro) o in olio di semi di arachidi (per rendere le cotolette meno pesanti) con l'aggiunta di un pezzetto intero di cipolla, che non deve assolutamente bruciare (è questo, secondo il libro “un piccolo segreto della nonna che profuma e rende più fragranti le cotolette”); scolate le cotolette, asciugatele su carta assorbente e salate leggermente. Ponete successivamente su ogni cotoletta una fetta di prosciutto crudo e, sopra ancora, delle fettine sottili di parmigiano tenero. Mettete le cotolette in padella e ammorbiditele con poco brodo di carne, coprite il tegame con il coperchio sino a quando il formaggio sarà ben fuso. Servite guarnendo con un cucchiaino/cucchiaio di salsa di pomodoro su ciascuna cotoletta e, facoltativamente, qualche fogliolina di salvia.

Il risultato del mio esperimento è stato ottimo, con delle cotolette bolognesi migliori di tante assaggiate al ristorante! E’ un’esplosione ed un trionfo di profumi e sapori della tradizione emiliana che ben si amalgamano tra loro, da accompagnare con un bel rosso dei Colli Bolognesi in grado di ben abbinarsi con gli ingredienti della preparazione ….

9 marzo 2010

Breve cronaca del mio “Foodies in Rome”

Foodblogger "in gita scolastica"

Con una velocità significativa rispetto ai “miei tempi” si sono susseguiti i reportage sulla splendida giornata di sabato scorso, in cui si sono riuniti a Roma numerosi foodblogger provenienti da tutta Italia (o quasi).
Non starò quindi a descrivere cosa è stato fatto in quella giornata, in quanto ormai tutti conosceranno come si sono articolate le varie tappe dell’evento. I resoconti più dettagliati, o che mi sono piaciuti di più, si trovano ad esempio qui, qui o qui.

Alcune brevi riflessioni però vorrei farle. Quello che subito mi viene da pensare quando si fanno questi incontri è come possa esser bello avere degli interessi “forti” che fanno fare cose che normalmente non si farebbero (coprire distanze lunghe, stancarsi fino quasi allo sfinimento, spendere cifre abbastanza cospicue di denaro, ecc.).
Ma è giusto che sia così. Non mi piacciono le persone che sono indifferenti ad ogni cosa e non hanno passioni, come può essere anche quella per una squadra di calcio, per un campione sportivo, per una materia, una disciplina, un’arte...
Che altro dire di non già detto sulla giornata di sabato scorso? Potrei forse sintetizzare l’evento con alcune parole chiave/sentimenti/sensazioni:

compagnia
allegria
passione
gusto
shopping
voglia di rivedersi

ingredienti sani che è superfluo spiegare uno per uno e che sommati insieme hanno dato alla giornata una connotazione davvero speciale.
Inutile dire che ho conosciuto persone molto simpatiche con le quali ho passato delle ore piacevoli. Ma sono sicuro che anche con quelle con cui non ho parlato il dialogo sarebbe stato altrettanto interessante e “formativo”.

Della giornata “Foodies in Rome“ mi ricorderò con piacere (in ordine random):

Delle cinque organizzatrici: Giulia, Sara, Giada, Carolina, Elisa, tutte carine, efficienti e ben organizzate;
Delle frizzanti “Voiello girls” Chiara e Maria Laura;
Della simpatia e “praticità” di Giulia di Rossa di Sera;
Del mitico CorradoT (di cui tanto avevo sentito parlare dalla blogger Chiara e da alcune sue amiche fiorentine) e della sua concittadina Chiara;
Delle mie amiche romane Antonella, Rossella e Nadia (anche se questa volta è stata poco presente), oltre all’Elisa di cui sopra;
Delle nuove conoscenze romane Eva, Barbara, Giulia, Alem, Tania (quella degli sconti ottenuti presso i vari negozi da noi frequentati), Elisa, Alessandra, Silvietta, Claudia, Laura;
Di Annalena e sua sorella;
Di Manuel (leader del gruppo) e Jasmine, coppia molto simpatica;
Di Fra e del suo ragazzo, che fanno capo ad un blog dal nome altrettanto simpatico e curioso;
Di tutte le altre ragazze di cui purtroppo non ricordo i nomi;
Dei pochi maschietti rimanenti, buone forchette come me e come tutti;
Della pizza tiepida con mortadella e puntarelle e di quella all’amatriciana di Bonci;


Dei supplì dello stesso Bonci, ivi compreso quello di…lasagne;


Dello strepitoso pane intinto nell’olio sempre offerto da Bonci…;
Dei cucchiai di legno e dei fiocchi rosa che ingentilivano ancor di più le fascinose ragazze presenti.

Ancora un grande grazie a tutti per la bella giornata passata insieme!

5 marzo 2010

La settimana dei foodblogger

Dopo parecchi giorni di impegni vari, eccomi finalmente a descrivere (sinteticamente) il famoso brunch tenutosi tra blogger romani domenica scorsa all’Open Colonna e pubblicizzato sul mio blog in un paio di post. Sempre brevemente, poi, vi racconterò di un altro evento carino che si è tenuto un paio di giorni dopo e che ha visto protagonisti sempre i foodblogger romani.

Brunch all’Open Colonna

Il tempo trascorso all’Open Colonna è passato molto piacevolmente, in simpatica compagnia (15 persone) e in un contesto davvero molto bello, nella cornice del Palazzo delle Esposizioni di Roma. Quanto al cibo offerto, i piatti serviti a buffet erano complessivamente buoni, anche se alcuni partecipanti hanno gradito di meno alcune pietanze e l’eccessivo costo delle bevande, in particolare dell’acqua.
I piatti che più ho apprezzato sono stati quelli che vedete nelle foto e cioè le lasagne, la zuppa di ceci, la frittata di zucchine e la porchetta tagliata molto sottile.

Come si vede, il brunch prevedeva piatti più tradizionali che innovativi ed io, amando molto questo genere di cibi, non potevo che esser contento di tale orientamento.
Resta il rammarico di non aver potuto parlare bene con tutti i presenti vista la “tavolata” molto lunga: sarà per la prossima volta!

Bombay Sapphire

Due giorni dopo, molti foodblogger romani hanno aderito all’invito per la serata Bombay Sapphire alle Officine Farneto a Roma. Blogger e giornalisti hanno potuto assistere all'evento che celebrava l'unione tra il Bombay Sapphire (un gin) e il cibo. In particolare delle coppie formate da barman e chef si sono sfidate per creare abbinamenti tra cocktails a base appunto di Bombay Sapphire e la ricetta di appetizer che meglio li accompagnava. Una qualificata giuria ha decretato poi la coppia vincitrice.
Erano presenti, oltre ai soliti blogger già venuti due giorni prima (tranne eccezioni) anche Jajo e Claudia e una delle più famose foodblogger d’Italia, Sandra di “Un tocco di zenzero” che ho avuto il piacere di conoscere dal vivo, come anche Ady. Grande assente Max, che all’ultimo momento ha dovuto dare forfait per motivi di lavoro.
La serata è stata piacevole, con bellissima gente e tra una chiacchiera e l’altra abbiamo bevuto dei drink a base del famoso gin e degustato finger food di vari tipi (buoni in particolare, a mio avviso, gli involtini di zucchine ripieni di Brie).
Un altro resoconto sulla serata lo trovate comunque qui.
E ora l’appuntamento per quasi tutti è a domani, 6 marzo, al mega-raduno di Roma dei foodblogger provenienti da tutta Italia.
Su questi schermi, in maniera più o meno approfondita, si parlerà anche di questo grosso evento!